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Milan, il baby bomber colpisce ancora: un poker che sa di prima squadra
Milan, il giovanissimo centravanti non smette di stupire e continua a segnare a raffica nel campionato giovanile.
Altri centri per Francesco Camarda: vi abbiamo raccontato l’incredibile prolificità e statistica sotto porta dell’attaccante Under 16 del Milan, che sicuramente rimane sotto osservazione per il futuro.
Milan, poker al Cittadella: che fiuto per il 15enne
5ª giornata di ritorno del Campionato Under 16: a sfidarsi sono stati Cittadella e Milan, col passivo finale di 0-4.
Il poker di Camarda è maturato in entrambi i tempi.
Il classe 2008 prosegue il suo percorso di crescita: Pioli (e l’idolo Ibrahimovic) osservano.
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Roma, bilancio 2024 in rosso: tutte le cifre
In casa Roma è stato reso noto il bilancio relativo al 2024: non arrivano buone notizie per i Friedkin dopo le difficoltà in questo inizio di stagione.
Come riportato da Calcio e Finanza, la Roma ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2024 con un rosso a livello consolidato pari a 81,4 milioni di euro, un risultato in miglioramento di circa 20 milioni di euro rispetto all’esercizio 2022/23, che si era chiuso in perdita per 102,7 milioni.
Il fatturato consolidato della società giallorossa è stato pari a 301,7 milioni di euro (contro i 277,0 milioni di euro relativi all’esercizio chiuso il 30 giugno 2023), mentre i costi sono cresciuti a quota 366,2 milioni (348,7 milioni nel 2022/23).
Roma bilancio 2024: i ricavi
Complessivamente, la Roma nella stagione 2023/24 ha registrato 301,7 milioni di euro di ricavi, rispetto ai 277,0 milioni del 2022/23. La voce più corposa è quella relativa ai diritti tv, pari a 104,1 milioni di euro (rispetto ai 109,3 milioni del 2022/23) , mentre i ricavi commerciali sono cresciuti a quota 70 milioni di euro e i ricavi da gara a 55,4 milioni. I ricavi da plusvalenze sono stati invece pari a 25 milioni, in particolare legati alle cessioni di:
Ibanez all’Al Ahli: cessione a 28,5 milioni e plusvalenza di 23,4 milioni;
Belotti al Como: cessione e plusvalenza a 4 milioni;
Matic allo Stade Rennais: cessione e plusvalenza a 2 milioni.
Questi i ricavi voce per voce:
Ricavi da gara: 55,4 milioni di euro (49,2 milioni di euro nel 2022/23);
Ricavi da sponsor, commerciali e royalties: 70,0 milioni di euro (48,6 milioni di euro nel 2022/23);
Ricavi da diritti tv: 104,1 milioni di euro (109,3 milioni di euro nel 2022/23);
Ricavi da gestione diritti calciatori, da cessione temporanea e altri proventi: 47,6 milioni di euro di cui 25,0 milioni dalle plusvalenze (56,1 milioni di euro, di cui 47,1 milioni di plusvalenze nel 2022/23;
Altri ricavi: 24,6 milioni di euro (13,8 milioni di euro nel 2022/23);
TOTALE: 301,7 milioni di euro (277,0 milioni nel 2022/23).
Roma bilancio 2024 – I costi
I costi a bilancio per Roma sono cresciuti nel 2023/24 a 366,2 milioni di euro rispetto ai 348,7 milioni di euro del 2022/23. Nel dettaglio, la maggior parte dei costi è legata a salari e stipendi del personale, a quota 202 milioni di euro (in forte crescita rispetto ai 173,1 milioni di euro del 2022/23). Più nello specifico, i soli costi per il personale tesserato sono stati pari a 172,7 milioni di euro (143,9 milioni di euro nel 2022/23), di cui 150,6 milioni come compensi ai giocatori (125,9 nel 2022/23) e 22,0 milioni come compensi allenatori (17,9 nel 2022/23) nell’anno in cui è stato esonerato José Mourinho, sostituito da Daniele De Rossi.
In forte calo, invece, gli ammortamenti legati ai calciatori, passati da 55,6 a 38,1 milioni di euro. Complessivamente, la voce ammortamenti e svalutazioni ha pesato per 43,9 milioni rispetto ai 60,6 milioni del 2022/23.
