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Lazio, trasferta in Svezia per omaggiare Eriksson

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Lazio, Baroni

Oggi è un giorno triste, per la Lazio: i biancocelesti sono impegnati in una trasferta svedese per partecipare ai funerali di Sven-Goran Eriksson.

La Svezia e la Lazio piangono l’ex allenatore Sven-Goran Eriksson, scomparso lo scorso 26 agosto all’età di 76 anni per il cancro al pancreas.

Il funerale è stato celebrato stamattina alle 10 italiane nella chiesa di Fryksande, nella cittadina di Torsby.

Hanno partecipato 600 persone, tra cui molti vip. Tra i presenti anche David Beckham, allenato in Nazionale dallo svedese, che è stato il primo ct straniero ad allenare l’Inghilterra.

Presente anche la famiglia reale svedese, oltre ad una delegazione della Lazio che comprende il direttore generale di Primavera e Women Enrico Lotito e il club manager della prima squadra, Alberto Bianchi.

Con il club biancoceleste Eriksson ha vinto uno Scudetto, una Coppa delle Coppe e due Coppe Italia.

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Sarri: “La Juventus? Uno sbaglio. Tornerei in Premier”

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Lazio, Sarri

L’ex allenatore della Lazio ha rilasciato alcune dichiarazioni sulle sue scelte passate e su un suo desiderio. Leggi con noi le parole di Sarri.

Maurizio Sarri ha rilasciato una lunga intervista al giornale britannico The Sun. Il tecnico si è soffermato sul suo passaggio alla Juventus, dopo l’esperienza in Premier, e di un suo possibile ritorno in Inghilterra.

Maurizio Sarri

Le parole di Sarri

Il suo desiderio.

“Volevo tornare in Italia perché la situazione al Chelsea non era facile. In quel periodo ad Abramovich non era permesso andare in Inghilterra. Lo vedevo solo alle partite all’estero. Ci sentivamo al telefono, ma non molto spesso. Il mio punto di riferimento era solo Marina. Non c’era un direttore sportivo quindi la situazione non era così chiara”.

Il suo errore.
“Volevo tornare in Italia ma è stato un errore. Sarebbe stato meglio restare lì. Ero un po’ preoccupato per la situazione con il Chelsea, per la situazione all’interno del club. Non era chiaro. Ho chiesto a Marina se fosse possibile tornare in Italia e Marina ha chiesto dei soldi alla Juventus per liberarmi. Hanno detto che, e avessi voluto, sarei potuto rimanere al Chelsea”.
L’esperienza al Chelsea.
“Alla fine quella con il Chelsea è stata una bella esperienza, con buoni risultati. Siamo arrivati terzi Premier League, abbiamo raggiunto la finale della Coppa di Lega e vinto l’Europa League. Abbiamo giocato un sacco di belle partite. Certo, ci sono stati due o tre disastri, come a Manchester contro il City o a Bournemouth, che non hanno fatto contenti i tifosi, ma è durata poco. Ora sono pronto a ricominciare. Non so dove, ma io e lo staff siamo pronti”.
Un ritorno in Premier.
“Ho gestito le cose al massimo livello. Abbiamo vinto lo scudetto, ma non è la stessa cosa della Premier League. L’Inghilterra è il massimo livello per giocatori, squadre, club, stadi, tifosi. Per tutto. Quindi mi piacerebbe tornare. Se avessi una squadra e avessi l’opportunità di essere l’allenatore di una squadra allo stesso livello, penso che potrei fare anche meglio. Se il Chelsea è riuscito a entrare tra le prime quattro, allora il mio calcio deve essere stato adatto”.
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Bayern Monaco, obiettivo in Serie A. Se Davies parte

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Bayern Monaco, Davies

Al Bayern Monaco si sta definendo quale sarà il futuro di Alphonso Davies. In caso di partenza, potrebbe rimpiazzarlo un giocatore di Serie A.

Lasciando da parte le recenti disavventure – è stato fermato e ha rischiato l’arresto per guida in stato di ebbrezza – il giocatore del Bayern Monaco Alphonso Davies è considerato un elemento importante della squadra.

Tanto che il suo rinnovo di contratto sarebbe una priorità, per il club di Bundesliga. Che sarebbe al lavoro per raggiungere un nuovo accordo che vada oltre il 2025.

In caso contrario, però, se il giocatore dovesse lasciare Monaco, ci sarebbero parecchi candidati papabili a prenderne il posto.

Bayern Monaco, chi potrebbe rimpiazzare Davies?

Tra i nomi in lista figura quello di uno dei difensori più forti della nostra Serie A: alludiamo al difensore del Milan Theo Hernandez, già in odore di lasciare il club per la Germania la scorsa estate.

Tra gli altri candidati figura il giocatore del Lipsia David Raum. Lo scrive il giornalista Florian Plettenberg (@Plettigoal), specializzato in Bundesliga, su X.

