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Lazetic, una giovane promessa dal paragone ingombrante
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Lazetic, il Milan ha chiuso ieri per il giovane attaccante serbo. Un acquisto che non ha fatto sobbalzare la tifoseria dalla sedia, ma che qui di seguito andremo a conoscere meglio.
Il Milan brucia la concorrenza e si aggiudica le prestazioni di Marko Lazetic. L’ex attaccante della Stella Rossa ha espletato le formalità mediche e burocratiche diventando di fatto un nuovo rinforzo per l’attacco rossonero. Un attacco che probabilmente avrà bisogno delle sue giocate già nell’immediato viste le condizioni non edificanti di Zlatan Ibrahimovic e la scarsa vena realizzativa di Olivier Giroud, anch’egli comunque non giovanissimo.
Una grande opportunità per il giovane classe 2004, un terreno fertile nel quale poter dire la sua fin da subito ed al contempo crescere all’ombra di due mostri sacri come l’attaccante svedese e quello francese. Il resto lo farà uno spogliatoio coeso ed un allenatore che cerca di aiutare, stimolare e fare crescere il materiale umano a sua disposizione. Il sogno di trovarsi in una grande squadra, con mire ambiziose ed al cospetto di giocatori importanti è stato realizzato, ora toccherà a Lazetic fare vedere di che pasta è fatto.
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Lazetic, lo scomodo paragone
L’arrivo del giocatore va a cozzare con i desiderata della tifoseria rossonera che di fronte all’acquisto di Dusan Vlahovic da parte della Juventus si aspettava un nome più altisonante. Ed è proprio Vlahovic lo scomodo paragone messo sulla schiena al giovane Lazetic. Egli è infatti denominato il nuovo Vlahovic, un paragone che può inorgoglire, ma che al contempo può mettere una sorta di fretta ed aspettative avventate da parte del ragazzo stesso e soprattutto da parte della tifoseria che non perdona – alla società – il fatto di non essere intervenuta in maniera adeguata sul mercato.
Lazetici è stato scelto dalla dirigenza dietro segnalazione del reparto scouting guidato da Moncada, sul ragazzo c’è stata attenzione, interesse e tempestività nel prelevarlo bruciando un’accesa concorrenza. L’errore più grave adesso sarebbe aspettarsi da lui che risolva tutti i problemi in attacco del Milan, che sono evidenti. Dovrà crescere con calma, starà tutta lì la bravura del club nel coccolarlo, preservarlo dalle critiche e dosarlo in campo senza ascoltare paragoni e similitudini.
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Juventus, dove è finita la juventinità? Una dirigenza che…
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La Juventus, reduce dalla clamorosa eliminazione in Coppa Italia contro l’Empoli, deve interrogarsi su quanto prodotto in questa stagione.
La stagione della Juventus appare finora incerta. Iniziata con ottime speranze, nel corso del girone di andata, la squadra di Thiago Motta ha mostrato diverse crepe sia in fase realizzativa che in quella difensiva, oltre a una mancata continuità che sembra uno dei problemi principali della stagione.
Contro l’Empoli, in casa, in una sfida come questa, devi vincere. Non solo perché ti chiami Juve. L’eliminazione in Champions League doveva essere solo uno dei tanti stimoli per portare a casa la qualificazione in semifinale di Coppa Italia.
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(Foto di Salvatore Fornelli)
Ora è tempo di riflessioni. Non che alla Continassa mancassero prima, ma l’eliminazione dalla Coppa Italia rappresenta un colpo ben più duro, una ferita che tinge di nero l’umore della Juventus e rende ancora più incerto il futuro. La nebbia che avvolge il domani bianconero è fitta e preoccupante, soprattutto per chi guida il club e le colpe non sono solamente dell’allenatore.
Dove è finita la juventinità? Quella voglia, quella fame di portare a casa vittorie e trofei, come il DNA bianconero ci insegna.
Una squadra senza senatori (via Szczesny, Rabiot e Danilo) non può trasmettere ai nuovi cosa vuol dire vivere la Juve. A maggior ragione se anche la guida tecnica è nuova.
Una dirigenza che era consapevole delle difficoltà legate alla rivoluzione in atto, ma non si aspettava ostacoli così numerosi. Problemi di gestione, certo, ma anche di risultati.
Una dirigenza, che per ora, merita un voto molto basso non solo per il mercato fatto, ma soprattutto per il silenzio. Serve un segnale, che ad oggi non sembra esserci.
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Bologna-Milan: il gesto di solidarietà del club rossoblu agli alluvionati
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Bologna-Milan è il recupero della nona giornata di Serie A, quando le due squadre non furono fatte scendere in campo per l’alluvione che colpì il capoluogo emiliano.
Il Bologna, come aveva già deciso all’epoca dei fatti, ha confermato che devolverà in favore degli alluvionati dello scorso ottobre metà dell’incasso della sfida del Dall’Ara in programma alle 20.45.
Questo il comunicato apparso sul sito del club rossoblu:
“Il Bologna FC 1909, come già comunicato il 24 ottobre scorso, devolverà la metà dell’incasso che sarà realizzato per la partita Bologna-Milan di questa sera alla raccolta fondi indetta dalla Città Metropolitana per sostenere le famiglie colpite dall’alluvione del 19 ottobre 2024″.
A seguire sono arrivate le parole di ringraziamento del Sindaco della Città Matteo Lepore: “Il Bologna F.C. devolverà metà dell’incasso della partita di questa sera contro il Milan per la raccolta fondi della Città metropolitana di Bologna in favore della popolazione colpita dall’alluvione dello scorso ottobre. A nome di tutta Bologna ringrazio la società e il Presidente Saputo per questo gesto di solidarietà e vicinanza per noi molto importante“.
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Scarpa d’Oro, la competizione si accende
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La corsa alla conquista della Scarpa d’Oro continua: in pole position l’attaccante del Liverpool Mohamed Salah. Ecco la classifica.
Mohamed Salah resta in cima alla classifica della Scarpa d’Oro, nonostante un momento di stallo con una partita senza reti contro il Newcastle.
L’attaccante del Liverpool mantiene un vantaggio di quattro gol su Harry Kane (Bayern Monaco) e Mateo Retegui (Atalanta), mentre Robert Lewandowski (Barcellona) ed Erling Haaland (Manchester City) sono superati dal bomber argentino dell’Atalanta.
Kylian Mbappé (Real Madrid) si trova al decimo posto, affiancato da Ousmane Dembélé (PSG).
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