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Juventus, Perin: “Stiamo seminando per raccogliere in futuro”| VIDEO

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Juventus, Perin

Mattia Perin, portiere della Juventus, ha parlato a Cronache di Spogliatoio: il numero uno bianconero ha fatto un focus tra presente e passato in Juve.

In una lunga intervista rilasciata a Cronache di Spogliatoio, Mattia Perin portiere della Juventus, ha parlato di annedoti personali della sua carriera e fatto un focus sulla Juve attuale e di questo inizio di stagione.

Di seguito il video e la trascrizione scritta.

Juventus, Perin

Juventus, le parole di Perin

“Mi sento un co-titolare, come tutti i miei compagni che si sentono 24/25 titolari, stiamo dimostrando che tutti possono giocare al posto di chiunque. Questo porta a a una grande competitività interna che fa benissimo al gruppo perché il livello degli allenamenti si alza moltissimo, facendo sì che si alzi il livello complessivo. Credo che nel calcio si debba andare in questa direzione in futuro: come dicono in tanti, si gioca troppo. Probabilmente è vero. Ma se hai una rosa di 24-25 titolari, dove tutti si possono alternare, diciamo che non ci saranno più giocatori che faranno 60-70 partite in un anno, che comunque ti logora, ma ci saranno giocatori che ne faranno 40-35 e altri 20-25″.

Avrebbe potuto fare il titolare altrove e invece si è costruito questo ruolo nella Juventus

“Non mi piace autoreferenziarmi, ma essendo uno di quelli che è qui da più tempo, se c’è da prendersi delle responsabilità non mi tiro indietro. Tutto quello che ho costruito in questi anni è una figura affidabile all’interno del Club, ci ho messo tanto lavoro, impegno e professionalità. Ho sempre avuto richieste che mi lusingano, perché dimostra che sto facendo bene il mio lavoro e le persone che guardano mi gratificano, ma giocare per questa maglia e scendere in campo dà sempre una pressione particolare. Quella pressione lì mi dà un furore agonistico che mi permette tutte le mattine di alzarmi e venire qui al campo per continuare a migliorarmi giorno dopo giorno. Giocare nella Juventus, seppur giocando meno, mi ha dato l’opportunità di giocare delle nazionali, di vincere una Coppa Italia da protagonista. Magari in altri club, giocando più partite, non sarebbe potuto capitare”.

Come è nata la scelta di affidarsi a un mental coach?

“Me l’ha consigliata il mio agente Alessandro Lucci. Ero in un periodo dove stavo anche pensando di smettere di giocare dopo l’ennesimo infortunio alla spalla, e gli dissi “Ora basta, smetto, vengo a lavorare per te”. Avevo 26 anni. Volevo smettere, basta. Avevo fatto due crociati, tre volte la spalla, tutto in 5 anni. Non mi stavo più divertendo. Lui mi disse: “Datti un’ultima opportunità e prova a iniziare a lavorare con questa ragazza, Nicoletta Romanazzi, con cui attualmente continuo a lavorare, è la mia mental coach. Lavoriamo ancora perché un percorso dove non smetti mai di imparare. Anzi, quando pensi che hai capito come funzioni o come funziona il mondo ti arriva un’altra batosta che ti rimette con i piedi per terra. Invece tramite questo percorso ho imparato l’umiltà del lavoro su se stessi, che è un lavoro dove veramente non smetti mai perché ci sono sempre nuove opportunità di crescita, ho cominciato a vedere i momenti bui e le crisi che ognuno ha, piccole e grandi, come delle opportunità di crescita, perché ogni volta che sono uscito da quella fase lì mi sono accorto che ero un essere umano migliore, un giocatore migliore, un padre migliore. E quindi è una figata”.

Si ricorda di quando giocava con Thiago Motta al Genoa?

“Il mister è stato un anno e io avevo 16 anni ed è stato il primo anno in cui ho iniziato ad andare in prima squadra, avrò fatto 10/15 allenamenti insieme a loro, potevo ammirarlo solo come calciatore, che era fantastico. Poi ci ho giocato insieme anche in Nazionale, era l’anno di Milito in cui siamo andati in Europa League con Gasperini. Non pensavo al fatto che sarebbe potuto diventare allenatore, era troppo presto, Thiago avrà avuto 28 anni”.

