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Il rapporto profondo tra Frosinone e Serena Mollicone
Sono passati anni dall’omicidio di Serena Mollicone, uno dei casi di cronaca nera più controversi della storia italiana. A Frosinone nessuno ha dimenticato.
Al processo di appello è stata confermata l’assoluzione per la famiglia Mottola. Stesso verdetto confermato del processo di primo grado. Assoluzione anche per i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale.
Frosinone in cerca di verità
Per anni la verità sull’omicidio di Serena Mollicone, la diciottenne uccisa ad Arce nel 2001, è sembrata troppo pesante per essere rivelata. Ancora oggi, dopo oltre vent’anni, la vicenda rimane avvolta nel mistero, con più ombre che luci.
“Questa non è giustizia“
“Questa non è giustizia,” ha commentato Consuelo Mollicone, sorella di Serena, esprimendo la sua delusione per la sentenza di assoluzione. Anche lo zio di Serena ha dichiarato: “Perseguiremo la giustizia fino in fondo”.
“Come familiare di Serena ho il dovere di fare in modo che la giustizia e la verità emergano perché mi sembra che non siano ancora emerse. Noi andremo fino in fondo affinché si persegua la giustizia,” ha ribadito Antonio Mollicone, zio di Serena.
“Sono delusa,” ha detto Maria Tuzi, figlia del brigadiere Santino Tuzi: morto suicida sette anni dopo la morte di Serena Mollicone. Santino Tuzi aveva rivelato alla Procura di aver visto Serena entrare nella caserma di Arce, un momento considerato pregnante nella vicenda. “Gli elementi c’erano tutti” ha ribadito Maria all’agenzia Dire. “I testimoni hanno parlato, hanno detto cose importanti. Si poteva chiudere il cerchio”.
Frosinone, una terra umiliata ma allo stesso tempo unita
La richiesta di giustizia per Serena non arriva solo dai suoi familiari. Tutta la Ciociaria si è unita nel chiedere chiarezza. I tifosi del Frosinone, da sempre vicini alla causa così come tanti comuni ciociari, hanno esposto striscioni e messaggi di sostegno per Serena.
Anche a Latina, storica rivale calcistica di Frosinone, è stato deposto un atto di pace in segno di rispetto per la giovane vittima. Nel 2021 striscioni con la scritta “Serena vive” sono comparsi a Frosinone, vicino a viale Mazzini, e a Latina, presso lo stadio Domenico Francioni.
Della Nord di Frosinone un messaggio secco e senza mezzi termini si è diffuso in buona parte delle curve italiane. Un messaggio che non ha voluto entrare nel merito, ma che si è posto come solo ed unico obiettivo quello di ricordare una ragazza innocente che ancora oggi non ha ricevuto la giustizia che merita.
Da Arce a Frosinone, passando per Latina, Valle Corsa, Sora, Arnara e così via: nessuno si è ancora voluto arrendere. Serena Vive, ma forse la giustizia e le istituzioni un po’ meno.
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Ultim’ora Milan, illegittimo il licenziamento per giusta causa: Boban vince in Cassazione
Ultim’ora Milan, è arrivata la sentenza definitiva della Cassazione in merito alla causa tra Boban e il club di Via Aldo Rossi. Qui di seguito andiamo a leggerne i dettagli.
Nemmeno un anno è durata la sua esperienza da Chief Football Officer, precisamente da giugno 2019 a marzo 2020. Ci riferiamo ovviamente a Zvonimir Boban il quale è stato di conseguenza licenziato per giusta causa.
Boban aveva infatti attaccato Ivan Gazidis reo di avere chiuso con Ralf Rangnick senza aver chiesto la sua opinione in merito. Un fatto grave in seguito al quale il croato ha avviato una causa legale contro l’AC Milan vincendo in primo grado al Tribunale di Milano ed in seguito, notizia recente, anche in Cassazione.
Illegittimo il licenziamento per giusta causa prtanto il club rossonero sarà costretto a pagare un risarcimento di 5,37 milioni di euro.
