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Inter, semaforo verde per Gosens: Inzaghi sorride
Inter, Robin Gosens corre verso la convocazione per l’Udinese. Sulla sinistra opzione staffetta.
Simone Inzaghi ragiona su Robin Gosens. Il tedesco, con ogni probabilità, sarà convocato per il match tra Inter e Udinese.
Dopo l’affaticamento muscolare patito contro la Sampdoria, il numero otto ha svolto l’allenamento della vigilia.
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Contro i friulani Dimarco troverà una maglia da titolare, ma Gosens potrebbe entrare a gara in corso per far rifiatare l’ex Hellas Verona.
L’orizzonte di Simone Inzaghi e’ allargato alla gara di Champions di mercoledì contro il Porto, per questo il mister piacentino sta ragionando su un dosaggio delle forze.
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Bonucci: “Allegri voleva farmi fuori. Mi insultò in…”
Leonardo Bonucci, ex difensore della Juventus, ha raccontato alcuni aneddoti sul suo litigio con Max Allegri durante la sua esperienza in bianconero.
Leonardo Bonucci è stato protagonista sul canale YouTube di Amazon Prime Video nell’appuntamento con “Fenomeni”, il format social condotto da Luca Toni – campione del mondo 2006 e ora commentatore di Prime Video per la UEFA Champions League – che intervisterà in esclusiva i grandi campioni del calcio, ripercorrendone la carriera che li ha resi leggendari.
Protagonista di questa puntata, l’ex difensore bianconero e attualmente assistente tecnico della Nazionale Under 20 guidata da Bernardo Corradi. Ai microfoni di Prime Video Bonucci ha ripercorso la sua carriera da calciatore, la sua esperienza alla Juventus e quella oggi da neo allenatore e parlando del futuro ha condiviso il sogno di guidare la Juventus in Champions. Tra i temi toccati anche quello del rapporto con Massimiliano Allegri.
Bonucci, le parole su Allegri
“Secondo me per quello che ero io per la Juventus e per quello che ha fatto Allegri nei primi cinque anni, è stata un’occasione sfumata non avere condiviso tutto il percorso. Sono nate delle situazioni che non ci hanno permesso di andare d’accordo. All’inizio uno dei collaboratori mi disse che quando erano arrivati alla Juventus il pensiero era di farmi fuori perché quando giocavamo contro preparavano la partita su di me, perché facevo la cagata. Lo disse come battuta, ma significa che comunque ci aveva pensato. Poi io sono sempre stato uno che dice le cose così come vengono, e quando non hai più le idee ben chiare su come giocare diventa tutto più complicato», ha raccontato Bonucci. Nella giornata di campionato con il Palermo, Marchisio rientra dal crociato e al 60’ era morto e gli ho detto di farsi cambiare. Io l’ho detto alla panchina e dopo cinque minuti Allegri cambia Sturaro con Rincon e lascia Claudio dentro. Io gli ho fatto segno che Marchisio era morto e lui mi manda a f*****o, mi dice anche: sei un c******e, o cose del genere». Finisce la partita e corro nello spogliatoio, trovo Landucci che prova a fermarmi e lo sbatto contro la porta dello spogliatoio. Lì ci siamo attaccati con Allegri e poi ci hanno diviso. Ho provato a chiarire ma lui si è scaldato nuovamente, e lì è finito tutto. Mi voleva fuori rosa, ho saltato la partita con il Porto e poi ho ricominciato a giocare, ma non era più la stessa cosa. Prima della finale di Cardiff rinnovano il contratto al mister, e poi esce che ho fatto casino nello spogliatoio. Ho chiesto al club una smentita, ma loro mi hanno detto: “Noi non dobbiamo dire niente”. Io penso di non avere fatto nulla di male”.
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Juventus, Perin: “Stiamo seminando per raccogliere in futuro”| VIDEO
Mattia Perin, portiere della Juventus, ha parlato a Cronache di Spogliatoio: il numero uno bianconero ha fatto un focus tra presente e passato in Juve.
In una lunga intervista rilasciata a Cronache di Spogliatoio, Mattia Perin portiere della Juventus, ha parlato di annedoti personali della sua carriera e fatto un focus sulla Juve attuale e di questo inizio di stagione.
