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Jannik Sinner prossimo n.1 del ranking mondiale
Nato a San Candido il 16 agosto 2001, alto 1,88 cm per 76 Kg, Jannik Sinner numero 11 del ranking ATP dal 25 ottobre 2021, l’altoatesino è per il nostro Paese una vera promessa in ambito sportivo essendo il più giovane tennista italiano ad aver vinto un torneo del circuito maggiore nell’era Open.
Sinner a quattro anni indossa i primi sci ottenendo poi ottimi risultati a livello nazionale e solo a 8 anni inizia a cimentarsi nel tennis allenandosi in provincia di Bolzano.
A 13 anni opta definitivamente per il tennis e nell’estate del 2014 si trasferisce a Bordighera nel più antico tennis club d’Italia (Bordighera Lawn Tennis Club 1878).
Fa il suo debutto nel circuito professionistico il 12 settembre del 2015, all’età di 14 anni e il 12 febbraio 2018 entra per la prima volta nella classifica mondiale, alla posizione nº 1592. Il 2021, fino ad ora, rappresenta l’anno perfetto per Sinner ha conquistato già 4 titoli ATP rispettivamente a Washington, Melbourne, Sofia e Anversa un record incredibile per un ventenne che lo porta a soli 118 punti dalla Top Ten mondiale.
Sinner continua la rincorsa alle Finals di Torino
importantissimi i punti appena acquisiti da Sinner nell’ultimo torneo ATP di Anversa, si fanno concrete ora le possibilità del nostro tennista di rientrare nei magnifici 8 per le Nitto ATP finals di novembre che si svolgeranno in Italia a Torino al Palasport olimpico.
Li ad aspettarlo, eventualmente, ci sarà il romano Berrettini alle sue seconde Finals, dopo la partecipazione a quelle del 2019 svolte a Londra.
Ora Sinner a sole 48 ore dalla finale di Anversa sarà di nuovo in campo per il torneo di Vienna, penultimo in programma, per staccare un biglietto per Torino deve recuperare 110 punti al polacco Hurkcacz, poi ci sarà Parigi Bercy per lo sprint finale.
Intanto il c.t. azzurro Filippo Volandri ha convocato Sinner per la prima volta in vista delle Finals di Coppa Davis.
I Big italiani del tennis concordano sul destino di Sinner
Così Nicola Petrangeli egli altri big azzurri sul nostro giovane tennista in alcune dichiarazioni rilasciate alla Adnkronos: “Non ci sono dubbi che Jannik Sinner sia un grande giocatore, le premesse ci sono tutte.
A inizio anno per lui avevo pronosticato un posto tra i primi 10, ci stiamo arrivando.
Jannik tira delle bombarde incredibili quando gioca, l’unica cosa è che spero non sprechi troppe energie, ci sono volte che non c’è bisogno di avere tutta questa foga”. E sulla tenuta a livello mentale di Sinner conclude. “E’ un ragazzo giovane ma già molto quadrato e metodico nel modo di allenarsi, tutto dipende da lui”.
Potremmo ritrovarci con un Djokovic in casa? “Magari, ma andiamoci piano: Nole è il migliore. Però qui ci sono le basi e Jannik è un predestinato: insiste sul lavoro, e gli piace, lo fa seriamente, non fa mai un passo indietro, è una spugna e vuole arrivare il più in alto possibile. Serio, posato, sta bene in campo e sotto i riflettori, non si esalta né si abbatte.
Lui la prende la sconfitta anche per il verso giusto e ne trae insegnamento senza brontolare. Quindi adesso mettiamoci seduti e comodi ad aspettare, ci darà grandi soddisfazioni”, aggiunge Paolo Bertolucci.
“L’ho detto tante volte, Jannik Sinner è un predestinato e conferma anche oggi di esserlo, dopo Anversa.
E’ candidato per diventare forse anche numero 1 del mondo”, dice Corrado Barazzutti.
L’altoatesino “è giovane, è in grande miglioramento, ad Anversa abbiamo visto un servizio molto più solido e consistente.
L’ho trovato impressionante come gioco, attenzione e consistenza”.
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Ben Yedder condannato a 2 anni di carcere: tutti i dettagli
Arriva la svolta nel caso Ben Yedder, l’attaccante ex Monaco accusato di guida in stato di ebrezza e abusi sessuali. Il tribunale ha emesso la sentenza.
Il francese aveva in precedenza ammesso di essersi messo alla guida sotto l’effetto di alcol, ma aveva negato categoricamente ogni azione contro la ragazza in questione.
