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La Juve si allea con Moratti
A volte basta veramente poco per caratterizzare una settimana, anche un semplice cambio di vocali. Dopo l’addio di Marotta, annunciato ai microfoni di sky sport al termine del match contro il Napoli di sabato, una clamorosa indiscrezione ha scosso stamani l’apparato istituzionale del mondo calcistico italiano.
Da Marotta a Moratti
Il presidente della Juve Andrea Agnelli vuole convincere l’ex patron nerazzurro Massimo Moratti a candidarsi alle prossime elezioni per la presidenza della FIGC. Un qualcosa di incredibile se si considerano i rapporti tutt’altro che idilliaci che intercorrono da sempre fra i due.
I dubbi di Moratti
In mattinata si era sparsa la voce di un imminente pranzo che si sarebbe dovuto svolgere alla presenza del presidente della lega Serie A Gaetano Miccichè. Sul piatto doveva esserci la proposta da parte di Agnelli e Miccichè di avanzare la candidatura di Moratti alla presidenza della Federazione. Il presidente bianconero vorrebbe presentare un candidato che possa fronteggiare la nomina di Gravina, che vanta già il 63% dei consensi grazie all’appoggio della Lega Dilettanti, dell’Associazione Arbitri, dell’Associazione Allenatori e della Lega Serie C di cui è presidente.
Stando a quanto riportato dall’entourage dei diretti interessati il pranzo sembra non esserci stato, ma ciò non esclude la possibilità di un incontro fra stasera e domani. Probabilmente l’annullamento del pranzo è da collegare all’incertezza dell’ex numero 1 nerazzurro. Moratti, infatti, non è ancora convinto della concreta possibilità di vincere, in quanto residuano pochi giorni per convincere i club a votarlo.
Le elezioni si terranno il 22 ottobre e le liste si chiudono domenica, ma la candidatura deve essere presentata entro venerdì, giorno in cui si riunirà definitivamente l’assemblea della Lega di A. Lo scetticismo di Moratti potrebbe derivare anche dal poco consenso che è sicuro di ricevere. Una sua eventuale candidatura troverebbe sicuramente l’opposizione del gruppo di Lotito e avrebbe il voto contrario di Ulivieri, Gravina, Sibilia e Nicchi.
Vento nuovo o aria vecchia?
Una persona come Moratti porterebbe alla Federazione la propria esperienza e la propria passione per uno sport che gli ha dato tanto. Al tempo stesso però la sua elezione non sarebbe in linea con la tanto attesa politica di svecchiamento delle cariche istituzionali volta a rimuovere gli antiquati modi di pensare, portando aria nuova nell’ambiente.
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VAR, Robert Huth duro: “E’ frustrante, va cambiato tutto”
L’ex-difensore del Leicester, Robert Huth, ha espresso la sua opinione sul VAR a TalkSPORT: durante il programma di Andy Goldstein.
Robert Huth, ex-difensore centrale tedesco che ha vinto la Premier League con il Leicester nel 2016, si è espresso in modo molto duro sul VAR e sul suo utilizzo. Il teutonico si è accodato al sentimento di diffidenza che sta crescendo nel panorama calcistico, inglese ma non solo, e ha invocato una profonda riforma del protocollo.
Le parole di Huth sul VAR
Di seguito le parole di Huth sul VAR, rilasciate alla trasmissione di Andy Goldstein su TalkSPORT.
“Se mi guardo indietro ripenso con nostalgia a quando tutti quanti sapevano se un tackle sarebbe stato o meno da cartellino giallo: non avevi nemmeno motivo di aspettare. Lo stesso vale per un cartellinai rosso, un calcio di rigore…qualunque cosa. Lo trovo veramente frustrante. Non voglio vedere un gol annullato per fuorigioco millimetrico. Il calcio non è perfetto e abbiamo bisogno di accettarlo. Le squadre dovrebbero accettare il verdetto dell’arbitro, per quanto controversa o svantaggiosa, invece di parlare di cose non importanti.
Quando non c’era il VAR l’arbitro poteva commettere un errore, venire fuori e chiedere scusa. Ora abbiamo la tecnologia e comunque vengono ancora commessi degli errori. Gli errori ci sono e ci saranno sempre. Spendiamo tanto tempo della partita davanti ad un monitor, eppure gli errori ci sono lo stesso. L’arte del tackle sta lentamente scomparendo. In Inghilterra amavamo entrare in scivolata quando c’era un contrasto fra due avversari ed entrambi volevano il pallone. Se una cosa del genere succedesse oggi uno dei due ne uscirebbe con un cartellino giallo o addirittura rosso, e questo è frustrante.