Come vivete il presente alla Juventus?

“Vedo questo momento come un’opportunità. Ne parlavamo prima: nei momenti di crisi è lì che si tira fuori il meglio, è lì che si migliora, uscendo da quella crisi e avendo dato. Ovviamente devi lavorare perché poi passa da lì, bisogna lavorare e bisogna essere professionali, bisogna sapersi connettere tra noi giocatori, ed è una cosa che sono sicuro stiamo già facendo e miglioreremo. Il mister la sta gestendo con massima tranquillità e ci dà grande serenità. Questa è la cosa più importante, sappiamo benissimo ed è un dato di fatto che abbiamo vissuto comunque un periodo dicile per via delle assenze, non ci piangiamo addosso, l’ho detto l’altro giorno dopo Lecce e noi siamo andati a Lecce per vincere e volevamo vincere, giochiamo col Bologna anche se siamo in undici noi giochiamo per vincere, non solo perché siamo la Juventus ma perché crediamo in quello che facciamo. E crediamo di essere un gruppo forte che si deve migliorare, che deve crescere e che deve puntare a vincere passando anche attraverso questi momenti qui. Hai fatto l’esempio dell’Atalanta, ha seminato e seminato e poi ha vinto. Noi in questo momento dobbiamo seminare, lo so che la Juventus ha abituato a vincere da subito, è il più grande club d’Italia insieme all’Inter e al Milan, ma è un dato di fatto che ci vuole tempo. I nostri tifosi sono abituati molto bene ed è giusto che sia così, perché siamo la Juventus, ci vuole solo un po’ di pazienza in questo momento qui perché siamo una squadra giovane fatta di grandi giocatori, ma non solo: sono giovani professionisti con grande standing umano e questo non è facile da trovare al giorno d’oggi. Anche i più giovani sono ragazzi veramente seri e tutto questo mi porta a pensare che, non so quando, ma arriveremo a ottenere i nostri obiettivi”.

Dicono di lei che tiene alto l’agonismo in ogni allenamento

“Ho tanti miei compagni che quando facciamo le partitelle contro non mi sopportano. Locatelli mi odia proprio. E siamo amicissimi fuori dal campo eh! So che certe volte sono un po’ pesante, però sono fatto così. Non posso mettere da parte quella mia parte perché se la mettessi da parte, non sarei realmente io e non sarei performante alla stessa maniera. È una parte di me che mi fa svegliare la mattina e mi fa venire qua a dare ogni giorno tutto quello che ho”.

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Udinese-Venezia: curiosità e statistiche

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Udinese-Venezia: domani alle 15:00, al Bluenergy Stadium di Udine, andrà in scena il derby Friuli-Veneto, in occasione della 23ª giornata di Serie A.

Nonostante viga un grande equilibrio nelle sole 11 sfide tra Udinese e Venezia giocate in Serie A (4 vittore per parte e 3 pareggi), per i lagunari la formazione bianconera si rivela essere una vera “bestia nera” rendendo veramente difficile portare a casa i tre punti, specialmente quando gioca davanti ai propri tifosi dove il Venezia non è mai riuscito a vincere.

L’Udinese di Runjaic ci aveva abituato benissimo fino ad ora in questa stagione conquistando un ottimo dodicesimo posto, rialzandosi dopo aver rischiato la retrocessione nella scorsa stagione. Ad oggi invece le cose rischiano rischiano di cambiare per i friulani, che non sono riusciti a vincere in nessuna delle ultime 5 partite, cosa che  non era ancora mai accaduta all’interno della stagione 2024/2025.

Udinese-Venezia: i precedenti

Il Venezia si presenterà alla sfida in uno dei suoi momenti migliori: avendo ottenuto nelle ultime otto gare disputate in Serie A, lo stesso numero di punti ottenuti invece nelle ultime 14. Mettendo assieme anche due pareggi in fila, che qualora dovessero essere seguiti da un terzo  questo sabato, segnerebbe oltre che l’ennesima non vittoria dell’Udinese tra le mura amiche (che non vince da inizio novembre) anche il terzo pareggio in fila nella massima serie che non succedeva dal 1962.

La sconfitta del Penzo per 3-2 andata in scena nel girone d’andata darebbe la possibilità in caso di ripetizione al Venezia di scacciare un record negativo che dura dalla scorsa stagione in Seria A dei lagunari: che non vincono entrambi i match contro una sola squadra dal Bologna nel 2021/2022.