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Inchiesta ultras, il parere di un’esperta in materia fa sorridere Inter e Milan

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Inchesta ultras, San Siro. Parla Abodi

Riguardo l’inchiesta ultras sulle tifoserie di Inter e Milan, il quotidiano Tuttosport ha interpellato l’avvocatessa Flavia Tortorella.

L’inchiesta ultras sulle tifoserie di Inter e Milan fa ancora discutere. Tuttosport chiama in causa un’esperta di diritto sportivo, Flavia Tortorella, per fare chiarezza sull’inchiesta e sulle sue possibili conseguenze.

Inchiesta ultras, il parere dell’esperta

Difficile fare previsioni sulle sanzioni della classifica

Attualmente, è complesso prevedere se e come ci sarà una penalizzazione in classifica. Ciò potrebbe accadere solo se venissero provati rapporti rilevanti e continuativi tra i club e gli ultras, o se si evidenziasse una falla nei sistemi di prevenzione e controllo.

Come è noto, la gravità degli illeciti contestati è ciò che determina la severità della sanzione. Considerando che il pubblico ministero (Marcello Viola, procuratore della Repubblica di Milano, ndr) ha dichiarato pubblicamente che le due società milanesi coinvolte sono vittime in questa vicenda, personalmente, mi sento di escludere l’ipotesi di una penalizzazione grave come quella in classifica.

La violazione dell’art. 4 del codice sportivo

Per Tortorella, qualora dovesse esserci una responsabilità nei confronti di tesserati che hanno rapporti con gli ultras (sia dirigenti, tecnici o semplici calciatori), i club sarebbero comunque chiamati a dimostrare di non aver avuto alcuna responsabilità.

Come ha sottolineato il ministro Abodi, la giustizia sportiva segue un percorso diverso rispetto a quella penale, e la sua competenza si limita alla valutazione di comportamenti che violano i principi di lealtà, correttezza e probità previsti dall’art. 4 del Codice di Giustizia Sportiva. Tortorella fa notare che, rispetto al passato, oggi la violazione di questi doveri viene contestata anche autonomamente.

Inchiesta ultras, il rischio di sanzioni per i club

Se un tesserato viene sanzionato, il club potrebbe essere automaticamente punito? “Sì”, risponde Tortorella, “a meno che il club non dimostri che non c’era alcuna possibilità di controllare o prevenire certi comportamenti, non essendo responsabile per ciò che avviene nella vita privata di un tesserato”.

Gli interrogatori di Calhanoglu e Calabria hanno confermato incontri con gli ultras arrestati. Coloro che hanno ammesso di aver avuto contatti diretti con i tifosi radicali dovranno giustificare la natura di questi rapporti. Inoltre, se si dovesse configurare un’estorsione, si porrebbe l’obbligo di denuncia anche per gli organi inquirenti sportivi.

L’importanza delle telefonate

L’interrogativo sulla rilevanza di una telefonata è importante. “Sì, la modalità del contatto è cruciale per comprendere la natura del rapporto”, afferma Tortorella. Per esempio, l’Inter ha avvisato le autorità della telefonata ricevuta da Inzaghi da parte di un capo ultras (Ferdigo, arrestato) che chiedeva favori per ottenere più biglietti per la finale di Champions League di Istanbul. “Se la società ha fatto la cosa giusta, mostrando di essere vigile e di aver agito con cautela, questo potrebbe essere un segno di corretto comportamento”.

Inchiesta ultras: squalifiche sì o no?

Per quanto riguarda l’eventualità di squalifiche, Tortorella spiega che dipenderà dalla gravità delle singole condotte. Se, per esempio, un tesserato è stato vittima di un’estorsione, la sua responsabilità potrebbe essere ridotta. La situazione, poi, cambierebbe se non venisse provata alcuna estorsione.

La Procura Federale potrebbe decidere di archiviare il caso se ritenesse che i club siano effettivamente danneggiati e non responsabili. Tuttavia, come sottolinea l’avvocato, la giustizia sportiva segue percorsi separati rispetto alla giustizia penale, e quindi non si possono escludere scenari di sanzioni, anche gravi.

Per i club, nessuna responsabilità penale

Infine, Tortorella esclude una responsabilità penale per i club, in base agli elementi disponibili. Sebbene le intercettazioni emergano in relazione a dirigenti e tesserati dell’Inter e del Milan, inclusi Inzaghi, Zanetti, Calhanoglu e Calabria, l’avvocato sottolinea che, in assenza di prove concrete, è improbabile che i club possano essere ritenuti colpevoli penalmente.

Tuttavia questo non esclude la possibilità di sanzioni disciplinari, che potrebbero derivare dal comportamento di dirigenti, tesserati o altre persone legate ai club.

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