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Juventus, Giaccherini: “Tudor? È stato chiaro fin dall’inizio”
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In una breve intervista a Tuttosport, l’ex giocatore Emanuele Giaccherini ha ricordato il suo esordio in maglia bianconera allo Stadium e ha commentato la Juventus di oggi.
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Il percorso di Emanuele Giaccherini rappresenta un caso emblematico di come talento, determinazione e umiltà possano portare un giocatore a vivere esperienze straordinarie nel panorama calcistico europeo. Dai primi passi con il Cesena fino alla consacrazione internazionale durante l’Europeo del 2016 con l’Italia, Giaccherini ha dimostrato che il calcio non è solo tecnica, ma anche spirito di sacrificio e capacità di adattamento.
Uno dei momenti più significativi della sua carriera, come lui stesso ha raccontato, è legato alla sua esperienza con la Juventus, squadra con cui ha vinto il primo scudetto dell’era Conte. Quel trionfo, tutt’altro che scontato, affonda le radici in un contesto emotivamente potente: l’esordio nel nuovo Juventus Stadium. Il fatto che Conte abbia deciso di schierarlo titolare nonostante fosse appena arrivato dal Cesena e non avesse svolto la preparazione estiva con il gruppo, dimostra la fiducia nei suoi confronti.
Giaccherini ammette con sincerità di aver accusato l’emozione del momento, ma è proprio questa trasparenza che conferisce autenticità al suo racconto. La vicinanza del pubblico, la carica emotiva dello stadio e l’intensità delle parole di Conte nello spogliatoio sono elementi che hanno segnato non solo quella partita, ma l’intera stagione.
Juventus, l’intervista ad Emanuele Giaccherini
Sulla Juventus di ieri
Non si può sottovalutare il ruolo che il contesto e il clima emotivo hanno avuto nel successo di quella Juventus. Secondo Giaccherini, la forza della squadra non derivava solo dalla preparazione tattica, ma soprattutto dall’energia trasmessa dai tifosi e dalla coesione interna. “Ci ha trascinato il cuore”, afferma con convinzione, a dimostrazione che nelle difficoltà non bastano le gambe, serve una motivazione superiore. In questo senso, il ricordo del suo gol all’ultimo minuto contro il Catania, ancora oggi capace di provocargli brividi, è il simbolo di un calcio vissuto con intensità e passione.
Questo il suo ricordo dell’esordio per i bianconeri nel neonato Juventus Stadium: “Una giornata che non dimenticherò mai. Ero appena arrivato dal Cesena e non avevo fatto la preparazione estiva con Conte. Eppure lui decise di schierarmi subito titolare davanti ai nostri tifosi. Mi tremavano le gambe… Infatti, al netto del 4-1 non posso dire che sia stata la mia miglior partita in bianconero. L’ho un po’ accusata. Ma avere il pubblico così vicino al campo e poterne percepire calore era davvero speciale. Lo metto di diritto nella top 4 degli stadi più belli in cui ho giocato insieme ad Anfield, Celtic Park e a quello del Besiktas”.
Sui minuti prima nello spogliatoio: “Conte fece un lungo discorso, dicendoci che sarebbe stata un’annata diversa e che avremmo dovuto sputare il sangue, specie nella nostra nuova casa. Ci tranquillizzò, suggerendoci che per esaltare i 40mila dello Stadium – e dunque non finirne schiacciati – sarebbe bastato dare il massimo in campo. E così abbiamo fatto”.
Sull’atteggiamento della squadra: “Quell’anno abbiamo vinto il campionato da imbattuti e se ci siamo riusciti è anche perché in determinate partite, dove magari non arrivavamo con le gambe o la testa, a trascinarci era il cuore. L’amore che la gente ci trasmetteva ogni domenica ci ha dato tanta forza. Il ricordo più bello? A livello di squadra senza alcun dubbio il momento in cui Alex ha sollevato il trofeo della Serie A al termine della stagione, il più bello della mia carriera. Poi non dimenticherò mai il mio gol all’ultimo minuto contro il Catania. Mi vengono ancora i brividi…”.
