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Mandzukic: perchè sì

L’arrivo di Mario Mandzukic ha letteralmente mandato in visibilio la quasi totalità dei tifosi rossoneri increduli dall’ennesimo coup de theatre di Paolo Maldini, un dirigente old style che alle parole preferisce anteporre i fatti. Il croato ha superato questa mattina – riferiscono in maniera egregia – le visite mediche alla clinica privata La Madonnina pertanto, abile ed arruolato, aspetta le regole di ingaggio dal tecnico Stefano Pioli.

L’attaccante croato classe 1986 rappresenta una soluzione low cost – era infatti svincolato – ma non per questo si tratta di un colpo meno importanti, anzi, sul valore del giocatore nessuno può trovare argomentazioni, se non esclusivamente positive. Mandzukic è un guerriero in campo celato da un carattere schivo, ma solo all’apparenza. Nello spogliatoio una personalità del genere è assolutamente consigliata, figuriamoci se all’interno di un capanello di imberbi rampolli come possono essere i giocatori rossoneri uno come lui possa stonare.

Importante negli spogliatoi – abbiamo detto – ma sicuramente non da meno in campo. Il ragazzone ha ancora molto da dire e da fare, a scapito dell’età le sue doti atletiche sono ancora intatte, magari con un po’ di smalto in meno, ma abbiamo visto l’impatto che ha avuto nel nostro campionato il suo pensionabile compagno di squadra Zlatan Ibrahimovic

.

Attenti a quei due, il titolo di un film che potrà essere reinterpretato dai due protagonisti dell’area di rigore, un duetto la cui somma di età recita 73, ma che insieme hanno fatto la storia del calcio. Impressionanti infatti i numeri di entrambi, Mandzukic si porta in dote 23 trofei e 233 reti segnate, Ibra 31 trofei e 541 reti, un totale di 54 competizioni vinte e 774 golE scusate se gli avversari, al loro cospetto, avranno le gambe tremolanti.

Il croato – stando alle ultime notizie in nostro possesso – ha rifiutato alcune offerte anche economicamente più vantaggiose, voleva solamente il Milan. E chissà che dietro non ci sia un desiderio di rivalsa verso l’ex squadra – la Juventus – così tanto amata durante i primi tempi, ma poi lasciata tra incompresioni e dubbi. Ritengo di sì, questo può sicuramente essere un motivo che ha fatto propendere parte delle sue scelte verso Milano, ma non solamente.

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Pubblicato da
Mauro Vigna
Tag: Milan

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