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ESCLUSIVA: Popi Bonnici si racconta a Calcio Style

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Il mondo del calcio non è fatto solo di ventidue giocatori ed un pallone. Non comprende solo calciatori, allenatori, dirigenti e presidenti. È qualcosa di più vasto al cui interno racchiude, oltre ai protagonisti in campo, anche chi lavora nell’ombra per regalarci tutte le emozioni che solo questo sport sa dare. D’altronde il calcio negli ultimi anni è diventato sempre più uno spettacolo televisivo.

Proprio per questa ragione abbiamo voluto intervistare uno di questi personaggi che da anni si adopera al meglio per offrirci le immagini più belle dei match di serie A e non solo. Una persona che può vantare una profonda conoscenza del mondo del pallone, proprio perché in cabina di regia si ha la possibilità di vedere da una posizione privilegiata il calcio a tutto tondo, in tutte le sue sfaccettature.
Popi Bonnici si racconta a 360 gradi in un’esclusiva che ci porta a scoprire non solo la storia di un grande regista sportivo, ma anche il carattere di un uomo ricco di passione ed emozioni che si sente in dovere di trasmettere ai giovani registi ed al pubblico.

Le origini della carriera

“Ho deciso di intraprendere il mestiere di regista sportivo per il forte amore che provo per lo sport. Ho iniziato la carriera girando il mondo e vedendo grandissimi eventi dal vivo ed in TV, cercando di imparare il più possibile da chi li faceva.”

A volte basta una semplice scintilla per far nascere la storia di una vita.
E pensare che questa scintilla è scattata grazie ad uno sport completamente diverso dal calcio.

“Un giorno ci fu un incontro di Boxe realizzato in Italia per una TV americana. Quella regia non fu realizzata da chi la faceva a quel tempo nel modo apprezzato dalla TV. Così la volta dopo ebbi la possibilità di provare a fare la regia. Alla fine dell’incontro la televisione statunitense rimase colpita dal prodotto che era esattamente come lo voleva”.

Il grande evento

Un semplice incontro di Boxe ha dato origine ad una carriera fatti di grandi traguardi, importantissime partite, serate magiche, fra cui quelle di Champions, una in particolare.

“La partita che ho sentito più di tutte è stata la finale di Champions League fra Ajax e Juve a Roma. È stato l’incontro calcistico più importante degli anni 90, andando addirittura in onda in tutto il mondo. Poi il patos dei rigori ha sicuramente aumentato l’emozione di quella serata”.

Il duo con Piccinini

Popi Bonnici ha formato una coppia storica con il maestro delle telecronache, Sandro Piccinini. Le classiche parole pronunciate da Piccinini per lanciare i servizi del regista durante il suo programma della domenica sera “Controcampo” riecheggiano ancora nella memoria degli appassionati di calcio.

“Sandro è la voce perfetta. Riuscire a dargli la possibilità di raccontare al meglio la partita è il gol più bello che si possa segnare. La grande sintonia che c’era fra di noi ci ha permesso di poter raccontare bene la partita sia dal punto di vista delle immagini che del suono e del racconto. Tuttora ho un bellissimo rapporto con Sandro. È una persona da ascoltare, equilibrata, capace nel suo mestiere. Non si erge a maestro del calcio: non deve raccontare le partite in maniera troppo presuntuosa. Racconta il calcio come lo dovrebbero raccontare tutti perché non siamo tutti allenatori, non siamo tutti CT, non siamo tutti arbitri”.

Ma è davvero la telecronaca ciò che rende ancora più interessante un evento sportivo? Quanto è importante raccontare una partita?

“La telecronaca è quella che ci permette di dire chi ha ragione e chi ha torto. Le telecronache, per come le leggiamo noi, sono pro e sono contro. Sentiamo parlare spesso in termini negativi o da tifoso della telecronaca. Poche volte si dice di aver sentito una cosa importante in TV, ma anzi se ne parla piuttosto male in realtà. Sono pochi i telecronisti che riescono a raccontare la partita in termini meno imbarazzanti per un tifoso o per l’altro. È proprio questo il dramma: il tifo contro, ormai diventato una nostra abitudine. Noi bisogna tifare per il bel gioco, il bel gesto atletico indipendentemente da chi sia la squadra. Bisogna vedere le cose belle che abbiamo nel calcio”.

