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Lazio, Baroni: “Non penso al calendario, tre trasferte non ci spaventano. Taty non giocherà, su Castrovilli e Dia…”

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Lazio-Verona, Marco Baroni

Marco Baroni ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Fiorentina-Lazio. L’allenatore biancoceleste ha presentato la sfida e si è soffermato su cosa serve.

La vittoria sull’Hellas Verona ha riportato entusiasmo e la sfida del Franchi arriva forse nel momento migliore. I viola di Palladino sono alla ricerca della prima vittoria.

Lazio, le parole di Baroni

Che Lazio servirà per vincere a Firenze? Come stanno Gigot e Castellanos?

Sarà una partita complicata come tutte, sappiamo le difficoltà e come ci arriviamo. La squadra sta bene, ha svolto una settimana di lavoro buona anche se non proprio completa, è una settimana corta ma abbiamo fatto un buon lavoro. Domani ci sarà la rifinitura, per Taty fortunatamente non c’è niente di importante ma non voglio rischiare niente, mentre Gigot ha avuto questo problema ieri in allenamento e non sarà disponibile”.

Cosa pensa del turnover?

“Non posso prescindere dall’utilizzo di tutti, porto avanti questo pensiero con la squadra e devo essere coerente. Devo far crescere tutti e mantenerli a un livello prestativo alto anche in allenamento, per questo devo far giocare tutti.

Non mi piace chiamarlo turnover, mi piace pensare a venti giocatori che possono passarsi il testimone sia durante la partita ma anche dall’inizio con così tante competizioni importanti. Se fai gare con grande dispendio energetico è difficile mantenere le tre gare in una settimana“.

Lazio, Castellanos

VALENTIN CASTELLANOS PUNTA IL DITO IN ALTO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La scelta sul sostituto di Castellanos sarà legata all’avversario o alla questione lista e l’esclusione UEFA di Castrovilli? Vedremo ancora una Lazio coraggiosa anche in trasferta?

“Sicuramente il fatto che abbiamo tre trasferte ci devono dare risposte, la squadra deve avere lo stesso atteggiamento. Sappiamo che giocare davanti al nostro pubblico è straordinario, ma tra casa e trasferta non cambia nulla.

Dobbiamo essere sempre gli stessi a prescindere dal campo e dal risultato, lavoriamo su questo e mi aspetto una crescita importante. Sul sostituto di Taty ci sono due soluzioni che possono essere Pedro e Noslin, uno parte e uno entrerà”.

Si aspettava di giocare sabato visto che mercoledì giocherete in Europa? La Fiorentina è una partita speciale?

“In queste situazioni non è un fatto di entrare nella polemica, è chiaro che avere qualche giorno in più è sempre meglio. La testa però è dentro solo alla partita, quando non posso avere il controllo di alcune cose non ci penso, sul calendario non ho controllo quindi lavoro sulla squadra.

Per me è una partita speciale a prescindere, alla Fiorentina ho fatto tutto il settore giovanile e l’esordio in Serie A, ma non ci sono mai state cose concrete come allenatore. È un test importante, non mi piace pensare a queste cose personali, affrontiamo una squadra con un organico importante e davanti al suo pubblico vorrà cercare la prima vittoria. Noi andiamo lì ad affrontare questo primo nuovo test in trasferta dopo le cose buone fatte in casa”.

LA GRINTA DI NUNO TAVERES IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La Lazio spingerà sempre prevalentemente a sinistra?

“Dobbiamo attaccare da entrambe le parti, a Udine solo Lazzari mise 13 cross e con questo sistema di gioco dobbiamo lavorare sugli esterni. È chiaro che si lavora con entrambi gli esterni, quando si parlava di equilibrio bisogna essere molto bravi a mantenerlo con i mediani quando entrambi i terzini spingono. Siamo la squadra che ha concesso meno ingressi in area di rigore, beneficiamo dell’aggressione alta perché meno ingressi in area ci sono e meglio è”.

Che ruolo può avere Castrovilli in questa Lazio?

“Per me Gaetano può lavorare in tutti i ruoli del centrocampo, anche tra i due mediani. A me non piace spostare giocatori che fanno bene in una posizione e per questo non voglio cambiare Dia, non è detto che non possano esserci dei cambi ma vorrei mantenere Dia sulla trequarti. Abbiamo lavorato su questa soluzione“.

LA DELUSIONE DI IVAN PROVEDEL, ALESSIO ROMAGNOLI E PATRIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Si aspetta qualcosa di più da Romagnoli?

“Alessio non è assolutamente in discussione, come vi ho detto prima in ottica delle gare possono esserci della variazioni. È un giocatore che ha lettura e personalità anche in fase di sviluppo. In questo momento ho tanti titolari e questa è la cosa che sto cercando di portare avanti con la squadra e anche di mandare questo messaggio all’esterno”.

C’è un proprietario del ruolo di ala destra? Come ha visto l’arrivo di Juric alla Roma?

