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Inter, Zhang: quattro scenari per il futuro del club
Il tempo passa e la situazione societaria dell’Inter deve trovare chiarezza. Steven Zhang ha davanti a sé quattro opzioni possibili per evitare guai. I dettagli
Inter, maggio è vicino
L’Inter deve dar conto al Fair Play Finanziario e da luglio 2023 è iniziato il fatidico biennio 2023-25. Quello che dovrà concludersi con un passivo non superiore a 60 milioni di euro. Nel mese di maggio, però, scadrà anche il prestito di Oaktree a Steven Zhang, presidente del club nerazzurro.
Cosa accadrà nel frattempo?
Per garantire un futuro roseo a tranquillo all’Inter, il presidente ha davanti a sé quattro strade da seguire, come riporta La Gazzetta dello Sport. La scelta di Zhang accorcerà i tempi e renderà tutto più chiaro? O sarà necessario attendere la primavera?
Inter, i quattro possibili scenari
Ecco le opzioni che permetterebbero a Zhang di tirare un sospiro di sollievo.
1 – Restituire il prestito
Zhang potrebbe restituire al fondo Oaktree la cifra che supera i 350 milioni, tenendo conto anche degli interessi maturati finora. Questa scelta sarebbe, però, poco possibile.
2 – Rifinanziare
Questa è stata da sempre la possibilità più gradita, e anche stavolta pare la più probabile.
3 – Trovare nuovi partner
La terza opzione è quella di considerare l’entrata di un nuovo socio o nuovi soci, che possano affiancare Zhang nella gestione, anche in attesa di risvolti futuri.
4 – Vendere l’Inter
Decisamente meno popolare delle prime tre strade, per Zhang ci sarebbe anche l’ipotesi di vendere la squadra. Ad oggi, pare proprio che quest’ultima opzione sia da escludere categoricamente.
Anno nuovo, vita nuova?
In apertura abbiamo parlato della deadline di maggio 2024 per conoscere il futuro dell’Inter e del suo presidente Zhang. In realtà, è molto più probabile che entro l’inizio del 2024 si avranno maggiori certezze per capire su quale strada si vorrà imbattere il presidente nerazzurro. Del resto sono mesi, che insieme a Goldman Sachs, si lavora incessantemente per ottenere un rifinanziamento.
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Fiorentina-Verona 3-1: le pagelle viola al pepe
La Fiorentina, trascinata da Moise Kean, vince ancora in Campionato, stavolta ai danni del Verona. I voti ai protagonisti della sfida.
Sesta vittoria consecutiva della Fiorentina in Campionato (7 vittorie ed un pareggio nelle ultime 8 di Serie A), con Kean (autore di una tripletta) mattatore assoluto della gara. In difesa altra partita superlativa di Comuzzo, Ranieri e del solito tarantolato Dodò. Bravissimo anche Beltran.
E la Viola chiude con un altro dato incredibile: un solo fallo commesso in tutta la partita, contro i 19 del Verona.
Con i rientri di Cataldi (con il doppio play, lui e Adli, la Viola ha disputato le sue partite migliori) e Gudmundsson (un fuoriclasse), e l’acquisto di un vice Kean a gennaio, la compagine gigliata può non porsi dei limiti agli obiettivi di questa stagione.
Pagelle Fiorentina
De Gea 6,5: incolpevole sul goal, pomeriggio da ordinaria amministrazione per il resto, fino al lancio intelligente per la terza rete di Kean, quella che chiude la partita. Anche uomo assist.
Dodò 7,5: quando lo vedi al 90′, nella stessa azione, stare prima in difesa a coprire e 30 secondi dopo in attacco, viene da chiederti se è umano oppure no? Instancabile.
Comuzzo 7,5: un muro che gioca con la tranquillità di un veterano. Insuperabile.
Ranieri 7,5: non esce su Serdar, ma è l’unica indecisione della gara. Anche lui si meriterebbe una convocazione in Nazionale. Impressionante.
Gosens 6,5: gioca senza strafare, ma sempre con costrutto. Intelligente.
Bove 6: sbaglia in maniera grave dando il via al goal degli scaligeri. Prova a riscattarsi utilizzando l’agonismo. Non la sua miglior partita, ma comunque sufficiente.
Adli 6,5: con lui perdi qualcosa in mobilità, ma lo riacquisti in sapienza e qualità del gioco. Sicuro di sé.
