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Milan-Atalanta, Di Bello c’è poco: Furlani “Due episodi hanno condizionato la gara”
Milan-Atalanta, i rossoneri escono dallo stadio San Siro con le ossa rotte e soprattutto con l’eliminazione da un’altra coppa, dopo l’uscita dalla Champions League
Una sconfitta con l’amaro in bocca quella di ieri sera ad opera dell’Atalanta. Dopo essere passato in vantaggio, il Milan si è letteralmente perso, complice anche qualche errore arbitrale da parte di Di Bello.
Episodi che a velocità normale non avrebbero minimamente messo in dubbio le scelte dell’arbitro, ma che alla moviola dimostrano che fosse realmente il caso di andarli a vedere al Var.
Di solito miti e poco inclini ad apparire in tv per parlare di arbitri, nell’immediato post partita sono intervenuti, in momenti differenti, il tecnico Stefano Pioli e l’AD Giorgio Furlani a denunciare l’accaduto.
Leggiamo le parole di Furlani:” Volevamo andasse diversamente, eravamo in gara. Due episodi hanno condizionato molto la gara. Il rigore a nostro sfavore, dove il difensore tocca la palla e poi il tocco di braccio del loro difensore con la palla verso la porta, con il rigore non fischiato. C’è amaro in bocca per la sconfitta, ma anche per come è arrivata”.
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Giaccherini: “Non credo che il Napoli abbia qualche chance. Italia? È la strada giusta”
L’ex bianconero Emanuele Giaccherini si racconta in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera.
A 38 anni, Emanuele Giaccherini si è lasciato il calcio giocato alle spalle nel 2021, ma il legame con il mondo del pallone rimane indissolubile. In una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, l’ex centrocampista della Juventus e della Nazionale ha affrontato diversi temi, dalla corsa scudetto agli anni trascorsi in maglia bianconera, fino al suo rapporto con Antonio Conte, allenatore che ha segnato profondamente la sua carriera. A seguire un estratto della sua lunga intervista.
Giaccherini: “Molto grato ad Antonio Conte”
Giaccherini, lo sforzo è stato doppio senza milza?
«Forse a livello mentale sì, ma a 16 anni non ne ero neanche troppo consapevole. Fisicamente non cambia nulla, anzi il paradosso è che sotto sforzo non ti fa male in quel lato lì. Il punto è che quell’episodio è stato soltanto l’inizio della salita. Oggi mi guardo indietro e mi considero fortunato, sono arrivato lì dove volevo. Ho realizzato il sogno da bambino».
Il punto di svolta?
«Una tragedia vissuta da un compagno di squadra al Cesena. Serie C, fuori rosa: non il massimo per me. C’è da giocare un’amichevole e Veronesi, l’attaccante, deve dare forfait perché è morto il suo papà. Bisoli ha gli uomini contati e mi chiede di giocare. Faccio due gol, l’allenatore decide che divento titolare, con Veronesi ovviamente. Vinciamo la C, poi la B e siamo in A. Tutto succede quando sto per mollare, senza neanche troppi rimpianti: la passione per il calcio era finita, almeno così mi sembrava. Da ragazzino avevo già lavorato in fabbrica, era l’anno dei Mondiali in Corea, quindi chiesi ai miei genitori di trovarmi un altro posto di lavoro da perito meccanico perché non ne potevo più. Io volevo il calcio, mi sembrava però che il calcio non volesse me».
Invece il meglio evidentemente doveva ancora arrivare…. Oggi come colma il grande vuoto?
«Da tre anni faccio il commentatore per Dazn, guardo partite in serie, ho preso il patentino come allenatore e chissà che un giorno non possa tornare in campo. Soprattutto faccio il papà quasi a tempo pieno. Quando sei nel frullatore non ti accorgi del tempo che sottrai alla famiglia, ai figli».
Chi vince lo scudetto?
«L’Inter è la squadra più forte, più attrezzata e più organizzata. Al momento sono tutte lì ma se guardiamo ai valori loro hanno qualcosa in più».
Lei è tifoso nerazzurro, però.
«Sì ormai lo sanno tutti ma non mi faccio condizionare. Nasco e cresco in una famiglia di tifosi nerazzurri, fin quando ho giocato guardavo solo alla mia squadra. Dopo diciamo che mi sono lasciato andare».
Il suo amico Conte al Napoli invece ha chance?
