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Il calcio negli States al tempo del Covid

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Il Covid ha di fatto sancito, almeno per il momento, la chiusura degli stadi. Il calcio, lo sport più bello del mondo ne sta pagando le conseguenze, soprattutto in termini economici per i club europei. Giocare senza pubblico è come calciare un rigore senza portiere. Tristezza infinita. Ma si continua a giocare. Si parla di distanze, mascherine, esultanze, ma non è più la stessa cosa.

Il pubblico, i tifosi che  stanno lì ad incitare, urlare, ora invece devono farlo seduti comodamente su una poltrona di casa. Si spera che tutto ciò abbia una fine e tutto torni alla completa normalità. E se nel nostro Continente si è a lungo discusso se iniziare la nuova stagione regolarmente o interromperla, negli Stati Uniti hanno optato per un’ altra scelta.

Giocare si, ma rispettando le normative Covid anche in campo. Hanno di fatto modificato regole di gioco, e alla fine ci si accorge che calcio non è. Nel Massachusetts, cuore del New England, durante le partite di deve rispettare la mera distanza di 1,8 mt, i corner calciati con avversari distanti almeno 3 mt con il divieto di colpi di testa, e addirittura giocare e correre con la mascherina. Vietato ogni tipo di contatto dunque. Niente scivolate nè contatti aerei e nei calci piazzati non esiste più la barriera.

E’ dunque un’ altro sport e non il calcio, quello vero, quello che piace, quello per cui ci si sgola in continuazione, per cui si soffre e si gioisce. E di certo noi non siamo abituati a questo. E allora se mai ciò dovesse avvenire anche nel nostro Continente, saremmo ben contenti di bloccare il prosieguo dei nostri campionati. Il calcio va vissuto, il calcio va giocato.

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Ligue 1

Esordio amaro per Rabiot. Marsiglia k.o. a Strasburgo, De Zerbi già nel mirino della stampa francese

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Il primo k.o. del Marsiglia (1-0) sul campo dello Strasburgo sta già facendo discutere in Francia. I media locali puntano il dito contro De Zerbi.

In Francia a Roberto De Zerbi non lo hanno mai realmente amato. Oltre le Alpi gli strombettii degli zerbini non arrivano e allora la stampa sportiva si comporta come tale. Guarda le partite, fa analisi e critica.

De Zerbi

Marsiglia k.o. in Alsazia, le reazioni della stampa francese

Ieri sera il Marsiglia aveva l’occasione di rimanere aggrappato al treno di PSG e Monaco, ma ha miseramente fallito. Nessun dramma, visto che siamo appena alla sesta giornata di campionato, ma la prestazione dell’OM è stata troppo brutta per essere vera. L’OM è parso sterile con il pallone fra i piedi e disastroso senza.

Una performance talmente opaca che la stampa locale, da sempre molto critica nei confronti del tecnico ex-Brighton, non ha potuto fare a meno di scagliarsi contro di lui. Nel mirino della critica transalpina, infatti, è finito principalmente lo stile di gioco della sua squadra, mai realmente digerito dall’opinione pubblica.

Queste le parole rilasciate da Daniel Riolo, editorialista per conto di RMC Sport.

“Ci sono diversi limiti nella squadra di De Zerbi. Il tecnico, infatti, pare non sia ancora riuscito a imporre le sue tattiche ai giocatori. Non è che il Marsiglia non sia una buona squadra, ma si sono fatti fregare perché non sono riusciti a mantenere il livello di gioco alto per tutta la partita. A volte il loro ‘bel gioco’ non si concretizza, neanche una reazione al gol dello Strasburgo. Ci sono ancora delle domande da porsi su questa squadra, ma l’unica cosa certa è che del “De Zerbi-ball” ancora non v’é traccia: non si vede nulla”.

Ancor più lapidario Chemssdine Belgacem, che su FootMercato titola: “Terribile ritorno sulla terra per De Zerbi e i suoi calciatori“. Il giornalista transalpino rincara la dose, affermando come “il Marsiglia sia incappato in una sconfitta senza appello” e parla di un “Marsiglia disilluso dopo la vittoria eroica sul campo del Lione“.

De Zerbi, che il Marsiglia non diventi un esercizio di stile

Allego qui un estratto del mio recap settimanale sulla Ligue 1, ovvero quello relativo alla sconfitta dell’OM.

