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Fonseca, meglio soli che male accompagnati: la vince di nuovo lui | L’editoriale di Mauro Vigna
Fonseca, il suo Milan esce dal San Siro coi tre punti in saccoccia, una prestazione convincente e soprattutto l’idea che l’aria sia del tutto cambiata.
È un Paulo Fonseca che ci sta dimostrando non solo di reggere bene le pressioni, ma di esaltarsi nelle stesse. Non esagero, commento solo un dato di fatto.
Il tecnico è da mesi che viene colpevolmente lasciato solo. Tutto inizia dal suo arrivo in aeroporto, senza nessuno ad aspettarlo, fino ai giorni nostri quando nessuno della dirigenza è mai andato davanti a microfoni a dire due parole, giusto due, su Fonseca.
Bersagliato dalla stampa, praticamente tutti gli hanno imposto il 4-3-3, Fonseca è andato avanti per la sua strada, facendo cose che nessuno finora aveva fatto. Ad esempio lasciare fuori Leao per scelta tecnica. O Tomori, o Abraham. La lista è lunga e il coraggio non manca.
Vero, sono sempre stato molto scettico su Fonseca, lo sono ancora, ma questo atteggiamento mi piace. Il fatto di non guardare in faccia nessuno per il bene della squadra è un atteggiamento da uomo con le palle.
Le strade ora sono due: seguirlo o non seguirlo. Mi riferisco ai giocatori. Di sicuro non saranno fatti sconti, gli episodi del cooling break e dei calci di rigore non hanno fatto altro che creare una fortissima corazza e ora sono cavoli amari, per non dire di peggio, per chi vorrà fare di testa sua.
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Leao, il momento è delicato: Fonseca dovrà essere bravo a recuperarlo
Leao, per lui panchina ieri sera in occasione della sfida vinta contro l’Udinese. Il giocatore sta attraversando una fase complessa della sua carriera.
Una rete in stagione, prestazioni a luci ed ombre e la panchina di ieri sera. Un momento non esaltante per un giocatore che ha bisogno di sentire fiducia intorno a sé. Perderlo a ottobre sarebbe un errore che il Milan non si può permettere.
Conosciamo perfettamente i mal di pancia di Theo Hernandez, amico fraterno dell’esterno portoghese. Di riflesso, una situazione che pesa anche in seguito alle richieste di Fonseca di curare maggiormente la fase difensiva.
Siamo perfettamente consapevoli che il tecnico dovrà cercare di sistemare le cose usando bastone e carota. Con Leao è così, non sarà mai un leader, ma ha bisogno di qualcuno che sappia guidarlo nel modo giusto.
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Milan, Pulisic e Fofana uomini ovunque: e finalmente Chukwueze…
Milan, la vittoria contro l’Udinese passa senza dubbio dal collettivo, tuttavia tre giocatori sono stati i principali artefici.
Il Milan soffre, ma vince di misura per 1-0 contro l’Udinese. Una gara decisamente combattuta, durante la quale non si sono visti braccini, ma giocatori che non ci hanno pensato minimamente a mettere la gamba.
Determinanti Pulisic e Fofana, veri e propri uomini ovunque. Il francese sta crescendo in maniera esponenziale gara dopo gara e si vede. Pulisic ha invece dovuto coprire la mediana in seguito all’espulsione di Reijnders fino a che Fonseca nella ripresa ha inserito Musah.
Infine veniamo a Chukwueze, lontanissimo parente dall’abulico giocatore visto in queste ultime settimane. Un gol, tanto dinamismo e una ritrovata voglia di far vedere di che pasta è fatto. Un’occasione importante che non ha buttato via.
Starà a lui convincere la dirigenza a non cederlo a gennaio.
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Milan, Fonseca mostra i denti:”Ora comando io” | Una rivoluzione a testa alta
Milan, vincere questa sera contro l’Udinese non è importante, è l’unica cosa che conta per mister Fonseca. Un allenatore lasciato solo, ma che è in grado di farsi comunque sentire.
Paulo Fonseca alza la voce, tremano i muri di Milanello. Lo fa nel suo stile, discreto e lontano da riflettori e telecamere, intrattenendo alcuni giocatori che potremmo definire un misto tra leggerezza e ribellione.
E lo fa da solo, senza la dirigenza. Ma ormai è abituato. Zlatan Ibrahimovic sarebbe l’unico in grado di dare qualche consiglio nello spogliatoio, ma si tiene ben lontano da Milanello. Come a dire “Fonseca non l’ho scelto io, si arrangi”.
Il tecnico questa sera lascerà fuori Rafael Leao e ancora Pavlovic per scelta tecnica, facendo giocare in difesa Tomori e Thiaw. Ricordiamo che Gabbia non è al meglio. Fuori anche Tammy Abraham e ritorno al 4-2-3-1 con Morata che avanza di qualche metro.
Scelte coraggiose, non disperate. Di un uomo che ha nulla da perdere e che vuole lasciare a testa alta. Il suo destino è segnato, e lui lo sa bene. Può essere già stasera, può esserlo tra un mese, ma nulla di quanto stiamo vedendo ci può far cambiare idea. Intorno a lui diffidenza e solitudine. Anche da parte di alcuni giocatori. E questo è grave.
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