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Juventus: gli esordi della stagione 2023/2024

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Juventus

La stagione 2023/2024 è stata ricca di emozioni per la Juventus, con la vittoria della Coppa Italia e il debutto di nove giocatori in maglia bianconera.

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Come dicevamo, sono nove i giocatori ad aver fatto il loro esordio con la Juventus in questa annata, da chi è riuscito a ritagliarsi un posto in prima squadra ai giovanissimi che si sono affacciati in un mondo che sperano di confermare in futuro.

Di seguito l’elenco di tutti gli esordienti in maglia bianconera.

Andrea Cambiaso

Andrea Cambiaso

Andrea Cambiaso ha avuto un esordio promettente con la maglia bianconera durante la gara di apertura della Serie A 2023/2024 contro l’Udinese. Da allora, il 24enne è diventato un elemento chiave della squadra, offrendo prestazioni solide e dimostrando versatilità in diversi ruoli in campo.

Il suo goal vittoria contro l’Hellas Verona lo scorso ottobre ha evidenziato il suo amore per il Club. In questa stagione, ha fornito 6 assist e segnato 3 reti in 39 partite, convincendo anche il ct Luciano Spalletti a convocarlo per gli Europei 2024.

Il recente rinnovo contrattuale con la Juventus fino al 2029 sottolinea la fiducia del Club in lui.

Timothy Weah

Timothy Weah

Arrivato in estate dal Lille, Timothy Weah ha fatto il suo esordio da titolare con la maglia bianconera nella gara contro l’Udinese lo scorso agosto. Fin da subito, l’americano ha dimostrato la sua versatilità in campo, anche se ha dovuto aspettare un po’ per segnare il suo primo goal: rete giunta con una conclusione dalla distanza contro la Salernitana in Coppa Italia a gennaio. In totale, Weah ha collezionato 35 presenze in tutte le competizioni nella sua prima stagione a Torino.

Kenan Yildiz

Kenan Yildiz

Il 20 agosto 2023, durante la 1ª giornata di campionato, Kenan Yildiz ha fatto la sua prima apparizione con la Prima Squadra della Juventus. Entrato in campo negli ultimi cinque minuti della vittoria per 3-0 contro l’Udinese, il diciannovenne ha iniziato la stagione in modo promettente.

Successivamente, ha debuttato con la nazionale turca e segnato il suo primo goal in Serie A contro il Frosinone. Il suo talento gli ha garantito un posto nel futuro della Juventus e in questa stagione ha collezionato 32 presenze segnando 4 reti tra campionato e Coppa Italia.

Dean Huijsen

HUIJSEN

Dean Huijsen, giovane talento del vivaio bianconero, ha fatto il suo esordio in prima squadra della Juventus contro il Milan lo scorso 22 ottobre. In quella partita, la Vecchia Signora era in vantaggio per 1-0 a San Siro e Huijsen è entrato in campo sostituendo Federico Gatti negli ultimi 12 minuti.

Nonostante la sua giovane età, ha dimostrato compostezza, forza e intelligenza, contribuendo alla vittoria della Juventus. A gennaio, il giocatore è stato ceduto in prestito alla Roma, dove ha collezionato 14 presenze e segnato 2 goal.

Joseph Nonge

Presenza fissa nella Juventus Next Gen, Joseph Nonge è stato spesso aggregato in questa stagione anche alla Prima Squadra. Il suo debutto in campo è arrivato a inizio gennaio, quando è subentrato al posto di Fabio Miretti nel rotondo 6-1 contro la Salernitana negli Ottavi di Finale di Coppa Italia del 4 gennaio.

Il belga ha collezionato altre 3 presenze dalla panchina con la Prima Squadra nel corso della stagione, aggiungendole alle sue 20 gare disputate con la Next Gen.

Carlos Alcaraz

Alcaraz

Carlos Alcaraz, arrivato in prestito dal Southampton a gennaio, ha fatto il suo esordio nel calcio italiano durante il Derby d’Italia contro l’Inter.

