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Juve, nuovo stadio prosegue il progetto

Continua il pensiero della Juventus di creare un nuovo stadio nella zona Sud di Torino tra i comuni di Nichelino e Vinovo nei terreni in cui sta ampliando il centro commerciale Mondo Juve.
Come abbiamo già anticipato alcuni mesi fa il progetto non sarà pronto prima dell’8 Settembre 2023, o meglio potrebbe partire da quella data, per motivi burocratici legati al contratto in essere con la Lagardere Sports and Entartainement che all’epoca si chiamava Sportfive, azienda che si è garantita l’esclusiva sul nome da dare allo Stadium per 12 anni a partire dal giorno di inaugurazione dello Stadio l’8 Settembre 2011, per 75 milioni.
L’Allianz stadium è troppo piccolo
La società si è resa conto che lo Stadium ha quasi raggiunto il suo tetto massimo di resa verificabile intorno ai 60 Milioni di euro, dato influenzato dal numero di partite fatte in casa , quindi più si va avanti nelle competizioni come la Coppa italia e La Uefa Champions League, più si raggiunge la cifra.
Questi ricavi però sono troppo bassi o meglio lontani da quelli dei Top Club Mondiali come Barcellona, Real Madrid, Bayer Monaco, Manchester United, Liverpool e PSG, Società che il Presidente Andrea Agnelli cercherà raggiungere anche in tema di bilancio per poter ambire ad acquistare i Top Player mondiali anche Under 25.
Per questo bisogna avere la necessità di aumentare questi numeri anche perché i prezzi dei biglietti al botteghino sono stati portati alle stelle risultando essere una delle Società con i prezzi più cari del Mondo.
Oltretutto se Agnelli vuole far crescere la società Juventus in una multinazionale in più settori come la ristorazione e il settore alberghiero, alla moda, fino a creare una nuova realtà, una polisportiva non solo nel calcio.
Stadio e centro commerciale
Il progetto prevede un Centro Commerciale tra i più grossi d’Europa con sette edifici commerciali di cui uno gestito direttamente dalla Juventus che con molta probabilità sarà quello vicino al nuovo impianto.
Inoltre già sono partite le ricerche delle finanze per creare il progetto come le sponsorizzazioni che possono derivare dalla vendita del futuro nome da dare all’impianto, visto che questo progetto richiederà un budget tra i 300 ed i 400 Milioni di Euro. La Capienza sarà superiore ai 60’000 in modo da presentarsi in Champions League con uno stadio più grande e all’avanguardia, ricavi e nuovi potenziali clienti, oltre che la crescita del marchio in modo esponenziale, e da poter anche ospitare una finale di Champions League e non dovrebbe superare i 70’000 posti, al suo interno ci saranno tutti i comfort di ultima generazione per volontà del Presidente che pretende diventi uno degli stadi più all’avanguardia al Mondo.
La Juventus si sta preparando a compiere questo ulteriore salto di qualità, per cui continueremo a seguire da vicino i lavori nelle vicinanze del Centro Sportivo di Vinovo.
I ricavi da stadio dei top club superano i 100 milioni
Solo così si potrà ambire a raggiungere nella classifica dei ricavi da stadio le big mondiali con il Barcellona che guida la classifica a 145 Milioni a stagione con il Real Madrid a ruota vicinissimo, perché l’obiettivo di Andrea Agnelli non è accontentarsi ma sedersi al tavolo dei grandi!
