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L’enciclopedia della Serie A – Parte prima

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Vi siete mai chiesti qual è la storia delle venti squadre che compongono la Serie A? In questi cinque articoli cercherò di spiegarvela cercando anche di farvi divertire. Ecco a voi l’enciclopedia della Serie A.

Ogni squadra ha una storia, un inno, uno stadio, una divisa, uno stemma e una tifoseria piuttosto accesa, a volte anche un nome diverso dalla città che rappresenta. Ecco a voi quattro articoli che scaveranno a fondo queste venti compagini che si contenderanno lo scudetto, buon divertimento con questa enciclopedia semplice e divertente (almeno spero).

Atalanta

L’Atalanta Bergamasca calcio, semplicemente nota come Atalanta, è stata fondata da alcuni liceali nel 1907. Deve il suo nome all’omonima eroina della mitologia greca, lo sapevate?

Atalanta venne cresciuta prima da un’orsa e poi da dei cacciatori perché il padre, che desiderava un maschio, l’abbandonò su un monte. Era molto abile nella caccia e nel maneggiare l’arco, con cui uccise due centauri che volevano violentarla. Partecipò inoltre alla spedizione degli argonauti e ferì per prima l’inafferrabile cinghiale calidonio.

Era anche molto veloce e venne battuta proprio in una corsa soltanto grazie ad uno stratagemma: Melanione, che si era innamorato di lei, chiese aiuto ad Afrodite che gli consegnò tre mele d’oro. Atalanta, a cui un’oracolo aveva predetto che se si fosse sposata avrebbe perso tutte le sue abilità, promise al padre, che dato l’eco delle sue imprese alla fine la riconobbe, che si sarebbe sposata solo a chi l’avrebbe superata in velocità. Melanione seminò lungo il percorso le mele d’oro e Atalanta, attratta da esse, si fermò per raccoglierle e venne sconfitta.

Atalanta venne definita bella e provocante ma fortemente virtuosa, forse fu proprio questo particolare che spinse i fondatori della squadra a scegliere questo nome. In origine la maglia era bianconera poi, a seguito della fusione con la Bergamasca, ch’era biancazzurra, divenne nerazzurra, prima a quarti e infine a strisce.

Lo stemma ritrae la principessa Atalanta, erroneamente chiamata la Dea, su sfondo nerazzurro e, tra il 1980 e il 1993, col bordo color oro.

L’Atalanta gioca attualmente al “Gewiss Stadium” e conta due gruppi di tifoserie la “Curva Nord 1907” e la “Forever Atalanta” che occupa la Curva Sud e riunisce le ex “Brigate nerazzurre” insieme ad altri sottogruppi. I tifosi in tutt’Italia sono circa 245000.

Molto sentito è il gemellaggio con la Ternata e l’Eintracht Francoforte. Fortissima la rivalità con il Brescia e il Como e praticamente con mezza Serie A (segnaliamo ad esempio quella con le vicine di casa Milan ed Inter).

L’inno dell’Atalanta è cantato da Roby Facchinetti e recita così:

“Dea magica Dea fai sognare questa tua città tu ci prendi, ci sorprendi Magica Dea […] Atalanta, Atalanta Cuore di tutti noi Atalanta, Stella che incanta Tu non tramonti mai.”

Bologna

Il Bologna Football 1909, semplicemente noto col nome del capoluogo dell’Emilia Romagna o, colloquialmente, BFC, è stato fondato dal calciatore austriaco Emilio Arnstein. 

Quando fu fondata la squadra, la maglietta era a quarti rossi e blu perché riproduceva quella del collegio svizzero  Wiget auf Schönberg di Rorschach a cui era legata. Quando nel 1910 avvenne la separazione, la maglietta divenne a righe ed è praticamente rimasta immutata nel tempo, tranne per l’annuale cambiamento dello spessore delle righe. Occhio però, perché nel 1925, l’anno del primo e storico scudetto, per questioni legate al caldo la maglietta divenne di un leggero verde scuro con bordi e calzoncini neri.

Lo stemma, un’ovale, riporta in altro su sfondo blu la sigla BFC e l’anno di fondazione. Sulla sinistra poi sono ripotate le strisce rossoblù mentre sulla destra campeggia una croce rossa bordata di blu su sfondo bianco che richiama la bandiera cittadina. Il tutto è bordato color platino. Uno dei soprannomi della squadra è Pretoriani (ma vale la pena segnalare anche Felsinei, nome spesso usato dai cronisti sportivi).

La mascotte del Bologna, in origine la maschera carnevalesca del Dottor Balanzone, è un leone coi colori sociali.

Il Bologna nel corso degli anni ha cambiato diversi stadi, nell’era fascista giocò al Littoriale, attualmente chiamato “Renato Dall’Ara”, storico presidente del Bologna.

La tifoseria più accesa è quella dei Forever Ultras, già attiva in diversi gruppi, poi unitisi, nel 1970. Il Bologna è gemellato con la tifoseria ravennate mentre è storica la rivalità con la Fiorentina, con cui disputa il derby dell’Appennino.