Di seguito il video e la trascrizione scritta.
Juventus, le parole di Perin
“Mi sento un co-titolare, come tutti i miei compagni che si sentono 24/25 titolari, stiamo dimostrando che tutti possono giocare al posto di chiunque. Questo porta a a una grande competitività interna che fa benissimo al gruppo perché il livello degli allenamenti si alza moltissimo, facendo sì che si alzi il livello complessivo. Credo che nel calcio si debba andare in questa direzione in futuro: come dicono in tanti, si gioca troppo. Probabilmente è vero. Ma se hai una rosa di 24-25 titolari, dove tutti si possono alternare, diciamo che non ci saranno più giocatori che faranno 60-70 partite in un anno, che comunque ti logora, ma ci saranno giocatori che ne faranno 40-35 e altri 20-25″.
Avrebbe potuto fare il titolare altrove e invece si è costruito questo ruolo nella Juventus
“Non mi piace autoreferenziarmi, ma essendo uno di quelli che è qui da più tempo, se c’è da prendersi delle responsabilità non mi tiro indietro. Tutto quello che ho costruito in questi anni è una figura affidabile all’interno del Club, ci ho messo tanto lavoro, impegno e professionalità. Ho sempre avuto richieste che mi lusingano, perché dimostra che sto facendo bene il mio lavoro e le persone che guardano mi gratificano, ma giocare per questa maglia e scendere in campo dà sempre una pressione particolare. Quella pressione lì mi dà un furore agonistico che mi permette tutte le mattine di alzarmi e venire qui al campo per continuare a migliorarmi giorno dopo giorno. Giocare nella Juventus, seppur giocando meno, mi ha dato l’opportunità di giocare delle nazionali, di vincere una Coppa Italia da protagonista. Magari in altri club, giocando più partite, non sarebbe potuto capitare”.
Come è nata la scelta di affidarsi a un mental coach?
“Me l’ha consigliata il mio agente Alessandro Lucci. Ero in un periodo dove stavo anche pensando di smettere di giocare dopo l’ennesimo infortunio alla spalla, e gli dissi “Ora basta, smetto, vengo a lavorare per te”. Avevo 26 anni. Volevo smettere, basta. Avevo fatto due crociati, tre volte la spalla, tutto in 5 anni. Non mi stavo più divertendo. Lui mi disse: “Datti un’ultima opportunità e prova a iniziare a lavorare con questa ragazza, Nicoletta Romanazzi, con cui attualmente continuo a lavorare, è la mia mental coach. Lavoriamo ancora perché un percorso dove non smetti mai di imparare. Anzi, quando pensi che hai capito come funzioni o come funziona il mondo ti arriva un’altra batosta che ti rimette con i piedi per terra. Invece tramite questo percorso ho imparato l’umiltà del lavoro su se stessi, che è un lavoro dove veramente non smetti mai perché ci sono sempre nuove opportunità di crescita, ho cominciato a vedere i momenti bui e le crisi che ognuno ha, piccole e grandi, come delle opportunità di crescita, perché ogni volta che sono uscito da quella fase lì mi sono accorto che ero un essere umano migliore, un giocatore migliore, un padre migliore. E quindi è una figata”.
Si ricorda di quando giocava con Thiago Motta al Genoa?
“Il mister è stato un anno e io avevo 16 anni ed è stato il primo anno in cui ho iniziato ad andare in prima squadra, avrò fatto 10/15 allenamenti insieme a loro, potevo ammirarlo solo come calciatore, che era fantastico. Poi ci ho giocato insieme anche in Nazionale, era l’anno di Milito in cui siamo andati in Europa League con Gasperini. Non pensavo al fatto che sarebbe potuto diventare allenatore, era troppo presto, Thiago avrà avuto 28 anni”.
Come vivete il presente alla Juventus?
