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Mancini: “I giovani bravi fanno fatica a giocare”

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Roberto Mancini

Stamattina si è tenuto il forum “Il calcio che l’Italia si merita”: molti i partecipanti, tra cui Roberto Mancini.

L’evento ha chiamato a raccolta tutte le principali figure istituzionali del mondo del calcio: il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente della Figc Gabriele Gravina, il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini e molti altri, tra i quali Milena Bertolini e Roberto Mancini.

Segue una selezione degli interventi più interessanti dell’evento, che vertevano perlopiù sul tema della sostenibilità del sistema, del playoff e del Var.

Mancini: “Vorrei avere più possibilità di conoscere i ragazzi e fare degli stage”

Queste le parole del ct della Nazionale Mancini: “Io l’ho presa 4 anni fa l’Italia e la situazione era più o meno la stessa. Speravo venissero fuori tanti  calciatori, ma la situazione è sempre uguale, perché i giovani bravi fanno fatica a giocare. Pressapoco siamo sempre gli stessi.

E poi penso che gli allenatori non debbano essere esonerati alle prime sconfitte, serve più fiducia come ha fatto il Milan con Pioli, che sembrava a un passo dall’esonero e ora sta lottando per vincere lo Scudetto.

In questa situazione possono mettersi nelle condizioni di far giocare anche i più giovani senza correre rischi. Poi, come è stato detto da Gravina, bisogna ricominciare a fare come tanti anni fa.

I giocatori di interesse nazionale andavano a Coverciano e si facevano uno o due giorni lì per farsi conoscere. Se ci sarà data la possibilità lo faremo. Poi il calcio è fatto anche di sconfitte, ma essere scesi al 32% di giocatori italiani è veramente limitativo per tutte le nazionali.

Abbiamo sempre avuto grandissimi giocatori, anche eccessivi a volte, tanto che alcuni restavano fuori dai convocati. Adesso siamo a un limite bassissimo e dobbiamo fare assolutamente qualcosa.

Se dovessi chiedere una cosa quale chiederei? Di avere più possibilità di conoscere i ragazzi e fare degli stage. Nel momento in cui chiamo un ragazzo giovane, di qualità, magari non pronto, che si allena in Nazionale A, questo lo aiuta.

Come è successo con Zaniolo, sembrava un bambino la prima volta che è arrivato, dopo un paio di mesi era cambiato tutto. E poi chiedo che venga data la possibilità di giocare a questi ragazzi. Non c’è un’altra alternativa a questo. Siamo veramenti pochi.

Playoff, Var e tempo effettivo? Io credo che quando ci sono delle novità si può provare e vedere se sono cose in grado di migliorare o meno il calcio.

L’Italia? Al di là della terrificante eliminazione, a volte accadono cose impensabili. Noi non meritavamo di uscire, ma dobbiamo guardare avanti per ripartire. Come abbiamo fatto 4 anni fa, lo faremo anche adesso”.

Balata: “Il Var è stata un’innovazione epocale”

Il presidente della Serie B Mauro Balata: “Il Var è stata un’innovazione epocale, garantisce regolarità e trasparenza. Sono favorevole anche al Var a chiamata.

Noi siamo contrari però alle seconde squadre e riteniamo che un calcio giovanile di livello esista e che questo sia proprio il campionato di Serie B. Lo dicono i numeri. Credo che questo modello non debba essere disperso, perché si è affermato.

Abbiamo avuto tante società che hanno fatto fare minuti importanti a molti giocatori, che probabilmente se non avessero fatto esperienza da noi sarebbero rimasti dispersi in tribuna.

Poi ci sono anche ragioni giuridiche, perché le seconde squadre non potrebbero concorrere per la vittoria o per i playoff, ciò renderebbe irregolare la competizione.

Infine ci sono questioni sociali, perché rischiamo di perdere tanti asset del calcio di altissimo livello del nostro Paese. La formazione è un conto, la valorizzazione è un altro. E questa avviene in Serie B oggi”.

Bertolini: “Si va verso una società civile e democratica”

Il ct della Nazionale italiana femminile Milena Bertolini: “Il calcio femminile chiede ciò che è giusto, finalmente con il professionismo si avvia questo percorso che può fare molto bene al calcio in generale. Si va verso una società civile e democratica.

