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Inter, la cinquina nerazzurra: Un lavoro per pochi
La nuova stagione del campionato nostrano è partita ormai da 5 giornate, ed è già ricolma di pressioni, polemiche, vincitori e vinti. Si ricomincia allora con la solita Juventus, con Ronaldo e soci che hanno tutti i favori del pronostico, con il solito Napoli, che dopo un mercato che ha portato (finalmente) un altro centrale di difesa di livello e una valida alternativa a Mertens e Insigne, con il messicano Lozano. La solita Roma, sempre più spoglia di quel patriottismo cittadino calcistico (Vedi i casi Totti prima e De Rossi poi). Un Milan sempre più schiavo di un rendimento noiosamente sotto le aspettative, e sempre più sotto l’occhio del ciclone, e sempre la solita Lazio, con questa coperta cortissima, e la difficoltà di emergere con le grandi, e come grande. C’è però, almeno quest’anno, chi si esula da questo coro di monotonia calcistica, ed è senza ombra di dubbio l’Inter di Antonio Conte.
Il rullino di marcia
Conte siede sulla panchina dell’Inter, è già questo dato ha generato non poche polemiche, con tifosi che ne chiamavano a gran voce l’immediata cacciata, ancor prima di mostrare la reale professionalità del tecnico ex Juventus. Nonostante questa parvenza di odio, Antonio Conte ha messo in mostra un‘argenteria che i tifosi nerazzurri non vedevano da anni. L’inter di Conte vince, e lo fa bene. 5 le partite giocate in questo campionato, 5 sono le vittorie ottenute dalla franchigia nerazzurra, che non solo vince, ma non subisce. La difesa composta da De Vrij, Skriniar e Godin è un’assicurazione non solo per un presente solidissimo, con il centrale uruguagio che mostra una forma a dir poco smagliante, ma anche un’assicurazione per un futuro più roseo, con la giovane età di Stefan prima, e Milan poi.
La muraglia interista: Il miglior attacco è la difesa
Fa specie il fatto che, nonostante l’acquisto esoso di Lukaku, che sta pian piano ripagando la fiducia offerta dalla società Milanese, sia la difesa quella a mostrare gli artigli in maniera aggressiva. Non è un caso infatti che l’Inter sia una delle difese meno perforate d’Europa: Un solo gol subito, in in 450 minuti di gioco. Questo è un dato che spaventa, poiché non solo mostra l’abilità difensiva dei 3 centrali scelti da Antonio Conte, ma rende ancor più chiaro, se possibile, chi sia la vera arma segreta della muraglia interista.
Handanovic, quando l’età è solo un numero
Che Samir Handanovic non sia più il giovanotto promettente di Udine è ormai un dato col quale bisogna far pace velocemente, rassegandosi al fatto che, volente o nolente, il tempo passa per tutti, anche per campioni come lui. Ciò che invece offre in riflessione a tutti, è come questo portiere si sia letteralmente evoluto col tempo. Acquistato dall’Inter per 11 milioni e la comproprietà dell’allora giovane Faraoni, Handanovic si prende piuttosto rapidamente il posto da titolare, forte della nomea di pararigori. Una fama la sua, che gli è rimasta incollata addosso come fosse il mantello su Superman, e che nonostante le bufere, le polemiche, la delusione e il rammarico, ha tenuto con forza la testa alta, mostrando sempre grande professionalità. Siamo ormai al termine del 2019, e Samir mostra ancora una classe ed un talento troppo a lungo taciuti, sotterrati dai nomi sempre sul trono di Buffon prima, e Donnarumma poi. I risultati difensivi di questa Inter sono merito soprattutto suo, che a suon di parate clamorose ha portato i nerazzurri, per ora, sulla cima della classifica, a discapito della più perforata Juventus.
Un attacco nel segno di Lukaku
Se è vero che la difesa sembra mettere in fuga gli attaccanti avversari, è altrettanto vero che l’Inter mostra una fase offensiva altrettanto lucida, altrettanto composta e forte. L’acquisto estivo per 80 milioni di euro di Lukaku ha consegnato certamente nelle mani di Conte, uno degli attaccanti più bravi su piazza, ottimo non solo in fase prettamente realizzativa, ma anche capace di assistere i propri compagni con sponde offensive sempre più decisive. 3 gol in 5 partite sono un buon bottino, certamente, specie se messo a fronte dei 10 gol attualmente messi a segno proprio dalla squadra nerazzurra. Ancora a secco invece Sanchez, altro acquisto che ha portato qualità non solo a livello realizzativo, anche se fino ad ora ha ripagato poco, ma anche dal punto di vista della manovra, con i suoi scatti e i suoi dribbling. Un solo gol invece per Lautaro Martinez, ancora evidentemente non al top della condizione fisica.
