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ESCLUSIVA CS – Salernitana, Incarbona: “Sassuolo? Un avversario alla sua portata”, “Derby Lazio-Roma? Dybala ago della bilancia”

Stasera, la Salernitana sarà impegnata in una sfida cruciale contro il Sassuolo: un ex granata, Bruno Incarbona ha accettato di parlare ai nostri microfoni.

La Salernitana è uno dei club più importanti nei quali ha giocato Bruno Incarbona, palermitano, ex giocatore e allenatore. Oggi Incarbona non lavora più in ambito calcistico ma la passione per il calcio non l’ha mai abbandonato.

Con noi ha chiacchierato della sua carriera passata, delle prospettive della Salernitana in Serie A e di altri club e giocatori.

Lo ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato.

Prima della Salernitana, la Puglia

Bruno, il tuo esordio è stato nel 1982 al Matera: com’è stato il tuo arrivo da Palermo?
“Io sono di Palermo ma per esigenze lavorative – mio padre era dipendente della Banca d’Italia – mi sono trasferito insieme alla mia famiglia a Matera. Nell’82 ho avuto la fortuna di esordire con giocatori dal passato glorioso, che avevano calcato campi di Serie A e di Serie B“.

Hai giocato in molti club pugliesi. Oggi il Lecce è in Serie A: come si vive il calcio in Puglia?
“Credo che in Puglia, come nella maggior parte delle regioni meridionali, la tifoseria incide sull’umore, sul morale di una città. Il Lecce è sempre stato una squadra che ha fatto un tot di anni e poi è scesa, però credo che la Puglia viva in maniera intensa il calcio. Il risultato fa tantissimo, per la gente”.

Lì, l’entusiasmo dei tifosi lo sentivi in modo particolare?
“Sì, sicuramente. Io sono stato a Barletta due anni: il primo anno sono arrivato terzo, l’anno successivo siamo riusciti a vincere il campionato. Ti lascio immaginare cos’è successo.

Poi sono stato a Taranto, un’altra piazza importantissima che merita palcoscenici più importanti. Sono stato anche a Brindisi come responsabile del settore giovanile, e posso assicurare che, se le cose vanno bene, la tifoseria segue ovunque la squadra”.

Salernitana, Incarbona: Se uno vuole essere un calciatore, deve andare a giocare al Sud

Nell’88 sei arrivato alla Salernitana: ci racconti com’è andata?
“Quando ci sono arrivato, la Salernitana era in Serie C. Il primo anno ci siamo salvati, l’anno successivo abbiamo vinto il Campionato di Serie C e siamo risaliti in Serie B: erano 25 anni che il club non tornava in Serie B.

Secondo me, la sua tifoseria è superiore a tutte le altre: è sempre presente, nel bene e nel male. Se uno vuole essere un calciatore, sentirsi calciatore, deve andare a giocare al Sud“.

A Salerno, in 62 presenze hai segnato 8 gol: un numero molto elevato, per un giocatore che ricopre un ruolo da difensore.
“Vero. Infatti, prima di andare alla Ternana, avevo quasi concluso con la Lazio, ma poi i dirigenti mi hanno dirottato altrove. Era il ’90-’91”.

Quali erano le tue caratteristiche distintive?
“Ero un esterno sinistro alla Roberto Carlos: veloce, rapido. Prima di fare calcio, facevo atletica leggera, ero un velocista. Avevo il cambio passo”.

Oggi la Salernitana è in Serie A, seppure sul fondo della classifica. Come giudichi la sua stagione?
“Io le squadre dove ho militato le seguo costantemente. Riguardo la Salernitana di quest’anno, sembrava che la società avesse fatto un buon mercato, però nel calcio non c’è niente di scontato. In questo momento la Salernitana si trova in ultima posizione, pur non avendo una squadra malvagia.

Purtroppo le annate son così: capita un’annata particolare e non riesci più ad uscire dalle sabbie mobili delle ultime posizioni. Cosa bisogna fare? Non lo so. La dirigenza, a partire dal presidente Iervolino, farà di tutto per salvarla.”.

Quali sono le prospettive del club?
“Da ex granata io spero che riesca a salvarsi. Io ho un gruppo di ex giocatori della Salernitana, circa un centinaio, di tutte le epoche, e molte volte ne parliamo. Il campionato di Serie A è molto difficile, se non si fanno punti la vedo dura”.

Ci sono dei giocatori sui quali la Salernitana potrebbe puntare per il futuro?
“La maggior parte sono stranieri. Credo che Dia possa essere un punto di forza. Non c’è il singolo giocatore: secondo me, se il gruppo rema tutto dalla stessa parte, sicuramente c’è qualche chance in più per potersi salvare. Il gruppo, in una squadra di calcio, fa la differenza”.

Stasera la vedrai la partita contro il Sassuolo? Qual è il tuo pronostico?
“Io credo che sia un avversario alla sua portata. Anche se il Sassuolo ha qualche individualità un po’ più forte. Se la Salernitana giocherà da squadra, unita e compatta, sicuramente può far suo il risultato.

