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Lazio: avanti tutta.
Una Lazio che finalmente offre continuita’ di risultati riesce a passare a Venezia (campo ostico) e ad accorciare la sua classifica per le posizioni che piu’ le competono.
Ancora priva di Immobile (ed ancora una volta non sostituito da colui che dovrebbe essere il suo vice, vale a dire Muriqi) la squadra di Sarri come a Sassuolo e’ passata quasi subito in vantaggio. Il merito, nemmeno a dirlo, e’ stato del suo uomo piu’ in forma, vale a dire Pedro.
Incredibile il rendimento di questo “giovanotto” di 34 anni che sta vivendo una vera e propria seconda giovinezza dalla parti di Formello. Ancora un gol di pregevole fattura con un taglio da destra a sinistra e palla incollata al piede. Una finta, un doppio passo e un tocco sul primo palo ad ingannare il portiere Romero.
Diciamoci la verita’: la grandezza di un giocatore si nota allorche’ egli fa diventare semplici cose che non lo sono. E Pedro in questo e’ maestro. Davvero geniale l’intuizione di Sarri che si e’ speso in prima persona per il suo approdo alla Lazio. Ma come successo in altre occasioni, ottenuto il vantaggio la Lazio ha smesso di giocare.
Rintanata nella sua meta’ campo ha abbassato pericolosamente ritmo e baricentro portando il Venezia a ridosso della sua area. E immancabilmente e’ arrivato il pari degli arancio-neroverdi con la prima rete (peraltro molto bella) di Forte. Sembrava di rivedere il match di due partite fa, con i biancocelesti subito avanti e poi ripresi e superati.
Ma stavolta la ripresa e’ stata favorevole agli uomini di Sarri che dopo appena due minuti tornavano in vantaggio col solito corner spizzato da Acerbi. La solita girandola di sotituzioni come contro il Genoa portava benefici solo alla Lazio allorche’ in campo entrava Luis Alberto al posto di un flemmatico Basic. E come per magia la Lazio si illuminava di nuovo.
Il Mago toccava il pallone in modo pulito, elegante, dando vita a duetti di pura classe ora con Zaccagni, ora con Pedro, ora con Milinkovic. La palla scorreva fluida tra i bianco celesti che “ghiacciavano” il match, non correndo mai seri pericoli. Nemmeno l’infortunio di Acerbi, che difatto obbligava Sarri a giocarsi il finale con un uomo in meno (finiti i cambi) sovvertiva l’esito della gara.
Che si poteva dire conclusa con il solito gioiello di Luis Alberto che apriva e chiudeva un’azione di triangolo con Milinkovic colpendo il pallone al volo con il collo sinistro e spedendo al palla sotto la traversa. Gol di una difficolta’ pazzesca poiche’ lo spagnolo e’ riuscito, al volo, a dare la giusta forza al pallone in modo che lo stesso non finisse alto. Ma al tempo stesso non finisse tra le braccia del portiere di casa. Sarri puo’ cosi’ tornare a casa con sempre piu’ certezze e sempre meno dubbi.
Strakosha ormai e’ il titolare. La coppia centrale e’ sempre piu’ sicura nel portare il pressing alto e questo accorcia le distanze tra i reparti. In questo modo il pressing dei giocatori offensivi laziali puo’ arrivare fino dalle parti del portiere avversario e questo rende la squadra opposta molto meno pericolosa.
Zaccagni e Pedro sono due spine costanti nelle difese avversarie. Sono tra i pochi esterni che saltano l’uomo e creano sempre pericoli. Milinkovic, pur giocando su ritmi non altissimi, trova modo di essere sempre derterminante. Cosi come lo e’ Luis Alberto che sembra giovarsi di un impiego part time a partita in corso. I ritmi si abbassano, gli avversari sono meno pressanti e lui trova spazi in cui creare traiettorie e palle filtranti che pochi giocatori potrebbero inventare.
Nell’attesa di recuperare Immobile (imprescindibile) vanno apportate migliorie in altri contesti. Muriqi e’ ormai considerato fuori gioco. Va preso un vice attaccante. Basic si limita al compitino e quasi mai e’ determinante. Lazzari non trova il posto da titolare nemmeno quando manca Hysaj e questo la dice lunga. Sarri gli ha preferito il redivivo Radu che sulla sinistra si trova piu’ a suo agio in una difesa a 4 non dovendo giocare da centrale e non dovendo spingere a tutta fascia come il gioco a tre prevederebbe.
Ora le meritate vacanze per un gruppo che quando e’ chiamato al doppio impegno in Europa e campionato stecca immancabilmente la partita post Euro League. Ma che quando ha modo e tempo di preparare al meglio il match resta sempre uno scoglio durissimo da superare.
Sarri lo sa bene ed aspetta il dono piu’ dolce dal nuovo anno: un mercato di gennaio che gli porti qualcuno che possa aumentare le rotazioni alzando il tasso tecnico della squadra e riducendo il gap tra i titolari e le seconde linee.
Un allenatore a cui e’ stato promesso un rinnovo importante lo meriterebbe.
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Giulini: “Il momento più doloroso? La retrocessione del 2022”
Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, è tornato a parlare dell’amara retrocessione del suo club nel 2022 e di un suo ricordo su Gigi Riva.
Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, è stato ospite del programma Goal Economy, in onda sulla radio ufficiale della Serie A. Il numero uno del club sardo ha parlato della squadra, del passato, del campionato italiano, e del ricordo di Gigi Riva. Di seguito le sue dichiarazioni
Giulini, il pensiero su Riva
“Ebbi il privilegio di fare una lunghissima chiacchierata con Gigi Riva, un onore per pochi. Dalle parole e dagli sguardi di Gigi percepii realmente quello che avevo letto e ascoltato dai racconti degli altri, avevo appreso da lui cosa rappresenta il Cagliari per i cagliaritani e i sardi. Inizialmente mi mise in guardia dalla forte responsabilità che avrei dovuto assumermi, ma poi è iniziata questa lunga avventura”.
Sulla retrocessione del 2022
“I miei anni e quelli di Cellino, sommati, mettono insieme buona parte degli anni di Serie A che il Cagliari annovera nella sua storia. Il momento più doloroso di questo decennio è sicuramente la retrocessione di Venezia nel 2022, al termine di una stagione dove ci portavamo dietro parecchi errori: non riuscimmo a vincere quella partita, sulla carta scontata, cosa che probabilmente con uno spogliatoio sano e una preparazione adeguata avremmo fatto. Scoppiò la contestazione, fu una retrocessione sanguinosa. Di momenti indimenticabili ce ne sono tanti, direi sicuramente la prima promozione dalla Serie B, perché a tutti coloro che fanno calcio e lo seguono piace vincere al di là della categoria: ricordo il gol di Sau in rovesciata a Vercelli per farci vincere il campionato davanti al Crotone di Juric. E poi altri due capitoli recenti: l’altra promozione a Bari nel 2023 in uno stadio già festante, all’ultimo secondo con il gol di Pavoletti, la nostra resurrezione completata, poi la salvezza della scorsa stagione a Reggio Emilia. Qualche giorno prima della partita decisiva per la salvezza, mister Ranieri – che è stato fondamentale per quella resurrezione – mi disse che ormai gli pesava tanto fare avanti e indietro da Roma e che sperava di chiudere la sua carriera nei club con una salvezza. Furono giorni difficili da gestire perché solo io e lui sapevamo che ci saremmo salutati, c’era molta ansia e per fortuna tutto andò bene. Il suo ritorno in panchina nella sua Roma è assolutamente comprensibile”.
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Turchia, Montella a rischio esonero
Pessime notizie per il CT della Turchia, Vincenzo Montella. L’ex attaccante italiano sembra essere a rischio esonero dopo le ultime uscite in Nations League.
La Turchia, guidata da Vincenzo Montella ha buttato la qualificazione nella lega A di UEFA Nations League nelle ultime uscite. Sarebbe bastato non perdere l’ultima partita contro il Montenegro.
I motivi del possibile esonero
Non sembra essere però il “fallimento” in Nations League il principale motivo del possibile esonero. A far discutere sono state soprattutto le convocazioni, nessuno è riuscito a spiegarsi la mancata convocazione di Atakan Karazor. Il centrocampista di proprietà dello Stoccarda è tra i più in forma al momento. Il ventottenne turco si è messo in mostra soprattutto in Champions League, sia nella vittoria con la Juventus che contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu.
Turchia, le parole di Montella
Nella conferenza post partita, Montenegro-Turchia, il CT se l’è presa molto con il terreno di gioco e ha sottolineato l’importanza dell’assenza del capitano Hakan Calhanoglu, ribadendo la fiducia nel vincere i playoff per accedere alla lega A. Successivamente, ha dichiarato che il reale obiettivo è la qualificazione ai Mondiali 2026. Questa la sua risposta a chi domandava del possibile esonero: “non considero questa domanda una vera domanda, sono felice e orgoglioso di quanto fatto nell’ultimo anno”.
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Ronaldo: “Sono qui per vincere, voglio lasciare un’eredità”
Il fuoriclasse portoghese, sul suo canale youtube, ha parlato del suo momento in Arabia e non solo. Leggi con noi le parole di Ronaldo.
Ronaldo ha pubblicato un video sul proprio canale Youtube in compagnia del youtuber più famoso al mondo, Mr Beast. Il portoghese ha risposto ad alcune domande riguardanti suo figlio, il documentario di Netflix e l’obiettivo dei 1000 gol.
Le parole di Ronaldo
Giocare con suo figlio.
“Ha 14 anni, vedremo come staranno le mie gambe. Ha già la pressione di essere mio figlio. Lasciamo che commetta i suoi errori, ma si spera per il futuro. Spero che possa diventare un professionista, ma se non lo diventerà e farà un altro lavoro, lo supporterò sempre. Non possiamo fare pressione sui nostri figli perché siamo famosi“.
Il suo arrivo in Arabia.
“Sono venuto per migliorare il campionato, per vincere. Voglio lasciare un’eredità. Dicono che sono finito, che sono qui solo per soldi. Ancora non ci credono, ma sono qui per vincere”.
L’obiettivo dei 1000 gol.
“Giorno dopo giorno. Mi godo un gol dopo l’altro. Mi godo il momento. I mille gol non mi dispiacciono affatto, sinceramente. Obiettivi che ho ancora nel calcio? Si tratta di divertirsi. Pianificare il tuo ritiro dal calcio. Accadrà tra un anno, due anni, qualunque cosa. Onestamente dico che non è uno scherzo, si tratta di godersi il momento, sentirsi come se mi stessi godendo il calcio.
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