Adesso te ne stai lì, fermo in mezzo al campo ad aspettare senza sapere cosa stia succedendo. Sono andato a vedere Germania-Olanda (agli ultimi Europei, n.d.r.) e fin quando non sono tornato a casa non ho avuto la più pallida idea di perché quel gol fosse stato annullato. In teoria dovrebbe essere una cosa positiva il fatto che vengano commessi meno errori, ma questa cosa sta uccidendo il divertimento. Io non so se dovremmo togliere o lasciare il VAR, ma c’erano veramente così tanti errori prima?“
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Jan-Carlo Simic, frecciatina rivolta al passato:” Qui c’è un progetto per me”
Jan-Carlo Simic, storia di un giovane promettente difensore che ha deciso di lasciare anzitempo il Milan. Vediamo qui di seguito la sua intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
Poteva probabilmente andare in maniera differente, ma Jan-Carlo Simic, insieme al suo entourage, hanno deciso di lasciare il Milan per avere la possibilità di calcare con maggiore frequenza il campo.
Una scelta di vita, condivisibile, ma che può lasciare qualche rimpianto al Milan stesso per avere lasciato andare via un giocatore dalle buone premesse e promesse.
Il ragazzo si è infatti trasferito in Belgio con la maglia dell’Anderlecht per una cifra di 3 milioni di euro e una percentuale del 20% sulla futura rivendita.
Qui di seguito le dichiarazioni del giocatore:” A gennaio mi hanno cercato dozzine di club, in estate idem. Quando ho visto il progetto Anderlecht non ho avuto dubbi. Qui gioco tutte le partite e sono titolare. Non ho alcun rimpianto per avere detto addio al Milan, qui c’è un progetto per me. Il Milan non lo aveva? Non so…ma posso dire che l’Anderlecht è un club serio che mantiene le promesse”.
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Stadio San Siro, quasi 200 milioni di valore
Dall’Agenzia delle Entrate è arrivato il documento che riassume il valore dello stadio San Siro e delle aree circostanti: un importo di quasi 200 milioni di euro.
San Siro, il documento dell’Agenzia delle Entrate nel dettaglio
Nel documento di 196 pagine redatto dall’Agenzia delle Entrate emergono numeri chiave per la vendita dello Stadio San Siro e delle aree circostanti, valutati in totale 197 milioni di euro, oggetto di interesse di Inter e Milan per la costruzione di un nuovo impianto.
Di seguito i valori nel dettaglio:
196.988.465 euro: valore complessivo dello stadio e delle aree limitrofe.
124.005.204 euro: valore dell’area Ambito Gfu San Siro (nel 2019 era 103 milioni).
72.983.260 euro: valore dello stadio Meazza (in calo rispetto ai 96 milioni del 2019).
Il documento include anche il calcolo degli oneri di urbanizzazione che i club dovranno versare, pari a un totale di 59,5 milioni di euro, così suddivisi:
20.942.373 euro: urbanizzazione primaria.
16.517.928 euro: urbanizzazione secondaria.
22.088.729 euro: contributo concessorio per costi di costruzione.
L’iter della vendita dello Stadio San Siro
Il Consiglio Comunale di Milano ha approvato l’iter per la vendita del Meazza, chiedendo di destinare i proventi alla riqualificazione del quartiere San Siro, al contrasto dell’emergenza abitativa e al miglioramento degli impianti sportivi. Tuttavia, la decisione ha generato divisioni politiche: alcuni consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, hanno espresso riserve sulla proposta.
Il segretario metropolitano del PD, Alessandro Capelli, ha sottolineato la necessità di investire in un piano per restituire alla città le case popolari sfitte e per proteggere il Parco Sud dai progetti di nuovi stadi a San Donato e Rozzano. Nel frattempo, il consigliere Alessandro De Chirico (Forza Italia) ha proposto di coinvolgere altri potenziali acquirenti, come organizzatori di concerti, per trasformare San Siro in un’arena polifunzionale.
Cosa fanno Inter e Milan?
I due club hanno presentato una manifestazione di interesse non vincolante, impegnandosi ad aggiornare entro marzo 2025 il progetto di fattibilità e l’offerta economica del 2019. Tuttavia, il documento specifica che le società si riservano di abbandonare il progetto in assenza di un accordo definitivo. Questo atteggiamento ha destato preoccupazione, lasciando aperta l’ipotesi di altre destinazioni, come San Donato, per il nuovo stadio del Milan.
Il futuro dello stadio Meazza rimane quindi incerto, con un acceso confronto politico e una competizione tra possibili utilizzi e acquirenti.
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