Ben Yedder condannato: ecco la sentenza
Il tribunale di Nizza ha giudicato l’imputato colpevole di entrambe le accuse e di conseguenza stabilito una pena di due anni di reclusione con condizionale più una multa di 5000 euro. Contenstualmente, anche l’obbligo di assistere e risarcire la ragazza di 23 anni presumibilmente vittima dell’accaduto risalente al 7 settembre scorso.
Inoltre è stata predisposta la sospensione della patente per 6 mesi per Ben Yedder, il quale dovrà sottoporsi ai classici esami del sangue periodici per ottenere la restituzione della licenza.
L’attaccante è svincolato da luglio scorso e a causa di questi problemi legali nessuna squadra si è fatta avanti per ingaggiarlo. Risolto questo nodo, potrebbe delinearsi finalmente il futuro del classe 1990. Tra i riconoscimenti più importanti i 3 titoli di capocannoniere della Ligue 1, Coppa del Re e Coupe de France.
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Infantino è american dream: “Congratulazioni Presidente”
Infantino celebra la vittoria di Donald Trump alle elezioni e con un post sui social e promette “Avremo un grande Mondiale 2026 negli Usa.”
Il presidente della Fifa dedica un post al neoeletto presidente degli Stati Uniti, che torna alla Casa Bianca battendo Kamala Harris.
“Football Unites the World!” scrive nel messaggio.
Infantino alla Casa Bianca
Era l’agosto del 2018, primo mandato per Donald Trump.
Accompagnato dal presidente della Federazione Calcio statunitense, Carlos Cordeiro, il presidente della Fifa venne ricevuto dallo stesso Trump proprio per discutere del Mondiale 2026, assegnato a Canada, Messico e Stati Uniti.
Scambio di regali e di battute: Gianni Infantino infatti consegnò a Trump una maglia blu con il numero 26 e il nome del presidente e insieme anche a dei cartellini gialli e rossi da utilizzare in conferenza stampa. Tutti i giornalisti vennero scherzosamente sanzionati col rosso.
Fifa…dei dem
I rapporti tra Infantino e Trump sono sempre stati amichevoli: infatti dopo l’esito delle elezioni statunitensi il presidente Fifa è stato tra i primi a pubblicare le foto risalenti a quell’incontro del 2018, prova molto chiara della buona intesa tra i due.
Invece durante l’amministrazione Biden tra i vertici apicali di Fifa e Casa Bianca non c’è stato alcun contatto.
Anche lo scorso maggio, quando si è recato a Washington DC, Infantino si è limitato a incontrare solo deputati e senatori.
Non può dunque che essere contento del cambio di schieramento alla Casa Bianca, a ridosso ormai del Mondiale 2026.
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Inter, Adriano: “Pensavano di mandarmi in una clinica. Volevo fuggire dal calcio”
L’ex attaccante dell’Inter Adriano ha parlato di alcuni brutti momenti della sua carriera e del tentativo dei nerazzurri di mandarlo in una clinica.
Considerato uno dei più grandi what if della storia del calcio, Adriano per caratteristiche sembrava potesse diventare l’erede del Fenomeno Ronaldo. Un giocatore completo dotato di potenza, tecnica, velocità, dribbling, finalizzazione. Purtroppo le cose sono andate diversamente: ne ha parlato lo stesso Adriano nella presentazione della sua autobiografia intitolata La mia più grande paura.
Adriano e la sua autobiografia: retroscena sull’Inter e non solo
“Tornavo a casa e trovavo sempre un motivo per bere, perché c’erano i miei amici o perché non volevo stare in silenzio“. Così Adriano racconta nella sua autobiografia i momenti difficili della sua carriera: “Molti usano il calcio come valvola di sfogo, io invece volevo fuggirne“.
“La mia fuga dal calcio era mio padre, ma quando se n’è andato il mio compagno è diventato il bere. Arrivavo tardi agli allenamenti, il club mi multava ma non mi interessava. La mia depressione raggiunse un livello che preferisco non ricordare“.
Sul ruolo dell’Inter nella vicenda: “Un giorno Moratti mi disse che mi volevano mandare in un posto speciale. Era una clinica di riabilitazione in Svizzera. Ero depresso e non capivo di cosa stessero parlando. Iniziai a innervosirmi e gli chiesi perché stesse cercando di mandarmi in un ospedale psichiatrico. Un giocatore ricoverato in clinica psichiatrica? Non volevo crederci!“
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