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Giuntoli, una caduta di stile che scatena polemiche

Giuntoli, le frasi sessiste usate per spiegare un acquisto flop nella carriera da dirigente hanno sollevato un polverone. Berruto (PD) chiede la sua testa.

Sul palco del Festival dello Sport di Trento, Cristiano Giuntoli ha parlato di tantissimi argomenti in una luna intervista. Ma che l’ha visto scivolare su una gigantesca buccia di banana.

La frase incriminata

Sui social è rimbalzata tante, tantissime volte. Scatenando polemiche e indignazione.

Cosa ha detto Cristiano Giuntoli, direttore sportivo della Juventus:

«Noi si cerca di sbagliare meno possibile, poi di errori se ne fanno tanti. Uno prende un calciatore pensando sia la “fidanzata” giusta, poi te la metti in casa e capisci che non fa da mangiare, non lava, non stira… Ci sono tante dinamiche alle quali stare attenti, capire i parametri di confronto, capire il ruolo che abbiamo, decidere i calciatori. Sono tanti gli errori fatti, poi da lì si fanno cose positive e ringrazio anche loro».

Va bene che i colori della sua squadra sono il bianco e nero, ma fare dichiarazioni da inizio secolo è un po’ esagerato!

Il mondo social si è scatenato, sono arrivati commenti inorriditi e accuse di sessismo e maschilismo da ovunque. Anche dal PD!

“Il club prenda le distanze” tuona il Partito Democratico

Il deputato Mauro Berruto, responsabile nazionale Sport del Partito Democratico, ha espresso chiaramente il suo dissenso.

Come riporta l’agenzia Ansa

Purtroppo il mondo del calcio sembra davvero fare di tutto per abituarci al peggio. Le parole sessiste di Cristiano Giuntoli, direttore sportivo della Juventus, sarebbero incommentabili anche in un’osteria, figuriamoci dal palco del più grande evento italiano dove si parla di sport e di cultura dello sport. La mia distanza da questo modo di esprimersi credo sia lampante, mi piacerebbe vedere anche una presa di posizione del suo club“.

Dal pullman di Berlusconi alla “fidanzata giusta” di Giuntoli

Non è questione di eccesso di “politically correct”.

C’è che non basta avere il corrispettivo femminile del proprio club per non essere maschilisti: questo si chiama “pink washing”.

C’è bisogno di un cambiamento culturale e probabilmente il cammino (non solo della dirigenza dei club) è ancora lungo.

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Pubblicato da
Sara Cambi

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