«Non credo, sinceramente. Antonio sta lavorando per questo ma ci vuole tempo, hanno una rosa forte ma non lunghissima, sinceramente non mi aspettavo di vederli primi. Bisogna anche dire che qualche punto l’hanno raccolto con un pizzico di fortuna, almeno nelle prime partite. Ma arriveranno fra le prime quattro, e se pensiamo dov’erano lo scorso anno».
Lei ha giocato a Napoli, Conte l’ha chiamata prima di accettare la panchina partenopea?
«Ci siamo sentiti e anche visti, la sua scelta un po’ mi ha sorpreso. Credo sia stato molto attirato dalla piazza, dalla passione che Napoli ti dà, ha fatto benissimo. In due anni lì ho giocato poco ma la città resta nel cuore, è speciale».
L’Italia qualificata ai quarti di Nations League. Spalletti è l’uomo giusto?
«La nostra Italia ha preso finalmente la strada giusta, quella che non si è vista per niente all’Europeo, preparato buttando nel calderone tanti concetti e tante idee, creando solo confusione. Il mister è un grandissimo allenatore, ha capito gli errori fatti e adesso ha il tempo. L’Italia gioca bene a calcio, sa quel che vuole l’allenatore, ha recuperato giocatori fondamentali come Tonali ad esempio. Ci sono tutte le condizioni per tornare protagonisti».
Lei invece protagonista con Conte agli Europei del 2016. Non era troppo per le sue aspettative?
«È quello che probabilmente pensavano tutti, quando andai alla Juve. Il grande nome alla fine è stato il famoso Giaccherinho. Il mister appena ha potuto si è tolto i sassolini dalla scarpa. Quanto al rapporto mio e suo, credo che avendogli detto di no la prima volta poi si è intestardito, un po’ come quando un ragazzo vuole una ragazza e lei gli dice di no. Insiste fin quando non la conquista».
Quando gli ha detto di no?
«Al Siena. Io ero appena arrivato in A col Cesena, loro facevano la B per vincere il campionato. Non me la sentii, lo ringraziai, in qualche modo rischiando anche di non esser più chiamato da lui. Invece in quella stagione feci otto gol e non mi ricordo più quanti assist e mi volle alla Juventus».
Giaccherini, ha guadagnato abbastanza in carriera?
«Sì, ma i soldi non mi hanno mai fatto girare la testa. Vengo da una famiglia che dà valore al lavoro, c’è grande rispetto per i soldi. Quando agli inizi mi davano 1.000 euro al mese, ne mettevo da parte sempre 200, non era poco. Appena ho guadagnato un po’ di più ho acquistato il terreno per costruire casa».
Una follia, una, l’ha fatta?
«Ho comprato la prima auto dopo aver firmato il contratto con la Juventus. Una Maserati, prima avevo semplici utilitarie nonostante potessi già permettermi qualcosa in più».
Testa sulle spalle, come si dice in certi casi.
«Sì, con qualche eccezione. Una sera persi quindicimila euro al casinò, ci ho pensato per mesi».
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Napoli, gli aggiornamenti sulle condizioni di McTominay
Napoli, arrivano aggiornamenti sulle condizioni di Scott McTominay. Il mediano, è uscito anzitempo nella sfida contro la Polonia in Nations League.
I partenopei possono tirare un sospiro di sollievo per le condizioni di Scott McTominay. A un quarto d’ora dalla fine di Polonia-Scozia il centrocampista azzurro aveva accusato un problema al piede e poco dopo è stato sostituito, facendo scattare l’allarme.
Napoli, nessun infortunio per McTominay
Stando a quanto anticipato da SkySport, il centrocampista scozzese non ha riportato alcun infortunio e sarà regolarmente a disposizione per la partita con la Roma in programma domenica alle 18 per la tredicesima giornata di Serie A.
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Genoa, ora è anche ufficiale: esonerato Gilardino
Il Genoa, dopo i rumors delle ultime ore, ha ufficialmente esonerato Alberto Gilardino: al suo posto arriverà l’ex centrocampista francese Patrick Vieira.
La notizia era nell’aria e adesso è arrivata anche l’ufficialità. Alberto Gilardino non è più l’allenatore del Genoa. Ad annunciarlo è stato lo stesso club rossoblù con il seguente comunicato ufficiale.
Genoa, il comunicato sull’esonero di Gilardino
“Il Genoa CFC comunica che Alberto Gilardino è stato sollevato dall’incarico. La società ringrazia il mister per i traguardi raggiunti insieme nel corso degli anni e gli augura il meglio per la propria carriera”.
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