Dietro le quinte di una partita

Il regista assume un ruolo importante nell’economia di una partita in TV. Ma cosa succede dietro le quinte?

“Non ci sono quinte. Tutti dovrebbero vedere quello che succede. Dietro le quinte ci sono tantissime persone che, nell’ombra, svolgono mansioni importantissime come chi tira i cavi sotto la pioggia scrosciante oppure chi resta sul campo con le mani infreddolite per permettere di vedere da casa giocatori che prendono milioni. Il regista è il collettore di tutte queste centinaia di persone, come avviene nel cinema. Il nostro compito è anche quello di comprendere il gioco, anche se non è detto che tutti ci riescano. Come in tutti i lavori c’è chi è più bravo e chi meno bravo”.

Il nuovo ruolo

Oggi Popi Bonnici ha assunto un nuovo ruolo. Dalla cabina di regia è passato ad essere il capo dei registi della Lega Serie A, con tutte le problematiche che un tale compito si porta dietro. Bonnici sta eseguendo al meglio questo incarico, anche grazie all’esperienza accumulata negli anni di lavoro a Mediaset.

“È un ruolo sgradevole perché comporta il far notare a chi è riuscito meno bene dove e perché è riuscito meno bene. Per cui, a volte, devo anche non essere simpatico. Come avviene per un allenatore che per far giocare al meglio la squadra deve scegliere i suoi giocatori in base a tanti motivi. Noi dobbiamo far capire che il prodotto che esce dall’Italia è un prodotto di qualità. La lega serie A deve avere un’identità: il prodotto deve uscire tutto uguale. Fare il capo dei registi della serie A non è certo facile. La mia fortuna sta nell’esperienza acquisita negli anni in cui lavoravo a Mediaset, quando dovevamo gestire una serie di attività dove c’era bisogno di più registi. Quindi si tratta di un progresso naturale.  Fa parte di un dominio che mi ha permesso di poter gestire tante persone e comprendere un’attività che dal punto di vista umano crea tante difficoltà”.

La regia dopo il VAR

Ormai siamo entrati in un mondo nuovo con l’introduzione della moviola in campo, ma anche i registi hanno risentito di questo ulteriore step?

“In realtà no. La regia non è cambiata con l’avvento del VAR. Tutte le telecamere che oggi lavorano per la regia televisiva lavorano anche per il VAR, con una differenza: il VAR in certi momenti non potrà utilizzare determinate telecamere. Se in quel momento una telecamera sta eseguendo un aspetto emozionale su un giocatore o sulla tribuna, la camera non potrà seguire il gioco. Il VAR ci crea delle attese che dobbiamo imparare a riempire. Sono attese emozionali, ma nulla vieta di riproporre quello che è successo, raccontando la dinamica dell’accaduto.”

L’emozione della regia

Bonnici non ha certo dimenticato l’amore per la regia. Quando decide di prendere in mano la situazione in prima persona prova sempre grandi emozioni.

L’emozione per me c’è sempre, anche sulla partita che può essere considerata la meno importante per qualcuno. Le persone hanno lo stesso valore, perciò basta che ci sia anche una sola di esse a vederla per farmi emozionare”.

Ma cosa è davvero l’emozione?

“L’emozione è anche vedere una bellissima giocata in una situazione di calcio magari goduta solo da 10 000 persone. Il piacere e l’emozione sono dentro di noi. Non sono dati da qualcosa che abbiamo intorno. L’emozione è data da qualcosa che noi coltiviamo nel nostro animo, ma soprattutto dobbiamo avere. Se non l’abbiamo non possiamo coltivarla”.

Giovani Bonnici crescono…

Sono tanti i giovani registi che lavorano per mostrarci le immagini delle giocate delle partite più belle della serie A. Ragazzi con il sogno un giorno di poter dirigere la regia di una finale di Champions o dei Mondiali. Fra questi ci potrebbe essere già il nuovo Popi Bonnici…

Ce ne sono tanti. La volontà è questa. Ci sono ragazzi giovani che stanno cominciando ad affrontare la regia. Ritengo che lo spazio da dedicare loro debba essere importante, anche se non è facile perché ci sono altri soggetti che difficilmente escono dallo status quo. Abbandonare una via che si conosce per una che non si conosce per molti è difficile. Personalmente credo che non sempre si debba cercare la strada più facile. A volte la strada non si vede. Io cerco di vederla e magari questa via sarà difficile, mi porterà ad inciampare, ma quando arriverò alla fine di questa strada avrò la soddisfazione di vedere tanti ragazzi, che oggi stanno affrontando questo mondo, in cima a queste montagne e pronti ad affrontare nuove sfide con montagne ancora più alte davanti”.

