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Il Milan è vivo
Una sconfitta che male, non potrebbe essere altrimenti, perdere un derby non è mai cosa gradita, farlo in modo rocambolesco come successo ieri sera non fa altro che esacerbare quei sentimenti contrastati nell’animo dei tifosi rossoneri. Gli stessi tifosi che in un certo senso si sono sentiti traditi dal condottiero Ibra che anzichè lottare come da par suo, abbandona il campo di battaglia per due ingenuità costate assai care, comportamenti che da sempre sono nel pacchetto Ibra, non c’è anagrafe che tenga, è così e ce lo dobbiamo tenere.
Che gol!
E dire che lo svedese aveva approcciato al meglio la gara segnando un gol di straordinaria bellezza del tutto inventato e finalizzato da lui. Poi il black-out, quella vena che si ingrossa nel momento in cui Lukaku se la prende per un fallo del tutto normale di Romagnoli, le male parole rivolte al belga, quei sorrisi beffardi ed il poco piacevole appuntamento a proseguire il match negli spogliatoi.
Cose spiacevoli, che in campo succedono più spesso di quanto crediamo, ma che i tifosi attutiscono, quando ci sono. Poi il black-out prosegue anche nel secondo tempo quando lo svedese già ammonito commette un fallo inutile a centrocampo, inevitabile il secondo cartellino. Da lì non ci sarà più partita.
Importante reazione sul campo
Ma è pur vero che il Milan è vivo. Andiamo innanzitutto a prendere gli indisponibili, annoveriamo Donnarumma, Calabria, Tonali, Bennacer, Calhanoglu, Mandzukic oltre a Kjaer che ha dovuto anzitempo abbandonare il terreno di gioco dopo soli 20 minuti per un riacutizzarsi della sua lombosciatalgia. Eppure la differenza in campo, fino all’espulsione di Ibra, è stata pressochè nulla, la squadra di Pioli ha tenuto testa ad una squadra costruita per vincere come è l’Inter.
I neroazzurri – ricordiamolo – hanno vinto con due calci piazzati, un calcio di rigore ed una punizione a tempo scaduto hanno avuto la meglio sui rossoneri che hanno sofferto – è vero – ma combattendo da leoni su ogni pallone. Incoraggiante l’ingresso di Tomori, aggressività allo stato puro senza alcun timore reverenziale verso nessuno.
Il tecnico Pioli ha avuto le risposte volute dopo la batosta contro l’Atalanta di sabato pomeriggio, il Diavolo vende molto cara la pelle, la reazione vista ieri sera è stata di quelle importanti contro un’avversaria forte e determinata.
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Museo del Calcio: a Daniele Bartocci il Premio “Pietro Mennea”
Tutto pronto al Museo del Calcio di Santa Maria di Castellabate (Salerno) per il Premio Internazionale Pietro Mennea 2024.
Domani Villa Matarazzo sarà tempio delle leggendarie imprese sportive. E’ il giovane giornalista e amico Daniele Bartocci il vincitore del prestigioso Premio Sportivo Internazionale Pietro Mennea. Il premio celebra al meglio la figura dell’indimenticato campione Pietro Mennea, promuovendo i valori positivi dello sport come lealtà, rispetto delle regole, lotta al doping, solidarietà e naturalmente la tenacia nel realizzare i propri sogni. Nel pomeriggio di domani, sabato 16 novembre al Museo e Biblioteca del Calcio Andrea Fortunato, ospitato nella suggestiva cornice di Villa Matarazzo a Santa Maria di Castellabate (Salerno), il giovane giornalista Daniele Bartocci riceverà il Premio Speciale Riscatto e Resilienza grazie al suo saggio storico-sportivo interamente dedicato al primo anno italiano di Julio Velasco (Jesi, Serie A2 1983-84). L’evento al Museo del Calcio, alla presenza di illustri ospiti, intende celebrare non soltanto successi e grandi imprese, bensì l’appassionante viaggio di chi è riuscito a rendere lo sport poesia e ispirazione. Special Guest Carolina Foresti.
Tra i migliori volumi premiati al Pietro Mennea, oltre a Bartocci, quelli di Arrigo Sacchi, Filippo Inzaghi, Giammarco Menga (Bruno Conti), Francesco Petrella (‘Gli Inzaghi’).. Il Premio Letterario Sportivo Internazionale Pietro Mennea, istituito dalla Fondazione Fioravante Polito, è l’unico ufficialmente riconosciuto dalla Famiglia Mennea ed è patrocinato da Fondazione Pietro Mennea, Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio” di Chieti e Pescara (dove Pietro Mennea è stato docente di Legislazione Europea), Unione Sportiva Salernitana 1919 (club di Serie A in cui Mennea è stato Direttore Generale) e Federazione Italiana Atletica Leggera. Il giornalista Daniele Bartocci – vincitore di svariati premi e inserito tra i 100 personaggi più influenti del 2023 (Premio 100 Eccellenze Italiane a Montecitorio) e miglior giornalista sportivo giovane al Renato Cesarini – negli ultimi anni ha deciso di portare alla luce il primo anno italiano di Julio Velasco, analizzando nel dettaglio documenti inediti d’epoca e commentando da un’altra angolatura – grazie all’ausilio di un ricco materiale e testimonianze storiche – le performance manageriali e motivazionali di uno dei tecnici più vincenti dello sport internazionale.
