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Milan, decisi i futuri di Davide Bartesaghi e Chaka Traore
Milan, non solo il mercato in entrata è oggetto di grandi attenzioni. Si vuole cercare di valorizzare anche il vivaio, vero patrimonio dei rossoneri.
Il Milan che verrà guarderà con maggiore attenzione e costanza verso i giovani. Frase fatta, sentita dire moltissime volte, ma imprescindibile per un club che vuole crescere nei limiti della sostenibilità. Cosa che purtroppo a volte va a cozzare con la fretta, che coi giovani è sempre cattiva consigliera.
È però il caso di Davide Bartesaghi, terzino sinistro classe 2005 che bene ha fatto durante le partite di precampionato e, complici difficoltà ad arrivare ad altri profili, potrebbe essere promosso in prima squadra alla casella vice Theo Hernandez.
Un giocatore giovanissimo, ma con personalità, grinta e piedi addomesticati in grado di reggere bene il passaggio in prima squadra.
Così come lo potrebbe essere Chaka Traore, giocatore che tuttavia ha diversi ostacoli tra il suo cammino. Che ad oggi si chiamano Leao, Okafor ed Origi. Difficile emergere per il classe 2004. Probabile quindi una partenza in prestito e le squadre interessate di certo non mancano, soprattutto nella serie cadetta.
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Milan, un calcio ai dissapori: Allegri si avvicina e dice sì
Milan, potrebbe essere un nome che mette tutti d’accordo, eppure ancora qualche incertezza esiste intorno ad Allegri.
Italiano, ambizioso, cura la fase difensiva e dona equilibrio alla squadra. Questo è Massimiliano Allegri, forte candidato alla panchina rossonera in caso di esonero di Paulo Fonseca.
Ovviamente non c’è solo lui in lista, la presenza di Terzic al San Siro martedì sera non era di certo casuale e in questi giorni circolava anche il nome di Tudor, mentre sembrano in deciso ribasso le quotazioni di Sarri, ma preso troppo in considerazione, nonostante la sua candidatura.
Ma torniamo ad Allegri. Il tecnico livornese, vincitore dello scudetto 2010-2011 proprio col Milan, avrebbe già detto sì a un contratto intorno ai 5 milioni di euro. Cifra sostenibile per i rossoneri i quali hanno appena depennato dal libro paga il nome di Stefano Pioli volato in Arabia.
Sappiamo che ai tempi qualche dissapore con Zlatan Ibrahimovic c’era stato, ma lo svedese è pronto a fare un passo indietro da quello che gli suggerirebbe l’ego per accogliere l’ex allenatore della Juventus per il quale sembra essere arrivato il sì anche di Moncada. Il parere di Furlani è invece sempre stato favorevole nei confronti di Allegri.
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Platini la butta lì: “Si dovrebbe giocare 10 contro 10, ne gioverebbe lo spettacolo”
La leggenda del calcio transalpino, nonché ex-giocatore della Juventus, Michel Platini ha concesso un’intervista esclusiva a RMC Sport.
Per ora il nuovo format della Champions League non ha regalato lo spettacolo che tutti si aspettavano. Il tatticismo regna ancora sovrano e i calcoli le squadre li fanno ancora, eccome se li fanno: forse più di prima.
L’idea di Platini: “Giochiamo 10 vs 10“
Nel corso di un’intervista esclusiva concessa ai microfoni di RMC Sport, l’ex-presidente del UEFA Michel Platini ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Bisognerebbe togliere un giocatore a squadra e giocare in 10 contro 10. Il calcio si gioca in 11 dal 1900, quando i calciatori correvano molto meno di oggi, andavano più lenti ed erano meno forti. Le persone della mia generazione non guardano più molto il calcio perché non si rivedono più nel gioco attuale, in 10 contro 10 si libererebbero degli spazi. Nel gioco di possesso si fanno troppi passaggi in indietro più che in avanti. Non critico, ma alla mia epoca si vedeva un calcio più offensivo.”
Un problema, quello del gioco divenuto troppo orizzontale, che si potrebbe tranquillamente elidere abolendo il retropassaggio al portiere. Oppure rivedendo quella sciagurata modifica al regolamento, che da qualche anno consente ai difendenti di entrare nella propria area di rigore sul calcio di rinvio.
Non c’è alcun bisogno di violare reiteratamente il rasoio di Occam, rincorrendo una “modernità” che, di fatto, è ciò che sta allontanando le persone dal calcio. La spettacolarizzazione del calcio lo sto deprivando della sua essenza intrinseca e la sparata di Platini è l’ennesima dimostrazione di questo trend. Viene spontaneo pensare: “Menomale che gli è venuta adesso quest’idea e non quando era presidente del UEFA.”
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Balotelli: “Passo per un bad boy, ma c’è chi scommette. Sul ritorno in Italia…”
L’ex-attaccante di Milan e Inter (fra le altre) Mario Balotelli ha espresso ai microfoni di DAZN la sua volontà di tornare in Italia.
Mario Balotelli è ancora svincolato. Il suo talento, nonostante tutto, rimane immarcescibile e attira interesse in maniera trasversale per tutto l’orbe terraqueo. L’attaccante giramondo ha avuto numerose offerte, ma nonostante ciò è ancora senza squadra. Il motivo lo ha spiegato lui, in un’intervista concessa a DAZN.
Le parole di Mario Balotelli
Di seguito le parole dell’ex-attaccante di Milan e Inter fra le altre.
Ritorno in Italia
“Desidero tornare in Serie A, è per questo che sono ancora a casa. Ho ricevuto offerte dall’estero, ma ho rallentato tutto perché ho la speranza di tornare in Serie A. Non ci sono squadre in cui non starei bene, dovrei piuttosto pensare a quale potrebbe non essere adatta a me“.
Pregiudizi
“Non capisco quale pregiudizio la gente ha su Balotelli. Ho avuto da ridire con qualche allenatore, ma tutti discutono. Nella mia carriera non ho mai rovinato uno spogliatoio. Oggi si sente parlare di doping, droga, scommesse… Io sono sempre stato lontano da queste cose. Cosa ho fatto di così grave?”
Milan
“Non è una realtà semplice quella del Milan, ma non lo vedo così male. Penso possa far bene, sinceramente. Morata è forte, giocatori come lui si adattano ovunque”.
Moratti
“Non credo che ci sarà mai più nella storia del calcio un presidente come Massimo Moratti. Gli devo praticamente la mia carriera. Mi ha regalato un sogno, una carriera, però mi ha dato anche una grande responsabilità”.
Cambiamento
“Ho passato momenti in cui mi sentivo solo, demotivato, non protetto. In quei momenti ho avuto la fortuna di avere la mia famiglia vicino. Mi ha aiutato intraprendere un percorso psicologico, perché penso che tutti abbiamo dei traumi. Questo percorso mi ha cambiato molto, perché ora ho più consapevolezza di me stesso, e questo per me è un’arma, perché sai come controllarti. Il mio rimpianto è non averlo fatto prima”.
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