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Giulini: “Il momento più doloroso? La retrocessione del 2022”
Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, è tornato a parlare dell’amara retrocessione del suo club nel 2022 e di un suo ricordo su Gigi Riva.
Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, è stato ospite del programma Goal Economy, in onda sulla radio ufficiale della Serie A. Il numero uno del club sardo ha parlato della squadra, del passato, del campionato italiano, e del ricordo di Gigi Riva. Di seguito le sue dichiarazioni
Giulini, il pensiero su Riva
“Ebbi il privilegio di fare una lunghissima chiacchierata con Gigi Riva, un onore per pochi. Dalle parole e dagli sguardi di Gigi percepii realmente quello che avevo letto e ascoltato dai racconti degli altri, avevo appreso da lui cosa rappresenta il Cagliari per i cagliaritani e i sardi. Inizialmente mi mise in guardia dalla forte responsabilità che avrei dovuto assumermi, ma poi è iniziata questa lunga avventura”.
Sulla retrocessione del 2022
“I miei anni e quelli di Cellino, sommati, mettono insieme buona parte degli anni di Serie A che il Cagliari annovera nella sua storia. Il momento più doloroso di questo decennio è sicuramente la retrocessione di Venezia nel 2022, al termine di una stagione dove ci portavamo dietro parecchi errori: non riuscimmo a vincere quella partita, sulla carta scontata, cosa che probabilmente con uno spogliatoio sano e una preparazione adeguata avremmo fatto. Scoppiò la contestazione, fu una retrocessione sanguinosa. Di momenti indimenticabili ce ne sono tanti, direi sicuramente la prima promozione dalla Serie B, perché a tutti coloro che fanno calcio e lo seguono piace vincere al di là della categoria: ricordo il gol di Sau in rovesciata a Vercelli per farci vincere il campionato davanti al Crotone di Juric. E poi altri due capitoli recenti: l’altra promozione a Bari nel 2023 in uno stadio già festante, all’ultimo secondo con il gol di Pavoletti, la nostra resurrezione completata, poi la salvezza della scorsa stagione a Reggio Emilia. Qualche giorno prima della partita decisiva per la salvezza, mister Ranieri – che è stato fondamentale per quella resurrezione – mi disse che ormai gli pesava tanto fare avanti e indietro da Roma e che sperava di chiudere la sua carriera nei club con una salvezza. Furono giorni difficili da gestire perché solo io e lui sapevamo che ci saremmo salutati, c’era molta ansia e per fortuna tutto andò bene. Il suo ritorno in panchina nella sua Roma è assolutamente comprensibile”.
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Turchia, Montella a rischio esonero
Pessime notizie per il CT della Turchia, Vincenzo Montella. L’ex attaccante italiano sembra essere a rischio esonero dopo le ultime uscite in Nations League.
La Turchia, guidata da Vincenzo Montella ha buttato la qualificazione nella lega A di UEFA Nations League nelle ultime uscite. Sarebbe bastato non perdere l’ultima partita contro il Montenegro.
I motivi del possibile esonero
Non sembra essere però il “fallimento” in Nations League il principale motivo del possibile esonero. A far discutere sono state soprattutto le convocazioni, nessuno è riuscito a spiegarsi la mancata convocazione di Atakan Karazor. Il centrocampista di proprietà dello Stoccarda è tra i più in forma al momento. Il ventottenne turco si è messo in mostra soprattutto in Champions League, sia nella vittoria con la Juventus che contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu.
Turchia, le parole di Montella
Nella conferenza post partita, Montenegro-Turchia, il CT se l’è presa molto con il terreno di gioco e ha sottolineato l’importanza dell’assenza del capitano Hakan Calhanoglu, ribadendo la fiducia nel vincere i playoff per accedere alla lega A. Successivamente, ha dichiarato che il reale obiettivo è la qualificazione ai Mondiali 2026. Questa la sua risposta a chi domandava del possibile esonero: “non considero questa domanda una vera domanda, sono felice e orgoglioso di quanto fatto nell’ultimo anno”.
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