Si diceva che una squadra di imberbi giovanotti non potesse andare troppo lontano, quantomeno nell’immediato, si diceva che un attaccante di 40 anni non avrebbe fatto la differenza e sarebbe stato più tempo in infermeria che in campo, si diceva che un tecnico che aveva mai vinto nulla non sarebbe stato in grado di condurre un Milan così variegato, si diceva che Donnarumma fosse in partenza e pertanto avesse altri grilli per la testa, si diceva che Leao fosse una versione 2.0 di Niang e Balotelli, si diceva che Calhanoglu fosse un giocatore inadatto per il ruolo di trequartista. E potrei ancora andare avanti per altro tempo.
Abbiamo passato metà del guado, il Milan è reduce dalla vittoria preziosa contro il Bologna per 2-1, successo strameritato, non c’è stata partita fino al momento in cui Theo Hernandez ha deciso di riaprirla riaccendendo qualche flebile speranza negli uomini di Mihajlovic. Nessuna crisi quindi, il Milan sta dimostrando con i numeri di saperci stare benissimo in quelle zone e soprattutto di volerci rimanere fino alla fine.
Non dobbiamo di certo dimenticare i bastoni tra le ruote che fino a questo momento i rossoneri si sono trovati a gestire durante ogni singola gara, da settembre in avanti c’è stato veramente di tutto, infortuni pesanti che hanno colpito e stanno tuttora colpendo giocatori importanti. Come non dimenticare le assenze di Gabbia, Kjaer, Bennacer, Rebic, Ibrahimovic, Saelemekers, stanno piano piano rientrando tutti e di fatto i rossoneri hanno fatto un sontuoso mercato invernale
per dare nuove soluzioni al tecnico Pioli.Ricordiamo la gara contro la Juventus, persa per 3-1, ma con 7 titolari fuori, ebbene la squadra rossonera in quella circostanza ha venduto carissima la pelle senza dimostrare alcun timore reverenziale contro la nove volte campione d’Italia, differenze che non si sono viste, se non fosse che i bianconeri hanno potuto contare su diverse soluzioni pescate dalla panchina.
E come non parlare dei 17 legni fino a qui colpiti. C’è chi sostiene che un palo sia un gol sbagliato, vero, ma di fatto se almeno la metà si fosse concretizzato in rete parleremmo adesso di numeri ancora più sensazionali per i rossoneri.
Aspettiamoci ora i rientri di Bennacer, fondamentale a centrocampo a fianco di Kessiè, attendiamo il pieno recupero di un giocatore finora sfortunato come Rebic, diamo tempo a Mandzukic di recuperare la migliore forma e sono convinto che continueremo a vederne delle belle. Il Milan – a differenza dell’Inter – giusto per citarne una, gioca con un diverso entusiasmo, la forza del club è dentro allo spogliatoio, lo sta dimostrando e l’ha dimostrato nelle difficoltà, il gruppo è coeso e fa quadrato intorno al suo condottiero Zlatan Ibrahimovic che come pochi al mondo è riuscito ad imprimere il suo carattere e la sua mentalità vincente ad ogni singolo ragazzotto dentro agli ambienti di Milanello. Osare si può, il Milan è senza dubbio una delle più serie pretendenti per lo scudetto.
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