Ringraziando profondamente Popi Bonnici per la disponibilità si chiude qui un’intervista che ci ha fatto conoscere quel lato invisibile del mondo del calcio, ma fondamentale per noi, per poter continuare a vedere le gesta sportive degli eroi moderni.

 

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Lookman nominato miglior calciatore africano del 2024

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Cagliari-Atalanta, Lookman

Ademola Lookman trionfa come Pallone d’Oro Africano 2024, superando finalisti di spicco come Adingra e Hakimi. Un riconoscimento meritato!

Un traguardo significativo non solo per lui, ma anche per il calcio africano. La sua abilità nel dribbling, la velocità e la capacità di finalizzare lo hanno reso un elemento cruciale per la sua squadra. Con questo premio il nigeriano si unisce all’élite del calcio africano, confermando il suo talento e la sua dedizione al gioco.

Lookman

Il gol contro il Real Madrid. ( foto KEYPRESS )

Ademola Lookman, un trionfo storico

Il calciatore nigeriano Ademola Lookman ha conquistato il prestigioso titolo di Pallone d’Oro Africano 2024. Questo riconoscimento sottolinea l’eccezionale stagione del giocatore, che ha brillato in ogni competizione a cui ha partecipato. L’attaccante bergamasco ha superato avversari di alto calibro, tra cui Adingra, Guirassy, Hakimi e Ronwen Williams: dimostrando di essere un giocatore di classe mondiale.

Un riconoscimento che celebra la carriera

Il calciatore orobico ha anche parlato a margine della premiazione, esprimendo quanto segue: “Per me questo premio è una benedizione, per me, per la famiglia, per la mia nazionale. Essere riconosciuti come miglior giocatore africano è qualcosa di incredibile, sono molto orgoglioso. In quattro anni mi è cambiato il mondo. Voglio dire ai bambini e alla persone che mi stanno guardando di non abbattersi, di battere le proprie paure e di poter continuare a volare“.

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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano

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Salisburgo, esonerato Pep Lijnders per gli scarsi risultati

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salisburgo

Il Salisburgo ha ufficialmente licenziato Pep Lijnders, ex assistente di Klopp, dopo una serie di risultati deludenti. La Redbull ha dato il via libera.

Una decisione inevitabile per il club austriaco

La notizia del licenziamento di Pep Lijnders da parte del Salisburgo ha fatto rapidamente il giro del mondo del calcio. Lijnders, che aveva precedentemente lavorato come assistente di Jürgen Klopp al Liverpool, è stato sollevato dal suo incarico dopo una serie di prestazioni insoddisfacenti della squadra austriaca. Questa decisione riflette il malcontento della dirigenza, che sperava di vedere risultati ben diversi sotto la guida dell’olandese.

Il periodo di Lijnders al Salzburg è stato caratterizzato da un inizio promettente, ma le aspettative non sono state soddisfatte nel lungo termine. I tifosi e gli analisti avevano grandi speranze per la sua capacità di portare innovazione e nuove idee al club, ma i risultati non si sono concretizzati sul campo.

Il futuro del Salisburgo e di Pep Lijnders

Con il licenziamento di Lijnders, il RB Salzburg si trova ora di fronte alla sfida di trovare un nuovo leader in grado di risollevare le sorti della squadra. La dirigenza sta già valutando vari candidati per ricoprire il ruolo di allenatore e riportare il club ai livelli di successo attesi.

Per quanto riguarda Pep Lijnders, il futuro appare incerto. La sua esperienza come assistente di Klopp potrebbe aprirgli nuove opportunità, ma sarà essenziale per lui dimostrare la capacità di gestire una squadra come allenatore principale.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: l’account X di Fabrizio Romano

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Le interviste

Cruciani:”Fan di Lotito. Tavares un grande. Sullo scudetto Lazio..”