Sulla Juventus di oggi
La riflessione di Giaccherini si estende anche all’attualità juventina. Il suo giudizio su Motta è critico: riconosce le qualità tattiche dell’allenatore, ma evidenzia come la mancanza di empatia e di chiarezza abbia compromesso il suo percorso in bianconero.
“Penso che gli spunti e le concezioni del calcio di Motta siano fuori discussione. È un tecnico bravo e preparato, ma la sua gestione in bianconero non è stata all’altezza. Non è riuscito a empatizzare con il gruppo squadra, mettendo sempre tutti in discussione, senza confermare per due volte di fila lo stesso 11 titolare. Poi non ho capito il trattamento riservato ad alcuni giocatori a cominciare da Danilo. È mancata chiarezza…”.
Al contrario, intravede nel nuovo allenatore Igor Tudor un cambiamento positivo, soprattutto sul piano della comunicazione e del rapporto con i giocatori. Secondo Giaccherini, un allenatore che sa infondere fiducia è capace di ottenere il massimo dalla sua squadra: un principio semplice, ma troppo spesso sottovalutato nel calcio moderno.
“È presto per i giudizi, ma la Juve mi sembra diversa quantomeno nello spirito. Vedo giocatori che finalmente danno il 100%. Tudor è stato chiaro fin dal primo giorno, specie nella collocazione dei vari interpreti in campo. Poi è un tecnico che ti infonde fiducia e non è roba da poco. Da giocatore se senti che il mister si fida di te sei pronto a tutto per ripagarlo”.
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Serie A, minuti in vantaggio: Juventus regina, duello Inter-Milan
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2 ore fail
30/04/2025
Ogni match, di Serie A, vive di momenti e di conseguenza anche il risultato della stessa può arridere a un club come ad un altro, se non ad entrambi.
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Pertanto, analizzare i minuti trascorsi in vantaggio, parità e svantaggio offre una chiave di lettura interessante sulle performance di una determinata società. Nel corso della storia della Serie A , si può stabilire la costanza e la forza delle principali squadre del campionato italiano.

Giorgio Chiellini (Juventus) portrait during italian soccer Serie A match Hellas Verona FC vs Juventus FC at the Marcantonio Bentegodi stadium in Verona, Italy, October 30, 2021 – Credit: Ettore Griffoni
Serie A: la regina del vantaggio
Al vertice della classifica per minuti trascorsi con il risultato a proprio favore troviamo la Juventus. I bianconeri hanno vissuto 100.388 minuti in vantaggio. L’equivalente di quasi due mesi e mezzo senza interruzione. Incide, ovviamente, anche il numero di edizioni (92) alle quali si è partecipato. Tanto è vero che l’Atalanta (64) è solo undicesima, separata dalla top10 da circa tremila minuti. A completare il podio ci sono le due squadre di Milano.
L’Inter, dall’alto delle sue 93 apparizioni nella massima serie del nostro campionato, ha collezionato 95766 minuti in vantaggio. Mentre il Milan con le sue 91 edizioni è stato in vantaggio per 89796. Immediatamente fuori dal podio seguono: Roma (81678), Fiorentina (71573) e Lazio con 68816.
Pareggio, mio pareggio
Passando invece a parlare del tempo trascorso in parità, regna un certo equilibrio. A contendersi questo primato, con un vero testa a testa, ci sono la Roma (141.678′ in parità) ed il Milan (140.496′).
Chiude il podio l’Inter con 140496. Fra le altre big da segnalare il 4o posto della Vecchia Signora con 139882. Tra le altre che oggi occupano posizioni di rilievo quella meno avvezza alle mezze misure è ancora una volta l’Atalanta (105489), ma anche il Napoli (125.333′) rifugge spesso al segno X.
Lo svantaggio di essere sotto in Serie A
Chi, invece, ha sofferto maggiormente nel tempo è la Fiorentina. La Viola è squadra che ha trascorso più minuti in svantaggio (58162). Subito alle sue spalle, a brevissima distanza, la Lazio con 58024.
