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Leonardo: “Nel calcio sta diventando complicato pianificare oltre i due-tre anni, tanti speculano”

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Oltre ad essere stato un giocatore dalle indubbie qualità tecniche, Leonardo in passato ha ricoperto diversi ruoli nel Milan: così come i temi toccati nell’intervista.

Al secolo Leonardo Nascimento de Araujo, ha vestito maglie prestigiose. PSG, Flamengo, San Paolo, Valencia e Milan, di cui ha ricoperto il ruolo di allenatore nel 2009-10. La sua carriera lo ha portato poi a ricoprire ruoli dirigenziali, prediligendoli alla panchina.

L’intervista a Leonardo

Intervenuto nel corso del Festival dello Sport di Trento, l’ex dirigente e allenatore ha voluto esprimersi su quello che rappresenta il calcio. Ad oggi, forse, in balia di “speculatori.”

Il calcio-investimento: “Ci sono diverse modalità di investimento. Io credo nei progetti a lungo termine, anche se nel calcio sta diventando complicato pianificare oltre i due-tre anni e in questo mondo è difficile fare un progetto a breve termine anche perché tanti investitori speculano“.

Il modello PSG e Milan: “In dieci anni il PSG ha saputo costruire un brand solido. Per esempio, invece, il Milan ha cambiato in dieci anni ben quattro proprietari: così è difficile costruire progetti funzionanti. Sono sempre più rari i casi di presidenti che riescono a gestire un club per molti anni. Se ripenso alla mia esperienza, è iniziata con Silvio Berlusconi, un uomo importante per il calcio e l’Italia“.

Proprio sul capitolo legato ai rossoneri Leonardo si sofferma, analizzando il momento di Fonseca e la proprietà americana e, come del resto sembra essere in voga nel pallone, l’investitore a stelle e strisce:

“Fonseca è l’uomo giusto per il Milan? Chi sono io per dirlo… Ha appena cominciato e tutti gli allenatori hanno bisogno di tempo, sembra una cosa banale ma è così.”

Milan, Ibrahimovic, Leonardo

ZLATAN IBRAHIMOVIC SORRIDENTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Milan-bis: ” Io sto bene a casa, non ho molta intenzione di tornare nel calcio come ha fatto prima. Come allenatore sicuramente è fuori discussione, ma neanche come direttore sportivo, dopo aver finito con il Psg ho deciso che avrei preso un’altra strada che sicuramente sarà nel calcio, perché è la mia vita, ma in una modalità diversa. Su Ibrahimovic e sul nuovo ruolo diciamo che non rispondo.

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Southgate spegne le voci sullo United: “Non allenerò quest’anno”

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Inghilterra, Southgate

Gareth Southgate, alla conferenza ad Atene dell’ECA, ha voluto fare chiarezza sul suo futuro: molto discusso dopo l’addio ai Tre Leoni.

Dopo i recenti risultati negativi, la posizione di Erik ten Hag è tornata in bilico. Il sogno del Manchester United sarebbe Simone Inzaghi, che però non si libererà (se si libererà) prima della fine della stagione.

Manchester United, le parole di Southgate

In caso di esonero immediato, però, i Red Devils avrebbero bisogno di una soluzione immediata. Difficile l’ipotesi caretaker, dato che manca molto al termine di una stagione che vedrà gli inglesi dover essere competitivi su tutti i fronti. Per questo motivo uno dei nomi più gettonati (da tempo) è quello di Gareth Southgate.

L’ex-commissario tecnico della Nazionale Inglese è libero dopo la fine del suo rapporto con i Tre Leoni. Il suo contratto sarebbe dovuto scadere il prossimo 31 Dicembre, ma il tecnico inglese si è dimesso subito dopo la finale degli ultimi Europei: persa contro la Spagna. Da quel momento, il suo futuro è stato molto discusso.