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Giuseppe Cruciani carico e schietto come non mai, come sempre senza peli sulla lingua, anche alla vigilia del tanto atteso grande match tra Lazio e Inter. Il noto giornalista e conduttore radiofonico de ‘La Zanzara‘ (Radio 24 – Sole 24 Ore) ha partecipato ieri a una tappa assai interessante della rassegna culturale ‘Filosofarte‘ a Civitanova Marche (Macerata), ideata dal Consigliere Comunale Gianluca Crocetti. Davanti a un folto pubblico Giuseppe Cruciani (tifoso della Lazio) ha parlato del suo libro ‘Via Crux. Contro il politicamente corretto’, un volume certamente molto appassionante e appassionato.

Presso la Sala Consiliare del Comune di Civitanova Marche abbiamo incontrato proprio in queste ore Giuseppe Cruciani. Gli abbiamo chiesto un breve commento sulla Lazio, sul campionato di Serie A e sulla Nazionale Azzurra del CT Luciano Spalletti. Scopriamo cosa ci ha detto, anche sulla Roma, su Roberto Mancini, su Mourinho e su Fonseca del Milan.

Buon pomeriggio Giuseppe. Siamo qui alla Rassegna Filosofarte di Civitanova Marche. Dalle nostre parti, nelle Marche, abbiamo tra i campioni un certo Roberto Mancini. Tu che oggi hai parlato, qui a Civitanova, di temi legati al Politicamente Corretto… senti la mancanza di Roberto Mancini in Nazionale? Giustifichi la scelta del Mancio di abbandonare la panchina della Nazionale Azzurra? In generale direi che non ho capito la situazione sinceramente. Mancini è andato via solo per soldi… per come la vedo io…”

Ora abbiamo Luciano Spalletti: secondo te è lui l’uomo giusto per la nostra Nazionale? Al momento mi limito a dire che Luciano Spalletti non ha fatto per niente bene all’ultimo campionato europeo...”

GIUSEPPE CRUCIANI VERSO LAZIO-INTER: “LAZIO ENTUSIASMANTE. SONO UN FAN DI LOTITO MA LO SCUDETTO…”

Tifi Lazio ma hai detto di recente (a Supernova, nella trasmissione di Cattelan) che la fidanzata è tifosa della Juve e che vieni osannato dai supporter bianconeri perché hai difeso la Juve durante Calciopoli. Il tutto continuando a pensare che abbia trionfato in maniera legittima… “No, io non simpatizzo Juventus. Io tifo Lazio tutta la vita. Forza biancocelesti!”

E allora… Ti ha colpito questa Lazio. E mister Baroni? “Più che colpito o stupito dai biancocelesti… è legittimo affermare che entusiasma vedere questa Lazio. E’ davvero esaltante…”

Ci stai dicendo che la Lazio vincerà lo scudetto? “Ma va…”Il Milan, invece, è spacciato secondo te o resta tra i favoriti, in chiave scudetto, magari se partisse Paulo Fonseca? Non faccio il dirigente del Milan ma direi, in linea di massima, che il gioco espresso dal Milan di Paulo Fonseca non mi piace”

CRUCIANI: “NUNO TAVARES GRANDE GIOCATORE. JOSE’ MOURINHO IN ITALIA? NON MI MANCA…”

Tu che sei un grande tifoso laziale… pensi che Nuno Taveres possa essere considerato il colpo dell’anno? “Podarsi, è un grande giocatore e sta facendo molto bene”In molti, in questi anni, hanno criticato Lotito. E’ invece lui, a tuo avviso, il vero artefice di questo straordinario momento? “Il vero artefice? Non saprei. Ma io sono un fan di Claudio Lotito, sempre forza Lazio”

Hai sostenuto ironicamente, in passato, che Emilio Fede sia passato dall’essere tifoso della Juventus all’essere tifoso del Milan solo per una questione di ‘grano’… “Io ho detto che i soldi hanno avuto la loro parte in tal senso“.