All’opposto, con le dovute considerazioni, troviamo la Pistoiese, unica sotto i 1000 minuti. Questo perchè la squadra toscana ha militato in Serie A solo nella stagione 1980/81, nella quale retrocesse collezionando solo 6 vittorie e 4 pareggi. Considerando solo i club storici del campionato, è nuovamente la Juventus a comandare la classifica. I bianconeri sono stati sotto per 40.034, poco meno di un mese intero, seguiti da Udinese (43129) e Inter (47350).
E nelle competizioni europee?
Se poi si prendono in considerazione tutte le coppe Europee, con la formula attuale, la Juventus è quella che se la cava meglio. E’, di fatto, la prima italiana in questa statistica. Irraggiungibili, ovviamente, restano le spagnole. Il Barcellona, per fare un esempio, potrebbe avvicinarsi al Real Madrid nella gara con l’Inter. I nerazzurri sono stati in vantaggio finora per 5.469 minuti, praticamente la metà del tempo dei blaugrana (11.113′).

Continua l’inferno di Youcef Atal: condannato in Francia per aver ripubblicato un video antisemita a 8 mesi di reclusione con sospensione condizionale.
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È notizia di oggi la sentenza della Corte d’appello dell’Aix-en-Provence in merito al caso di Youcef Atal. Il calciatore algerino era stato accusato per incitamento all’odio basato sulla religione.

Nizza
Atal: la sentenza
Il classe 1996 aveva ripubblicato sui suoi profili social un video di un predicatore palestinese il 12 ottobre 2023. Questo filmato, auspicava alla fine del discorso a “un giorno nero per gli ebrei“.
Il 28enne si era difeso dicendo di non aver visto il video interamente, ma è stato troppo poco per scagionarsi dalle accuse. L’ex Nizza, ora, dovrà scontare 8 mesi di reclusione con sospensione condizionale. Oltre alla condanna, anche un risarcimento di 15.000 euro alle parti civili, tra cui la Lega Calcio Professionistica, la Lega Internazionale contro il Razzismo e l’Antisemitismo Costa Azzurra e la CRIF Sud-Est. Confermata anche la multa di 45.000 euro.
Youcef Atal, dopo la condanna dai tribunali francesi, ha dovuto dire addio alla sua carriera calcistica nell’Europa che conta. Il calciatore era stato sospeso dal Nizza nel 2023 a seguito dell’accaduto. In seguito era stato ceduto, a febbraio 2024, all’Adana Demirspor. Con i turchi ha messo a referto 11 presenze, 1 gol e due assist.
Dopo solo sei mesi, però, l’algerino si è trasferito in Qatar, sponda Al-Sadd, dove è uscito ai quarti di finale della Champions League Asiatica. Una tragica fine per un giocatore che, fino a pochi anni fa, era ricercato dalle big europee.
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Milan, parla Percassi:” D’Amico rimane all’Atalanta” | Il gelo del Diavolo
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10 ore fail
30/04/2025By
Mauro Vigna
Milan, arrivano notizie che di certo non faranno piacere ai sostenitori rossoneri del DS dell’Atalanta. Vediamo qui di seguito in dettaglio.
Semplice strategia oppure conferma? Questo ovviamente nessuno, a parte Luca Percassi, lo può sapere.
Le riserve tuttavia sembrano essere state sciolte da parte dell’Amministratore Delegato del club nerazzurro il quale si è sbilanciato in favore del suo attuale DS Tony D’Amico.
Queste le parole:” D’Amico sicuramente vestirà New Balance l’anno prossimo. Al di là dell’interesse vero o presunto di altri club, lui avrà l’enorme compito anche il prossimo anno di creare un’Atalanta competitiva. Noi siamo contenti di lui, lui è contento di noi e avrà una grande responsabilità”.
Sappiamo che D’Amico ha un contratto con l’Atalanta fino al 30 giugno 2027 e l’Atalanta di certo non farà deroghe o sconti. Non riteniamo tuttavia ancora chiusa la questione, anche se le parole di Percassi sembrano piuttosto categoriche.
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