Questi i costi voce per voce nella stagione 2022/23:
Costi
- materie prime, sussidiarie, di consumo, merci: 16,9 milioni di euro (13,9 milioni nel 2022/23); — – per servizi: 58,2 milioni (65,6 milioni di euro nel 2022/23);
- per godimento di beni di terzi: 14,4 milioni di euro (14,5 milioni di euro nel 2022/23);
Costi per il personale: 202,1 milioni di euro (173,1 milioni di euro nel 2022/23);
Ammortamenti e svalutazioni: 43,9 milioni di euro (60,6 milioni di euro 2022/23);
Altri costi: 30,7 milioni di euro (21,0 milioni di euro nel 2022/23)
TOTALE: 366,2 milioni di euro (348,7 milioni di euro nel 2022/23)
Roma bilancio 2024 – Risultato netto
La differenza tra fatturato e costi è stata così positiva per 64,5 milioni di euro (rispetto al -71,7 milioni di euro del 2022/23). Il risultato ante imposte è stato negativo per 75,5 milioni di euro circa (con un impatto da 17 milioni di oneri finanziari rispetto ai 28,7 milioni del 2022/23), rispetto al -99,3 milioni del 2022/23, mentre il risultato netto è stato negativo per 81,3 milioni di euro contro il rosso di 102,7 milioni del 2022/23.
Roma bilancio 2024 – Debiti e patrimonio netto
Il patrimonio netto consolidato al 30 giugno 2024 è negativo per 407,7 milioni, rispetto al patrimonio netto negativo per 436,4 milioni del 2023, mentre a livello civilistico il patrimonio netto risulta negativo per 251,7 milioni rispetto al -263,7 milioni al 30 giugno 2023. Tuttavia, la Roma ha scelto di sfruttare l’ipotesi contenuta in uno dei diversi decreti legati all’emergenza Covid per differire il ripianamento della perdita entro il quinto esercizio successivo a quello chiuso, quindi rinviando il ripianamento all’esercizio in chiusura al 30 giugno 2026, in larga parte già coperta dagli apporti di capitale. In particolare, nel corso del 2023/24 la proprietà dei Friedkin ha versato 90 milioni nelle casse del club come finanziamenti soci, convertendo altri 110 milioni di finanziamenti soci in capitale. La quota di debiti legati ai soci ancora da convertire è così pari a 297 milioni di euro al 30 giugno 2024, rispetto a un patrimonio netto civilistico pari appunto a -251,7 milioni.
Sul fronte debiti, così, i debiti complessivi sono scesi a 636,2 milioni di euro (86887 milioni al 30 giugno 2023), di cui tuttavia appunto 297 milioni nei confronti dei Friedkin. L’indebitamento finanziario netto è invece pari a -139,4 milioni di euro, rispetto al -135,4 milioni del 30 giugno 2023, alla luce della liquidità a 39 milioni di euro (44 milioni al 30 giugno 2023).
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Bonucci: “Allegri voleva farmi fuori. Mi insultò in…”
Leonardo Bonucci, ex difensore della Juventus, ha raccontato alcuni aneddoti sul suo litigio con Max Allegri durante la sua esperienza in bianconero.
Leonardo Bonucci è stato protagonista sul canale YouTube di Amazon Prime Video nell’appuntamento con “Fenomeni”, il format social condotto da Luca Toni – campione del mondo 2006 e ora commentatore di Prime Video per la UEFA Champions League – che intervisterà in esclusiva i grandi campioni del calcio, ripercorrendone la carriera che li ha resi leggendari.
Protagonista di questa puntata, l’ex difensore bianconero e attualmente assistente tecnico della Nazionale Under 20 guidata da Bernardo Corradi. Ai microfoni di Prime Video Bonucci ha ripercorso la sua carriera da calciatore, la sua esperienza alla Juventus e quella oggi da neo allenatore e parlando del futuro ha condiviso il sogno di guidare la Juventus in Champions. Tra i temi toccati anche quello del rapporto con Massimiliano Allegri.
