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Esclusiva Calcio Style: Filippo Galli ospite de “La Serie A nel pallone”

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Il 1° febbraio è andata in onda la trasmissione in live streaming “La Serie A nel pallone”, appuntamento fisso del lunedì – e non solo – con ospiti d’eccezione. Alla conduzione Francesco Tripodi Marco Scarano insieme ad Angelica Grippa, Giuseppe Livraghi, Cosimo Di Bartolomeo ed Alessandro Spinella.

Intervenuto in trasmissione il super ospite Filippo Galli, ex calciatore rossonero di certo non bisognoso di presentazioni. L’ex campione ha risposto a tutte le domande con simpatia ed assoluta competenza, qui di seguito l’intervista.

Il Milan riparte, come lo vedi? Si può parlare di scudetto?

Vedo il Milan andare bene da parecchio tempo, sta dimostrando coi risultati di essere squadra che ha trovato il giusto equilibrio. E’ li davanti con merito, ha avuto problemi relativi a qualche defezione legata al Covid, ma chi è sceso in campo ha dimostrato di essere all’altezza. Complimenti quindi a Pioli, a Massara e a Maldini, a tutti in generale.

Da difensore a difensore, come giudichi l’esordio di Fikayo Tomori?

Sembra abbia risposto presente in maniera egregia. E’ un giocatore molto aggressivo che ha dimostrato anche attenzione, segue spesso l’attaccante di riferimento anche nella metà campo avversaria. Va a rinforzare un reparto che già era forte, ma che aveva bisogno di rinforzi numerici.

Ti vedi ancora con le altre vecchie glorie del passato?

Sì, anche se non ci si vede per tanto tempo, c’è comunque un legame che ci tiene insieme. Vedo spesso Pietro Paolo Virdis, Franco (Baresi ndr), sono stato da Van Basten in Olanda ed abbiamo visto alcuni stadi. Rimango in contatto anche in rete, attraverso le varie piattaforme a cui ci siamo dovuti abituare un po’ tutti.

Quale attaccante ti mise più in difficoltà?

Ce ne sono stati diversi, ci sono partite in cui ho marcato a uomo gente come Maradona, Zico, Platini. Però se devo sceglierne uno paradossalmente non scelgo tra questi, ma Rumenigge perchè era veloce, strutturato fisicamente, molto difficoltoso. Anche il povero Paolo Rossi era difficile, aveva una capacità di smarcamento incredibile, in un attimo era fuori dal tuo raggio d’azione.

Credi che manchi un alter ego di Theo Hernandez? Tu chi avresti preso?

E’ inutile continuare a mettere altri giocatori nella rosa. La rosa è già profonda, c’è Dalot, Calabria può giocare sia a destra che a sinistra, Davide sta dimostrando di essere moderno. Non credo ci sia bisogno di un sostituto. Va bene così, si dice spesso di andare a cercare il pelo nell’uovo, direi che in questo caso va anche bene non cercarlo.

Ritengo che uno dei problemi di questo Milan fosse radicato nello spogliatoio, da quando è arrivato Ibra sembra che tutto sia andato più fluido, può essere una sola persona a dare immagine ed impronta dentro uno spogliatoio? Filippo, di campioni ne hai conosciuti, giudizi sull’Ibra attuale?

Non ho mai conosciuto Ibra personalmente, ma è stato fondamentale perchè è riuscito a spronare i ragazzi che non riuscivano a dare il meglio di sè. Tutti dicono che in allenamento pretende da sè e dagli altri, ha innalzato il livello di tutti, ha sicuramente aiutato tutto il gruppo. C’è da ringraziare Ibra e tutto lo staff tecnico.

Che ne pensi di un ragazzo di 36 anni come Chiellini?

Ha dimostrato con Bonucci di dare tranquillità, personalità. Chapeau, la Juventus ha ritrovato una certa quadratura, Pirlo aveva bisogno di tempo e sta trovando ora continuità anche nei risultati.

Che ne pensi di Gabbia?

Nasce come centrocampista e l’abbiamo spostato a fare il centrale con qualche sua resistenza. Ha fatto le sue esperienze in Lega Pro e Serie C ed ora è rientrato. Dovrebbe tornare a breve, speriamo che torni ad essere disponibile per Pioli tra poco perchè poi ci saranno parecchi impegni.

La partita che più ti è rimasta nel cuore?

La partita che giocammo contro la Steua Bucarest, vedere tutte queste strade colme di tifosi rossoneri mi fa venire la pelle d’oca ancora adesso, anche se giocai  solo 20 minuti a risultato acquisito.

La differenza tra Sacchi e Capello?

Sacchi fu un maestro, in Italia c’è stato un calcio prima ed un calcio dopo Sacchi. Un calcio basato sull’idea di comandare il gioco, con l’idea di occupare gli spazi, di fare pressing molto alto. Capello fu bravo quando finì il ciclo di Sacchi, ne seguì il lavoro e riuscì ad ottenere il meglio da tutti i giocatori. Sapeva parlare ai giocatori, oltre alle qualità tecnico tattiche indubbie.