E allora, altra battuta, ti chiediamo: se la Roma ti offrisse dei soldi per diventare supporter accetteresti la proposta giallorossa? “Ma siete impazziti? Come ci pensate? Massima fede laziale. Mai con la Roma. Lazio tutta la vita...” Quindi non abbandoneresti proprio mai e poi mai la fede laziale? “Siete così pazzi? Mai e poi mai…”

Restando a Roma, ti manca José Mourinho ‘Special One’ in Italia, nel campionato di serie A? No, assolutamente. Mou non mi manca affatto“. E invece Roberto Mancini lo vedresti bene in Serie A? Ti piacerebbe vederlo, magari presto, sulla panchina della Roma al posto di Ranieri? “Se mi manca Mancini in A? Direi proprio di no. Come per José Mourinho non ho nostalgia di Roberto Mancini in Italia. Nel senso che in questo preciso istante direi che non mi manca nessuno, in particolar modo, nel nostro massimo campionato”.

Concludiamo con un pensiero sulla Nazionale Azzurra. Spalletti e ‘soci’ potranno davvero risollevarsi dall’ultima delusione europea, vincendo il prossimo Mondiale? Non lo so questo. Come si fa a dire, in questo momento, se gli azzurri vinceranno il Mondiale…”. Ringraziamo Giuseppe Cruciani per la disponibilità e facciamo i più sinceri complimenti a Gianluca Crocetti per la bella iniziativa Filosofarte, sempre ricca di ospiti e di spunti interessanti.

Cruciani nel post-evento ha fatto sapere: “Spero a Civitanova si riesca ad organizzare, magari per la prossima estate, un festival ovvero una tre giorni dedicata alla libertà con personaggi di varia estrazione politica e culturale, incentrato sul tema della libertà di espressione”, ha aggiunto Giuseppe Cruciani nel post-evento.  “7-8-10 ospiti in modo che Civitanova cominci a diventare, come già è, un centro culturale, di diffusione di idee per le Marche, come lo è anche per il turismo. Spero di poterlo fare presto e… grazie ancora per l’accoglienza di ieri. È stato sicuramente un pomeriggio intenso alla Sala Consiliare Comune Civitanova, in cui si è parlato di libertà di espressione, di multe, di no vax, di politicamente corretto e di politicamente scorretto, di quali sono i vincoli oggi in Italia e di altri temi estremamente interessanti.

Spero di essere invitato in comuni delle Marche, e non solo delle Marche, che hanno un’amministrazione diversa da quella del centro destra. Spesso oggi il centrodestra è più aperto ad accogliere idee diverse. Dal suo canto il centrosinistra mi pare un po’ chiuso rispetto all’accoglienza di idee diverse. Dunque non ci sono tanti posti dove si ospitano persone considerate di aree di centrodestra, anche se io poi non lo sono. Ecco, ripeto, spero di essere invitato anche in un comune delle Marche da amministrazioni di centrosinistra. Sarebbe una svolta e sarebbe anche molto interessante; d’altronde mi trovo meglio a combattere diciamo tra nemici, piuttosto che tra persone che su alcune cose la pensano come me”.

Si ringrazia ancora l’ideatore Rassegna Filosofarte Gianluca Crocetti, che si è espresso così ai nostri microfoni, subito dopo le dichiarazioni sul festival 2025 di Cruciani: “ L’Amministrazione di Civitanova Marche chiaramente è disponibile a organizzare una rassegna, un festival estivo con Giuseppe Cruciani, data la sua grandissima professionalità e competenza. Un festival che darà risalto alla città di Civitanova, chiaramente con dei relatori importanti nazionali. Ci sono molto nomi in gioco, vogliamo organizzare qualcosa di veramente interessante e di rilevanza nazionale, non solo per Civitanova ma per tutta la regione Marche e fuori regione, sempre sul pensiero liberale.

Dal punto di vista pratico per noi è stato un onore ospitare Cruciani, abbiamo con lui fatto visita alla città di Civitanova e gli è piaciuta molto. È una meta turistica che sta alzando l’asticella verso un polo culturale, perché Civitanova non è solo movida come si suol dire e un centro di turismo ricettivo, bensì un polo culturale. E con questo primo festival, che organizzeremo per la prima volta targato Amministrazione Comunale di Civitanova e Filosofarte, grazie chiaramente all’accoglienza del Sindaco Civitanova Marche Ciarapica che è anche assessore alla cultura, credo faremo grandi cose per Civitanova e per tutta la regione. Che altro dire, attenderemo molti ma molti turisti, perché crediamo davvero tanto nella cultura, strumento fondamentale per attrarre persone…”.  

lazio inter

Cruciani ieri a Civitanova, alla vigilia di Lazio-Inter

 

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