La Deloitte, nel suo studio relativo ai proventi da stadio per le società di calcio, fa vedere il ritardo delle italiane su questa importante voce del fatturato. Anche la Juventus, tra le poche ad avere in Serie A lo stadio di proprietà, è fuori dalla top dieci e non a caso a partire dalla scorsa estate la società ha deciso di dare un netto aumento al costo degli abbonamenti e dei biglietti per le gare interne. Il dato è relativo all’ultima stagione calcistica conclusa, cioè quella 2017-18.
1) Camp Nou (Barcellona): 144,8 milioni di euro (+5.54% rispetto al 2016/17)
2) Santiago Bernabeu (Real Madrid): 143,4 milioni di euro (+5.13%).
3) Old Trafford (Manchester United): 119,5 milioni di euro (-4.55%)
4) Emirates Stadium (Arsenal): 111,6 milioni di euro (-4.12%)
5) Allianz Arena (Bayern Monaco): 103,8 milioni di euro (+6.24%)
6) Parco dei Principi (Paris Saint Germain): 100,6 milioni di euro (+11.53%)
7) Anfield (Liverpool): 91,6 milioni di euro (+14.63%)
8) Wembley Stadium (Tottenham): 85,2 milioni di euro (+61.67%)
9) Stamford Bridge (Chelsea): 83,4 milioni di euro (+9.45%)
10) Etihad Stadium (Manchester City): 63,9 milioni di euro (+5.79%)
11) Signal Iduna Park (Borussia Dortmund) 57,1 milioni di euro (-2.56%)
12) Wanda Metropolitano (Atletico Madrid): 56,8 milioni di euro (+38.54%)
13) Allianz Stadium (Juventus): 51,2 milioni di euro (-11.42%)
14) Veltins Arena (Schalke 04): 47 milioni di euro (-11.82)
15) San Siro (Milan): 36,9 milioni di euro(+75.71%)
16) Olimpico (Roma): 35,4 milioni di euro (+41.60%)
17) San Siro (Inter): 35,3 milioni di euro (+24.30%)
18) Olimpico (West Ham) 27,7 milioni di euro (-16.82)
19) St James’ Park (Newcastle United) 27 milioni di euro (=)
20) Goodison Park (Everton) 18.9 milioni di euro (+12.5%)
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Violenza in Argentina: ecco cosa è successo al portiere del Boca Juniors
Episodio di violenza negli stadi del Sudamerica: il portiere Leandro Brey del Boca Juniors, è stato ferito al collo da un pezzo di vetro durante il riscaldamento della partita contro Newells Old Boys.
Un episodio di violenza pre-partita
Durante il riscaldamento della partita tra Newells Old Boys e Boca Juniors, un evento spiacevole ha segnato la giornata. Leandro Brey, il portiere di riserva del Boca Juniors, è stato ferito al collo da un pezzo di vetro. Il pezzo di vetro è stato lanciato dalla curva che ospitava i tifosi della squadra avversaria.
Brey stava svolgendo degli esercizi pre-partita vicino alla porta quando è stato colpito. Nonostante la vistosa ferita e la fuoriuscita di sangue, il portiere ha continuato a riscaldarsi come se nulla fosse successo.
La violenza negli stadi del Sudamerica
Questo episodio, purtroppo, non è altro che un riflesso della situazione di ordinaria follia che si vive negli stadi del Sudamerica, in particolare in Argentina. Gli episodi di violenza sono all’ordine del giorno e sembrano ormai essere diventati una norma piuttosto che un’eccezione.
Il calcio, che dovrebbe essere uno sport che unisce le persone, diventa spesso terreno di scontri e violenze sia dentro che fuori dal campo. Questo episodio, che ha visto come vittima un calciatore durante il riscaldamento, è un ulteriore monito sulla necessità di intervenire per garantire la sicurezza negli stadi.
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Fonte: Gianluca Di Marzio.
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Materazzi: “Ibra il migliore per il campionato, non per la Champions”

