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Lazio: ennesimo stop.

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CATALDI

Un altro stop per la Lazio di Sarri sempre piu’ alla ricerca di se’ stessa.

 

inter-lazio

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La Lazio perde anche a Milano e vede allontanare sempre piu’ il suo obiettivo minimo stagionale, vale a dire la qualificazione per l’Europa League. E’ stata una partita dove la squadra di Sarri non ha mai dato l’impressione di poter vincere. Molto piu’ evidente che potesse prendere gol da un momento all’altro, soprattutto quando l’Inter era in forcing.

Una prova certo decisamente piu’ convincente di quelle ad esempio viste a Verona o Bologna. Ma non poteva di certo bastare contro la prima della classe. Sarri ha alzato il pressing giocando quasi a uomo sui tre giocatori centrali di Inzaghi (Skriniar deVriy e Bastoni).

Questo accorgimento gli ha permesso di portare Cataldi su Brozovic che tanti grattacapi aveva dato alla Lazio nel match d’andata. Ma l’Inter ha vinto grazie proprio a due dei suoi difensori in proiezione offensiva. Nella prima rete (come con l’Udinese in casa) e’ stato un tiro da fuori area senza protezione a dare il vantaggio ai nerazzurri. Nel secondo gol, come spesso accade, a vincere il duello aereo tra la retroguardia biancoceleste e gli avversari sono stati quest’ultimi.

La Lazio difende male ed i numeri dei gol subiti (gli stessi del Genoa e due in piu’ del Venezia per capirci) ce lo ricordano impietosamente. Diversa e’ la questione per quanto riguarda i gol all’attivo che non sono un problema. Ma nel calcio non si puo’ sempre pensare di vincere segnando un gol piu’ dell’avversario.Nel calcio si deve giocare anche pensando di non subirne alcuno.

Ieri buona la prova di Luiz Felipe (orfano di Acerbi). Il sempre presente Immobile ha punito l’unico errore difensivo dei nerazzurri. Una certezza il bomber di Torre Annunziata. Questa squadra avrebbe bisogno dei tanto agognati ritocchi richiesti dal suo allenatore. Ma l’indice di liquidita’ ne blocca difatto il mercato e ne limita fortemente le potenzialita’.

Una squadra incompiuta che galleggia tra il passato (Simone Inzaghi ed il 3 5 2) ed il presente targato Sarri e la sua idea di calcio che alcuni giocatori hanno dimostrato di non apprendere. Cosi non si va lontano. Bisogna mettere riparo agli errori commessi nelle passate stagioni quando sono stati spesi 8 milioni e mezzo per Fares, 10, 5 milioni per Vavro e ben 20 per Muriqi (anche ieri non impiegato).

Ben 40 milioni buttati dalla finestra per giocatori che non sono mai stati presi veramente in considerazione. Per una squadra con risorse limitate sono vere e proprie iatture. L’ operazione Muriqi poi  lascia davvero interdetti. La Lazio aveva (insieme all’Atalanta con Muriel) il miglior dodicesimo uomo del campionato (Caicedo). Lo ha lasciato andar via per la punta kosovara che mi preme ricordare e’ costata piu’ del doppio di Immobile. Vale a dire di colui al quale avrebbe dovuto fare la riserva. Una follia.

Gli errori si pagano e la Lazio li sta pagando uno ad uno sulla sua pelle maturando un campionato anonimo. Sia ben chiaro: nulla e’ compromesso e la porta per l’Europa League sarebbe ancora raggiungibile. Ma ci vorrebbe uno scatto tecnico societario che in questo momento facciamo fatica a vedere.

Quando un DS dichiara che una squadra che prende piu’ di due gol a partita cerchera’ un difensore sul mercato solo se Acerbi non dovesse recuperare dall’infortunio in tempi brevi si ha l’idea di dove quella societa’ abbia posto l’asticella della sua aspirazione.

