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Juventus: Padovano “Fosse per me, io riporterei a Torino Antonio Conte”

Michele Padovano, vincitore della Champions League nel 1996 con la Juventus, ha parlato da Sky della situazione dei bianconeri post esonero-Motta: Le sue parole
Michele padovano, ex giocatore di Crystal Palace Metz e Juventus, ha parlato intervistato da Sky della situazione della Juventus, in relazione al fresco esonero di Thiago Motta. “Lo dico subito: non sono d’accordo con l’esonero di Thiago Motta. Ho sempre sostenuto il suo progetto e credo fosse giusto andare avanti con lui, anche se le ultime partite sono state uno scempio (per non dire altro). Aveva firmato un contratto di tre anni e mandarlo via dopo appena otto mesi non mi sembra abbia senso. Concordo, invece, con chi critica Motta per aver messo spesso da parte Thuram e ultimamente anche Yildiz, due giocatori a cui io non rinuncerei mai. La Juve di Motta è anche stata troppo incostante, spesso anche all’interno della stessa partita. Più volte la squadra ha giocato un grande primo tempo e poi nella ripresa è scomparsa dal campo (o viceversa). A tratti la Juve ha mostrato grande calcio e personalmente penso che Motta diventerà un grande allenatore, ma la sua Juve è stata troppo discontinua. Ma al netto degli errori, nelle situazioni di difficoltà bisognerebbe compattarsi e unirsi, non separarsi. Obiettivamente il momento della Juventus è molto complicato, ma non mi sembra da Juve esonerare il proprio allenatore e affidarsi a un ‘traghettatore’“.

L’URLO DI IGOR TUDOR ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Sempre Padovano Riguardo alla scelta di Tudor come nuovo allenatore in bianconero: “Sia chiaro, non ho nulla contro Tudor, ma purtroppo temo non abbia abbastanza tempo per incidere. Potrà raggiungere il quarto posto (cosa che, tra l’altro, non è affatto scontata) ma la squadra resta quella che è. E proprio sulla squadra e sui giocatori vorrei ora soffermarmi. In questa stagione i calciatori della Juve hanno dimostrato di non avere ancora l’esperienza di giocare le partite di alto livello. In quasi tutte le gare decisive (di campionato, Coppa Italia e Champions) è mancata la personalità. Non imputo colpe ai tanti giovani presenti in rosa, a cui serve tempo per crescere, ma è innegabile che sia mancato l’apporto dei giocatori più esperti. Penso ai vari Douglas Luiz, Koopmeiners, Nico Gonzalez e Vlahovic, che non sono riusciti a giocare una stagione al livello del loro nome e della loro fama. Questi erano i giocatori individuati dalla società e da Motta per trascinare la squadra ma che invece non hanno quasi mai inciso“.
Quale sarebbe stata invece la sua scelta? “Fosse per me, io riporterei a Torino Antonio Conte. Anche quest’anno al Napoli ha dimostrato di essere un grandissimo allenatore, capace di migliorare ogni singolo aspetto del club in cui arriva (dai giocatori alla dirigenza) e di saper trasmettere una mentalità vincente. Mi sembra il profilo più indicato per ripartire e riportare la Juve dove merita”.
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Milan, rinvio a giudizio a metà aprile: cosa rischia Paratici

Milan, sappiamo che in questi giorni si scrive e parla moltissimo del prossimo Direttore Sportivo. Uno dei nomi caldi è proprio quello di Fabio Paratici. Vediamo la situazione.
Se il Milan deciderà di accelerare per Fabio Paratici non sarà sicuramente prima del 15 aprile. Tale data sarà infatti cruciale per meglio capire quali sorti spetteranno all’es dirigente della Juventus in seguito ad alcuni risvolti penali e civili dell’inchiesta Prisma che ne inibisce l’attività di DS fino al 20 luglio 2025.
Oltre alla squalifica di 30 mesi, Paratici ha in corso una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Roma per quanto riguarda il filone penale. I capi di imputazione sono quelli di fatture false e aggiotaggio. Reati che non vengono di certo ben visti da fondi come Redbird ed Elliott i quali hanno specifici principi di etica.
Il 15 aprile il GUP so pronuncerà sull’istanza portata avanti dalla difesa, ma se non dovesse accoglierla, Paratici finirebbe nuovamente a processo ed i tempi ovviamente si dilaterebbero ulteriormente.
Il ritardo di questi giorni nell’annunciare il nuovo DS può essere quindi causato da questo aspetto. Tuttavia, ragionando su Tony D’Amico quale possibile alternativa, il Milan dovrà ancora aspettare del tempo in quanto il dirigente è attualmente sotto contratto con l’Atalanta. Seguiremo con estrema attenzione la vicenda pronti in ogni momento ad aggiornarvi.
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Milan, Paratici aspetta Furlani ma parla col Tottenham: la situazione

Milan, abbiamo scritto nella serata di ieri che Fabio Paratici è uno dei nomi in pole position tuttavia manca ancora qualcosa. Vediamo nel frattempo come si sta evolvendo la situazione.
Il Milan aveva messo nel mirino Fabio Paratici il quale ha fatto ben tre colloqui con Giorgio Furlani senza mai arrivare all’attesa fumata bianca.
Distanza tra le parti soprattutto dovuta alla volontà di Furlani di voler mettere l’ultima parola suli acquisti, comportamento che ha fatto al momento desistere l’ex Juventus.
Paratici nel frattempo ha ricevuto una ricca offerta da parte del Tottenham. Il patron del club inglese Daniel Levy ha infatti proposto un contratto importante con tempi di risposta molto brevi. Prendere o lasciare, per intenderci. Seguiremo gli sviluppi. Occhi puntati anche sul DS dell’Atalanta Tony D’Amico.
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Milan, sbagliando si dovrebbe imparare: il nome di Fabregas mi lascia di stucco | L’editoriale di Mauro Vigna

Milan, il proverbio recita che sbagliando si impara. In questo caso potrebbe esserci l’aggravante della recidiva. Qui di seguito voglio esporre la situazione e il mio pensiero.
In molti accostano Cesc Fabregas al Milan per la prossima stagione. Una voce che si rincorre, ma dalle mie fonti non vi è troppa rispondenza. Sicuramente un allenatore che colpisce l’occhio per il suo modo di giocare, a onore del vero il Como sta esprimendo un ottimo calcio.
Da qui a promuoverlo allenatore del Milan però ce ne passa. E sarebbe un errore, quantomeno per il timing.
Non discuto che Fabregas possa diventare un ottimo allenatore e ambire al suo sogno di diventare il più forte allenatore al mondo, ma come si dice dalle mie parti, ne deve ancora mangiare di pagnotte. Serve una destinazione intermedia, serve che si faccia le ossa. Il rischio è quello di bruciarlo e di conseguenza perdere un’altra stagione. E il Milan non se lo può permettere.
Vogliamo mettere le pressioni di un club come il Milan che vorrà obbligatoriamente tornare in Champions? Vogliamo mettere allenare top player all’interno di uno spogliatoio complesso senza quella leadership che potrebbero invece avere Conte o Allegri? Per citare due nomi non a caso.
Ad oggi Fabregas non lo vedo possibile e non la vedo come una scelta assennata. Di Arrigo Sacchi probabilmente ce n’è stato uno. E la proprietà dietro al tecnico di Fusignano si chiamava Silvio Berlusconi. Altri tempi, altri comportamenti, ben altra competenza.
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