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Julio Velasco da Jesi con furore: oggi puntata speciale Radio 24
Il primo anno italiano di Julio Velasco (1983), istituzione del volley nonché ex manager di Inter di Moratti e Lazio di Cragnotti, al centro del dibattito su Radio 24, la Radio de ‘Il Sole 24 Ore’. Oggi pomeriggio, domenica 17 dicembre alle ore 16.30, nella trasmissione radiofonica “Olympia – tutti i duelli tra gli dèi dello sport”, di Radio24 – Il Sole 24 Ore, e condotto da Dario Ricci, andrà in onda una puntata speciale alle origini del fenomeno Julio Velasco.
A 71 anni, alla guida della nazionale azzurra femminile che sogna il podio olimpico a Parigi2024. E’ Julio Velasco, il tecnico italo-argentino che negli Anni Novanta ha plasmato la Generazione di Fenomeni, la Nazionale maschile che vinse tutto, tranne proprio l’oro alle Olimpiadi. Come riporta in queste ore il sito Federvolley, più di un allenatore, Julio Velasco, per come soprattutto in quegli anni ha cambiato metodi, mentalità, attitudine; quello che cercherà di fare anche ora, con le azzurre, dopo la gestione vincente ma anche ricca di tensioni e polemiche di Davide Mazzanti.
Un’avventura, quella alla guida del gruppo di Miriam Sylla e compagne, che arriva a 40 anni esatti dallo sbarco di Julio Velasco in Italia. Nel cuore dell’Italia Centrale, anzi per l’esattezza a Jesi, provincia di Ancona, una delle capitali dello sport italiano, culla di una delle scuole schermistiche più floride a livello mondiale, e che ha dato i natali a un certo Roberto Mancini. E allora proprio a Jesi è andata la redazione di Olympia, per riscoprire quel Velasco giovane allenatore di belle speranze e tante idee, già allora, innovative.
Dario Ricci su Radio 24 – Il Sole 24 Ore ne parla oggi pomeriggio con Daniele Bartocci giornalista di Jesi, e gli ex giocatori della Tre Valli Jesi Roberto Masciarelli (campione d’Europa e del Mondo con la maglia della Nazionale) e Andrea Sasso.
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Juventus, il sogno in difesa è classe 2003
Alla Juventus si sta intavolando una trattativa per colmare il vuoto lasciato in difesa da Gleison Bremer: ecco chi è il giocatore che potrebbe sostituirlo.
La trattativa è già avviata: questo pomeriggio a riportare la notizia sono svariate fonti, Tuttosport compreso. L’oggetto è l’avvio della trattativa per un giovane prospetto classe 2003, cresciuto professionalmente al Benfica, dalle giovanili alla Prima Squadra.
Alludiamo al giovane difensore centrale portoghese Antonio Silva, che sarebbe un ottimo sostituto per Gleison Bremer, colpito da un infortunio al crociato.
Il lusitano è valutato dal Benfica 40 milioni di euro.
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Amarcord Juventus: 28 anni fa la conquista di una Coppa illustre
Ventotto anni fa la Juventus vinceva il suo ultimo trofeo internazionale di primo piano: la Coppa Intercontinentale. Autore della vittoria un immenso Del Piero.
Il 26 novembre 1996 un gol di Alessandro Del Piero all’81’ regalò alla Juventus la Coppa Intercontinentale, l’ultimo trofeo internazionale conquistato dai bianconeri.
A Tokyo, nella gara secca contro il River Plate, fu proprio il numero 10 della Juventus a decidere una sfida che, secondo lui stesso, “avremmo dovuto vincere 5-0, non 1-0“. Quel gol, come ricordato da Del Piero nel suo libro Manualex, è uno dei momenti più belli della sua carriera: “Quando segnai il gol-vittoria non capii più niente”.
Juventus, la partita
La Juventus di Marcello Lippi scese in campo con un 4-3-1-2: Peruzzi; Torricelli, Ferrara, Montero, Porrini; Di Livio, Deschamps, Jugovic; Zidane; Del Piero, Boksic.
In panchina, tra gli altri, c’erano Tacchinardi, subentrato all’89′ per Zidane, Vieri e Padovano.
Dall’altra parte, il River Plate, guidato da Ramón Díaz, si affidava a una formazione piena di futuri campioni: Bonano; Hernán Díaz, Celso Ayala, Berizzo, Sorin; Monserrat, Astrada, Sergio Berti; Francescoli; Ortega, Cruz.
Particolarmente interessante era la sfida tra i due numeri 10: Del Piero per la Juventus e Ortega per il River.
“Due giorni prima mi avevano comunicato che la regia giapponese avrebbe dedicato telecamere speciali a noi due”, ha raccontato Del Piero, aggiungendo che la notizia lo aveva riempito di responsabilità.
A distanza di 28 anni, quella Coppa Intercontinentale rimane l’ultimo trionfo internazionale importante della Juventus. All’epoca, la Coppa si assegnava in una gara secca tra la vincitrice della Champions League e quella della Copa Libertadores, mentre oggi si disputa il Mondiale per Club, un torneo con un format completamente diverso.
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Piqué: “Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite”
L’ex centrale del Barcellona Gerard Piqué ha parlato del problema delle troppe partite che portano poi a troppi infortuni, proponendo una sua soluzione.
Il tema delle troppe partite è ormai al centro della critica sportiva: sono tanti gli allenatori, i presidenti e gli addetti ai lavori in generale che si lamentano dei troppi incontri ravvicinati. Questi sono la principale causa dei tanti infortuni, poiché il fisico dei calciatori è sottoposto ad un forte stress circa una volta ogni 3 giorni e sono più esposti a problemi fisici.
Di questo delicato argomento ha parlato anche l’ex difensore del Barcellona Gerard Piqué, il quale ha delle idee molto chiare in merito. Lo spagnolo è sempre stato un personaggio di spicco sia dentro che fuori dal campo, dicendo sempre la sua opinione e mettendoci la faccia anche nei momenti o su argomenti più delicati.
Le parole di Piqué
La principale soluzione al problema delle tante partite secondo Piqué, è quella di ridurre i campionati a 16 squadre, in modo tale da avere meno giornate da disputare.
Le sue parole: “Credo che ridurre il numero delle partite aiuterebbe i giocatori a riposarsi di più, quindi a meno infortuni, e non arriverebbero così stanchi alle partite importanti. Dobbiamo fare in modo che questi incontri siano unici, speciali.
Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite. Questa è una delle proposte che, dopo il dibattito, è stata adottata da dirigenti e giocatori. È complicato da organizzare perché le organizzazioni vogliono che ci siano molte partite. UEFA, FIFA… nel mondo del calcio ci sono diverse organizzazioni e ognuna guarda ai propri interessi. È complicato trovare un accordo comune“.
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