Il Marsiglia, al contrario, gioca la classica partita “alla De Zerbi”. Tanto possesso palla da parte degli ospiti ma sterile e fine a sé stesso, con un tasso di pericolosità praticamente nullo. Appena tre tiri nello specchio in 97 minuti, con un xG di 0,50. La speranza di tutti gli appassionati di Ligue 1 (oltreché, ovviamente, degli stessi tifosi dell’OM) è che il Marsiglia smetta di essere un filosofico esercizio di stile del suo allenatore.

Difficile capacitarsi del perché De Zerbi abbia scientemente silurato Gigot (oramai ex-capitano della squadra e beniamino della tifoseria) e ostracizzato Mbemba, rimasto a Marsiglia da emarginato e trattato come un appestato senza apparenti ragioni, per poi ridursi a schierare una coppia difensiva improvvisata come quella composta da Cornelius e Kondogbia. Per non parlare di Murillo, nominato (suo malgrado) erede di Clauss.

Il tallone d’Achille del Marsiglia, la vera grande differenza che resiste con il PSG nonostante una campagna acquisti faraonica, sembra proprio la difesa, nonostante a fare impressione sia stata la facilità con la quale lo Strasburgo abbia disinnescato il suo stellare attacco. Di occasioni gli alsaziani ne hanno avute (e tante) ma paradossalmente questo non sembra essere il grattacapo principale in casa OM

Nel secondo tempo ha fatto il suo esordio anche Adrien Rabiot, ma è una magra consolazione. La speranza è che i suoi tempi in inserimento, la sua gamba e le sue progressioni palla al piede possano regolare dinamismo a una squadra apparsa troppo spesso dall’encefalogramma piatto: appiattita da uno stile di gioco invecchiato prematuramente e che ora pare addirittura vetusto, per non dire anacronistico.”

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Liga

Real Madrid, tegola Courtois: out 2-3 settimane

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Courtois

Doppia beffa per il Real Madrid nel derby di ieri sera: da un lato il gol subito da Correa al 96°, poi l’infortunio di Courtois.

Le smorfie di dolore di Courtois nei minuti finali del derby di Madrid avevano allarmato i tifosi e Ancelotti. Stamattina l’esito degli esami.

Real Madrid, LaLiga, Courtois

Courtois: ennesimo stop

Nel convulso derby di Madrid di eri sera, terminato 1-1, un altro motivo di preoccupazione che ha tenuto in ansia l’ambiente blancos sono state le condizioni di Thibaut Courtois. Il portiere belga, apparso visibilmente sofferente, ha lasciato tutti con il fiato sospeso.
Carlo Ancelotti, nel post partita, aveva confermato i propri timori dichiarando: “Courtois ha un problema muscolare, domani (lunedì) faremo un test.”

La diagnosi è arrivata in mattinata e ha confermato una lesione all’adduttore che terrà Courtois lontano dal campo per almeno 2-3 settimane.
Il comunicato del Real Madrid: “Dopo gli accertamenti effettuati oggi dal Servizio Medico del Real Madrid al nostro giocatore Thibaut Courtois, gli è stato diagnosticato un infortunio all’adduttore della gamba sinistra.”

Courtois, già protagonista di tensioni con i tifosi dell’Atletico Madrid durante il match, dovrà ora concentrarsi sulla riabilitazione sperando di essere pronto per il grande appuntamento della stagione. Questo infortunio porterà il portiere belga a saltare degli impegni importanti come la sfida di Champions League contro il Lille e quella di Liga contro il Villarreal. Tuttavia, i medici del Real Madrid sono fiduciosi che il belga possa recuperare in tempo per il Clásico contro il Barcellona, previsto per il 26 ottobre al Bernabeu.

 

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Ligue 1

Quand je l’ai vu, j’ai eu le coup de foudre: il punto sulla sesta giornata di Ligue 1

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Bentornati alla seconda edizione della prima rubrica di Calcio Style dedicata alla Ligue 1, dove cercherò di trasmettervi la passione per il calcio francese.

Indice

Le partite del Venerdì di Ligue 1

Il Rennes si sveglia troppo tardi, un PSG claudicante cala il tris al Parco dei Principi. Tante assenze (otto) per i parigini, ma a pesare sono soprattutto quelle di Asensio e Vitinha. Luis Enrique ha una panchina ridotta all’osso, con soli sette giocatori a disposizione: fra cui il secondo portiere e quattro ragazzi delle giovanili.

Nonostante la contemporanea assenza di Asensio e Ramos, Kolo Muani va ancora una volta in panchina: al suo posto il tecnico catalano sceglie Kang-In-Lee falso nueve. Stephan è perfettamente consapevole delle difficoltà dei padroni di casa e ordina ai suoi una partita di gestione, volta a logorare lentamente i parigini.

