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La “maledizione” di Kane colpisce anche il Bayern Monaco?
Harry Kane a 30 anni non ha ancora vinto un singolo trofeo. E rischia di non farlo neppure quest’anno con il Bayern Monaco…
Kane un “Re Mida maledetto“
❝Sono nato col male dentro. Distruggo tutto ciò che tocco: un Re Mida maledetto.❞
Questa è una delle frasi più belle di Rayden, contenuta nel disco Raydeneide ed estratta dal brano “Non Basterebbe“. Il rapper torinese, noto tifoso della Sampdoria e grande amico di Alvaro Morata, negli anni si è distinto grazie alla sua passione per il calcio (celebre la sua canzone “Le Donne & Il Calcio” in collaborazione con Sportitalia) e sicuramente apprezzerebbe il parallelismo fra la sua citazione e la sfortunata carriera del centravanti del Bayern Monaco.
Può uno dei centravanti più forti del nostro tempo non aver ancora alzato un trofeo alla soglia dei 31 anni? Puoi, se hai dedicato gran parte della tua vita (calcistica) al Tottenham. Un modesto club di quartiere, uno dei tanti geograficamente riconducibili a Londra, che sì nella sua storia ha vinto 14 trofei (il Community Shield, ex-Charity Shield, in Inghilterra non viene considerato una competizione ufficiale mentre in Italia sì e infatti il conteggio varia da 14 a 21 a seconda della fonte consultata) ma l’ultimo nel 2008.
A corroborare l’aura nefasta attorno agli Spurs, e che gli è valso il poco edificante soprannome di “forever losers” spesso utilizzato dai tifosi avversari all’interno dei loro cori di scherno, un curioso dato. Antonio Conte e José Mourinho, i due ultimi allenatori del Tottenham prima di Postecoglou, sono universalmente riconosciuti come due “vincenti nati” e infatti hanno vinto almeno un trofeo in ogni singola squadra che hanno allenato.
Cosa accomuna questi personaggi, al di là del fatto di essere terribilmente invisi ai giochisti new age? Il fatto di essere rimasti a “zeru tituli” soltanto una volta in tutta la loro carriera, ovvero quando hanno allenato il Tottenham. Il discorso si può estendere anche ai calciatori, su tutti Gareth Bale.
Il gallese, prodotto del settore giovanile del Tottenham, ha vinto tutto ciò che si poteva vincere con la maglia del Real Madrid e anche in MLS. Se si eccettua il discorso nazionali (Conte non ha vinto nulla con l’Italia), gli unici anni in cui Bale non ha vinto nulla sono quelli passati con la maglia degli Spurs.
Il Bayern Monaco e la sua crisi
Al Tottenham venivano spesso demandate le colpe per l’emorragia da trofei di Harry Kane, al quale il centravanti della nazionale inglese ha dedicato gran parte della sua carriera: quasi vent’anni, compresi i vari prestiti.
E se questo può essere in parte anche vero, va detto che Kane non ha mai vinto nulla neppure con la maglia dei tre leoni. Fra club e nazionale, il centravanti inglese ha perso ben quattro finali. Di cui una la ricorderete di certo, poiché parliamo della finale degli ultimi europei con l’Italia.
La quarta l’ha persa proprio con la maglia del Bayern Monaco, la squadra che aveva scelto per invertire il trend e sublimare la sua straordinaria carriera con dei trofei di squadra oltreché di record individuali. Parliamo della finale della DFL-Supercup (la Supercoppa Tedesca) persa ad Agosto tre a zero in casa contro l’RB Leipzig. Una partita che è stata una sorta di antipasto di quella che sarebbe stata di lì in avanti la stagione della compagine bavarese.
Infatti, il Bayern è stato eliminato dalla DFB-Pokal (la coppa nazionale tedesca) dalla matricola Saarbrücken (squadra militante nella Dritte Liga ovvero l’equivalente della nostra Serie C) agli ottavi di finale. In Bundesliga è a -5 dal Bayer Leverkusen, con il quale aveva pareggiato 2-2 all’andata prima di perdere rovinosamente lo scontro diretto a Leverkusen di settimana scorsa.
Una sconfitta che ha messo fortemente in discussione anche il futuro del tecnico: Thomas Tuchel, mai realmente entrato nelle grazie dello spogliatoio bavarese. In una situazione del genere, una vittoria della Champions League da parte del Bayern Monaco, allo stato attuale delle cose, è francamente molto difficile da pronosticare.
Qualora dovesse verificarsi questo scenario, Kane concluderebbe la 14esima stagione consecutiva da professionista senza trofei. Non ha chiaramente colpe, dato che ha segnato 28 gol in 28 partite fra tutte le competizioni e spesso è stato il risolutore di una squadra le cui vittorie sono spesso state frutto dell’inerzia, ma la sensazione che Kane, da “local boy” nato e cresciuto nel Tottenham, si sia portato dietro anche a Monaco la maledizione che da quasi un ventennio attanaglia gli Spurs è latente.