La sostenibilità non credo sia un problema se c’è un progetto. Se la visione è a lungo termine, allora si può avere qualcosa di importante. La dimostrazione lo è il Barcellona femminile: ha investito per 10 anni e adesso raggiunge risultati incredibili.

Per quanto riguarda gli altri temi, al centro di tutto va messo il gioco. Il calcio per attirare deve essere bello: per poter fare questo dobbiamo formare giocatori propositivi, non reattivi.

Per nostra cultura reagiamo agli altri, lavoriamo in funzione dell’avversario. Le cose stanno cambiando, lo dimostra l’Italia di Roberto Mancini. Ci sono allenatori giovani che stanno portando idee nuove e che vanno sostenuti.

Se il nostro riferimento è solo vincere o perdere, allora non andiamo tanto avanti. Dobbiamo prendere consapevolezza che si possa sbagliare. Per quanto riguarda i giovani, prima bisogna mettere dentro dei contenuti, formarli e fare esperienza.

Poi potranno tirare fuori tutto il bagaglio che hanno dentro. Lo stesso vale per gli allenatori, perché se perdono e vengono subito esonerati, allora di conseguenza rischiano anche meno”.

Ghirelli: “C’è bisogno di formare anche chi allena”

Così Francesco Ghirelli, vice presidente della Figc: “Da un lato c’è una priorità di risanamento della crisi del calcio dal punto di vista economico e finanziario.

Bisogna mettere in moto i meccanismi che possano metterlo in salvo. Nei dialoghi che abbiamo avuto sembrava fosse una sfida, quando in realtà bisognava remare tutti nella stessa direzione.

Io credo che la priorità di tutti sia questa, poi i giovani, con infrastrutture materiali e immateriali.

Quando si parla di Decreto Crescita è uno strumento che penalizza i giovani italiani, c’è bisogno di formare anche chi allena, chi segue i ragazzi, mettendo in campo un progetto che sia di sistema.
Se non si torna a ragionare a sistema rischiamo altri episodi come il Palermo“.

Casini: “Su playoff e playout ci si potrà ragionare più avanti”

Il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini: “Mi pare evidente che su Var a chiamata e tempo effettivo la posizione sia favorevole da parte di tutti e sarei un folle a dire diversamente dopo aver ascoltato i pareri di Capello e Ancelotti.

Diverso il discorso per i playoff. Il Var a chiamata potrebbe avere degli effetti positivi in Italia, ma non può essere usato sempre come ha sottolineato Carlo Ancelotti. La priorità emerge da Bertolini e Capello: è culturale. Ed è un problema del Paese.

Non c’è una cultura della programmazione nel medio e lungo periodo. Non pretendo che venga fatto a livello politico, ma nel calcio ci possiamo provare. La comparazione è fondamentale: ci sono tanti Paesi che hanno fatto cose eccellenti.

Doveroso guardarli e provare e replicarli per migliorare il calcio italiano. Su playoff e playout ci si potrà ragionare più avanti. Con tutti i problemi che abbiamo in ballo, non è la priorità.

Hanno pro e contro. Il pro è la spettacolarizzazione e un contro che riguarda la regular season. Sono cose che vanno costruite anche culturalmente”.

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Storari: “Le difficoltà della Juventus erano prevedibili. Motta? A Bologna la situazione è diversa, qui è necessario vincere”

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Marco Storari analizza le difficoltà della Juventus e il ruolo di Thiago Motta a Bologna, sottolineando le sfide legate al cambiamento dirigenziale.

Le sfide dirigenziali della Juventus

Marco Storari, ex portiere della Juventus, ha recentemente espresso le sue opinioni sulle attuali difficoltà che la squadra torinese sta affrontando. Secondo Storari, il cambiamento nei ranghi dirigenziali ha avuto un impatto significativo sulla performance della squadra. Con dirigenti nuovi e privi di una solida esperienza calcistica, la Juventus si trova a navigare in un territorio complesso. L’unica figura con un forte background nel calcio è Cristiano Giuntoli, mentre l’amministratore delegato e il presidente sono al loro debutto in una società calcistica.