Crediamo i suoi tifosi (anche ieri presenti a Milano) meritino qualcosa in piu’. E crediamo lo meriti la storia della stessa societa’ che ieri vorrei ricordare ha compiuto ben 122 anni. Auguri Lazio. Oggi forse ne hai bisogno piu’ di ieri.

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Napoli, uno scambio può portare un attaccante da fuori

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Napoli, l'allenatore Antonio Conte

Napoli, Antonio Conte vuole un rinforzo in attacco: e punta un ex della Serie A che all’estero non sta trovando tanto spazio. In coda c’è anche la Juve.

Dopo quindici giornate, la corsa allo scudetto non sembra più essere una questione esclusiva tra Napoli, Juventus e Inter.

A rimescolare le carte ci hanno pensato prima Juventus e Napoli, con rivoluzioni estive capaci di dare subito un nuovo slancio rispetto alla scorsa stagione, e poi alcune sorprendenti conferme: la Fiorentina di Palladino, la Lazio di Baroni e, soprattutto, l’Atalanta di Gasperini, ormai consolidata come una delle principali protagoniste del campionato.

Le necessità di Juventus e Napoli

L’incompatibilità tecnico-tattica tra Dusan Vlahovic e Thiago Motta, ormai nota e confermata dallo stesso attaccante serbo in una controversa intervista, obbliga Cristiano Giuntoli a muoversi sul mercato.

A gennaio sarà necessario portare a Vinovo un centravanti di livello, a meno che Motta non decida di puntare tutto sul recupero completo di Arkadiusz Milik, giocatore di indubbio talento ma caratterizzato da una fragilità fisica che non offre garanzie.

Anche il Napoli, con Antonio Conte in panchina, sta pianificando rinforzi per il reparto offensivo. Nonostante la presenza di Romelu Lukaku, Conte avrebbe richiesto un attaccante in grado di permettere nuove soluzioni tattiche, come un possibile ritorno al suo amato 3-5-2.

Il nome di Joshua Zirkzee spicca tra i possibili obiettivi, indicato dal tecnico come una priorità per il mercato invernale, secondo quanto riportato da Il Mattino. Un’alternativa, come da noi riportato, potrebbe essere Rashford.

Lo scenario Osimhen-Zirkzee

L’ipotesi di un affare che coinvolga Victor Osimhen rende ancora più interessante questa prospettiva. Il nigeriano potrebbe essere protagonista di uno scambio vantaggioso con il Manchester United, scenario che, tuttavia, rischierebbe di penalizzare la Juventus di Motta.

La Vecchia Signora si ritroverebbe infatti non solo priva di Zirkzee, ma anche del possibile colpo estivo rappresentato proprio da Osimhen, lasciando un vuoto importante nelle ambizioni di rimonta per il titolo.

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Salone d’Onore CONI: Premio Giovani Giornalisti a Daniele Bartocci

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Successo al Salone d’Onore CONI per la XV Edizione del Premio Andrea Fortunato, che ha celebrato le eccellenze dello sport italiano e della medicina. Tra i protagonisti, oltre a illustri personaggi come l’ex CT Nazionale Italiana di Calcio Roberto Mancini e il campione del mondo 2006 Andrea Barzagli, il giovane giornalista e amico Daniele Bartocci, grande esperto food&sport.

Salone d'Onore CONI

Ieri mattina, lunedì 9 dicembre, presso il prestigioso Salone d’Onore CONI a Roma, si è tenuta la XV Edizione del Premio Andrea Fortunato – Lo Sport è Vita, uno dei riconoscimenti più ambiti e significativi del panorama sportivo nazionale, che ogni anno premia i più grandi personaggi del calcio italiano e della medicina. Organizzato dalla Fondazione Fioravante Polito di Santa Maria di Castellabate (Salerno), il premio non è solo un’occasione per celebrare i protagonisti dello sport, ma rappresenta anche un’importante iniziativa per sensibilizzare sul tema della prevenzione medica nello sport. Il cuore del messaggio promosso dalla Fondazione è il Passaporto Ematico, uno strumento volto a rendere obbligatori esami ematici e cardiaci per gli atleti. Questo progetto è intitolato a quattro compianti calciatori: Andrea Fortunato, Piermario Morosini, Flavio Falzetti e Carmelo Imbriani, le cui tragiche scomparse hanno evidenziato l’importanza della prevenzione nella pratica sportiva.