Nel corso della stagione, è stato principalmente utilizzato a partita in corso, fornendo un assist in 12 presenze con la squadra bianconera.

Leonardo Cerri

Leonardo Cerri

Ventunenne attaccante italiano, Cerri ha fatto il suo esordio con la prima squadra della Juventus all’inizio del 2024 e, dopo essersi allenato con la squadra maggiore, è sceso in campo contro l’Udinese nella 24ª giornata di campionato.

Il suo debutto è avvenuto all’Allianz Stadium, dove ha sostituito Andrea Cambiaso negli ultimi 6′ dell’incontro disputato il 12 febbraio. Nonostante sia stata la sua unica presenza in prima squadra in questa stagione, Cerri ha dimostrato il suo talento con la Juventus Next Gen, segnando 8 goal in 35 presenze.

Nikola Sekulov

Nikola Sekulov ha avuto l’opportunità di mettersi in mostra con la prima squadra della Juventus durante la trasferta contro la Lazio del 30 marzo. Questa è stata la sua unica presenza in Prima Squadra in questa stagione, ma ha dimostrato il suo talento con la Juventus Next Gen segnando 9 goal in 17 presenze.

Tiago Djalo

Juventus, Tiago Djalò

Tiago Djalo, difensore portoghese arrivato dalla Lille a gennaio, ha dovuto attendere pazientemente prima di scendere in campo per la prima volta con la Juventus.

A causa di un lungo infortunio subito con il suo ex club francese, infatti, Djalo ha lavorato duramente per recuperare la condizione e lo stato di forma. La sua opportunità è arrivata nella partita Juventus-Monza del 25 maggio, quando è subentrato ad Alex Sandro negli ultimi 16 minuti.

È stata la sua prima apparizione in bianconero, e sicuramente un momento speciale per lui di fronte al pubblico dell’Allianz Stadium.

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Guarin racconta la sua lotta all’alcolismo: “Dall’inferno alla luce, un percorso di consapevolezza”

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Grifo

La testimonianza di Fredy Guarin, ex calciatore dell’Inter, rivela la sua lotta contro l’alcolismo e la depressione, culminata con pensieri di suicidio.

La discesa all’inferno

Fredy Guarin, ex centrocampista dell’Inter, ha attraversato un periodo di estrema solitudine e sofferenza, al culmine di una carriera calcistica segnata da successi e sfide. Guarin racconta di come le difficoltà personali e professionali lo abbiano spinto verso l’alcolismo, un rifugio temporaneo dal dolore che alla fine lo ha condotto in una spirale di autolesionismo. “Ho conosciuto le ombre della solitudine, della depressione e dell’alcolismo. Ho toccato lo spettro del suicidio. Un malessere durato anni”, confessa l’ex calciatore.

Il cammino verso la rinascita

Dopo aver toccato il fondo, Guarin ha iniziato il suo percorso di recupero, un viaggio lungo e difficile, ma che alla fine lo ha portato a riscoprire la bellezza della vita. Guarin attribuisce la sua rinascita al sostegno dei professionisti della salute mentale, al suo impegno personale e alla fede in un potere superiore. Oggi, Guarin lavora in una fondazione per aiutare coloro che, come lui, stanno lottando contro la dipendenza. “Ho vissuto quelle esperienze per poterle mettere a disposizione delle persone, per aiutare l’essere umano”, afferma Guarin.

Guarin sottolinea l’importanza di affrontare i propri problemi e accettarsi per quello che si è, compresi i propri difetti. “Siamo anche i nostri problemi”, dice. Ora, Guarin è un uomo cambiato, un uomo che ha imparato ad apprezzare le piccole cose della vita e ad amare se stesso. “Oggi Fredy Guarin sta meglio. È un uomo diverso. Sono grato per questa seconda opportunità che la vita mi ha dato”, conclude Guarin.

Per altre notizie sul [calciomercato, clicca qui](https://www.calciostyle.it/categoria/calciomercato).

Fonte: [Gianluca Di Marzio](http://gianlucadimarzio.com/).

