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Il Napoli come il Leicester di Ranieri: ma non era colpa di Garcia?
A due mesi dal ritorno di Mazzarri a Napoli, la sua media punti, messa a confronto con quella del suo tanto vituperato predecessore, è da incubo.
Mazzarri, media punti da horror
Rudi Garcia, in Serie A, è stato in carica per 12 partite. Durante le quali ha totalizzato 21 punti. Il conto è presto fatto: la media è di 1,75 punti per partita. 6 vittorie, 3 pareggi e altrettante sconfitte.
Walter Mazzarri, dal suo ritorno sulla panchina del Napoli, ha giocato sette partite da allenatore dei campioni d’Italia totalizzando sette punti. La media è di 1 punto esatto a partita. Ovvero 2 vittorie, 4 sconfitte e un pareggio.
In mezzo ci sono state anche due gare di Champions League, la sconfitta di Madrid e la vittoria interna contro il Braga, oltre alla clamorosa eliminazione in Coppa Italia (0-4 al Maradona) per mano del Frosinone.
Garcia lasciava una squadra sì in evidente difficoltà, ma comunque quarta in classifica e quindi in linea con l’obiettivo stagionale. Non sufficiente però per chi ha voluto trattare un miracolo come fosse una normalità. E nella più crudele dimostrazione del contrappasso dantesco, ecco il materializzarsi del detto “chi troppo vuole nulla stringe“: ora il Napoli è nono in classifica.
Napoli, non era colpa di Garcia?
I dati di cui sopra, che assolutamente non vogliono essere un’invettiva nei confronti di Mazzarri, evidenziano che un cambio di marcia nel Napoli non c’è stato. Un qualcosa che, solitamente, è automatico quando l’allenatore è il reale colpevole di una squadra che (realmente) rende sotto le aspettative.
Basti pensare all’Udinese dal ritorno di Cioffi. O al Leicester subito dopo la vittoria della Premier League. Con Claudio Ranieri che totalizzò 21 punti in 25 partite (media di 0,84 punti a partita) e Craig Shakespeare che ne fece 23 in 13 (media di circa 1,8 punti a partita) vincendo sette delle sue prime dieci partite in carica quando le foxes ne avevano vinte cinque in tutto il campionato.
In quel caso davvero l’allenatore era il problema (vi era un ammutinamento dello spogliatoio nei suoi confronti) e sollevarlo dall’incarico era stato propedeutico a privare i giocatori di ogni alibi, ponendoli di fronte alle proprie responsabilità. In questo caso l’allenatore è stato semplicemente usato come un capro espiatorio per poter continuare a perorare una certa narrativa.
Il Napoli è “il Leicester italiano“
Cos’hanno in comune il Napoli di Spalletti e il Leicester di Ranieri? Molto di più di quanto la stampa nostrana voglia ammettere. Sono due miracoli sportivi assolutamente irripetibili, resi possibili soltanto dalla congiunzione simultanea e contestuale di una sterminata serie di fattori estremamente favorevoli.
Erano due squadre con delle individualità d’eccellenza (Kim, Kvara e Osimhen nei partenopei; Vardy, Mahrez, Kanté e Schmeichel nelle foxes) ma che presentavano anche una serie di gregari che hanno reso ben al di sopra del proprio reale valore. Come giustamente sottolineato da Paolo Di Canio ieri sera al Club di Sky, “l’anno scorso abbiamo visto vincere gente che ha vinto solo al Napoli e da nessun’altra parte“.
E se quel Leicester, che per inciso era molto più forte del Napoli dell’anno scorso anche se in Italia non lo ammetteranno mai, è andato incontro a un crollo così rovinoso come si è potuto pensare che il Napoli avrebbe fatto eccezione? L’aver trattato un autentico miracolo sportivo, o “impresa” sportiva come preferisco definirle io, come la regola e non come un’eccezione è il più grande atto di hybris che si possa compiere nel calcio.
E Mazzarri, anche lui convinto che per rivedere il Napoli dell’anno scorso bastasse un normalizzatore come lui, sta recitando una parte in questo film dell’orrore. Anche se da figura marginale, da comparsa. Rimango convinto che Walter possa essere l’allenatore giusto per questa squadra, ma aver abiurato il proprio credo calcistico lo ha reso il peggior candidato possibile.
Mazzarri non ha mai predicato il 4-3-3. Mazzarri non ha mai giocato come gioca Spalletti. Questa “svolta giochista” non è credibile. Il Napoli di Mazzarri deve mettersi a tre dietro. Abbassare il baricentro. Diventare finalmente umile e riconoscere i propri limiti. E’ il primo passo per uscire dalla crisi, ma anche il più difficile da compiere perché vorrebbe dire ammettere l’eccezionalità della scorsa stagione. Cosa che a Dimaro non sembrano disposti a fare.
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Giocatori svincolati: le occasioni del mercato di Gennaio
Il mercato di gennaio è entrato nella fase finale, con alcuni top player che non hanno ancora trovato una squadra. Leggi con noi la lista svincolati aggiornata.