Tra i giovani talenti emergenti, tra l’altro sempre molto sensibili a queste fondamentali tematiche sociali, grande attenzione al Premio Giovani Giornalisti, vinto da Daniele Bartocci, una figura brillante e già affermata nel panorama giornalistico sportivo e del food italiano. Daniele Bartocci rappresenta l’essenza del giornalismo sportivo moderno: innovazione, competenza e passione. 

Salone d'Onore CONI

Un estratto della motivazione: Un riconoscimento al lavoro svolto con professionalità, sensibilità e una visione innovativa da Daniele Bartocci,  già vincitore del Myllennium Award e di tanti altri premi nazionali, esempio di dedizione e qualità, e di ispirazione per le nuove generazioni”.  

Insomma, oltre a premiare le eccellenze del Bel Paese e Daniele Bartocci come miglior giornalista italiano giovane 2024, il Premio Andrea Fortunato al Salone d’Onore CONI è una celebrazione dei valori dello sport come resilienza, solidarietà e impegno sociale. La manifestazione riafferma il suo ruolo centrale nel promuovere iniziative di grande rilevanza sociale, rendendo omaggio a chi si distingue non solo per risultati sportivi, ma anche per il contributo umano e professionale. “Sono particolarmente felice di questo riconoscimento, in un’iniziativa di assoluto valore per lo sport italiano” ha commentato Daniele Bartocci presente al Salone d’Onore CONI.

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Bologna, festeggiamenti per mister Italiano

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Bologna, Vincenzo Italiano

Oggi in casa dei felsinei è giorno di festa: l’occasione speciale è il compleanno del mister Vincenzo Italiano. Ripercorriamo insieme la sua carriera.

Prima di allenare Fiorentina e Bologna in Serie A, Vincenzo Italiano, che oggi taglia il traguardo dei 47 anni, era un bambino. Nato in un piccolo paese siciliano, Ribera.

Fin da allora, Vincenzo aveva un solo obiettivo: diventare un calciatore. Ma crescere al sud, dove le opportunità sono poche, ha reso il suo cammino ancora più difficile. “A 15 anni ho lasciato casa, abbandonando tutto ciò che pensavo fosse impossibile lasciare”, ha ricordato lui stesso.

E ha rivendicato di essere uno dei pochi a farcela: “Venire fuori dal paesino in cui sono nato è qualcosa di straordinario. Sono solo il terzo nella storia a diventare un calciatore professionista”.

Quando è tornato in Sicilia per allenare il Trapani, ha trasmesso il suo messaggio di speranza e determinazione: “Nessun limite, solo orizzonti”. Questo motto riassume la sua visione: ambizione e lavoro duro.

Il percorso da allenatore

Diventare allenatore per Italiano non è stata una scelta casuale. Come ha spiegato lui stesso: “Il destino ha voluto che in alcune stagioni superassimo le aspettative grazie a una precisa organizzazione e a un’identità di gioco chiara”.

Essere un allenatore, però, è una vera e propria vocazione: “L’allenatore pensa h24: squadra, club, dirigenti, presidenti, tifosi”, afferma. È un impegno totale, che richiede sacrificio e dedizione costante.

Italiano è arrivato in Serie A, ma non senza sforzi. L’esperienza da allenatore dello Spezia è stata decisiva per la sua crescita: ha guidato la squadra alla promozione nella massima serie e l’ha mantenuta in A, due traguardi che hanno consolidato la sua reputazione. Con la Fiorentina, poi, ha fatto il salto di qualità definitivo, dimostrando di poter competere ai massimi livelli.

Con il Bologna, in questo periodo, sta trovando una quadra: soprattutto nelle ultime partite, inclusa quella allo Stadium contro la Juventus, dove ha conquistato un pareggio 2-2.

Il suo club gli fa tanti auguri.

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