Hai mai vissuto una situazione analoga a quella che si è proposta tra Dzeko e Fonseca?

Andando indietro nel tempo ricordo di uno screzio grandissimo tra Di Canio e Capello, ci furono contrasti molto forti e Di Canio fu costretto a lasciare il club, non sono però a conoscenza di cosa successe. Dispiace sempre quando si creano queste fratture nello spogliatoio perchè non sempre le prestazioni riescono poi ad essere positive. A me la Roma piace molto, Fonseca è un allenatore di cui ho grande stima, ha idee innovative ed interessanti.

Anche tra Gullit e Capello successe qualcosa?

Sì, successe qualcosa nello spogliatoio anche tra loro due, è vero. Gullit poi andò alla Sampdoria, ma non fu dovuto a quello. L’importante è non strumentalizzare. Non mi risulta che Gullit abbia attaccato al muro Capello come dicono.

Il compagno più divertente di tutti in quel Milan?

Il Tasso (Tassotti ndr) era uno divertente, il nostro tavolo era il tavolo degli ignoranti, fissi c’erano Albertini, Simone, Nava, Weah, un tavolo goliardico. una volta facemmo lo scherzo dello stuzzicadenti e Marco dovette dire che si era stiracchiato e che non poteva giocare, altrimenti succedeva un casino. A fianco c’era il tavolo del capitano, quando esageravamo un suo sguardo ci zittiva tutti. Facevamo scherzi a Seba Rossi perchè diceva di essere un pescatore e gli facemmo trovare un giorno una testa di pesce spada sotto al letto.

Il più musone?

Non ce n’erano di musoni, non ricordo un giocatore che tenesse il muso a quei tempi, anche lo stesso Baresi alla fine scherzava ed era uno simpatico, anche se con un suo sguardo sapeva incenerire tutti.

 

 

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Esclusiva CS, Bernardo Corradi: “Bisogna insegnare ai giovani a conoscere il proprio corpo. Su Vieri ed Euro2004…”

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L’ex-attaccante italiano, Bernardo Corradi, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di CS nel corso del “Soccer Football Summit 2024”.

Il 19 e il 20 di Novembre è andato in scena, allo Stadio Olimpico di Roma, l’evento “The Future of Football is Here“, presso il Soccer Football Summit 2024. Fra gli ospiti l’ex-attaccante (fra le altre) di Lazio e Udinese Bernardo Corradi, che ha parlato ai nostri microfoni della sua esperienza da tecnico dell’U20 italiana.

Le parole di Corradi a Calcio Style

Corradi ha parlato anzitutto dei suoi ricordi legati agli Europei del 2024, dove venne chiamato inizialmente per sostituire l’infortunato Vieri. Alla fine il centravanti prese regolarmente parte alla competizione e i due finirono per contendersi una maglia. Corradi giocò da titolare l’ultima del girone: la vittoria (2-1) contro la Bulgaria.

Quando arrivi in pre-raduno, dove hai 24 calciatori, sai che dovrai dire a 4 di loro che non parteciperanno alla fase finale della competizione. Siccome ci sono stato dall’altra parte, mi metto nei loro panni. Ai miei tempi vivevo le cose in maniera molto serena. Ero pronto a tornare a casa dopo la partita, poi Maurizio Manzini (storico team manager della Lazio) mi ha detto che Vieri aveva avuto un problema al ginocchio e che sarei rimasto in ritiro. Eravamo tre esordienti: io, Miccoli e Camoranesi. Ero già contento di far parte della spedizione, poi il mister mi prese da una parte e mi disse: ‘Giochi dall’inizio’. Adesso, con l’età, riesci a vedere da un’altra prospettiva tutto quello che ti è successo. Mi emoziono sempre a ricordare certi momenti.”

Corradi ha poi parlato del suo percorso da allenatore, che lo ha portato a essere selezionatore di tutte le nazionali giovanili italiane. Ha poi parlato anche del suo approccio con i giovani calciatori, della disciplina che intende dare loro e soprattutto delle regole vigenti all’interno degli spogliatoi da lui presidiati.