Il Sassuolo, invece, ha 3-4 giocatori che alzano il livello e sono quindi imprevedibili. Io spero solo che la Salernitana si salvi, a cominciare da stasera, e riesca a fare i 3 punti”.

Salernitana versus Napoli

Poi c’è anche la vicinanza geografica con il Napoli, che è un cugino un po’ scomodo…
“Non corre buon sangue. Il Napoli è stato costruito per riprovare a vincere lo scudetto e andare avanti in Champions, la Salernitana quantomeno per salvarsi. Non posso fare il paragone tra le due squadre: il Napoli ha giocatori di livello superiore”.

Com’è cambiato il Napoli, dopo Spalletti e dopo Giuntoli? 
“Perdendo sia Spalletti che Giuntoli, che è un carissimo amico mio – siamo stati compagni di squadra a Latina – hanno perso tanto. Credo comunque non è facile subentrare a un allenatore che ha fatto un campionato del genere, che ha portato il terzo scudetto al Napoli. Non è solo Garcia il problema.

Comunque, se il Napoli dovesse rivincere lo scudetto, io sarei contento perché essendo del Sud faccio il tifo per le squadre del Sud. Indipendentemente dal colore della maglia”.

Dal 91′ al ’93 hai giocato in maglia rosa con il Palermo.
Palermo è una piazza importantissima. Negli anni della Serie A fece benissimo, con giocatori di alto livello come Ilicic, Dybala, Mauri, Toni… Se non ricordo male, il Palermo andò anche in Coppa UEFA e per un pelo sfiorò la Coppa dei Campioni“.

Il Palermo e… Paulo Dybala

A proposito di Dybala: arrivò al Palermo ventun’anni dopo di te. Cosa pensi di lui?
E’ un giocatore tra i top. A parte gli infortuni che ha avuto, è un giocatore che non si discute, straordinario. E credo che, anche fuori dal campo, sia una persona molto sensibile, disponibile. Una faccia pulita”.

Oggi tifi per qualche squadra?
“Da piccolo tifavo per la Juventus. Ora tifo per le squadre che giocano il miglior calcio. Ad esempio, l’Atalanta mi fa impazzire. Io amo le squadre che giocano in modo offensivo spudoratamente: se devo guardare una partita nella quale, per fare un tiro in porta, ci mettono 20-30 minuti è tempo perso. Amo le squadre che giocano”.

A questo proposito, qual è il tuo giudizio sulla Roma?
“La Roma, in questo momento, non sta esprimendo un buon calcio. Credo che ci siano momenti nell’arco dell’anno che devi fare tutt’altro, poi il gioco viene successivamente.

Magari la Roma ci sta mettendo un po’ di più… ma non è facile giocare a Roma. Devi essere un giocatore oltre che bravo anche forte mentalmente, perché lo stress è ai livelli massimi”.

La Roma e Di Bartolomei

A proposito di giocatori bravi della Roma: tu sei arrivato nell’88 alla Salernitana insieme ad Agostino De Bartolomei. Che ricordo ne hai?
“Era una persona squisita, eccezionale. Di una cultura impressionante, di una disponibilità fantastica. Non lesinava consigli, battute… Secondo me, con il calcio non c’entrava nulla.

Poi ha dimostrato di essere un fortissimo giocatore. Essere il capitano della Roma, vincere lo scudetto non è da tutti… Rimanere nel cuore dei tifosi della Roma non è facile: forse Totti e Di Bartolomei sono gli unici. Nemmeno Bruno Conti ha potuto eguagliarli.

Di Bartolomei è entrato nel cuore dei tifosi non solo della Roma. Quando andavamo in trasferta, da Nord a Sud, tutti chiedevano di potersi fare una foto, di poter avere un autografo.

Io ho avuto la fortuna di giocarci assieme e quando tornavamo a casa, la domenica sera a Salerno, viaggiavamo insieme. Mi raccontava gli aneddoti belli, come a LiverpoolRoma, quando si trovò di fronte a Grobbelaar quando tirò il calcio di rigore. Era un sogno ascoltarlo”.

Sempre a proposito dei giallorossi: chi vince il derby Lazio-Roma di domenica?
“Di solito si dice che chi è in crisi vince. In questo caso, in crisi è la Roma: la Lazio ha vinto la partita di Champions, la Roma ha vinto la sfida di Europa League. Sulla carta dovrebbe essere favorita la Roma. Sono convinto che riuscirà a vincere, credo che Lukaku sarà presente”.

Oltre a Lukaku, chi saranno gli uomini chiave che porteranno la Roma alla vittoria?
Dybala potrebbe essere l’ago della bilancia: Paolino può tirare fuori dal cilindro una giocata in qualsiasi momento, è imprevedibile. Rispondo Dybala, se sarà della partita”.

Aggiornato al 10/11/2023 15:12

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Pubblicato da
Giulia Bucelli

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