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Juventus, allenamento alla vigilia del Bruges alla Continassa: la situazione infortuni
Domani sera, allo Jan Breydel Stadium, la Juventus sfiderà il Bruges in un match cruciale per il prosieguo della fase a gironi di Champions League.
La squadra bianconera arriva a questo appuntamento con 11 punti raccolti nelle prime sei giornate, che valgono un’opportunità importante: conquistare un posto negli spareggi e tenere viva la speranza di un passaggio diretto agli ottavi di finale.
Preparazione alla sfida
L’allenamento della vigilia si è svolto questa mattina presso il centro sportivo della Continassa. Nella prima parte della sessione, aperta alla stampa, si sono distinti Kenan Yildiz, Francisco Conceicao e Weston McKennie, che hanno partecipato regolarmente ai lavori.
Presenti anche giocatori chiave come Kolo Muani, ancora in attesa di ufficializzazione, ma integrato nelle attività di squadra.
La rifinitura odierna ha permesso a mister Allegri di verificare le condizioni dei suoi uomini e di definire gli ultimi dettagli tattici in vista della sfida contro una squadra insidiosa come il Bruges, che si gioca le proprie chance di qualificazione sul terreno di casa.
Scenari di qualificazione
- Una vittoria della Juventus assicurerebbe almeno la qualificazione agli spareggi.
- I bianconeri puntano a ottenere i tre punti per aumentare le possibilità di accedere direttamente agli ottavi, in attesa dei risultati degli altri gironi.
Non resta che attendere il fischio d’inizio per scoprire se i bianconeri riusciranno a capitalizzare il primo match point e avvicinarsi al loro obiettivo europeo.
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Milan, il Conceicao furioso: questa squadra non ha carattere
Milan, ci riferiscono di un Sergio Conceicao letteralmente furioso in seguito alla gara contro la Juventus di sabato pomeriggio. Vediamo qui di seguito i dettagli.
Una brutta sconfitta che ha fatto male alla classifica e soprattutto all’umore di Sergio Conceicao.
Tanto da avere ammesso ai proprio entourage che questi giocatori non hanno carattere.
Probabile quindi un cambio di metodo, pugno duro e focalizzazione al risultato ricercando quella cattiveria che a onore del vero si è vista molto poco sia con il suo predecessore Paulo Fonseca che con lui, se non in rari momenti durante la Supercoppa.
Vedremo se contro il Girona mercoledì 22 gennaio le nuove istruzioni verranno recepite al meglio.
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Lecce, ha davvero senso trattenere Dorgu?
Rallenta la corsa del Lecce verso la salvezza. I giallorossi affondano contro il Cagliari e Giampaolo aspetta rinforzi dal mercato.
Il Lecce torna da Cagliari con le ossa rotte. La squadra di Giampaolo, che aveva chiuso in vantaggio il primo tempo, stava pregustando un altro risultato importante contro una diretta concorrente, ma la reazione dei sardi, con le reti di Gaetano e Luperto, e l’espulsione di Rebic hanno ribaltato la partita.
I giallorossi rimangono appena sopra la zona retrocessione, con un solo punto di vantaggio sul Verona terzultimo, ma ora dovranno affrontare l’Inter campione in carica. Un impegno già proibitivo, reso ancora più complicato dall’assenza dello squalificato Rebic e dalle molteplici indisponibilità che stanno decimando la rosa.
Giampaolo si ritrova a gestire un gruppo ormai ridotto ai minimi termini. In difesa le opzioni sono praticamente nulle al di fuori dei titolari, mentre a centrocampo e in attacco la situazione non è migliore, con un Krstovic troppo altalenante.
Il mercato di gennaio, già complicato di suo, diventa quasi impossibile per un club con le risorse limitate del Lecce. In questo scenario, una domanda sorge spontanea: ha davvero senso trattenere Patrick Dorgu?
Lecce, Dorgu un sacrificio necessario?
Patrick Dorgu rappresenta sicuramente il miglior talento del Lecce ed è uno dei giovani più promettenti del nostro campionato. La sua duttilità lo rende un elemento fondamentale per Giampaolo, che lo utilizza in diverse posizioni, ma questo spesso finisce per confondere il giocatore, spingendolo a cercare giocate individuali per compensare la pressione.
Le pretendenti per il danese non mancano: Napoli, Manchester United e Juventus sono pronte a mettere sul piatto cifre superiori ai 30 milioni di euro per assicurarselo. Una cessione del genere permetterebbe al Lecce di rinforzare la rosa con più innesti di qualità, fondamentali per raggiungere la salvezza.
Il direttore sportivo Corvino è comprensibilmente restio a privarsi di un talento come Dorgu, ma la realtà è che il danese, da solo, non può vincere le partite: serve una squadra completa e ben attrezzata.
Con l’attuale rosa ridotta all’osso, trattenere il miglior giocatore potrebbe non essere l’idea migliore per evitare la retrocessione. Cederlo sarebbe una scelta difficile, ma forse necessaria per il bene del club.
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