“Non voglio esprimermi, quando viene sostituito un collega mi dispiace sempre. Come ho già detto per il derby che sarà una partita fondamentale ci sarà tempo. In questo momento abbiamo dei giocatori importanti. Vorrei portarvi su questo pensiero, quando si parla di equilibrio ci servono due fasi e i giocatori non devono pensare ai 90 minuti, i giocatori devono entrare in campo sparando tutto e pensando ai 60 minuti.

Per avere equilibrio e compattezza serve grande sacrificio nelle due fasi. Tchaouna è entrato bene, ma anche Isaksen ha fatto una buona partita. Loum con il Milan ha pagato lo spessore della partita, ma piano piano queste cose verranno sistemate. Non ho nessun dubbio, avere due titolari nello stesso ruolo per me è importante. Questo messaggio devo far passare alla squadra e dovrò essere coerente”.

Che idea si è fatto dell’avversaria?

“Siamo le squadre che hanno tirato più in porta, sarà una partita dove ci sarà la possibilità di giocare perché anche loro attaccano come noi. Sarà una partita sicuramente spettacolare, credo che ci sono tante situazioni nella Fiorentina perché c’è gamba e qualità.

Dobbiamo stare molto attenti sulle palle inattive, hanno già fatto tre gol, hanno Biraghi che calcia molto bene e per questo dobbiamo tenerli lontani. Non possiamo sbagliare la prestazione perché è la prima di tre trasferte e l’atteggiamento deve essere lo stesso”.

Quanto è importante subire poco per ottenere risposte a livello di equilibrio?

“Quando parlo di equilibrio si parla di queste componenti, ci sarà bisogno di grande corsa e compattezza. Loro hanno qualità tra le linee e attaccano la profondità, dovremo andar forte e dovremo essere pronti ad affrontare una squadra con cui ci sarà da lavorare”.

Quanto cambierà la fase offensiva della Lazio e la proposta di cross senza Castellanos?

“È chiaro che lavoriamo su tre modalità di cross, ce ne mancherà una ma ne avremo altre due. Nel calcio è difficile entrare dentro l’area, si lavora anche per questo. La squadra offensivamente ha avuto tante soluzioni, non solo con l’attacco esterno, su questo ci lavoriamo tutta la settimana e si lavora principalmente sulla fase offensiva.

Cerco semplicemente di mettere la squadra nelle condizioni di sviluppare al meglio le proprie qualità. Se ho esterni bravi dobbiamo andare sugli esterni e per fare gol bisogna riempire l’area. Per noi non cambierà niente l’eventuale mancanza di un giocatore, anche se per noi è fondamentale e indispensabile.

Quando lavori con tanti giocatori offensivi, è meglio tenere gli avversari lontani dalla nostra porta e per questo cerchiamo un’aggressione alta nella metà campo offensiva cercando di togliere più corse difensive possibili ai nostri esterni”.

Boulaye Dia ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

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Mancini: “Alla Roma avrei detto sì. Se potessi tornare indietro, non lascerei la Nazionale”

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Mancini

In un’intervista rilasciata a Il Giornale, Roberto Mancini ha affrontato diversi argomenti, parlando anche della Nazionale e dell’accostamento alla Roma.

Nell’intervista rilasciata a Il Giornale, dopo aver ripercorso i ricordi della sua infanzia, i primi passi nel calcio con il Bologna e i trionfi con Sampdoria e Lazio, Roberto Mancini ha riflettuto anche sulla sua straordinaria carriera da allenatore. Con un breve excursus nel suo passato, il tecnico ha ricordato le tappe che lo hanno portato a diventare uno dei protagonisti del calcio italiano e internazionale.

Mancini e gli inizi da allenatore

Mancini ha raccontato di quando iniziò la sua carriera in panchina, partendo dalla Fiorentina su chiamata di Vittorio Cecchi Gori: “Uomo straordinario che ha avuto dal calcio e dalla vita molto meno di quanto meritasse. Io ero un allenatore ragazzino, i miei giocatori avevano più o meno la mia stessa età”. 

Dopo la Fiorentina arrivò il ritorno alla Lazio e poi l’esperienza in Inghilterra con il Manchester City: “Non era lo squadrone di adesso, però lo diventò”. 

Infine, il tecnico ha ricordato il successo all’Inter: “L’ho riportata dopo tanti anni a vincere lo scudetto. Ho vinto molto da allenatore: Coppe Italia, Supercoppe, campionati”.

ROBERTO MANCINI PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

L’esperienza in Nazionale

Il momento più emozionante della sua carriera è stato però la chiamata per diventare commissario tecnico della Nazionale italiana.

Mancini ha descritto con entusiasmo quel momento, dicendo che faticava a crederci e che per un allenatore è il sogno più grande: “Non nego che nonostante avessi alle spalle parecchie esperienze su panchine importanti, pensare di tornare ad indossare quella maglia azzurra non da giocatore ma da ct, un po’ mi ha fatto tremare le gambe”.

Prima di accettare, si confrontò con Gianluca Vialli, che lo spinse a dire subito di sì: “Luca mi disse di accettare subito. E così feci. Dopo un anno arrivò anche lui. Un’avventura straordinaria condivisa insieme. Il miglior coronamento di un’amicizia unica”.