Bonucci, le parole su Allegri
“Secondo me per quello che ero io per la Juventus e per quello che ha fatto Allegri nei primi cinque anni, è stata un’occasione sfumata non avere condiviso tutto il percorso. Sono nate delle situazioni che non ci hanno permesso di andare d’accordo. All’inizio uno dei collaboratori mi disse che quando erano arrivati alla Juventus il pensiero era di farmi fuori perché quando giocavamo contro preparavano la partita su di me, perché facevo la cagata. Lo disse come battuta, ma significa che comunque ci aveva pensato. Poi io sono sempre stato uno che dice le cose così come vengono, e quando non hai più le idee ben chiare su come giocare diventa tutto più complicato», ha raccontato Bonucci. Nella giornata di campionato con il Palermo, Marchisio rientra dal crociato e al 60’ era morto e gli ho detto di farsi cambiare. Io l’ho detto alla panchina e dopo cinque minuti Allegri cambia Sturaro con Rincon e lascia Claudio dentro. Io gli ho fatto segno che Marchisio era morto e lui mi manda a f*****o, mi dice anche: sei un c******e, o cose del genere». Finisce la partita e corro nello spogliatoio, trovo Landucci che prova a fermarmi e lo sbatto contro la porta dello spogliatoio. Lì ci siamo attaccati con Allegri e poi ci hanno diviso. Ho provato a chiarire ma lui si è scaldato nuovamente, e lì è finito tutto. Mi voleva fuori rosa, ho saltato la partita con il Porto e poi ho ricominciato a giocare, ma non era più la stessa cosa. Prima della finale di Cardiff rinnovano il contratto al mister, e poi esce che ho fatto casino nello spogliatoio. Ho chiesto al club una smentita, ma loro mi hanno detto: “Noi non dobbiamo dire niente”. Io penso di non avere fatto nulla di male”.
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Juventus, Perin: “Stiamo seminando per raccogliere in futuro”| VIDEO
Mattia Perin, portiere della Juventus, ha parlato a Cronache di Spogliatoio: il numero uno bianconero ha fatto un focus tra presente e passato in Juve.
In una lunga intervista rilasciata a Cronache di Spogliatoio, Mattia Perin portiere della Juventus, ha parlato di annedoti personali della sua carriera e fatto un focus sulla Juve attuale e di questo inizio di stagione.
Di seguito il video e la trascrizione scritta.
Juventus, le parole di Perin
“Mi sento un co-titolare, come tutti i miei compagni che si sentono 24/25 titolari, stiamo dimostrando che tutti possono giocare al posto di chiunque. Questo porta a a una grande competitività interna che fa benissimo al gruppo perché il livello degli allenamenti si alza moltissimo, facendo sì che si alzi il livello complessivo. Credo che nel calcio si debba andare in questa direzione in futuro: come dicono in tanti, si gioca troppo. Probabilmente è vero. Ma se hai una rosa di 24-25 titolari, dove tutti si possono alternare, diciamo che non ci saranno più giocatori che faranno 60-70 partite in un anno, che comunque ti logora, ma ci saranno giocatori che ne faranno 40-35 e altri 20-25″.
Avrebbe potuto fare il titolare altrove e invece si è costruito questo ruolo nella Juventus
“Non mi piace autoreferenziarmi, ma essendo uno di quelli che è qui da più tempo, se c’è da prendersi delle responsabilità non mi tiro indietro. Tutto quello che ho costruito in questi anni è una figura affidabile all’interno del Club, ci ho messo tanto lavoro, impegno e professionalità. Ho sempre avuto richieste che mi lusingano, perché dimostra che sto facendo bene il mio lavoro e le persone che guardano mi gratificano, ma giocare per questa maglia e scendere in campo dà sempre una pressione particolare. Quella pressione lì mi dà un furore agonistico che mi permette tutte le mattine di alzarmi e venire qui al campo per continuare a migliorarmi giorno dopo giorno. Giocare nella Juventus, seppur giocando meno, mi ha dato l’opportunità di giocare delle nazionali, di vincere una Coppa Italia da protagonista. Magari in altri club, giocando più partite, non sarebbe potuto capitare”.
Come è nata la scelta di affidarsi a un mental coach?
