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Milan, una magra consolazione: la decisione su Cakir
Milan, abbiamo ancora tutti a mente i due episodi che martedì sera hanno condizionato la gara contro l’Atletico Madrid in Champions League. La rabbia dei tifosi non si placa nemmeno a giorni di distanza e la dirigenza stessa ha mal digerito la condotta del fischietto turco. Vediamo cosa potrebbe decidere la Uefa.
Milan, una sconfitta che brucia quella contro l’Atletico Madrid di martedì sera. Nel palcoscenico dello stadio San Siro i rossoneri facevano ritorno nel calcio che conta dopo parecchi anni di assenza e le premesse, dopo i primi minuti di gioco, sembravano piuttosto buone. Una squadra motivata, ben messa in campo, padrona del gioco e giustamente in vantaggio con Rafael Leao. Tutto bene fino a che Franck Kessie con una ingenuità si è fatto sbattere fuori per doppia ammonizione, sanzione ritenuta probabilmente eccessiva, ma che comunque ci poteva stare.
Da quel momento la gara è stata condizionata ed il tecnico Stefano Pioli, per sopperire all’inferiorità numerica, è stato costretto a stravolgere l’assetto dei suoi giocatori. Inevitabile quindi andare in sofferenza nel secondo tempo con gli spagnoli che hanno trovato il pareggio con Griezmann il quale ha ben sfruttato una leggera indecisione del capitano Alessio Romagnoli.
Finale thriller
Il finale è da thriller, protagonista purtroppo in negativo l’arbitro Cakir il quale al minuto 94 ha fischiato un calcio di rigore per la squadra di Simeone del tutto inesistente. O meglio, del tutto evitabile se il fischietto turco fosse ricorso allo strumento a disposizione degli arbitri, il Var.
Un episodio del genere andava rivisto perchè un rigore a tempo scaduto, su un risultato di parità, compromette inevitabilmente la squadra che lo subìsce senza darle possibilità di rimonta. A velocità normale Cakir avrebbe chiaramente capito che la palla, prima di essere toccata di braccio da Kalulu, era stata fatta avanzare, sempre di braccio, dal giocatore spagnolo. Il rigore era quindi da non assegnare.
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Milan, la decisione dell’Uefa
L’operato dell’arbitro Cakir è sotto gli occhi di tutti, anche della Uefa. Impossibile non avere notato l’errore oltre che ad una conduzione di gara che possiamo quasi definire a senso unico con decisioni severe solo da una parte. Ovviamente l’arbitro, durante l’episodio finale, ha un concorso di colpa con il varista Bitigen il quale non è riuscito dalle immagini a capire la dinamica.
Per il Milan arriverà una magra consolazione, la Uefa ha intenzione di fermare per un po’ di tempo l’arbitro Cakir ed il suo assistente. L’errore è stato riconosciuto e l’intenzione è proprio quella di non chiudere gli occhi verso un episodio molto grave che ha condizionato la partita.
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Milan, una nuova luce al San Siro: il Diavolo prende sostanza | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, non è solo la vittoria convincente contro l’Empoli, ma tutta una serie di comportamenti che fa pensare che sia nato un Diavolo nuovo.
Il Milan vince, convince e porta a casa tre punti importanti. Per i criticoni la gara contro l’Empoli era da vincere e basta, ma c’è vittoria e vittoria, prestazione e prestazione.
Il Milan di questa sera è stato perfetto, una squadra veloce, organizzata, corta, spietata, attendista, cinica, cattiva. Quante volte abbiamo visto tutte queste caratteristiche durante una singola gara? Forse due, contro Inter e Real Madrid. Gare che si preparano da sole. Ed ecco la svolta.
Il Milan ha giocato da Milan contro una cosiddetta piccola, cosa che difficilmente è successa nelle ultime gare. Un chiaro segnale che i giocatori stanno seguendo Fonseca, colui il quale questa sera, in caso di sconfitta, sarebbe stato esonerato.
Non era facile questa sera, abbiamo vinto con una disarmante facilità. Un nuovo Diavolo sta nascendo, lo aspettiamo al varco contro l’Atalanta, ma siamo certi che qualcosa stasera è cambiato.
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Milan-Empoli 3-0, tutto facile per Fonseca: le pagelle
Milan-Empoli 3-0, i rossoneri convincono e giocano una gara di sostanza e grande attenzione. Reti di Morata e doppietta di Reijnders. Le pagelle.
Maignan 6: spettatore non pagante, vede la palla stamparsi sulla traversa e tira un sospiro di sollievo. Gara a porta inviolata, finalmente.
Emerson Royal 6: attento e tiene bene la posizione, con la squadra più coperta anche lui ne beneficia
Thiaw 6: gli attaccanti dell’Empoli fanno il solletico, prestazione pulita e attenta
Gabbia 6: idem come sopra (dal 75’ Pavlovic sv)
Theo Hernandez 6: ci si aspetta sempre di più da lui, particolarmente sacrificato, non prova ad accelerare sulla fascia
Reijnders 8: classica palla legata ai piedi, trova pregevole un gol nell’angolino alla fine del primo tempo. Doppietta nel secondo tempo. Insostituibile, ora trova pure il gol con disarmante facilità.
Fofana 6: più imballato del solito, cerca di non farsi ammonire per non saltare la prossima gara (dal 75’ Loftus-Cheek sv)
Musah 6: motorino instancabile, tanti chilometri a scapito della precisione (dal 75’ Chukwueze sv)
Pulisic 6,5: l’uomo ovunque, non trova il gol ma gioca una gara di grande sostanza
Leao 6: ha voglia di mettersi in mostra e in qualche circostanza ci riesce. Sbaglia qualche appoggio, ma deve provare la giocata. Sparisce un po’ nel secondo tempo (al 90’ Camarda sv)
Morata 6,5: a secco da due mesi, alla prima occasione la mette dentro da par suo. A volte non troppo preciso a servire i compagni (all’87’ Abraham sv)
Fonseca 6,5 ammonito per proteste nel primo tempo. La squadra gira bene, vince e finalmente convince. Sprona i suoi, si anima e arrivano tre punti preziosissimi.
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Sarri: “La Juventus? Uno sbaglio. Tornerei in Premier”
L’ex allenatore della Lazio ha rilasciato alcune dichiarazioni sulle sue scelte passate e su un suo desiderio. Leggi con noi le parole di Sarri.
Maurizio Sarri ha rilasciato una lunga intervista al giornale britannico The Sun. Il tecnico si è soffermato sul suo passaggio alla Juventus, dopo l’esperienza in Premier, e di un suo possibile ritorno in Inghilterra.
Le parole di Sarri
Il suo desiderio.
“Volevo tornare in Italia perché la situazione al Chelsea non era facile. In quel periodo ad Abramovich non era permesso andare in Inghilterra. Lo vedevo solo alle partite all’estero. Ci sentivamo al telefono, ma non molto spesso. Il mio punto di riferimento era solo Marina. Non c’era un direttore sportivo quindi la situazione non era così chiara”.
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