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Il diritto di potersi correggere

Muti,orbi … oggi anche sordi ? Sono una categoria un po’ sfortunata quella degli arbitri.

Praticamente muti per osservanza di rigide regole che impediscono loro di rilasciare interviste a fine partita , spesso ipovedenti secondo i tifosi spesso infuriati perchè non vedono falli giganteschi ...adesso sembra soffrano anche di problemi d’udito !

Se per i problemi di vista la tecnologia con il VAR sta compensando almeno le sviste più eclatanti , purtroppo sembra non si possano usare strumentazioni tecniche per compensare eventuali difetti di udito e, assolutamente, non si concede l’uso della parola alle giacchette nere …

Perché?

Il rischio di un caso di giurisprudenza sportiva

L’ espulsione di Ibrahimovic in Parma -Milan sta per diventare un vero e proprio caso da giurisprudenza sportiva .

Si perchè, se in condizioni normali, cioè con uno stadio pieno di spettatori urlanti, trombette , cori etc   probabilmente le parole di Ibra quasi certamente non le avrebbe sentite Maresca,ma sicuramente non sarebbero state percepite dai microfoni a bordo campo e diffuse quindi su social e media .

E’ un bel problema perchè se il pasticcio si fosse verificato appena 20 mesi fa , probabilmente nulla avrebbe potuto contestare il contenuto del referto arbitrale del direttore di gara,ma… adesso ?

Adesso l’arbitro scriverà nel suo referto di aver espulso il giocatore resosi colpevole di una frase ingiuriosa nei suoi confronti e lo farà con onestà scrivendo quello che crede di aver percepito…ma la tecnologia lo smentirebbe,almeno sul piano delle parole (più difficile valutare il tono con cui delel parole innocue sono state pronunciate).

Come si comporterà il giudice federale ?

Spesso noi appassionati di calcio consideriamo  solo le conseguenze sportive di una decisione arbitrale,ma non si parla solo di punti e di classifica.

Dietro ai punti in classifica ci sono i soldi, molti soldi.

Come potrebbe reagire la società AC Milan se nelle prossime partite in cui magari sarà privata di un giocatore tanto importante dovesse perdere quei punti poi decisivi per accedere alla Champins League ?  Il mancato obiettivo della qualifica per la Champions pesa un bel po’ di milioni di euro…
Difficile dimostrare una conseguenza diretta fra una interpretazione non corretta dell’arbitro  e la conseguente espulsione e risultati non soddisfacenti e preoccupanti in prospettiva Champions pe ril Milan , ma il caso può diventare emblematico.

Il problema sta però nel fatto che gli arbitri sono una categoria eccessivamente vessata e , nello stesso tempo, protetta  dalla federazione: il non poter giustificare, chiarire , parlare sulle decisioni prese,  l’impossibilità di rivedere e tornare su una decisione presa su elementi fallaci o confusi è una forma di “oppressione professionale”  quasi intollerabile.

Sbagliare è umano e rimediare ad un errore dovrebbe essere  un diritto

A quale professionista o lavoratore viene negata la possibilità di giustificare i propri errori ? Nessuno. Tutti hanno la possibiltà di sbagliare, e la conseguente opportunità di rimediare o di giustificare l’errore.

Per gli arbitri non è così (anche se con il VAR molto è migliorato).

Nello stesso tempo l’arbitro è considerato intoccabile  e infallibile: vietato contestarlo, contraddirlo o confutarne le valutazioni… chi lo fa spesso  o con veemenza rischia il cartellino!

C’e’ poi la professionalità e la capacità di gestire le gare: avrebbe fatto bene Maresca a chiedere immediatamente a Ibrahimovic di chiarirsi o di scusarsi ?  Probabilmente si!

L’arbitro Maresca da quel momento in avanti ha iniziato a sventolare cartellini gialli per falli relativi non tanto a gioco violento, ma per presunte perdite di tempo  o altri comportamenti giudicati antisportivi.

In pratica ha cercato, probabilmente inconsciamente, una specie di giustificazione alla prima espulsione: “se non mi rispettate io vi ammonisco e vi caccio fuori”. Ed ha cominciato a perdere il controllo della gara.

E cosi’ facendo ha confermato una sua debolezza caratteriale, emersa purtroppo pin altre situazioni precedenti simili (proprio una partita fra Torino e Milan dove azzeccò con precisione la valutazione di falli in area di rigore e conseguente concessione del penalty,ma estrasse una moltitudine di cartellini gialli…).

Sarà un caso ma Maresca è l’arbitro con il maggior numero di cartellini gialli comminati : 70 pe runamedia a partita di supera i 5 !

Ma uscendo dalla personalizazione del caso di Parma-Milan mi chiedo: perchè l’AIA non consente una maggiore trasparenza nella comunicazione con e per gli arbitri ?

In un calcio moderno e caratterizzato da un professionismo sempre più spinto, con conseguenze di valutazioni inesatte degli arbitri sempre pesantissime in termini anche economici , sia anacronistico imporre silenzio agli arbitri e mutismo a chi osa contestarli.

Occorre un dialogo molto più aperto e sereno, già in campo fra calciatori , allenatori e ufficiali di gara….forse servirebbe una specie di “cooling breack dialettico”  per consentire agli animi esagitati dalla tensione agonistica di raffreddarsi e quindi discutere con serenità , anche se brevemente , di eventuali situazioni scabrose e confuse.

Spero che il giudice sportivo abbia , questa volta, il coraggio di essere veramente giusto , considerando che l’espulsione del milanista da partedi Maresca sia stata motivata da un equivoco interpretativo e sonoro e quindi non sia corretto sanzionare il giocatore e la società per qualcosa che non è stato un comportameto scorretto e irrispettoso.

Se invece la squalifica venisse confermata si …metterebbe una pezza di gran lunga peggiore dello strappo : la ratifica di un errore , la “legittimazione” di un equivoco  e , in fin dei conti, un errore ulteriore ,ma commesso ad un livello ancora più alto , quello del giudice sportivo.

L’arbitro è sicuramente l’uomo più importante in campo perchè consente, con la sua presenza e la sua azione, di garantire il rispetto del regolamento; in sostanza è il tutore dell’equilibrio sportivo . Senza l’arbitro in campo ci sarebbero solo caos e violenza.

Ma l’arbitro non dovrebbe mai essere il protagonista del gioco: il modo per evitarlo sta proprio nel riportare la figura del direttore di gara ad un livello umano, una via di mezzo fra l’austero , intoccabile e infallibile giudice delle sorti della gara e una figura di pura applicazione formale dei regolamenti.

E deve quindi poter usare la parola, deve sentire  e potersi far sentire…non solo con un fischietto !

 

 

 

 

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Pubblicato da
Ruggero Romano
Tag: MilanParma

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