Quei cinque anni in Nazionale furono meravigliosi, anche se non mancarono le difficoltà iniziali: “Per poi inanellare una serie di vittorie e record di cui vado orgoglioso”.

Il culmine arrivò con la vittoria dell’Europeo a Wembley: “Riportare l’Italia dopo cinquant’anni sul tetto d’Europa è stata un’emozione indescrivibile”.

Tuttavia, la mancata qualificazione ai Mondiali resta una ferita aperta: “Una ferita che brucia ancora. Un conto in sospeso con i tifosi”.

Sul motivo del suo addio alla Nazionale, Mancini ha spiegato che il rapporto di fiducia con la Federazione si era incrinato: “Se io e il presidente Gravina ci fossimo parlati, spiegati, chiariti, probabilmente le cose non sarebbero andate così”.

Sull’aspetto economico, ha ammesso che la proposta araba lo ha messo in crisi, pur non essendo determinante per la sua decisione: “Non rifarei quella scelta. Lasciare la Nazionale italiana è stata una scelta sbagliata”.

Il recente passato in Arabia Saudita

Parlando dell’esperienza in Arabia Saudita, Mancini ha dichiarato di essere soddisfatto, nonostante i risultati non siano stati quelli sperati: “Ho lavorato bene con il gruppo. I ragazzi mi hanno seguito e credo di avere lasciato loro buone basi su cui costruire qualcosa di positivo”.

Con la dirigenza ha detto di essersi lasciato in buoni rapporti, smentendo le cifre esagerate riportate dai giornali sia per l’ingaggio che per la buonuscita.

Mancini e le voci sulla Roma

I TIFOSI DELLA ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Mancini e le voci sulla panchina della Roma

In seguito, Mancini ha smentito di essere stato vicino alla panchina della Roma, nonostante le tante voci circolate: “Non sono mai stato contattato per la panchina della Roma. Nessuna chiamata dalla dirigenza”.

Il tecnico ha poi ammesso che gli ha fatto piacere leggere che molti tifosi romanisti lo avrebbero accolto con entusiasmo, nonostante i laziali non sarebbero stati altrettanto contenti.

Se la Roma lo avesse chiamato, avrebbe valutato seriamente l’opportunità: “Se ci fossero state le condizioni di un bel progetto da portare avanti insieme, avrei risposto di sì”.

Mancini tra ricordi e sogni per il futuro

Mancini ha concluso con un pensiero dedicato a chi gli manca di più: “Vialli, Eriksson, Mihajlovic. Lei non può immaginare nemmeno quanto mi mancano. Che solitudine, che deserto mi hanno lasciato nel cuore”.

Il suo sogno rimane quello di alzare la Coppa del Mondo: “Appena diventai ct della Nazionale dichiarai i miei due obiettivi: vincere un Europeo e un Mondiale”.

Un conto ancora aperto che Mancini sogna di chiudere.

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Milan, continua il profilo basso di Ibrahimovic sul mercato:” Tra pochi giorni torna Bennacer”

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Milan

Milan, è sicuramente un profilo molto basso quello tenuto dal Senior Advisor rossonero Zlatan Ibrahimovic quando sistematicamente viene incalzato sulle future mosse di mercato.

Ci si aspettano rinforzi nel mese di gennaio, ma il Senior Advisor Zlatan Ibrahimovic prosegue con il suo profilo basso. A detta di molti è una tattica peraltro usata dalla quasi totalità dei dirigenti non rivelare mesi prima di volere andare sul mercato. Un modo anche per sminuire l’attuale rosa.

Fatto sta che l’ex attaccante rossonero ha dichiarato davanti alle telecamere che a breve tornerà Ismael Bennacer ad allenarsi prima individualmente con un piano di recupero personalizzato, poi con il resto del gruppo in modo tale da averlo abile e arruolato per il mese di gennaio.

Siccome il rinforzo desiderato è sulla mediana, i rossoneri si riterranno soddisfatti con il ritorno dell’algerino?

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Fiorentina, Pradè torna a bussare alla Dinamo Zagabria

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La Fiorentina potrebbe tornare a bussare alla porta della Dinamo Zagabria, dopo essere stata respinta la scorsa estate per Baturina

Pradè è pronto a mettersi in contatto nuovamente con la Dinamo Zagabria, se Baturina ormai può essere ritenuto fuori portata per la società di Commisso, ora il talento croato ha una valutazione che supera nettamente i venti milioni di euro, nella rosa del club croato c’è un altro talento che potrebbe fare al caso della Fiorentina.

Secondo quanto riporta Sky, i viola sono interessati al centrocampista classe 2003 Petar Sucic, centrocampista bosniaco naturalizzato croato con la cui nazionale ha esordito lo scorso 5 settembre.

Nella scorsa stagione Sucic ha giocato 42 partite, di cui 25 nel campionato croato, 6 in Coppa di Croazia, segnando un gol per competizione, 7 in Conference League, una nei preliminari di Europa League e 3 nei preliminari di Champions League

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