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Francescoli e quella volta che Zidane…

Enzo Francescoli, un mito assoluto, un fuoriclasse vero. Le squadre che lo hanno avuto tra le loro fila, lo hanno adorato e voluto bene 

Un giorno, un diciottenne marsigliese decide di presentarsi al suo idolo Enzo Francescoli per chiedergli la sua maglia.
“Bonsoir monsieur, je m’appelle Zinedine…”.
Sì, il ragazzo di nome fa Zinedine, di cognome Zidane.

In quel periodo si affacciava al calcio come uno dei più promettenti talenti francesi.

Il giovane Zizou, all’epoca giocava nel Cannes, quando poteva andava al Vélodrome, per deliziarsi con le giocate del suo mito uruguaiano.

Zizou, stravede così tanto per lui, da chiamare Enzo addirittura suo figlio.

Ma Francescoli non è solo l’idolo di fuoriclasse francese, ma è molto di più.

Nel River Plate una leggenda, in Uruguay addirittura una divinità.

Un po’ come Diego Armando Maradona o Lionel Messi in Argentina.

Con i Millionarios si laurea capocannoniere al suo primo anno con 24 gol in 32 presenze. L’anno dopo si ripete con 25 reti: basta poco perché scoppi la Francescoli mania.
Quando poi sembra pronto al grande calcio, si trasferisce in Europa.

Va al RC Paris, una squadra francese di terza fascia.

La gente in Uruguay e non solo, resta molto stupita.
Qui rimane per tre stagioni, per poi trasferirsi al Marsiglia.

Qui resta solo un anno, togliendosi la soddisfazione di vincere il campionato.
Finalmente poi arriva la chiamata dall’Italia, dopo anni nei quali veniva regolarmente accostato alla Juventus.

La sua nuova avventura si chiama invece Cagliari.

Sotto la guida di Ranieri prima e Mazzone, regalando giocate sempre sopraffine.

Grazie anche ad esse, i sardi otterranno la storica qualificazione alla Coppa Uefa.
La Sardegna sembra adottarlo, Cagliari è pazza di lui.
Ma il Principe inizia a sentire nostalgia della squadra che lo fece grande.
Così, dopo una breve parentesi nel Torino, ritorna a Buenos Aires con il River Plate.

 

Vince ancora un campionato ma soprattutto una storica Coppa Libertadores, entrando definitivamente nella storia del club.
Con la sua nazionale, vincerà inoltre ben tre edizioni della Copa America, partecipando anche a due edizioni del Mondiale.
Federico Buffa di lui ha detto: “L’unico vero Principe del Río de la Plata. Se ne chiamano un altro ‘Principe’ per forte che sia, lo si deve al fatto che gli assomiglia fisicamente, o semplicemente si è ispirato a lui. Perché di Principe ce n’è uno solo…”.

 

Aggiornato al 14/11/2023 9:32

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Pubblicato da
Marco Tavolacci

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