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Le nuove metodologie dopanti e i marginal gains: i nuovi rischi nello sport

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Europa League

Le nuove metodologie dopanti e i marginal gains: i nuovi rischi nello sport.

Ne parla il dott. Luca Gnagnarella membro della Commissione Antidoping della FIGC, cultore della materia in diritto sportivo e coordinatore scientifico nel Corso di Alta Formazione in Management delle Società Sportive presso l’Università LUM.

 

Questo fine anno è stato molto complesso e ha introdotto nuovi interrogativi nel mondo dello sport.

“Cosa ci dobbiamo aspettare come nuove metodologie dopanti e soprattutto, i marginal gains possono rappresentare un pericolo?”

Questa è una domanda che rimbomba a tutti coloro che lottano quotidianamente per tutelare uno sport pulito, il mondo del doping è in continua evoluzione, la forza economica a disposizione dei grandi club professionistici e gli interessi che ruotano nel mondo dello sport sono un monito stimolante per cercare sempre nuove strategie per migliorare le prestazioni agonistiche con alti rischi per gli atleti.

La WADA che è l’organizzazione mondiale che coordina la lotta contro il doping nello sport con il Codice Mondiale Antidoping è in allerta.

Oggi ci si presenta dinnanzi uno scenario inquietante, non più sostanze da assumere, ma nuovi metodi dopanti. In primis la nuova metodologia dopante che desta più preoccupazione è sicuramente il doping genetico che è l’ipotetico utilizzo da parte di atleti di terapie genetiche.

Se ne discute già dagli anni 90 quando l’interesse della comunità sportiva venne particolarmente stimolato dalla creazione all’interno di un laboratorio universitario di un topo più potente ottenuto iniettando nell’animale un virus trasportatore del gene che codifica l’IGF-1; il topo risultava più forte rispetto a topi non trattati, anche in assenza di esercizio e con l’avanzare dell’età. Inizialmente il laboratorio era alla ricerca di cure per le malattie da deperimento muscolare, ma quando il loro lavoro venne pubblicato, il laboratorio venne sommerso di chiamate da parte di atleti e allenatori in cerca di cure.

Esistono numerosi geni che possono essere utilizzati come agenti dopanti. Essi includono EPO, l’IGF- 1, ormone della crescita, miostatina, fattore di crescita endoteliale vascolare, fattore di crescita dei fibroblasti, endorfina, encefalina e alfa-actinina-3.

I metodi di rilevazione indiretta sono molto soggettivi e rendono più difficile l’indagine in quanto ogni individuo ha delle proprietà biologiche diverse e uniche. Un esempio è rappresentato dal campione olimpico di sci di fondo Eero Mäntyranta, il quale presentava una mutazione genetica che permetteva al suo organismo di produrre un livello più elevato di globuli rossi. In un caso come questo sarebbe stato molto difficile determinare se questi alti livelli di globuli rossi fossero stati causati da una mutazione endogena o artificiale.

Inoltre, l’allarme generato dal cosiddetto Doping dei vermi marini ha sua volta generato tanta preoccupazione, questo verme chiamato Arenicola Marina ha poteri per così dire magici.

È un piccolo verme che vive nella sabbia e che per sopravvivere ai lunghi periodi di bassa marea ha sviluppato un’emoglobina straordinaria. Mentre quella umana trasporta solo 4 molecole di ossigeno, quella del verme ne trasporta ben 156. In termini sportivi questa sostanza è in grado di saturare i muscoli con un’efficienza quaranta volte superiore al normale, rendendo di fatto obsoleti i vecchi metodi come l’EPO o le autoemotrasfusioni.

Da qui la sostanza denominata M101 capace di garantire prestazioni che superano ogni precedente record di ossigenazione dei tessuti. La molecola è stata inizialmente isolata da un laboratorio francese con scopi medici rivoluzionari per mantenere in vita gli organi destinati ai trapianti e per agire come sostituto del sangue nella chirurgia d’urgenza o negli scenari di guerra. La sua capacità di funzionare perfettamente a qualsiasi temperatura corporea la rende ideale per sforzi massimali in condizioni climatiche proibitive, attirando purtroppo l’attenzione di chi cerca scorciatoie illecite nel mondo delle competizioni.