Sono stato assistente dell’U19. Poi ho fatto il primo allenatore nell’U16 all’U19, passando anche per l’U17 e l’U18. Sono abbastanza ferrato su questo argomento. Ho notato che chi effettua tutto il percorso generazionale, vale a dire dall’U15 sino all’U20, certi tipi di regole non c’è nemmeno più bisogno di metterle perché le fanno in automatico. I nuovi, invece, seguono la buona strada di chi dà l’esempio. Il gruppo si autoregola, poi un minimo di regole alla base ci vogliono sempre ma gli va data la libertà di sbagliare. Vanno ripresi a volte perché è giusto, l’ultima volta l’ho fatto due giorni fa, perché bisogna alzare il livello d’attenzione. In U15 sono piccoli e quindi sei ‘obbligato’ a dare delle regole rigide, come la sveglia alle 8:30 e la colazione alle 9, perché alcuni sono indisciplinati. 5 minuti prima dell’appuntamento devono essere davanti alla sala della colazione e il capitano deve assicurarsi che siano tutti presenti. Se qualcuno manca allora devono iniziare ad aiutarsi perché poi lo faranno anche in campo, magari quando qualcuno sbaglia una diagonale. In U20 è diverso perché inizi ad avere contezza del tuo fisico. Se uno è abituato a svegliarsi alle 9:30 glielo lascio fare, mentre chi è abituato a svegliarsi presto si sveglia presto. Ora non sto mettendo la sveglia, perché l’impostazione si costruisce così.”

Corradi

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ESCLUSIVA – Lino Banfi sulla Roma: “Nessuno avrebbe commesso errori simili. Ranieri…”

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Esclusiva Calciostyle – Il noto attore comico e grande tifoso della Roma Lino Banfi ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva ai nostri microfoni.

Di seguito la sua opinione sul momento della squadra giallorossa.

Banfi sulla Roma

Banfi

“Siamo tutti arrabbiati, persino i tifosi delle altre squadre. Neanche un neonato avrebbe commesso errori del genere. Una serie di “americanate” senza senso. Il presidente della Roma dovrebbe essere romano. Comprendo e condivido la frustrazione del tifo giallorosso che spesso fa dei sacrifici senza venire ripagato.”

Su Ranieri: “E’ un validissimo allenatore. Un profilo completo, diciamo. Sono sicuro che anche in questa sua terza esperienza alla Roma farà benissimo. Poi di romanisti come lui ce ne sono pochi, era l’unico da cui si poteva ripartire. Ora sarà importante partire bene nelle prime sfide, anche per placare gli animi di piazza e stampa.

Non ho mai avuto la fortuna di approfondire la conoscenza con lui, ci siamo solamente incrociati durante qualche premiazione, ma sono certo che sia una bravissima persona.”

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Miriana Trevisan: “Il mio Napoli può vincere lo scudetto. Su Insigne…”

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Trevisan

“Napoli può vincere lo scudetto, magari con Lorenzo Insigne in campo…”. L’evergreen Miriana Trevisan a tutto gas. Durante l’evento di ieri sera ‘Star People Award’ al Teatro delle Muse di Roma, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con la nota showgirl italiana e icona della tv Miriana Trevisan, napoletana doc e tifosa del Napoli. Miriana Trevisan, nel corso della sua carriera, ha partecipato a Pressing, Ruota della fortuna e altri storici programmi, sempre molto seguiti. Miriana è sicuramente una delle showgirl più conosciute del piccolo schermo. L’abbiamo intercettata a Teatro, dopo averla incontrata più volte alle Olimpiadi del Cuore di Forte dei Marmi. Ecco il suo breve commento sul Napoli di Antonio Conte che vede come principale candidato al titolo.

MIRIANA TREVISAN: “NAPOLI DA SCUDETTO

Miriana Trevisan, al Teatro delle Muse di Roma, è apparsa molto fiduciosa sul nuovo Napoli di Antonio Conte. Non lo aveva nascosto nemmeno al Mattone del Cuore, evento benefico a cura di Paolo Brosio. “Napoli è il mio cuore, sono nata a Napoli e vivo con una famiglia completamente napoletana”, ci ha fatto sapere in queste ore la simpatica Miriana, ospite dello Star People Award 2024. ” Mi auguro con tutto il cuore che sarà scudetto! Se ho paura della Juventus di Thiago Motta? Assolutamente no, è un gradito sotto al Napoli”.

Quindi una battuta su Lorenzo Insigne: “Se rivedrei bene Insigne al Napoli? Certamente sì. A mio avviso Lorenzo Insigne sarebbe un bel portafortuna, oltre che ‘portabravura’ per così dire. Che altro aggiungere… D’altronde San Gennaro quest’anno si è espresso… Potrebbe essere a tal proposito un segno per la nostra bellissima, fantastica, affettuosa Napoli in chiave scudetto….”. Nelle foto Miriana in questi anni a Forte dei Marmi in occasione delle Olimpiadi del Cuore. Anche Amedeo Goria, ospite ieri sera al Teatro delle Muse, sulla stessa lunghezza d’onda: “Vedevo bene e vedo bene il Napoli per lo scudetto. Ma l’Inter resta secondo me la squadra qualitativamente più forte…”.

miriana trevisan
Miriana Trevisan presente ormai da anni al Mattone del Cuore
Teatro delle Muse di Roma: ieri sera Star People Award con Miriana Trevisan
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