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Lazio, scoppia il caso Luis Alberto: possibile cessione a Gennaio?

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Luis Alberto, Lazio

Lo spogliatoio della Lazio è una polveriera. Dopo il caso Vecino scoppia anche quello legato a Luis Alberto. Ecco la ricostruzione.

Non c’è pace in casa Lazio. Come se non bastassero i risultati negativi e il pessimo verdetto di Nyon, in casa bianco celeste inizia a tenere banco anche l’ennesimo caso spinoso. Ovvero, quello legato a Luis Alberto.

Lazio, ecco il “peccato originale

Facciamo un passo indietro. Dopo i primi risultati negativi della squadra, il presidente della Lazio Claudio Lotito ha congelato tutte le richieste di rinnovo pervenute a Villa San Sebastiano. Da Immobile a Romagnoli passando per Zaccagni e Felipe Anderson, di cui vi abbiamo già parlato.

Una posizione legittima, ma che stride un po’ con la scelta di rinnovare il contratto di Luis Alberto. Lo scorso Ottobre la scadenza dell’accordo fra il fantasista spagnolo e il club capitolino è stata prolungata sino al 30 Giugno del 2027. L’ingaggio dell’iberico è stato portato sino a quattro milioni netti l’anno.

Una scelta che mi aveva lasciato sin da subito perplesso e a me come ad altri fra tifosi e addetti ai lavori. Non solo perché Luis Alberto ha appena compiuto 31 anni ma anche per la sua comprovata attitudine caratteriale.

Lazio

(FOTO FAMA/KEYPRESS )

Luis Alberto, cosa è successo?

Nonostante la prima parte di questa stagione sembrasse dare ragione alla scelta di Lotito, con lo spagnolo finalmente calatosi nei panni di leader carismatico e non solo di leader tecnico, il tempo ha dimostrato che si è trattato di un gravissimo errore di valutazione.

Nello stesso momento in cui a Zaccagni e Felipe Anderson veniva detto “Non è questo il momento“, a Luis Alberto veniva adeguato l’ingaggio. Pessimo tempismo da parte della Lazio, la cui scelta ha scatenato malumore in diversi elementi dello spogliatoio e alimentato il più classico del “a lui sì e a me no“.

Un’indiscrezione riportata ieri dalla rassegna mattutina de “Il Messaggero“, che ha indicato la genesi dei problemi interni della Lazio proprio in quel di Auronzo di Cadore. Una ricostruzione giornalistica che vi riportiamo per dovere di cronaca, ma che personalmente non mi trova d’accordo.

Innanzitutto vi è una contraddizione di fondo. Come è possibile far risalire la causa dei problemi della Lazio al ritiro estivo, se il rinnovo dello spagnolo è stato ufficializzato il 2 di Ottobre? Pur rispettando il lavoro dei colleghi, che sicuramente avranno verificato le fonti prima di riportare la notizia, mi sembra l’ennesimo tentativo di demandare altrove la responsabilità di un avvio di stagione deludente la cui paternità va ricercata unicamente nella mala gestione della società e nella pochezza della cifra tecnica della rosa a disposizione di Sarri. 

Luis Alberto, Lazio

La posizione della Lazio

Sia come sia, qualcosa di vero c’è. L’esclusione di Luis Alberto contro l’Inter non ha avuto una natura né tecnica né tantomeno fisica. Che Sarri possa scientemente rinunciare al suo giocatore di maggior qualità contro la squadra più forte del campionato, preferendogli un fantasma come Kamada che anche domenica è apparso un pesce fuor d’acqua, è difficile da credere.

Alla versione ufficiale della società non ci crede nessuno e questo dà adito, come spesso accade, a dietrologie. Difficile che lo spagnolo possa davvero essere uscito acciaccato da Madrid, dove ha giocato sessantatré minuti senza aver mai dato segnali di cedimento muscolare. Più probabile che a dettare la scelta di Sarri siano stati gli atteggiamenti avuti da Luis a Madrid.

Sbracciate plateali. Body language molto poco oxfordiano, per usare un sottile eufemismo, e un dissenso nei confronti delle scelte dei compagni sbandierato in maniera plateale. Nulla a cui Luis Alberto, istrionico di suo, non ci avesse già abbondantemente abituato. Forse a Madrid lo spagnolo ha esasperato questa tendenza oppure ha superato la soglia di sopportazione dei suoi compagni. 