La carriera di Velasco iniziò proprio nel club marchigiano del Volley Jesi ben 41 anni fa, sfiorando subito da matricola la promozione in Serie A1. “Sono davvero felice di questo riconoscimento in memoria di un campione incredibile, in una location d’eccellenza del mondo del calcio”, ha commentato Daniele Bartocci che nei giorni scorsi ha ricevuto anche il prestigioso riconoscimento delle stella d’oro ‘Star People Award’ al Teatro delle Muse di Roma, premio assegnato ai protagonisti del mondo artistico, culturale e televisivo italiano. Nel suggestivo teatro di Via Forlì, a Roma, presenti e premiati tra gli altri Mirko Brunetti (Temptation Island), Amedeo Goria, Simona Izzo, Miriana Trevisan, Myriam Catania (ex moglie di Luca Argentero).
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Fonseca-Leao, pace fatta: meno vincoli per il portoghese che allontana il Barcellona
Fonseca-Leao, è pace fatta finalmente. I due, dopo un inizio non facile, hanno finalmente trovato un punto di incontro che si spera sarà fruttuoso per il club.
Rafael Leao e Paulo Fonseca stanno finalmente trovando un punto di incontro dopo le diverse incomprensioni iniziali. Il tecnico portoghese ha cercato fin da subito di impartire disposizioni nuove al giocatore arrivando a uno scontro nel giro di poco. Gli è stato infatti chiesto di curare la fase difensiva con maggiore intensità e di accentrarsi maggiormente, insomma un nuovo modo di giocare non gradito.
Tutta la verità probabilmente non verrà mai fuori, tuttavia punti di attrito ce ne sono stati parecchi, a cominciare dalle panchine imposte da Fonseca in seguito alle quali Leao aveva rilasciato la famosa intervista in ritiro con il Portogallo dove aveva dichiarato di essere maggiormente coccolato e tenuto in considerazione in patria piuttosto che nel suo club.
Ora la situazione è rientrata e le recenti parole dell’esterno sinistro fanno propendere verso una permanenza al Milan con il contestuale rifiuto delle avances del Barcellona che per la prossima estate tornerà probabilmente a tentare la strada Kvaratskhelia.
Meno vincoli per Leao il quale…tornerà a fare il Leao, senza obblighi di tornare e con l’incarico di fare male in attacco.
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VAR, Robert Huth duro: “E’ frustrante, va cambiato tutto”
L’ex-difensore del Leicester, Robert Huth, ha espresso la sua opinione sul VAR a TalkSPORT: durante il programma di Andy Goldstein.
Robert Huth, ex-difensore centrale tedesco che ha vinto la Premier League con il Leicester nel 2016, si è espresso in modo molto duro sul VAR e sul suo utilizzo. Il teutonico si è accodato al sentimento di diffidenza che sta crescendo nel panorama calcistico, inglese ma non solo, e ha invocato una profonda riforma del protocollo.
Le parole di Huth sul VAR
Di seguito le parole di Huth sul VAR, rilasciate alla trasmissione di Andy Goldstein su TalkSPORT.
“Se mi guardo indietro ripenso con nostalgia a quando tutti quanti sapevano se un tackle sarebbe stato o meno da cartellino giallo: non avevi nemmeno motivo di aspettare. Lo stesso vale per un cartellinai rosso, un calcio di rigore…qualunque cosa. Lo trovo veramente frustrante. Non voglio vedere un gol annullato per fuorigioco millimetrico. Il calcio non è perfetto e abbiamo bisogno di accettarlo. Le squadre dovrebbero accettare il verdetto dell’arbitro, per quanto controversa o svantaggiosa, invece di parlare di cose non importanti.
Quando non c’era il VAR l’arbitro poteva commettere un errore, venire fuori e chiedere scusa. Ora abbiamo la tecnologia e comunque vengono ancora commessi degli errori. Gli errori ci sono e ci saranno sempre. Spendiamo tanto tempo della partita davanti ad un monitor, eppure gli errori ci sono lo stesso. L’arte del tackle sta lentamente scomparendo. In Inghilterra amavamo entrare in scivolata quando c’era un contrasto fra due avversari ed entrambi volevano il pallone. Se una cosa del genere succedesse oggi uno dei due ne uscirebbe con un cartellino giallo o addirittura rosso, e questo è frustrante.
Adesso te ne stai lì, fermo in mezzo al campo ad aspettare senza sapere cosa stia succedendo. Sono andato a vedere Germania-Olanda (agli ultimi Europei, n.d.r.) e fin quando non sono tornato a casa non ho avuto la più pallida idea di perché quel gol fosse stato annullato. In teoria dovrebbe essere una cosa positiva il fatto che vengano commessi meno errori, ma questa cosa sta uccidendo il divertimento. Io non so se dovremmo togliere o lasciare il VAR, ma c’erano veramente così tanti errori prima?“
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