Hellas Verona, pugno duro contro gli stupefacenti

Dopo l’indagine che ha coinvolto dodici ultras per spaccio di cocaina, l’Hellas Verona vuole correre ai ripari tenendo la droga ben lontano dal Bentegodi.

Hellas Verona, collaborazione tra comune e società contro la droga

Il calcio è uno spettacolo e una festa. La droga, invece, è la sua morte.  Dopo l’indagine che ha visto coinvolti dodici suoi ultras per spaccio di cocaina, l’Hellas Verona ha deciso di adottare la linea dura per tenere lontana ogni droga dai cancelli del “Marcantonio Bentegodi”.  

Società e istituzioni, nella persona dell’attuale sindaco ed ex calciatore Damiano Tommasi, si sono incontrati nel nome di quest’obiettivo di peso.

Il regolamento dell’impiego dell’impianto scaligero vieta già sia la detenzione e il consumo di droga sia l’accesso di persone in evidente stato di alterazione psicofisica. 

Ma la società scaligera vuole andare ancora più a fondo

affinché il calcio resti ciò che deve essere: una gioiosa occasione di condivisione per tutti. Si vinca o si perda. “La società – spiega Verona Sera– ha chiesto alla Questura le informazioni necessarie per applicare il “mancato gradimento” previsto dalla normativa sportiva per coloro che violano il codice etico”.

Simultaneamente proseguirà il dialogo tra società e tifoseria. “La società – spiega ancora Verona Sera – si è messa a disposizione per gli interventi sul sistema di videosorveglianza e sulla formazione degli steward, verrà formata una task force tra società sportiva, Comune e Questura per un lavoro che sarà sviluppato nei prossimi mesi”. 

Perché di stupefacente, allo stadio, ci sia sempre e soltanto quanto il campo e le due squadre contenendenti sapranno regalare in termini di spettacolo.