5-4-1, blocco basso e approccio estremamente conservativo. Con l’intento (non dichiarato, ma sottinteso) di voler trascinare la partita sui binari dell’equilibrio il più a lungo possibile: per poi sfruttare l’impossibilità dei padroni di casa di refreshare con forze fresche l’undici in campo. Un piano gara che, però, riesce soltanto a metà.

Il PSG domina e dopo tre minuti si vede già annullato un gol (a capitan Marquinhos) per fuorigioco, la sblocca alla mezz’ora del primo tempo e poi la chiude alla metà del secondo. La doppietta di Barcola e la rete intermedia di Lee indirizzano una partita che i bretoni non riescono a raddrizzare, nonostante un finale di grande orgoglio.

Il Rennes esce effettivamente fuori alla distanza, quando ormai non ha più nulla da perdere, e accorcia le distanze a un quarto d’ora dalla fine grazie a un rigore trasformato dall’ex-Kalimuendo. Nel finale il VAR annulla a Seidu il gol del 2-3, che avrebbe potuto regalarci dieci minuti finali di fuoco, e di fatto chiude così la contesa.

Tonfo tremendo del Brest, che perde 3-0 sul campo dell’Auxerre e inizia nel peggior modo possibile la vigilia di Champions League. Solita partita di dominio territoriale e di gestione del pallone da parte dei bretoni, che però sono molto più perforabili rispetto alla passata stagione: complici anche scelte “cervellotiche” di formazione.

Infatti, Eric Roy si presenta con una variante spregiudicata del suo consueto 4-3-3. Una sorta di 4-1-4-1, con Faivre mezz’ala sinistra (solitamente impiegato nei tre d’attacco) e Camara (spesso trequartista) mezz’ala destra ai lati di Fernandes. Gli ospiti imbarcano acqua da tutte le parti e, nel giro di undici minuti dal 26esimo al 37esimo, i padroni di casa indirizzano il match, per poi chiuderlo nella ripresa con l’ex-Sassuolo Traoré.

Monaco in vetta con il PSG, show di David in Normandia

Lamine Camara eroe a sorpresa della serata del Monaco, che domina in casa contro il Montpellier ma rischia fino all’ultimo di non riuscire a vincere la partita. Ospiti in vantaggio al 16esimo con la rete di Nzingoula e pareggio quasi immediato (32esimo) di Balogun, a iniziare un tiro al bersaglio: sembra questione di tempo.

Eppure la partita non si sblocca, sin quanto Coulibaly (doppia ammonizione) non lascia i suoi in dieci nei minuti di recupero. A quel punto l’ex-Metz (accostato in estate anche alla Lazio) corregge in rete il suggerimento di Embolo e fa esplodere il Louis-II. Hutter primo in ex-aequo con il PSG, aspettando De Zerbi.

Pareggio a reti bianche nel ritorno di Haise al Bollaert-Delelis. Partita in totale controllo dei padroni di casa sino all’espulsione del subentrato Zaroury, che rimedia due gialli in un quarto d’ora. L’assalto degli ospiti nel quarto d’ora finale (6 minuti regolamentari più 9 di recupero) non porta a nulla e fra Lens e Nizza finisce zero a zero.

Tutto facile per il Lille in casa del Le Havre. Mattatore assoluto della serata Jonathan David, che nel primo tempo ha già chiuso la partita con due reti fra il 23esimo e il 35esimo. “A perfect hat-trick” come direbbero gli inglesi, la prima di questa stagione di Ligue 1: primo gol col sinistro nell’area piccola; il secondo al volo con il destro, da opportunista puro; il terzo con un preciso colpo di testa, indirizzato sul secondo palo di Desmas.

La terza rete suggella il risultato (79esimo) e proietta il canadese nell’Olimpo dei suoi parigrado. Infatti, se si prendono in esame soltanto gli attaccanti nati dal 2000 in poi, nei TOP 5 Campionati Europei soltanto Haaland (264) supera David (156) in termini di reti segnate. Il risultato sarebbe potuto essere ancor più rotondo, ma il portiere dei padroni di casa para un rigore ad Angel Gomes all’ultimo minuto di recupero.

Le (altre) partite della Domenica di Ligue 1

Vince in rimonta il Lione (2-1) sul campo del Tolosa. Les Violets avanti con Gboho. I lionesi pareggiano senza mai aver tirato in porta nel primo tempo, grazie all’autorete di Nicolaisen. La squadra ospite cambia però ritmo nella ripresa, quando Sage inserisce Cherki e Fofana passando ad uno schieramento più offensivo: il 4-2-3-1.