I gol del centrocampo: La cavalleria di Conte
I 4 gol complessivi dell’attacco nerazzurro però non fanno neppure la metà dei gol complessivi della squadra, un bottino come dicevamo certamente buono, ma non ancora raffinato, anche se siamo solamente agli inizi. Ben più prolifico è invece un centrocampo sempre più sorprendentemente talentuoso, e con un vizio del gol micidiale. Sensi, anch’egli trasferimento estivo interista (passato decisamente più in sordina rispetti ai colleghi attaccanti) è il vero asso nella manica di Antonio Conte. Il piccolo centrocampista nostrano, ha già infatti messo a segno 2 reti e 2 assist, numeri assolutamente promettenti, vista la poca considerazione che gli è stata rivolta a passaggio in nerazzurro definitivo. Non troppo diverso è il discorso che vede come protagonista Marcelo Brozovic, centrocampista sempre al centro di qualche polemica di spogliatoio, ma che in campo mostra sempre tutto il suo talento: 2 le reti messe a segno dal centrocampista Croato, di cui una importantissima proprio nel derby di Milano, contro i rivali rossoneri. Perfino Candreva, sempre più legato all’ombra dello spogliatoio ai tempi di Spalletti, sembra rigenerato, con un gol all’attivo, e delle prestazioni da grande esterno. Stesso discorso vale per Barella, che nonostante sia ancora a secco di reti, segna all’attivo ben due assist, che stanno spingendo la squadra nerazzurra verso l’alto.
L’effetto Conte
Prepotente è stato l’arrivo e l’onda d’urto che Conte ha portato con sé: Se con astio da parte dei tifosi si è preso atto della nuova avventura da allenatore, con altrettanto amore e senso di colpa se ne sono colti i frutti. Le 5 vittorie su 6 partite giocate (inclusa quella poco brillante di Europa League) sono un rullino di marcia che ha fatto passare la rabbia e venire il sorriso ai tifosi, sempre più abituati ad un Inter da metà classifica, per gioco e rendimento. Se infatti confrontiamo le prime 5 partite dello scorso anno, che vedevano l’Inter con 2 vittorie, un solo pareggio e 2 sconfitte (Con Sassuolo e Parma), con 6 gol fatti e 4 subiti, con i dati di questo inizio campionato, dove i nerazzurri sono a 15 punti su 15 disponibili, con 10 gol fatti e uno solo subito, contro il Cagliari, peraltro fuori casa, ci rendiamo immediatamente conto di come sia cambiata la realtà, la mentalità e lo stile di gioco offerto da questa Inter. Certo, gli acquisti regalati a Conte in estate sono certamente più tecnicamente validi ed economicamente esosi, e quindi riesce più “semplice” immaginare un cammino glorioso, ma confrontiamo questi stessi dati con l’anno del triplete: Nel 2010, l’Inter alla quinta giornata ha già totalizzato la bellezza di 12 reti, subendone però 3, e riportando la prima sconfitta stagionale proprio alla sesta giornata, in casa della Sampdoria. Se per reti segnate l’Inter di Conte rende certamente meno, è importantissimo segnalare il fatto che la squadra guidata dal tecnico nostrano abbia subito ben due reti in meno. Non il migliore, forse, ma certamente fra i migliori.
Che sia dunque giunto il momento di avere, tra le 20 di A, finalmente una seria minaccia allo strapotere messo in scena dalla squadra di Sarri, vincitrice degli ultimi 8 campionati? Che si sia finalmente palesata la reale alternativa ad una Juventus sempre più aliena? Staremo a vedere, siamo solo agli inizi, ma si sa, chi ben comincia è a metà dell’opera.
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Casadei Lazio, una rivale vuole beffare i biancocelesti?
Secondo quanto riportato da Marco Barzaghi, il centrocampista ex Inter e attualmente al Chelsea, Cesare Casadei, sta suscitando l’interesse di diversi club italiani, tra cui Lazio e Monza.
Lazio
La Lazio è alla ricerca di un giocatore dinamico e di qualità da inserire nel proprio centrocampo, con l’obiettivo di rinforzare il reparto e aumentarne la profondità. Casadei, con le sue caratteristiche, potrebbe essere il profilo ideale per offrire alternative a Giampaolo, un tecnico che ama giocatori versatili e tecnicamente preparati.
Monza
Anche il Monza, guidato da Adriano Galliani, ha messo gli occhi su Casadei. Il club brianzolo sta cercando di rinforzare la squadra in vista di un girone di ritorno più positivo, soprattutto per raggiungere l’obiettivo salvezza. La presenza di un giocatore come Casadei, giovane ma con grandi potenzialità, potrebbe dare un impulso importante al centrocampo.