Per l’Agenzia Mondiale Antidoping la M101 rappresenta un vero incubo a causa della sua quasi totale rintracciabilità. Essendo una molecola naturale e molto piccola, sparisce dal flusso sanguigno in tempi rapidissimi rendendo i test standard inefficaci se non effettuati nell’immediato.

Ma oltre le nuove metodologie dopanti ciò che preoccupa sono anche i marginal gains. Quella dei marginal gains nello sport è una teoria ormai vecchia. La prima volta che se ne sentì parlare era alla vigilia dei giochi Olimpici di Atene 2004. Quando parliamo di marginal gains ci riferiamo al concetto di apportare piccoli miglioramenti incrementali in varie aree della nostra attività al fine di ottenere un miglioramento delle prestazioni complessive.

Guadagnare anche l’1% nella prestazione soprattutto quando essa è al limite diventa una chimera, e da qui che nasce l’utilizzo del monossido di carbonio e di altre metodologie. L’uso del monossido di carbonio rientra in una tecnica, non nuova, generalmente utilizzata per rilevare la percentuale di emoglobina nel sangue.
L’emoglobina è quell’elemento deputato all’assorbimento e al trasporto dell’ossigeno. L’abuso (questo invece più recente) del monossido consisterebbe nell’aumentare la percentuale nel sangue dall’1% al 5%. Il problema è che il monossido di carbonio è un gas che in alte percentuali può addirittura avere effetti mortali. Secondo gli studi l’uso migliorerebbe le prestazioni atletiche sotto sforzo prolungato. La pratica è certamente diffusa tra i ciclisti, ma non solo.

La cronaca inoltre ha rilevato pochi giorni fa il decesso del biatleta norvegese Sivert Guttorm Bakken trovato morto con indosso una maschera ipossica. Ora nel mirino c’è la Elevation Training Mask (ETM), questo dispositivo riduce il passaggio di ossigeno alla bocca fino a 6-10 volte per simulare l’alta quota e, secondo i produttori, migliorare le capacità respiratorie.

Alla luce di tutto ciò possiamo confermare che il doping è in continua evoluzione, cercare nuovi metodi per migliorare le proprie prestazioni diventa giorno per giorno sempre più indispensabile per arrivare al top della performance, e non si può mai abbassare la guardia e si necessita sempre di più di fondi per la ricerca nell’Antidoping per tutelare al massimo un mondo bellissimo come quello dello SPORT.

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Fiorentina, Vanoli in bilico: Paratici pensa all’ex tecnico della Juventus

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Fiorentina

Fiorentina, le prossime gara saranno decisive per Vanoli: le valutazioni di Paratici.

Il tecnico varesino chiamato a dare una sterzata alle sorti della Fiorentina raccogliendo l’eredità di Pioli non c’è riuscito. In sette partite Vanoli ha raccolto 5 punti, frutto di una vittoria, due pareggi e quattro sconfitte. Appena meglio di Pioli che in 10 partite aveva raccolto la miseria di 4 pareggi.

Statistiche che stanno portando la Fiorentina dritta in Serie B.

All’orizzonte ci sono le ultime due sfide del girone di andata: Cremonese al Franchi e Lazio all’Olimpico saranno decisive per il futuro di Vanoli, che comunque non sembra convincere l’ex ds juventino.

La Fiorentina, dopo Pioli e Vanoli, non vorrebbe mettere un altro tecnico a libro paga. Paratici vorrebbe, se possibile, prendere un altro tecnico valido anche per il futuro, non un altro traghettatore.

IGOR TUDOR INFURIATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Il nuovo dirigente, scrive la Nazione, proverà a trovare un accordo con Pioli e lo stesso Vanoli, per una soluzione che permetta a tutti di avere mani libere, con una transazione.

L’idea di Paratici sarebbe quella di portare sulla panchina viola Igor Tudor, che potrebbe svolgere il ruolo di traghettatore e tecnico del prossimo futuro viola.

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