Proprio l’ex-Gent trova il gol da tre punti all’ultimo dei cinque minuti di recupero, di fatto al primo (e unico) tiro in porta della partita dell’OL. Continua a stupire il Reims di Elsner, attualmente quarto in Ligue 1 e a due punti dall’approdo diretto in Champions League, grazie alla vittoria netta (3-1) sul campo dell’Angers.

Differenza tecnica enorme quella che i Les Rouge et Blanc sfoderano a domicilio al cospetto dei bianconeri di Dujeux, mai realmente in partita. Match virtualmente in archivio già alla mezz’ora del primo tempo, con il duo nipponico Nakamura-Ito che nel giro di un quarto d’ora (fra il nono minuto e il 25esimo) indirizza la contesa.

Munetsi la chiude nel secondo tempo e la rete di Ferhat a fine partita è il più classico dei consolation goal. Due a due invece fra Nantes e St.Etienne, con i canarini che dilapidano due punti che li avrebbero portati in piena zona Champions. Padroni di casa avanti due a zero, con le reti di Lepenant a inizio partita e di Thomas a inizio secondo tempo. Poi il blackout, con Sissoko che fa doppietta in dieci minuti (57-67) e fa respirare Les Verts.

Esordio amaro per Rabiot, primo k.o. per De Zerbi

Cade per la prima volta in stagione il Marsiglia di Roberto De Zerbi, che cede il fianco in Alsazia in casa di uno Strasburgo sorprendente: sempre più rivelazione di questa Ligue 1. Gli alsaziani si confermano una squadra difficile da piegare, come dimostrato dalla vittoria contro il Rennes e dal pari esterno con il Lille.

In mezzo anche la rocambolesca sconfitta del Groupama contro il Lione, con la squadra di Rosenior che però era avanti 3-1 al 60esimo. Da quel momento, però, lo Strasburgo non ha più perso. Due pareggi (contro l’Angers e, appunto, contro il Lille) e la vittoria di ieri sera: nel Sunday Night contro l’OM.

Una squadra che, al netto delle tre reti subite dalla compagine di Genesio, appare molto solida, nonostante un assetto tattico estremamente spregiudicato. Un 3-2-4-1 volto a scatenare tutto il talento sopito nella rosa, frutto dello scouting d’eccellenza introdotto dalla BlueCo e diretta conseguenza della sinergia in atto con il Chelsea.

Nanasi e Bakwa sono i “quinti” (estremamente atipici e votati all’attacco) di centrocampo, con l’istrionico Diego Moreira convinto in qualche a giocare quasi da terzino sinistro in fase di non possesso. Un capolavoro di convincimento che, se potesse essere replicato anche al di fuori del rettangolo verde di gioco, farebbe molto comodo, vista la progressiva e inesorabile decadenza della diplomazia occidentale.

Il Marsiglia, al contrario, gioca la classica partita “alla De Zerbi“. Tanto possesso palla da parte degli ospiti ma sterile e fine a sé stesso, con un tasso di pericolosità praticamente nullo. Appena tre tiri nello specchio in 97 minuti, con un xG di 0,50. La speranza di tutti gli appassionati di Ligue 1 (oltreché, ovviamente, degli stessi tifosi dell’OM) è che il Marsiglia smetta di essere un filosofico esercizio di stile del suo allenatore.

Difficile capacitarsi del perché De Zerbi abbia scientemente silurato Gigot (oramai ex-capitano della squadra e beniamino della tifoseria) e ostracizzato Mbemba, rimasto a Marsiglia da emarginato e trattato come un appestato senza apparenti ragioni, per poi ridursi a schierare una coppia difensiva improvvisata come quella composta da Cornelius e Kondogbia. Per non parlare di Murillo, nominato (suo malgrado) erede di Clauss.

Il tallone d’Achille del Marsiglia, la vera grande differenza che resiste con il PSG nonostante una campagna acquisti faraonica, sembra proprio la difesa, nonostante a fare impressione sia stata la facilità con la quale lo Strasburgo abbia disinnescato il suo stellare attacco. Di occasioni gli alsaziani ne hanno avute (e tante) ma paradossalmente questo non sembra essere il grattacapo principale in casa OM.

Nel secondo tempo ha fatto il suo esordio anche Adrien Rabiot, ma è una magra consolazione. La speranza è che i suoi tempi in inserimento, la sua gamba e le sue progressioni palla al piede possano regolare dinamismo a una squadra che sin qui in Ligue 1 è apparsa troppo spesso dall’encefalogramma piatto: appiattita da uno stile di gioco invecchiato prematuramente e che ora pare addirittura anacronistico.

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