Come fu per Vecino, se Luis Alberto non rientrerà nei ranghi la società valuterà una sua cessione. Magari già a Gennaio. Resta da chiedersi chi si accollerebbe un 31enne istrionico, non nuovo a bizze caratteriali vistose e che gioca praticamente da fermo. E soprattutto chi sarebbe disposto a riconoscergli un simile ingaggio. La risposta è probabilmente nessuno. A parte la Lazio, ovviamente, nessuno sarebbe così pazzo.

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Milan-Lazio 1-2, cala il sipario su San Siro e su Conceicao: disastro totale | Le pagelle

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Milan

Milan-Lazio 1-2, cala il sipario al 94’. I rossoneri escono dal loro campo con la terza sconfitta consecutiva.

Maignan 6: compie un miracolo al secondo minuto, poco può sul gol di Zaccagni e sul rigore.

Jimenez 5: semina il panico al 20’ ma calcia alto, lascia solo Zaccagni in occasione del gol (dal 46’ Walker 6 la solita garanzia, sempre concentrato anche con un cliente come Tavares)

Gabbia 6:svolge il suo compito con diligenza, senza essere mai troppo impensierito (dall’82’ Jovic sv)

Pavlovic 6: un baluardo, sempre l’ultimo a mollare. Blocca al 60’ un’azione che poteva diventare pericolosa. Giusta espulsione, ma aveva poche scelte.

Theo Hernandez 4: errori degni del peggiore oratorio, lo ricordiamo per una diagonale azzeccata al 41’ e tanta indolenza. Ingiustificabile

Musah 3,5: rimedia ad una sua svista al 12’ del primo tempo, fa della confusione la sua “arma” principale. Disastro (dal 36’ Joao Felix 5: va vicino al gol a inizio secondo tempo ma calcia alto. Poco altro)

Fofana 5: un tiro alto alla fine del primo tempo, un altro al 60’, entrambi fuori di metri. Per il resto confuso (dal 69’ Chukwueze 6: segna il pareggio con un ottimo colpo di testa)

Pulisic 5 inconcludente, nonostante cerchi sempre di essere pericoloso provando strade troppo difficili. Non in buona condizione (dal 69’ Thiaw sv)

Reijnders 6: uno dei pochi che corre e fa legna, non sempre con lucidità.

Leao 4: primo tempo da ectoplasma, prova a svegliarsi nel secondo tempo ma invano. Rimedia un giallo per l’ennesima ingenuità

Gimenez 4: tocca il primo pallone al 63’ indirizzandolo fuori, lasciato colpevolmente troppo solo, fa nulla per rimediare tuttavia

Conceicao 4: non è riuscito a dare alla sua squadra nemmeno un briciolo della sua cattiveria agonistica, terza sconfitta consecutiva e valigie pronte.

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Genoa, Vieira: “Punto importante, contento dell’atteggiamento. Loro hanno giocato molto bene. Badelj e Malinovskyi…”

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Genoa, Vieira

Patrick Vieira ha parlato in conferenza stampa al termine di Genoa-Empoli 1-1. L’allenatore si è soddisfatto per il pareggio nonostante il gol nel finale.

Il Grifone non riesce a strappare i 3 punti da un confronto molto importante in chiave salvezza e deve accontentarsi del pareggio. Una partita giocata al di sotto delle aspettative.

Genoa, le parole di Vieira

Il risultato può cancellare una prestazione al di sotto rispetto alle altre?

“Questo è un punto importante. Dal punto di vista del gioco abbiamo giocato meglio ma dobbiamo dare credito all’Empoli che sono stati aggressivi. Non abbiamo fatto una bellissima partita ma abbiamo saltato un po’ di più i nostri centrocampisti avendo un gioco un po’ più diretto. Sulla competitività e vincere il primo contrasto noi abbiamo fatto bene e per questo che sono contento del punto preso”.

Quanto le fa male aver preso gol su palla inattiva?

“Loro sui corner fanno molto bene, è un punto di forza. Prendere un gol su palla inattiva è difficile, dobbiamo fare attenzione ai dettagli”.

L’attacco?

“Era molto difficile anche per Pinamonti che ha avuto meno opzioni dietro ma ancora una volta credo che l’Empoli ha fatto un bellissima partita. Noi volevamo giocare un po’ di più ma era impossibile”.

Genoa-Empoli, Pinamonti

ANDREA PINAMONTI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Miretti più centrale?