Negli anni il Bologna ha avuto tanti inni, il primo è addirittura del 1930, “Alé Alé forza Bologna” forza Bologna del “Quartetto Passarini”, poi negli anni settanta arrivò “Bologna Campione” di Dino Sarti, sostituito nel 1980 da “Le tue ali Bologna” cantato, tra gli altri, da Lucio Dalla. Dopo una breve parentesi della canzone di Paolo Mengoli “Il sogno continua”, con la morte di Dalla divenne ufficiale il suo inno. Eccone un estratto:

“Tu sei grande Bologna tu sei forte Bologna così bella Bologna bella davvero alé vola Bologna le tue ali Bologna le mie gambe Bologna sto correndo con te.”

Cagliari

Il Cagliari Calcio, semplicemente noto col nome del capoluogo sardo, è stato fondato nel 1920 ed è l’unica squadra sarda ad aver militato nelle prime due divisioni del Calcio italiano.

Le prime notizie di una squadra cagliaritana risalgano al 1902, sconfitta da dei marinai genovesi. Il Cagliari come lo conosciamo è nato dall’iniziativa del Dottor Fichera, un chirurgo, nel 1920 e la prima partita fu una vittoria contro la Torres.

La maglietta è divisa a metà, rossa a sinistra con la manica blu e blu a destra con la manica rossa.

Lo stemma è uno scudo rossoblù diviso a metà coi quattro mori, simbolo della regione autonoma della Sardegna, in campo bianco divisi da una croce rossa. In alto, la scritta Cagliari. In sardo, la squadra viene anche chiamata Casteddu.

SERIE A

La mascotte della squadra è Pully, un fenicottero rosa, animale tipico dello stagno di Cagliari.

Lo stadio attuale del Cagliari è la Sardegna Arena, con capienza di poco superiore ai 16.000 posti.

La tifoseria conta circa 446.000 supporters e gli Ultras del Cagliari sono gemellati con Foggia e Sampdoria. La rivalità più accesa è quella con la Torres di Sassari e poi c’è quella, unilaterale, vale a dire non riconosciuta a parti inverse, col Napoli.

Il Cagliari attualmente non ha un inno ufficiale ma va segnalato l’inno A Diosa, più conosciuto come “No potho reposare”, cantato dai Tazenda. I versi sono dell’avvocato sardo Salvatore Sini:

“Ti cherio abbratzare ego et vasare
pro ti versare s’anima in su coro,
ma dae lontanu ti deppo adorare.”

(Ti vorrei abbracciare e baciare
per versarti la mia anima nel cuore:
ma ti devo adorare da lontano.)

Empoli

L’Empoli Football Club, o semplicemente Empoli, è la squadra della cittadina in provincia di Firenze. La società è nata nel 1920.

Nel primo suo anno di vita, l’Empoli indossò una divisa rossa mentre, durante il fascismo, la maglia era nerazzurra a bande orizzontali. Nel 1947 maglia e calzoncini sono gialli, i calzettoni neri. Attualmente è tutta azzurra con decorazioni bianche.

Lo stemma è tutto azzurro, in alto c’è la scritta Empoli FC, mentre al centro E, F e C sono sovrapposte formando un’elegante sigla. In basso vi è la data di fondazione.

Empoli

Lo stadio, sempre lo stesso ma ampliato nel corso degli anni, è intitolato al calciatore Carlo Castellani.

Gli Ultras dell’Empoli occupano la maratona inferiore del Castellani intitolata al tifoso Emiliano Del Rosso, scomparso prematuramente nel 2004 a causa di un incidente stradale. La tifoseria è gemellata con quelle di Parma, Crotone, Montevarchi e Perugia. Rivalità piuttosto accesa è quella con la Fiorentina, con cui gioca il derby dell’Arno. Screzi importanti sono anche quelli con il Carpi e il Sassuolo.

L’inno ufficiale è “La tua squadra nel cuore” di Andrea Maestrelli:

“E non ti preoccupare, domani corri al Castellani a tifare, la maglia azzurra la tua squadra del cuore.”

Vi aspetto con la seconda parte dell’enciclopedia della Serie A con le prossime quattro squadre, arrivederci!

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Giulini: “Il momento più doloroso? La retrocessione del 2022”

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Giulini

Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, è tornato a parlare dell’amara retrocessione del suo club nel 2022 e di un suo ricordo su Gigi Riva.

Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, è stato ospite del programma Goal Economy, in onda sulla radio ufficiale della Serie A. Il numero uno del club sardo ha parlato della squadra, del passato, del campionato italiano, e del ricordo di Gigi Riva. Di seguito le sue dichiarazioni

Giulini

Giulini, il pensiero su Riva

“Ebbi il privilegio di fare una lunghissima chiacchierata con Gigi Riva, un onore per pochi. Dalle parole e dagli sguardi di Gigi percepii realmente quello che avevo letto e ascoltato dai racconti degli altri, avevo appreso da lui cosa rappresenta il Cagliari per i cagliaritani e i sardi. Inizialmente mi mise in guardia dalla forte responsabilità che avrei dovuto assumermi, ma poi è iniziata questa lunga avventura”.