Situazione del prestito:
Il Chelsea sarebbe disposto a far partire Casadei in prestito, e la decisione finale sul futuro del centrocampista dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. Oltre alla Lazio e al Monza, ci sarebbero anche altre squadre interessate al giovane talento italiano, tra cui Betis e Feyenoord, che potrebbero rappresentare una concorrenza significativa per i club italiani.
Il mercato di gennaio si preannuncia quindi incerto, ma Casadei potrebbe diventare uno dei protagonisti nelle prossime trattative.
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Come giocherà il nuovo Monza di Bocchetti
Salvatore Bocchetti è stato chiamato a prendere in mano la guida del Monza in un momento difficile della stagione 2023/2024.
Dopo un inizio deludente e l’esonero di Alessandro Nesta, il club brianzolo ha deciso di puntare su Bocchetti, ex difensore e assistente di Marco Zaffaroni al Verona, per provare a risollevare la squadra dal penultimo posto in classifica e scacciare il rischio di retrocessione.
Nonostante la sua esperienza limitata come allenatore di prima squadra, Bocchetti ha il supporto dell’esperto Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, che crede nelle qualità del tecnico napoletano.
Monza, il sistema di gioco
Il compito principale di Bocchetti sarà rafforzare la difesa, che ha mostrato molte lacune in questa prima parte di stagione, con 23 gol subiti in 17 partite, molti dei quali evitabili. Bocchetti adotterà un sistema difensivo a tre, che era il punto di forza del Monza sotto la guida di Raffaele Palladino, e continuerà a lavorare su una difesa solida, con Izzo, Pablo Marí, e Carboni come i principali candidati per la linea arretrata, mentre D’Ambrosio si giocherà una maglia da titolare. In uscita, però, ci potrebbe essere anche Caldirola, con il club che potrà cercare un innesto sul mercato.
Centrocampo e attacco:
A centrocampo, Bocchetti ha diverse opzioni per rafforzare la zona mediana, con Akpa-Akpro che potrebbe tornare dalla Lazio dopo una buona esperienza a Monza nella passata stagione. Bianco, Pessina, e Bondo sono le certezze del reparto, ma Bocchetti potrebbe anche puntare su un centrocampo a quattro o a tre, con esterni pronti a spingere lungo le fasce. Uno degli uomini chiave per le corsie laterali sarà Patrick Ciurria, che è finalmente pronto a rientrare dopo un lungo infortunio, offrendo un’alternativa di peso a Pedro Pereira, Birindelli, e Kyriakopoulos.
Per quanto riguarda l’attacco, il reparto ha segnato solo 15 gol nelle prime 17 partite, e Bocchetti dovrà trovare soluzioni più efficaci. Durante la sua esperienza a Verona, ha usato diverse soluzioni tattiche, tra cui la doppia punta pesante (ad esempio con Henry e Djuric), ma anche moduli con un trequartista o una punta mobile accanto a una prima punta statica. Daniel Maldini è chiamato a essere il punto di riferimento offensivo, ma dovrà migliorare il suo rendimento. Gianluca Caprari e Dany Mota sono le altre opzioni per completare l’attacco, mentre Djuric sta cercando di recuperare per tornare a disposizione.
In assenza di grandi investimenti sul mercato, Dany Mota sarà probabilmente il jolly dell’attacco, alternandosi tra prima punta e seconda punta, a seconda delle necessità di gioco. Se il Monza non dovesse rinforzarsi ulteriormente in attacco, sarà fondamentale che i giocatori offensivi disponibili migliorino la loro produttività.
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Souloukou: dal Colosseo alla foresta di Sherwood
Souloukou riparte dalla Premier League: l’ex CEO giallorossa è infatti il nuovo amministratore delegato del Nottingham Forest, “Una sfida entusiasmante.”
Dopo le indiscrezioni delle scorse settimane, è lo stesso club inglese ad annunciarlo ufficialmente sui social “Lina Souloukou è la nuova CEO, supervisionerà lo sviluppo strategico del Forest, guidando il progetto a lungo termine del Club per il successo nella Premier League e nelle competizioni europee.”
Dal giallorosso alla Premier League
Non solo Juric dalla Roma ma è anche una ex Ceo a sbarcare in Premier: Lina Souloukou è ufficialmente il nuovo amministratore delegato del Nottingham Forest.
“È una sfida entusiasmante” dichiara la manager greca “non vedo l’ora di iniziare a lavorare nel 2025 per realizzare le nostre ambizioni condivise.”
L’addio di Souloukou alla Roma
Dunque dopo le dimissioni dalla squadra della capitale, si riunisce a al magnate Marinakis, armatore e imprenditore greco, azionista di maggioranza della polisportiva greca Olympiakos e, appunto, della squadra di calcio inglese del Nottingham Forest.
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