“Vedo questo momento come un’opportunità. Ne parlavamo prima: nei momenti di crisi è lì che si tira fuori il meglio, è lì che si migliora, uscendo da quella crisi e avendo dato. Ovviamente devi lavorare perché poi passa da lì, bisogna lavorare e bisogna essere professionali, bisogna sapersi connettere tra noi giocatori, ed è una cosa che sono sicuro stiamo già facendo e miglioreremo. Il mister la sta gestendo con massima tranquillità e ci dà grande serenità. Questa è la cosa più importante, sappiamo benissimo ed è un dato di fatto che abbiamo vissuto comunque un periodo dicile per via delle assenze, non ci piangiamo addosso, l’ho detto l’altro giorno dopo Lecce e noi siamo andati a Lecce per vincere e volevamo vincere, giochiamo col Bologna anche se siamo in undici noi giochiamo per vincere, non solo perché siamo la Juventus ma perché crediamo in quello che facciamo. E crediamo di essere un gruppo forte che si deve migliorare, che deve crescere e che deve puntare a vincere passando anche attraverso questi momenti qui. Hai fatto l’esempio dell’Atalanta, ha seminato e seminato e poi ha vinto. Noi in questo momento dobbiamo seminare, lo so che la Juventus ha abituato a vincere da subito, è il più grande club d’Italia insieme all’Inter e al Milan, ma è un dato di fatto che ci vuole tempo. I nostri tifosi sono abituati molto bene ed è giusto che sia così, perché siamo la Juventus, ci vuole solo un po’ di pazienza in questo momento qui perché siamo una squadra giovane fatta di grandi giocatori, ma non solo: sono giovani professionisti con grande standing umano e questo non è facile da trovare al giorno d’oggi. Anche i più giovani sono ragazzi veramente seri e tutto questo mi porta a pensare che, non so quando, ma arriveremo a ottenere i nostri obiettivi”.
Dicono di lei che tiene alto l’agonismo in ogni allenamento
“Ho tanti miei compagni che quando facciamo le partitelle contro non mi sopportano. Locatelli mi odia proprio. E siamo amicissimi fuori dal campo eh! So che certe volte sono un po’ pesante, però sono fatto così. Non posso mettere da parte quella mia parte perché se la mettessi da parte, non sarei realmente io e non sarei performante alla stessa maniera. È una parte di me che mi fa svegliare la mattina e mi fa venire qua a dare ogni giorno tutto quello che ho”.
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Ufficiale: svelato il FIFPRO World 11 del 2024
La FIFPRO, l’organizzazione che rappresenta i calciatori professionisti a livello globale, ha finalmente svelato la tanto attesa World 11 per il 2024.
Questa selezione mette in luce i calciatori che si sono distinti per le loro eccezionali performance nel corso dell’anno, confermando il loro status di stelle del calcio mondiale. La lista include nomi illustri che hanno lasciato un segno indelebile nei rispettivi campionati e competizioni internazionali.
La selezione della FIFPRO World 11 è il risultato delle votazioni effettuate dai calciatori stessi, il che aggiunge un ulteriore livello di prestigio per coloro che sono stati inclusi. La formazione riflette non solo il talento individuale, ma anche l’influenza e l’impatto che questi giocatori hanno avuto sulle loro squadre e sui tifosi di tutto il mondo.
La formazione stellare FIFPRO del 2024
L’annuncio della World 11 ha generato una grande quantità di reazioni sui social media e nei circoli calcistici. I tifosi di tutto il mondo hanno espresso le loro opinioni, celebrando i loro beniamini e discutendo le scelte fatte dalla FIFPRO. La formazione di quest’anno è stata accolta con entusiasmo, ma come sempre, non mancano le discussioni su chi avrebbe dovuto essere incluso o escluso.
Questo riconoscimento rappresenta un momento di celebrazione per i giocatori, ma anche un’opportunità per riflettere sui successi ottenuti e sugli obiettivi futuri. La World 11 della FIFPRO continua a essere un traguardo ambito per ogni calciatore professionista, simbolo di eccellenza e riconoscimento globale.
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Fonte: l'[account X di Fabrizio Romano](https://x.com/FabrizioRomano)
🚨 OFFICIAL: FIFPRO World 11 for 2024 has been released ✨ pic.twitter.com/3CVjM0X9NI
— Fabrizio Romano (@FabrizioRomano) December 9, 2024
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