“Me l’ha consigliata il mio agente Alessandro Lucci. Ero in un periodo dove stavo anche pensando di smettere di giocare dopo l’ennesimo infortunio alla spalla, e gli dissi “Ora basta, smetto, vengo a lavorare per te”. Avevo 26 anni. Volevo smettere, basta. Avevo fatto due crociati, tre volte la spalla, tutto in 5 anni. Non mi stavo più divertendo. Lui mi disse: “Datti un’ultima opportunità e prova a iniziare a lavorare con questa ragazza, Nicoletta Romanazzi, con cui attualmente continuo a lavorare, è la mia mental coach. Lavoriamo ancora perché un percorso dove non smetti mai di imparare. Anzi, quando pensi che hai capito come funzioni o come funziona il mondo ti arriva un’altra batosta che ti rimette con i piedi per terra. Invece tramite questo percorso ho imparato l’umiltà del lavoro su se stessi, che è un lavoro dove veramente non smetti mai perché ci sono sempre nuove opportunità di crescita, ho cominciato a vedere i momenti bui e le crisi che ognuno ha, piccole e grandi, come delle opportunità di crescita, perché ogni volta che sono uscito da quella fase lì mi sono accorto che ero un essere umano migliore, un giocatore migliore, un padre migliore. E quindi è una figata”.
Si ricorda di quando giocava con Thiago Motta al Genoa?
“Il mister è stato un anno e io avevo 16 anni ed è stato il primo anno in cui ho iniziato ad andare in prima squadra, avrò fatto 10/15 allenamenti insieme a loro, potevo ammirarlo solo come calciatore, che era fantastico. Poi ci ho giocato insieme anche in Nazionale, era l’anno di Milito in cui siamo andati in Europa League con Gasperini. Non pensavo al fatto che sarebbe potuto diventare allenatore, era troppo presto, Thiago avrà avuto 28 anni”.
Come vivete il presente alla Juventus?
“Vedo questo momento come un’opportunità. Ne parlavamo prima: nei momenti di crisi è lì che si tira fuori il meglio, è lì che si migliora, uscendo da quella crisi e avendo dato. Ovviamente devi lavorare perché poi passa da lì, bisogna lavorare e bisogna essere professionali, bisogna sapersi connettere tra noi giocatori, ed è una cosa che sono sicuro stiamo già facendo e miglioreremo. Il mister la sta gestendo con massima tranquillità e ci dà grande serenità. Questa è la cosa più importante, sappiamo benissimo ed è un dato di fatto che abbiamo vissuto comunque un periodo dicile per via delle assenze, non ci piangiamo addosso, l’ho detto l’altro giorno dopo Lecce e noi siamo andati a Lecce per vincere e volevamo vincere, giochiamo col Bologna anche se siamo in undici noi giochiamo per vincere, non solo perché siamo la Juventus ma perché crediamo in quello che facciamo. E crediamo di essere un gruppo forte che si deve migliorare, che deve crescere e che deve puntare a vincere passando anche attraverso questi momenti qui. Hai fatto l’esempio dell’Atalanta, ha seminato e seminato e poi ha vinto. Noi in questo momento dobbiamo seminare, lo so che la Juventus ha abituato a vincere da subito, è il più grande club d’Italia insieme all’Inter e al Milan, ma è un dato di fatto che ci vuole tempo. I nostri tifosi sono abituati molto bene ed è giusto che sia così, perché siamo la Juventus, ci vuole solo un po’ di pazienza in questo momento qui perché siamo una squadra giovane fatta di grandi giocatori, ma non solo: sono giovani professionisti con grande standing umano e questo non è facile da trovare al giorno d’oggi. Anche i più giovani sono ragazzi veramente seri e tutto questo mi porta a pensare che, non so quando, ma arriveremo a ottenere i nostri obiettivi”.
Dicono di lei che tiene alto l’agonismo in ogni allenamento
“Ho tanti miei compagni che quando facciamo le partitelle contro non mi sopportano. Locatelli mi odia proprio. E siamo amicissimi fuori dal campo eh! So che certe volte sono un po’ pesante, però sono fatto così. Non posso mettere da parte quella mia parte perché se la mettessi da parte, non sarei realmente io e non sarei performante alla stessa maniera. È una parte di me che mi fa svegliare la mattina e mi fa venire qua a dare ogni giorno tutto quello che ho”.
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