Colpani 6+: gioca una gara positiva, ma fa ancora troppo poco se pensiamo al suo talento. Deve crescere ancora.
Beltran 7: l’assist per il primo goal di Kean e la consueta qualità e quantità al servizio della squadra. Stantuffo.
Sottil 6: fa ammonire due avversari con i suoi strappi ma, come Colpani, può dare di più. Vorrei ma non posso.
Kean 9: tripletta al termine dell’ennesima gara da protagonista assoluto. Non prende 10 solo per un pizzico di egoismo di troppo. Inarrestabile.
Richardson 6: disputa una porzione di gara dignitosa. Positivo.
Kouamé 6: si batte come un leone. Combattivo.
Kayode n.g.
Parisi n.g.
Mandragora n.g.
Palladino 8: siamo costretti a ripeterci, ma è bravo ad ottenere il massimo dai suoi giocatori. Motivatore.
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Pisa, Caracciolo: “Dicevano non ce l’avrei fatta a 34 anni…”
Dopo la vittoria esterna del Pisa contro la Sampdoria, il capitano Antonio Caracciolo ha parlato in conferenza stampa della poca fiducia nei suoi confronti.
Reduce da una netta vittoria per 3 a 0 a Marassi, il capitano del Pisa Antonio Caracciolo ci ha tenuto a fare alcune precisazioni sul proprio rendimento e su quella della squadra.
Queste le sue dichiarazioni riportate da CalcioPisa.it.
Antonio Caracciolo sul proprio rendimento
“Dicevano che non ce l’avrei fatta a giocare tutte queste partite. E invece… . Sono stati cinque anni importanti, dopo l’infortunio ce ne sono stati di difficili a livello personale, si percepiva che non si remava tutti dalla stessa parte, adesso sin dagli allenamenti a porte aperte ha portato noi e i difensori nella stessa direzione: si percepisce che c’è qualcosa di diverso”.
Sulla squadra e sulla fase difensiva
“Questa comprende il lavoro di tutta la squadra. Il mister in seconda D’Angelo ci ha fatto lavorare parecchio da questo punto di vista. Ci tiene tutti sul pezzo: non vuole che lasciamo buchi, niente.
Sulla Serie B
“In Serie B quest’anno ci sono squadre molte attrezzate, partite per vincere. Noi siamo partiti per seguire il mister e cambiare le cose rispetto a questi due anni. Capiteranno momenti di flessione, ed è importante capitalizzare al meglio ora” conclude Caracciolo.
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Milan, Theo Hernandez ora è un problema: addio a fine stagione | Costretto controvoglia a rimanere la scorsa estate
Milan, non lo avremmo mai immaginato, ma ora qualcuno sta chiamando problema uno come Theo Hernandez.
Noi di Calcio Style lo scriviamo da diversi mesi, Theo Hernandez la scorsa primavera aveva iniziato a guardarsi intorno con l’aiuto del suo agente Manuel Garcia Quilon.
E la sua volontà era quella di lasciare il Milan in estate per accasarsi in una tra Real Madrid e Paris Saint Germain, nonostante fosse stato il Bayern Monaco ad essersi fatto avanti per primo. Tutto quanto è stato confermato da più fonti e possiamo sostenere, senza timori di essere smentiti, che avevamo raccontato fedelmente le cose come erano accadute.
In estate tuttavia c’è stata la forte influenza di Zlatan Ibrahimovic il quale contro tutto, contro tutti e contro Theo, ha deciso di non vendere il giocatore ancorché in presenza di offerte non ritenute economicamente adeguate dalla dirigenza stessa.
La promessa di fare una squadra in grado di competere in tutto e di avere un allenatore top, aveva fatto desistere Theo Hernandez dalla sua scelta iniziale. L’arrivo di Paulo Fonseca unito a una partenza di campionato molto lenta ha nuovamente riacceso la voglia di andarsene, tanto che l’addio a fine stagione pare certo.
Da mesi non ci sono incontri con l’agente e il Milan sta prendendo tempo perché non vuole più affrontare il discorso, certo che il giocatore la decisione l’abbia già presa.
Il modo di giocare di Theo è l’esempio lampante di quanto stiamo scrivendo. Forte contro le forti, questione di orgoglio e svogliato, quasi annoiato e assente contro le cosiddette piccole, vedasi ieri sera a Cagliari.
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