L’ex difensore dell’Inter, Marco Materazzi, intervistato da Rio Ferdinand ha ripercorso le tappe della sua carriera, parlando dell’esperienza con José Mourinho.
Intervistato al Rio Ferdinand Present, il programma del centrale ex Manchester United, il 23 ex Inter ha ripercorso i momenti trascorsi con l’allenatore portoghese, sia quelli belli, sia quelli burrascosi.

Roma’s Head Coach Jose Mourinho portrait during italian soccer Serie A match Venezia FC vs AS Roma at the Pier Luigi Penzo stadium in Venice, Italy, November 07, 2021 – Credit: Ettore Griffoni
Mourinho secondo Materazzi
Materazzi ha voluto subito tornare a dopo l’eliminazione in Champions ad opera proprio dello United: “Ha creato grande empatia nello spogliatoio, che è la cosa più importante, anche più della tecnica e della tattica. Quando siamo usciti col Manchester United agli ottavi ha deciso di restare all’Inter per costruire una grande squadra. In estate abbiamo preso cinque giocatori: Sneijder, Lucio, Milito, Thiago Motta, poi Pandev a gennaio. Dopo aver preso la decisione di restare, mi chiamò, me lo ricordo perché ero al supermercato con mia moglie, per dirmi che gli sarebbe piaciuto avermi in squadra. Dopo 2′ l’ho richiamato e gli ho detto: ‘voglio restare con te’ perché era una persona sincera, non diceva bugie”.
Impossibile poi non andare a scomodare il loro primo incontro: “La prima volta eravamo spaventati, nessuno parlava e lui allora disse: ‘Non siamo in chiesa’. Potete ridere e parlare, non era un mostro ma un nostro amico. In spogliatoio è una persona totalmente diversa, scherza e ride: una persona normale. Non potevi avere problemi con lui, è sempre stato autentico con tutti. Io non avevo bisogno di giocare ogni partita a 37 anni, ma volevo allenarmi forte per aiutare i miei compagni per essere pronti. E poi se non giocavi con Mourinho, il giorno dopo eri felice perché con lui non correvi”.
Psicologo Josè
Il buon Rio poi ha spostato il focus a livello quasi psicologico, chiedendo all’ex Perugia come avesse fatto Josè ha convincere Eto’o a fare il “difensore”. La cosa buffa è che, in tutto questo discorso c’entra anche Zlatan Ibrahimovic: “In estate Zlatan disse che voleva andarsene e che non avremmo vinto senza di lui. Quando eravamo, a Pasadena, in uno spogliatoio gigante di quella della NFL, Mourinho si alzò e disse di fronte a tutta la squadra: ‘Senza di te vinceremo tutto, ricordatelo’. Scrissi a Eto’o che con lui avremmo vinto tutto. Samuel era molto umile, quindi non gli importava la posizione in cui veniva schierato perché voleva semplicemente vincere”
A proposito di Zlatan ha voluto aggiungere: “È il migliore giocatore se vuoi vincere un campionato, non per la Champions. Kakà, Sheva, Iniesta, Ronaldo, Messi sono anche giocatori che fanno la differenza in gara secca. Zlatan ha molto ego, gli altri sono nulla. Il colpo che mi mandò all’ospedale in un derby? In quella partita parlò con Stankovic, ma per me non ci furono problemi. Una volta è uscito lui, una volta io, ma una volta conclusa la partita per me la faccenda è chiusa”.
Il Mondiale ed il Fenomeno
Ma chi è stato secondo Materazzi il giocatore più forte con cui ha Giocato?. La risposta è semplice per lui: “Per me R9 è il migliore con cui ho giocato. A mio parere era Cristiano e Messi insieme. Se un difensore gli diceva: ‘Ti ammazzo’, perdeva al 100%. Quando ha lasciato l’Inter, gli ho detto: ‘Ricordati che sei mio amico se giochiamo uno contro l’altro'”.
E sul Mondiale del 2006: “La gente mi conosce per la testata di Zidane, ma io preferisco essere ricordato per i due gol segnati in finale. A fine partita, Gigi Riva mi disse che avrebbe barattato quei due gol con tutti quelli che aveva segnato in carriera. Gli risposi che ero felice che lui fosse felice per me perché era una leggenda”.
Un rapporto, quello tra i due, di quelli che sono destinati a rimanere per sempre. E tutto questo tra due caratteri non proprio docili.
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Milan, con Paratici un tecnico italiano: Allegri, Conte e De Zerbi i candidati, la situazione

L’arrivo di Fabio Paratici al Milan sembra ormai imminente, con le ultime trattative a Londra che dovrebbero definire l’accordo nelle prossime 24 ore.
Come anticipato, il ruolo di direttore sportivo del club rossonero è praticamente a lui riservato, con i contatti con il CEO Giorgio Furlani già avanzati e una possibile firma imminente, forse già nelle prossime 24 ore.
Questo sembra confermare che il casting per il ruolo non sia mai stato un vero processo di selezione, ma piuttosto una corsa solitaria verso l’ingaggio di Paratici.
L’idea di Paratici al Milan implica un cambiamento significativo nel club, con l’intenzione di dotarsi di un team di lavoro ben definito, caratterizzato da un’impronta decisamente italiana. In particolare, l’allenatore rappresenta una delle scelte più delicate da fare, con più candidati in lizza per la panchina. Il Milan sembra intenzionato a dare fiducia a giocatori già affermati nella nazionale italiana, come Gabbia e Florenzi, allargando la base di giocatori italiani.
Anche se Paratici ha un forte legame di stima con Daniel Levy, presidente del Tottenham, la sua priorità è sempre stata il Milan, e la sua decisione di unirsi al club rossonero è ormai certa. Paratici, conoscendo bene i tempi del calciomercato, è già al lavoro per definire il futuro tecnico della squadra.
Milan, tre nomi in panchina

ANTONIO CONTE PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Attualmente, ci sono tre nomi in cima alla lista dei candidati per la panchina. Max Allegri, che recentemente ha avuto un incontro con Paratici, è visto come un possibile ritorno clamoroso al Milan, anche se nulla è ancora deciso. Antonio Conte è un altro nome caldo, e sembra essere il favorito di Paratici, sebbene la trattativa sia complessa. Infine, Roberto De Zerbi, pur restando una scelta più complessa, continua a essere un outsider molto apprezzato per il suo lavoro.
In sintesi, Paratici sta per fare il suo ritorno in Italia e, con lui, una nuova fase di cambiamento per il Milan, che si prepara a rinforzarsi con una strategia a lungo termine, cercando di valorizzare il patrimonio di talenti italiani e di rinvigorire la sua identità.
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