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Mancini, il veleno post-dimissioni: “Non mi sono mai permesso di accusare nessuno e mi ritrovo accusato”

All’indomani delle dimissioni da ct della Nazionale, Roberto Mancini ha voluto raccontare in prima persona com’è andata, e lo ha fatto in un’intervista.

All’indomani dalle sue dimissioni come ct dell’Italia, Roberto Mancini ha rilasciato un’intervista congiunta a 4 quotidiani nazionali nella quale ha raccontato la propria versione dei fatti e avanzando alcune critiche.

Come prima cosa, ha sottolineato di aver percepito una mancanza di fiducia da parte del presidente Gravina e ha spiegato che avrebbe voluto maggiore tranquillità per lavorare. Ha ribadito che se Gravina avesse voluto trattenerlo avrebbe potuto farlo.

Queste le sue parole: “Ho cercato di spiegare le mie ragioni a Gravina, gli ho detto che avevo bisogno di tranquillità, non me l’ha garantita e quindi mi sono dimesso. Non ho fatto niente per essere massacrato.

Se Gravina avesse voluto, mi avrebbe trattenuto. Non l’ha fatto. Mi sarebbe bastato un segnale, non me l’ha dato. Non ha voluto che restassi, erano mesi che c’era questa situazione. Però Gravina verrà ricordato come il presidente che ha vinto l’Europeo, non per gli errori che ha fatto”.

E ha aggiunto: “Non mi sono mai permesso di accusare nessuno e mi ritrovo accusato. Tempistiche? Ho lasciato la Nazionale a 25 giorni dalla prossima partita, non tre. E penso di essere sempre stato corretto in questi anni

”.

Non ha mancato di esprimere il suo disappunto per la riorganizzazione dello staff tecnico, sottolineando che Gravina voleva rivoluzionare il gruppo di lavoro che aveva portato alla vittoria degli Europei nel 2021.

Uno dei motivi di rottura sarebbe stata anche la clausola di esonero in caso di mancata qualificazione a Euro 2024, della quale lui aveva richiesto la rimozione  per poter lavorare più serenamente (la richiesta era stata respinta, ndr).

Pare che anche la morte di Gianluca Vialli abbia avuto un impatto significativo sulla sua decisione. Come ha dichiarato lui stesso: “È stata per me devastante. Lui non era solo un amico, un collaboratore, era un fratello.

Il suo carisma in Nazionale era fondamentale. La sua mancanza ovviamente non ha determinato la mia scelta ma non nego che senza Luca nulla è più come prima“.

Ha ammesso di aver pensato alle dimissioni dopo la mancata qualificazione al Mondiale, ma gli è stato chiesto di restare.

Ha respinto le voci riguardo alle critiche a Buffon e Bonucci e, infine, ha chiarito che l’interesse dell’Arabia Saudita non ha influenzato la sua decisione e che non avrebbe mai abbandonato la Nazionale per mere ragioni economiche.

Aggiornato al 15/08/2023 9:24

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Pubblicato da
Giulia Bucelli
Tag: Italia

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