Sulla retrocessione del 2022

“I miei anni e quelli di Cellino, sommati, mettono insieme buona parte degli anni di Serie A che il Cagliari annovera nella sua storia. Il momento più doloroso di questo decennio è sicuramente la retrocessione di Venezia nel 2022, al termine di una stagione dove ci portavamo dietro parecchi errori: non riuscimmo a vincere quella partita, sulla carta scontata, cosa che probabilmente con uno spogliatoio sano e una preparazione adeguata avremmo fatto. Scoppiò la contestazione, fu una retrocessione sanguinosa. Di momenti indimenticabili ce ne sono tanti, direi sicuramente la prima promozione dalla Serie B, perché a tutti coloro che fanno calcio e lo seguono piace vincere al di là della categoria: ricordo il gol di Sau in rovesciata a Vercelli per farci vincere il campionato davanti al Crotone di Juric. E poi altri due capitoli recenti: l’altra promozione a Bari nel 2023 in uno stadio già festante, all’ultimo secondo con il gol di Pavoletti, la nostra resurrezione completata, poi la salvezza della scorsa stagione a Reggio Emilia. Qualche giorno prima della partita decisiva per la salvezza, mister Ranieri – che è stato fondamentale per quella resurrezione – mi disse che ormai gli pesava tanto fare avanti e indietro da Roma e che sperava di chiudere la sua carriera nei club con una salvezza. Furono giorni difficili da gestire perché solo io e lui sapevamo che ci saremmo salutati, c’era molta ansia e per fortuna tutto andò bene. Il suo ritorno in panchina nella sua Roma è assolutamente comprensibile”.

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Turchia, Montella a rischio esonero

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Montenegro-Turchia

 Pessime notizie per il CT della Turchia, Vincenzo Montella. L’ex attaccante italiano sembra essere a rischio esonero dopo le ultime uscite in Nations League.

La Turchia, guidata da Vincenzo Montella ha buttato la qualificazione nella lega A di UEFA Nations League nelle ultime uscite. Sarebbe bastato non perdere l’ultima partita contro il Montenegro.

I motivi del possibile esonero

Non sembra essere però il “fallimento” in Nations League il principale motivo del possibile esonero. A far discutere sono state soprattutto le convocazioni, nessuno è riuscito a spiegarsi la mancata convocazione di Atakan Karazor. Il centrocampista di proprietà dello Stoccarda è tra i più in forma al momento. Il ventottenne turco si è messo in mostra soprattutto in Champions League, sia nella vittoria con la Juventus che contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu.

Turchia

VINCENZO MONTELLA PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Turchia, le parole di Montella

Nella conferenza post partita, Montenegro-Turchia, il CT se l’è presa molto con il terreno di gioco e ha sottolineato l’importanza dell’assenza del capitano Hakan Calhanoglu, ribadendo la fiducia nel vincere i playoff per accedere alla lega A. Successivamente, ha dichiarato che il reale obiettivo è la qualificazione ai Mondiali 2026. Questa la sua risposta a chi domandava del possibile esonero: “non considero questa domanda una vera domanda, sono felice e orgoglioso di quanto fatto nell’ultimo anno”.

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Ronaldo: “Sono qui per vincere, voglio lasciare un’eredità”

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Messi-CR7

Il fuoriclasse portoghese, sul suo canale youtube, ha parlato del suo momento in Arabia e non solo. Leggi con noi le parole di Ronaldo.

Ronaldo ha pubblicato un video sul proprio canale Youtube in compagnia del youtuber più famoso al mondo, Mr Beast. Il portoghese ha risposto ad alcune domande riguardanti suo figlio, il documentario di Netflix e l’obiettivo dei 1000 gol.

Ronaldo

Le parole di Ronaldo

Giocare con suo figlio.

“Ha 14 anni, vedremo come staranno le mie gambe. Ha già la pressione di essere mio figlio. Lasciamo che commetta i suoi errori, ma si spera per il futuro. Spero che possa diventare un professionista, ma se non lo diventerà e farà un altro lavoro, lo supporterò sempre. Non possiamo fare pressione sui nostri figli perché siamo famosi“.

 Il suo arrivo in Arabia.

“Sono venuto per migliorare il campionato, per vincere. Voglio lasciare un’eredità. Dicono che sono finito, che sono qui solo per soldi. Ancora non ci credono, ma sono qui per vincere”.

L’obiettivo dei 1000 gol.

“Giorno dopo giorno. Mi godo un gol dopo l’altro. Mi godo il ​​momento. I mille gol non mi dispiacciono affatto, sinceramente. Obiettivi che ho ancora nel calcio? Si tratta di divertirsi. Pianificare il tuo ritiro dal calcio. Accadrà tra un anno, due anni, qualunque cosa. Onestamente dico che non è uno scherzo, si tratta di godersi il momento, sentirsi come se mi stessi godendo il calcio.

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