Storari ha sottolineato come la mancanza di esperienza possa influenzare le decisioni chiave e la gestione della squadra, elementi cruciali per una società abituata a vincere. Questa situazione rappresenta una sfida non solo per i giocatori, ma anche per i tifosi che si aspettano sempre il meglio dalla loro squadra del cuore.

Thiago Motta e le aspettative a Bologna

Parlando di Thiago Motta, attuale allenatore del Bologna, Storari ha evidenziato come le aspettative siano diverse rispetto a quelle della Juventus. Bologna non è come la Juve, qui c’è meno pressione immediata per vincere ogni partita. Motta sta cercando di costruire un percorso a lungo termine, un progetto che richiede tempo e pazienza.

Storari ha notato che Motta ha riconosciuto che la strada da percorrere è lunga, ma è fiducioso nelle sue capacità di portare la squadra a un livello superiore. Questa mentalità potrebbe rivelarsi vincente per un team che ha bisogno di stabilità e crescita graduale.

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Fonte: l’account X di Schira

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Juventus, infortunio Nicolò Savona: domani gli esami, cosa filtra sulle sue condizioni

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Nicolò Savona, difensore della Juventus, non è stato convocato per la partita di oggi contro il Cagliari a causa di un fastidio muscolare alla coscia destra accusato durante l’allenamento di rifinitura.

NICOLO SAVONA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Domani sono previsti esami al JMedical per valutare l’entità dell’infortunio e stabilire i tempi di recupero.

Questo rappresenta il 25° infortunio stagionale per la Juventus, con 177 giornate di campionato complessivamente saltate dai giocatori bianconeri fino ad oggi. Attualmente, oltre a Savona, sono indisponibili Renato Veiga, Pierre Kalulu, Gleison Bremer, Juan Cabal e Arkadiusz Milik.

Nonostante l’assenza di Savona, tra i convocati per la partita contro il Cagliari figura Douglas Luiz, recentemente recuperato.

L’allenatore Thiago Motta ha commentato la situazione degli infortuni in conferenza stampa, sottolineando che non si tratta di sfortuna, ma di una problematica che riguarda molte squadre, citando come esempio il Manchester City e il Real Madrid. 

Le condizioni di Savona saranno monitorate attentamente nei prossimi giorni per determinare il percorso di recupero più appropriato.

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Guardiola: “Di cosa sono grato? Ho potuto allenare Messi”

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inter miami messi

Pep Guardiola riflette sul suo passato con Lionel Messi, sottolineando l’impatto speciale che il campione argentino ha avuto nella sua carriera.

Manchester City, Pep Guardiola

Il legame speciale tra Guardiola e Messi

Pep Guardiola, durante una recente intervista con Sky Sports, ha espresso la sua gratitudine per aver avuto l’opportunità di allenare Lionel Messi, definendo i tre anni trascorsi insieme come “qualcosa di speciale”. Il tecnico spagnolo ha sottolineato quanto sia stato fortunato ad avere Messi nella sua squadra, un giocatore che ha arricchito non solo il gioco del Barcellona ma anche la carriera di Guardiola stesso.

Guardiola ha parlato con entusiasmo del tempo trascorso insieme a Messi, evidenziando come la presenza di un talento così straordinario abbia avuto un impatto significativo sulla sua carriera di allenatore. La loro collaborazione ha portato il Barcellona a conquistare numerosi titoli, consolidando la loro reputazione nel calcio mondiale.

Un’eredità indimenticabile

Durante l’intervista, Guardiola ha ricordato momenti chiave della loro collaborazione e come questi abbiano contribuito a plasmare il suo approccio tattico e filosofico al gioco. Messi, con la sua straordinaria capacità di leggere il gioco e la sua abilità tecnica, ha reso possibile uno stile di gioco fluido e dinamico, che è diventato il marchio di fabbrica del Barcellona sotto la guida di Guardiola.

L’influenza di Messi su Guardiola va oltre i numeri e le vittorie; rappresenta un capitolo fondamentale nella carriera del tecnico, che ha sempre riconosciuto il contributo del campione argentino nel definire la sua visione del calcio.

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Fonte: l’account X di Fabrizio Romano

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