La rivalità tra Venezia e Udinese affonda le proprie radici nel primi del 900‘ essendo due squadre storiche appartenenti a due città del Nord-Est italiano, dando così vita ad un derby non ufficiale tra Friuli e Veneto.

Udinese-Venezia

Florian Thauvin ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Ultim’ora Torino, Casadei ha svolto le visite: firma a breve

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Torino, Lazio

Cesare Casadei è vicinissimo a diventare un nuovo giocatore del Torino. Poco fa ha svolto le visite mediche nella città piemontese e a breve firmerà.

Tutto fatto col Chelsea per il passaggio del giovane centrocampista alla corte di Paolo Vanoli. Poco fa il ragazzo ha terminato i controlli e a breve inizierà la nuova avventura in granata.

Casadei al Torino: cifre e dettagli del contratto

L’accordo si è chiuso sulla base di un trasferimento a titolo definitivo per 14 milioni, bonus inclusi, con una percentuale del 40% sulla futura rivendita.

Praet casadei

Il gol di Casadei contro il Cardiff. (Source: LCFC.com)

Il classe 2003 firmerà un contratto fino al 2029 con uno stipendio di circa 1 milione di euro a stagione. Vagnati dopo Elmas mette a segno un altro colpo di livello, per rinforzare ancora la rosa in vista del finale di stagione.

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Milan, l’allenatore Priske su Gimenez: “Capisco l’ambizione, ma spero di trattenerlo”

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Milan

Il futuro di Santiago Gimenez continua a far discutere, con il Milan sempre più vicino all’attaccante messicano del Feyenoord, l’allenatore Priske ha parlato.

Gimenez-Milan, le parole di Priske

“Come allenatore, il mio compito è dare il massimo con i giocatori che ho a disposizione”, ha dichiarato Priske. Una visione pragmatica che riflette la sua esperienza e la sua capacità di gestire situazioni delicate come quella che potrebbe coinvolgere il giovane attaccante.

Il tecnico ha poi sottolineato la stretta collaborazione con il direttore sportivo del Feyenoord, Frank Arnesen. “Ho un rapporto di lavoro incredibilmente buono con il direttore sportivo, e siamo sulla stessa lunghezza d’onda”, ha dichiarato Priske, mostrando che le decisioni strategiche per il futuro del club vengono prese in modo congiunto. “Il nostro ds fa ciò che è meglio per questo club, anche quando si tratta di una possibile partenza di Gimenez”, ha aggiunto, lasciando intendere che qualsiasi scelta sarà presa con la massima attenzione all’interesse a lungo termine del Feyenoord.

Milan gimenez

SANTIAGO GIMENEZ IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Nonostante la consapevolezza che una cessione potrebbe fare parte del normale corso degli eventi, Priske ha espresso il suo desiderio di trattenere il talento messicano. “Mi piacerebbe molto tenere Santiago, perché è un giocatore molto bravo”, ha ammesso il tecnico. Tuttavia, l’allenatore ha anche mostrato comprensione nei confronti dell’ambizione del giocatore: “Capisco che i calciatori abbiano molta ambizione. Fa parte del calcio quando i giocatori vogliono giocare nelle grandi competizioni, perché è importante avere ambizione.”

Il tema dell’ambizione è centrale, soprattutto quando si parla di un talento come Gimenez, che ha già dimostrato il suo valore al Feyenoord e che potrebbe vedere nel Milan una grande opportunità di crescita, sia sul piano personale che professionale. “Il carburante per le persone nello sport è realizzare i sogni”, ha proseguito Priske, riconoscendo che la voglia di giocare a livello internazionale è una motivazione naturale per chiunque aspiri ai massimi livelli.

In ogni caso, la situazione non è ancora definita, e il futuro di Gimenez potrebbe riservare ancora delle sorprese. Priske, da parte sua, spera che il suo attaccante decida di rimanere al Feyenoord, ma si dice consapevole che il calcio è fatto anche di queste scelte. Quello che sembra certo è che, qualunque sia la decisione finale, il club e il suo allenatore sono pronti ad affrontarla con la solita professionalità, mantenendo sempre il focus sul bene della squadra.

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