Si avvicina a grandi passi gennaio e questa Fiorentina avrebbe bisogno come il pane di un restyling durante la sessione invernale di calcio mercato. Ci sarebbe la necessità di inserire carburante nuovo su un motore che si è ingolfato in maniera evidente nell’ultimo mese. Tranquilli, però, illusioni per i tifosi non ce ne sono: se mercato sarà, sarà a costo zero, sarà un mercato creativo. Corvino e Freitas dovranno cercare una giovane pianticella da far crescere o un esperto deluso voglioso di rilanciarsi.
Pare che la lezione di questo primo terzo di stagione non si stata sufficiente alla società per provare a fare quel gradino in più rispetto all’ambizione di lottare per il settimo posto che la tifoseria agognerebbe. L’attuale scialba posizione di classifica è lo specchio di un mercato estivo incentrato sui prestiti secchi o con diritto di riscatto, e dove i giovani il cui cartellino è stato interamente acquistato scaldano la panchina dall’imminente inverno.
C’è da chiedersi fin dove arrivano le responsabilità degli uomini mercato, se queste sono in linea con i dettami economici della Proprietà dei Della Valle. Se il vincolo principale è la riduzione del monte ingaggi è evidente che voli pindarici su giocatori già affermati non possono essere fatti.
L’anno scorso ci un rivoluzione tecnica e fu fatta tabula rasa con le varie cessioni da Bernardeschi a Valero, da Vecino a Ilicic, da Gonzalo a Tatarusanu e altri; quest’anno, avendo già una buona base di squadra, la scorsa stagione la Fiorentina arrivò a lottare fino all’ultima giornata per un posto in Europa, si pensava che con l’acquisto di 2/3 titolari si sarebbe potuto ambire in maniera decisa alla zona europea.
Negli undici titolari sono stati inseriti Lafont, Gerson e Pjaca. Il portierino francese, costato 8 milioni, giovanissimo ma già con notevole esperienza nella massima serie francese, sta rendendo su buoni livelli, da migliorare su alcune fasi ma è un prospetto di sicuro talento. Gerson, arrivato in prestito secco dalla Roma, modalità che tanto fece discutere in estate, sta giocando ai limiti della sufficienza, il redimento non è costante, anche se a Bologna Pioli lo ha proposto nel tridente offensivo e il brasiliano ha lanciato segnali di sicuro interesse. Pjaca che doveva essere la stella della Fiorentina e che doveva esaltare la rosa di Pioli, è la nota dolentissima del mercato estivo: deludente, apatico, triste. La sensazione è che se nella seconda parte di stagione il croato non svolterà, la sua carriera potrebbe già avere un declino segnato: il riscatto di Corvino difficilmente arriverebbe, le possibilità di rientrare alla Juventus sarebbero pari a zero, e la prossima stagione dovrebbe ripartire da un livello inferiore.
Poi c’è il mercato a costo zero o poco più che quasi nulla sta dando: Mirallas, Vlahovic, Hancko, Edimilson, lo stesso Ceccherini fino a domenica, Dicks, non stanno offrendo alcun contributo alla causa viola. Alcuni in campo non sono stati in grado di offrire un apporto importante, altri non hanno goduto della fiducia di Pioli.
Le voci sul mercato di gennaio non alimentano niente di nuovo, niente che possa annunciare un cambiamento: i nomi di Sansone, Zeneli, Markovic, difficilmente potrebbero cambiare la storia in zona gol rispetto a chi c’è già. Sia Corvino, impressionato dai tanti campioni della storia viola, che Salica, bisogna rispettare la storia viola e alimentarla di nuovi successi, hanno espresso nei giorni scorsi coscienza di ciò che la piazza pretende e avrebbe diritto. Non resta che aspettare e vedere.
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