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Milan: all in sul campionato
Speranze di qualificazione in Champions League ridotte al lumicino per i rossoneri dopo il pareggio contro il Porto.
Un punto in quattro partite, questo il bottino del Milan nei gironi di Champions League.
Una qualificazione ormai compromessa per Ibra e compagni anche se la matematica lascia viva qualche speranza.
I ragazzi di mister Pioli dunque, dopo il sofferto pareggio di mercoledi sera, sono chiamati a rispondere nel derby di domenica sera contro l’Inter.
La partita contro il Porto infatti, ha palesato limiti mentali e messo in evidenza qualche lacuna anche dal punto di vista della rosa a disposizione.
Tutto sul campionato per tornare a vincere
Ecco dunque che la scelta è presto fatta: puntare decisi sull’affermarsi in Serie A per crescere ancora.
I rossoneri hanno tutto per continuare la cavalcata in Italia, ed i punti raccolti nell’ultimo anno e mezzo sono lì a dimostrarlo.
Se in Europa, con i ritmi forsennati, si denotano mancanza di precisione negli ultimi 30 metri e tempi di gioco totalmente sbagliati (vedere il gol annullato ieri sera ad Ibrahimovic per capire), in campionato tutto questo non emerge.
In un calcio più tattico e meno arrembante quindi viene facile al Milan imporre gioco e ritmo.
Anche dal punto di vista della rosa emerge qualche problema: Kessie non è quello dello scorso anno e la cerniera di centrocampo, nonostante un Tonali sempre più leader, ne risente; La mancanza poi di un’alternativa valida a Brahim Diaz (il Covid pare aver colpito duro il giovane spagnolo) sulla trequarti non è da team che può competere su più fronti.
Un po’ come per l’Inter lo scorso anno anche per il Milan potrebbe rivelarsi addirittura decisiva l’eliminazione dalle competizioni europee; a quel punto Pioli si troverebbe a poter gestire molto più facilmente le energie a disposizione senza più preoccupazioni dovute agli impegni infrasettimanali.
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Juventus, il sogno in difesa è classe 2003
Alla Juventus si sta intavolando una trattativa per colmare il vuoto lasciato in difesa da Gleison Bremer: ecco chi è il giocatore che potrebbe sostituirlo.
La trattativa è già avviata: questo pomeriggio a riportare la notizia sono svariate fonti, Tuttosport compreso. L’oggetto è l’avvio della trattativa per un giovane prospetto classe 2003, cresciuto professionalmente al Benfica, dalle giovanili alla Prima Squadra.
Alludiamo al giovane difensore centrale portoghese Antonio Silva, che sarebbe un ottimo sostituto per Gleison Bremer, colpito da un infortunio al crociato.
Il lusitano è valutato dal Benfica 40 milioni di euro.
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Amarcord Juventus: 28 anni fa la conquista di una Coppa illustre
Ventotto anni fa la Juventus vinceva il suo ultimo trofeo internazionale di primo piano: la Coppa Intercontinentale. Autore della vittoria un immenso Del Piero.
Il 26 novembre 1996 un gol di Alessandro Del Piero all’81’ regalò alla Juventus la Coppa Intercontinentale, l’ultimo trofeo internazionale conquistato dai bianconeri.
A Tokyo, nella gara secca contro il River Plate, fu proprio il numero 10 della Juventus a decidere una sfida che, secondo lui stesso, “avremmo dovuto vincere 5-0, non 1-0“. Quel gol, come ricordato da Del Piero nel suo libro Manualex, è uno dei momenti più belli della sua carriera: “Quando segnai il gol-vittoria non capii più niente”.
Juventus, la partita
La Juventus di Marcello Lippi scese in campo con un 4-3-1-2: Peruzzi; Torricelli, Ferrara, Montero, Porrini; Di Livio, Deschamps, Jugovic; Zidane; Del Piero, Boksic.
In panchina, tra gli altri, c’erano Tacchinardi, subentrato all’89′ per Zidane, Vieri e Padovano.
Dall’altra parte, il River Plate, guidato da Ramón DÃaz, si affidava a una formazione piena di futuri campioni: Bonano; Hernán DÃaz, Celso Ayala, Berizzo, Sorin; Monserrat, Astrada, Sergio Berti; Francescoli; Ortega, Cruz.
Particolarmente interessante era la sfida tra i due numeri 10: Del Piero per la Juventus e Ortega per il River.
“Due giorni prima mi avevano comunicato che la regia giapponese avrebbe dedicato telecamere speciali a noi due”, ha raccontato Del Piero, aggiungendo che la notizia lo aveva riempito di responsabilità .
A distanza di 28 anni, quella Coppa Intercontinentale rimane l’ultimo trionfo internazionale importante della Juventus. All’epoca, la Coppa si assegnava in una gara secca tra la vincitrice della Champions League e quella della Copa Libertadores, mentre oggi si disputa il Mondiale per Club, un torneo con un format completamente diverso.
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Piqué: “Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite”
L’ex centrale del Barcellona Gerard Piqué ha parlato del problema delle troppe partite che portano poi a troppi infortuni, proponendo una sua soluzione.
Il tema delle troppe partite è ormai al centro della critica sportiva: sono tanti gli allenatori, i presidenti e gli addetti ai lavori in generale che si lamentano dei troppi incontri ravvicinati. Questi sono la principale causa dei tanti infortuni, poiché il fisico dei calciatori è sottoposto ad un forte stress circa una volta ogni 3 giorni e sono più esposti a problemi fisici.
Di questo delicato argomento ha parlato anche l’ex difensore del Barcellona Gerard Piqué, il quale ha delle idee molto chiare in merito. Lo spagnolo è sempre stato un personaggio di spicco sia dentro che fuori dal campo, dicendo sempre la sua opinione e mettendoci la faccia anche nei momenti o su argomenti più delicati.
Le parole di Piqué
La principale soluzione al problema delle tante partite secondo Piqué, è quella di ridurre i campionati a 16 squadre, in modo tale da avere meno giornate da disputare.
Le sue parole: “Credo che ridurre il numero delle partite aiuterebbe i giocatori a riposarsi di più, quindi a meno infortuni, e non arriverebbero così stanchi alle partite importanti. Dobbiamo fare in modo che questi incontri siano unici, speciali.
Oggi ci sono troppe competizioni con tante partite. Questa è una delle proposte che, dopo il dibattito, è stata adottata da dirigenti e giocatori. È complicato da organizzare perché le organizzazioni vogliono che ci siano molte partite. UEFA, FIFA… nel mondo del calcio ci sono diverse organizzazioni e ognuna guarda ai propri interessi. È complicato trovare un accordo comune“.
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