E’ la decisione che ho preso oggi e nei primi 15 minuti abbiamo iniziato benissimo poi siamo calati un po’ sull’intensità. Miretti ha sempre lavorato e sta lavorando bene. La squadra in possesso non ha fatto benissimo perché era sotto pressione”.

Malinovskyi e Badelj?

“Erano in panchina ma sono pronti a giocare”.

Come sta Bani?

“Non lo so ancora. Aspettiamo domani”.

I cambi dopo dieci minuti del secondo tempo?

“Volevo iniziare come i giocatori hanno imparato dopo il primo tempo. Dopo dieci minuti non ero soddisfatto e per questo che ho cambiato”.

Genoa

PATRICK VIEIRA DA INDICAZIONI A ANDREA PINAMONTI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Cornet?

“Ha avuto qualche problema in settimana, dipende da lui e quello che fa in allenamento. Deve continuare ad allenarsi di più per giocare questo tipo di partite. Oggi abbiamo visto che se non stai bene fisicamente è difficile competere in A”.

Mancava la capacità di palleggiare di Badelj?

“Badelj può aiutare la squadra a giocare meglio come Malinovskyi. Ma quando giochiamo contro squadre come oggi ho dovuto fare altre opzioni. L’importante per noi era non perdere”.

Si può aprire un ciclo con lei?

“E’ presto. Il nostro obiettivo è ottenere punti per la salvezza”.

Queste le parole dell’allenatore del Genoa.

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Venezia, Di Francesco trova la quadra: salvezza possibile?

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Venezia

Il Venezia esce da Bergamo con il secondo 0-0 consecutivo e sembra aver trovato un equilibrio. Ancora 4 scontri diretti da qui alla fine per provare a salvarsi.

Dopo aver fermato la Lazio di Baroni sullo 0-0 nella sfida di settimana scorsa, il Venezia si ripete e porta a casa un punto anche dal Gewiss Stadium, nella tanto temuta trasferta contro l’Atalanta. Di Francesco sembra finalmente aver trovato un equilibrio ed anche se sotto porta è una squadra che deve assolutamente migliorare, quantomeno nel reparto difensivo sta trovando solidità, grazie ai 2 clean sheet consecutivi collezionati contro il 3° e il 2° migliore attacco dell’intera Serie A.

Venezia: una difesa valida, ma un attacco da ritrovare

Radu tra i pali non sta facendo sentire la mancanza di Stankovic e sta sfornando parate e prestazioni nettamente al di sopra della sufficienza. In difesa Idzes si sta confermando un difensore interessantissimo e lo stanno tenendo d’occhio in chiave mercato tante squadre del campionato.

A schermare la zona arretrata del campo e a fare gioco ci pensa Nicolussi Caviglia, la vera rivelazione di questa stagione dei lagunari, che sta mettendo in mostra tutto il suo talento. Il punto debole della squadra però, è senza dubbio il reparto offensivo: 0 gol segnati nelle ultime 4 partite e 3° peggior attacco della Serie A.

Venezia

Nella partita contro l’Atalanta, Zerbin con le sue galoppate ha messo in difficoltà la difesa della Dea in più di un’occasione, seppur non siano state sfruttate da lui stesso nel migliore dei modi. Davanti, Oristanio ha bisogno di un attaccante che lo aiuto nello sviluppo del gioco negli ultimi 15-20 metri di campo, cosa che Maric per caratteristiche non è più di tanto predisposto a fare.

Yeboah dalla panchina porta un pò di energia e di frizzantezza quando entra, ma nulla a che vedere con l’aiuto che poteva dare a questa squadra il bomber ed ex capitano Phojanpalo, venduto al Palermo nella finestra di mercato di gennaio.

Salvezza? il calendario è tosto, ma ci sono 4 scontri diretti

Il percorso da qui alla fine per il Venezia non è di certo una passeggiata, ma se vuole provare a salvarsi ha bisogno di dare il 100% in tutte le partite e di vincere gli ultimi scontri diretti che mancano, contro: Lecce, Monza, Empoli, Cagliari.

28° giornata trasferta: Como

29° giornata casa: Napoli

30° giornata casa: Bologna

31° giornata trasferta: Lecce

32° giornata casa: Monza

33° giornata trasferta: Empoli

34° giornata casa: Milan

35° giornata trasferta: Torino

36° giornata casa: Fiorentina

37° giornata trasferta: Cagliari

38° giornata casa: Juventus

 

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