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Lazio, l’attacco non va. E c’è un dato che preoccupa Sarri…
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L’attacco della Lazio mai così male dai tempi di Pioli. Sono infatti 7 in 13 partite i gol messi a referto dall’attacco bianco celeste, di cui solo 4 su azione.
Lazio, l’attacco si è inceppato
La comprovata difficoltà della Lazio di far arrivare al gol i propri attaccanti preoccupa Sarri. Parlando solo del campionato, dagli attaccanti sono arrivati appena 7 gol in 13 partite. E per “attaccanti” intendo la batteria completa degli esterni del tridente più i due centravanti.
• Immobile: 4 gol.
• Castellanos: 1 gol.
• Felipe Anderson: 1 gol.
• Zaccagni: 1 gol.
• Pedro: 0 gol.
• Isaksen: 0 gol.
Crea poco, segna ancora meno
Leggi anche la mia analisi alla vittoria sul Celtic.
La Lazio ha le polveri bagnate, ma il dato preoccupante è un altro. La Lazio non segna su azione in campionato da 415 minuti. Era il 35esimo della gara di Reggio Emilia contro il Sassuolo, quando lo scavetto di Luis Alberto portò i biancocelesti sul due a zero. Da quel momento sono arrivati solo 2 gol in 4 partite. Due rigori, per la precisione. Quelli di Immobile.
Contro la Fiorentina e contro la Salernitana. In generale, 3 dei 4 gol segnati dal centravanti di Torre Annunziata in campionato sono arrivati dal dischetto. E se un calo di rendimento per Ciro, considerando l’età, era fisiologico e preventivabile, lo stesso non si può dire del suo vice.
Castellanos, infatti, ha segnato appena 1 gol in 15 partite fra tutte le competizioni. Arrivato in estate per 15 milioni di euro con il chiaro compito di far rifiatare Immobile, ha finito col renderlo ancor più indispensabile.
Lazio, mai così male dal 2015
Una simile difficoltà nel fare gol a Formello non la si registrava dall’Ottobre del 2015. Era il secondo anno di Stefano Pioli, culminato con il suo esonero e la promozione di Simone Inzaghi da tecnico della primavera a capo-allenatore della prima squadra. Fra il sinistro di Kishna (85esimo) contro il Milan e il colpo di testa di Matri (78esimo) contro la Sampdoria passarono 443 minuti.
In quel frangente la Lazio segnò solo un gol, ovvero un rigore di Candreva nel pareggio casalingo contro il Palermo, ma i suoi attaccanti avevano segnato 10 gol (e tutti su azione) contro i 7 della stagione corrente. Prima della partita che sancì la fine del digiuno offensivo, ovvero la già citata gara interna contro i blu-cerchiati, la Lazio occupava la 12esima posizione in classifica contro la decima di oggi.
La speranza dei tifosi biancocelesti è ovviamente che le analogie fra questa e quella stagione siano terminate qui. All’epoca la conclusione del digiuno portò solo a un pareggio interno. Vedremo se quella di sabato contro il Cagliari sarà il pretesto giusto per interrompere l’astinenza da gol su azione e per segnare la ripartenza laziale, magari grazie a una bella vittoria.
Fonte: LaLazioSiamoNoi.it.
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Cassano: “Sento dire grande Juventus, ma la verità…”
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Antonio Cassano ha parlato dal canale Twitch di Vivaelfutbolreal, affrontando il tema del derby d’Italia tra Juventus ed Inter.
Antonio Cassano, ex attaccante di Inter e Milan, ha parlato degli attaccanti di Serie A sul canale Twitch di Vivaelfutbolreal. Uno dei temi principali è stato il derby d’Italia tra Juventus ed Inter, che ha visto la truppa di Thiago Motta aggiudicarsi la posta in palio, ma che non ha convinto sulla prestazione.
Di seguito le sue parole.
Cassano sentenzia su Juventus-Inter
“Leggo di una grande Juventus ma realmente se il primo tempo finisce 4/5-0 occasioni clamorose l’Inter porta a casa la partita facilmente. Non ho capito cos’è successo tra primo e secondo tempo, sembrava la Sammartinese e la Juve il Barcellona dei vecchi tempi”.
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Trevisani: “Juventus-Inter? Se il primo tempo finiva 0-2…”
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Riccardo Trevisani ha parlato del derby d’Italia tra Juventus-Inter, sulle frequenze di Cronache di Spogliatoio, commentando quanto accaduto nei novanta minuti.
Nel corso del consueto appuntamento con la sua rubrica ‘La sentenza’ per il podcast di Cronache di Spogliatoio ‘Fontana di Trevi’, il giornalista di Mediaset Riccardo Trevisani ha parlato del derby d’Italia tra Juventus ed Inter.
Di seguito le sue parole.
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LA GRINTA DI SIMONE INZAGHI E THIAGO MOTTA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Trevisani, il commento su Juventus-Inter
“Juve-Inter se finisce 0-2 siamo qui a fare altri discorsi. Però: Lautaro credo abbia la miglior conversione di quel cross della Serie A, gli riconosco poche cose da ‘top 1’ e quella è una. Può finire tranquillamente 0-2 all’intervallo, ma la partita va avanti e la Juve la vince mentre in chat stavamo dicendo a che minuto avrebbe segnato, perché avendo visto tante partite lo sai come va a finire”.
Nel secondo tempo entrano in campo pensando di fare altre sette palle gol e invece la Juve migliora, va più alta a pressare, esce Savona”.
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Rosella Sensi, “Mio padre non ha mai pensato di vendere Totti”
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Dopo le parole di Moratti sulla volontà di cedere di Totti, ecco la risposta da parte della figlia di Franco Sensi, ex presidente della Roma. Ecco le sue parole.
Il Corriere della Sera a trent’anni dall’acquisizione dell’Inter da parte di Massimo Moratti ha intervistato l’ex presidente: che si è lasciato andare ai ricordi concedendo anche qualche curioso retroscena. La nota più importante raccontata dall’ex patron nerazzurro è sicuramente quella che vedeva la possibilità di portare a Milano Francesco Totti, data la situazione economica della Roma che aveva apparentemente costretto l’ex storico presidente Franco Sensi ad offrire all’Inter proprio il pezzo più pregiato. “Totti? L’allora proprietà della Roma era piena di debiti, strapiena di debiti… Il presidente era così disperato che arrivò a offrirmi Totti. Piangendo… Poi forse Totti avrebbe comunque scelto di restare a Roma, ma anche in quel caso lasciammo stare noi dell’Inter. Cose di calcio, cose di sentimenti”.
Non si è fatta attendere molto la risposta da parte della famiglia Sensi, che arriva a distanza di poche ora tramite un post affidato ad Instagram da parte della figlia di Franco, Rossella Sensi. “Sono rimasta sorpresa e delusa stamattina. Mi dispiace leggere le parole di Massimo Moratti al Corriere della Sera in cui parla di una Roma disperata che aveva offerto Totti all’Inter. Mio padre non ha mai pensato nemmeno lontanamente di vendere Francesco a nessun club. Basterebbe chiedere al presidente e amico Florentino Perez che ha capito da subito come non ci fosse la minima possibilità di aprire una trattativa per portarlo a Madrid”.
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