Quello dell’inglese è un profilo da sempre molto gradito alla dirigenza dello United e non è la prima volta che il suo nome viene accostato all’Old Trafford. Tuttavia, a spegnere le voci attorno al suo nome ci ha pensato lo stesso Southgate: con delle dichiarazioni rilasciate alla conferenza dell’ECA, tenutasi ad Atene.

Non allenerò il prossimo anno, sono certo di questo. Ho bisogno di tempo per prendere la decisione giusta. Quando viene fuori da un lavoro importante, in cui hai avuto un ruolo importante, hai bisogno di dare al tuo corpo e alla tua mente del riposo.”

Southgate

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Milan, Allegri per me è sì: l’editoriale di Mauro Vigna

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Milan

Milan, in questi ultimi giorni si è fatto un gran parlare del possibile, forse probabile, sostituto di Paulo Fonseca. I nomi sono sostanzialmente due, andiamoli a vedere.

Il futuro di Paulo Fonseca è appeso a un filo. Ritengo che il fatto che non sia stato esonerato dopo la gara contro la Fiorentina sia unicamente da imputare alla non capacità della dirigenza di mettersi d’accordo praticamente su nulla, allenatore compreso. Già in estate c’era stata la scenetta, stucchevole, di Ibrahimovic che aveva bloccato Conte in primavera, Moncada che caldeggiava uno tra Lopetegui Fonseca con Furlani che, dietro ordini dall’alto, vagliava una strada low cost e possibilmente con spiccato profilo da aziendalista.

Sappiamo tutti come è andata, è arrivato Fonseca, personaggio a modo, discreto, aziendalista e soprattutto low cost. Un profilo sul quale probabilmente ci credeva nessuno, Ibrahimovic in primis. E il comportamento tenuto alle prime delusioni sul campo è stato vergognoso da parte della dirigenza. Fonseca è stato letteralmente lasciato solo al suo destino, un capro espiatorio perfetto per una dirigenza mai in grado di far sentire la propria voce né all’interno dello spogliatoio, né davanti alle telecamere.

I risultati sul campo sono agli occhi di tutti, derby a parte, 4 sconfitte in 9 partite, un cammino da squadra di metà classifica e zero punti in Champions League. Una media reti subìte imbarazzante e soprattutto, quello che ad oggi mi preoccupa di più, una totale assenza di leadeship nello spogliatoio. Il cooling break e la questione rigori a Firenze spiegano in maniera piuttosto chiara ed eloquente a cosa mi riferisco.

Cosa serve adesso? Lo dico subito: l’esonero di Fonseca a favore di Massimiliano Allegri. Il tecnico livornese ha tutte le caratteristiche per potere allenare il Milan, sembra talmente troppo facile che la dirigenza nemmeno ci arriva. Conosce Milanello, vuole tornare ad allenare in Italia, accetterebbe un contratto da 4-5 milioni di euro, sa gestire i top player, sa far funzionare dannatamente bene la fase difensiva. Ultimo, ma non ultimo, possiede una casa a GallarateWhat else direbbe qualcuno. Appunto, cos’altro serve per assoldarlo seduta stante?

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Milan, il commento di Leaonardo su Ibrahimovic:”Un giudizio da dirigente? Non rispondo”

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Milan, dopo diverso tempo lontano dai riflettori torna a parlare l’ex dirigente rossonero Leonardo il quale va a toccare alcuni temi personali e non. Leggiamo qui di seguito un estratto dell’intervista.

E’ apparso dietro ai microfoni di Tuttomercato.web l’ex dirigente rossonero, nonché giocatore e allenatore, Leonardo.

Le sue parole in merito ad un ritorno al Milan:”Guarda, sto bene a casa e non ho tanta intenzione di tornare nel calcio così come ero prima. Come allenatore è fuori discussione, ma anche come direttore sportivo

Sull’ Ibrahimovic dirigente:” Che impressioni mi fa? Bella domanda, diciamo che non rispondo”.

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