Oltre alle molte trattative di mercato, ci sono diversi giocatori importanti senza contratto pronti a nuove sfide. Tra questi, figurano nomi dal palmarès straordinario come Sergio Ramos, Marcelo, Ben Yedder, Diego Costa e Paul Pogba, che rientrerà a breve dalla squalifica per doping.
La lista svincolati
Portieri:
Keylor Navas (Costa Rica, 37 anni), Etrit Berisha (Albania, 35 anni)
Difensori:
Sergio Ramos (Spagna, 38 anni), Marcelo (Brasile, 36 anni), Adama Soumaoro (Francia, 32 anni). Ghislain Konan (Costa d’Avorio, 28 anni), Daniel Amartey (Ghana, 29 anni). Kyriakos Papadopoulos (Grecia, 32 anni), Mauricio Lemos (Uruguay, 29 anni). Wallace (Brasile, 29 anni), Serge Aurier (Costa d’Avorio, 31 anni). Mário Fernandes (Russia, 33 anni). Cedric (Portogallo, 33 anni), Bouna Sarr (Senegal, 32 anni), Layvin Kurzawa (Francia, 31 anni).
Centrocampisti:
Enis Bardhi (Macedonia del Nord, 29 anni), Christoph Kramer (Germania, 33 anni), Marco van Ginkel (Olanda, 31 anni), Antonio Candreva (Italia, 37 anni), Roque Mesa (Spagna, 35 anni), Paul Pogba (Francia, 31 anni) [squalificato fino a marzo], Rafinha (Brasile, 31 anni), Alexandru Matan (Romania, 25 anni), Eduard Michut (Francia, 21 anni), Samu Castillejo (Spagna, 29 anni), Francis Coquelin (Francia, 33 anni), Mateus Uribe (Colombia, 33 anni)
Attaccanti:
Wissam Ben Yedder (Francia, 34 anni), Diego Costa (Spagna, 36 anni), Gael Kakuta (Repubblica Democratica del Congo, 33 anni), Willian (Brasile, 36 anni), Iuri Medeiros (Portogallo, 30 anni), Andrea Compagno (Italia, 28 anni), Keita Baldé (Senegal, 29 anni), Anthony Modeste (Francia, 36 anni), Mislav Orsic (Croazia, 32 anni), Josef Martinez (Venezuela, 31 anni), Stefano Okaka (Italia, 35 anni), Kevin Gameiro (Francia, 37 anni), Mattia Destro (Italia, 33 anni), Ryan Kent (Inghilterra, 27 anni), Santi Mina (Spagna, 28 anni), Maxi Gomez (Uruguay, 28 anni), Mariano Diaz (Repubblica Dominicana, 31 anni)
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Palermo, Pohjanpalo a un passo: accordo con il Venezia
Joel Pohjanpalo è a un passo dal Palermo. La società rosanero ha raggiunto un accordo con il Venezia per il centravanti finlandese.
Joel Pohjanpalo è pronto a vestire la maglia del Palermo. Secondo quanto riportato da Matteo Moretto su X, la trattativa tra il club rosanero e il Venezia è ormai ai dettagli finali, con l’accordo che potrebbe essere definito a breve. La cifra dell’operazione dovrebbe essere di poco superiore ai 3 milioni di euro.
Joel Pohjanpalo verso il Palermo. La trattativa con il Venezia è ormai in chiusura.
— Matteo Moretto (@MatteMoretto) January 21, 2025
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Roma, oggi c’è stato un nuovo sondaggio per Raspadori
La Roma pensa ancora a Giacomo Raspadori. La società giallorossa in giornata ha sondato nuovamente l’attaccante classe 2000. Per Conte non è incedibile.
La Roma continua la ricerca di un vice-Dovbyk, ma Ranieri vorrebbe un giocatore con caratteristiche diverse dall’ucraino, che possa sia alternarsi con lui sia giocare al suo fianco. Tra i primi nomi sulla lista del direttore sportivo Florent Ghisolfi c’è Giacomo Raspadori, attaccante classe 2000 del Napoli, già accostato più volte ai giallorossi nelle scorse settimane.
La pista per il giocatore sembrava essersi raffreddata dopo la sfida tra Napoli e Venezia, dove Raspadori era subentrato segnando il gol decisivo. Tuttavia, il suo utilizzo da allora è stato limitato, e il giocatore starebbe valutando un trasferimento per trovare più spazio e continuità altrove. Proprio per questo motivo, come riportato in esclusiva da Alfredo Pedullà, la Roma ha effettuato un nuovo sondaggio nella giornata odierna per capire la fattibilità dell’operazione.
Roma, apertura del Napoli
Il Napoli, pur riconoscendo le qualità del giocatore e il suo possibile valore nella prossima stagione, non lo considera incedibile. Antonio Conte, infatti, sarebbe disposto a lasciarlo partire se il trasferimento garantisse fondi per nuovi innesti.
La difficoltà principale sarà trovare un accordo sulla formula: i giallorossi preferirebbero un prestito con diritto di riscatto, mentre i partenopei propendono per una cessione a titolo definitivo o con obbligo di riscatto, per avere certezze economiche immediate.
Con il mercato ormai agli sgoccioli, la Roma sembra pronta a spingere sull’acceleratore. I prossimi giorni saranno decisivi per capire se la trattativa potrà realmente concretizzarsi.
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