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Milan: e se il problema fosse Suso?
Suso non è un leader, nè abbiamo certezza che lo diventerà. Da qualche base bisogna sempre partire per impostare un ragionamento, un discorso logico. Ogni anno abbiamo la speranza sia quello giusto ed ogni anno col cerino in mano speriamo il prossimo sia migliore, sia per il Milan che per Suso. Possiamo iniziare a dire che il tempo a sua disposizione è finito, o sta per terminare? Possiamo iniziare a dire che di fronte ad una richiesta di adeguamento del contratto a 5 milioni iniziamo a nutrire qualche dubbio? Iniziamo a dire che probabilmente 5 milioni potrebbero essere destinati ad un vero top player?
Montella, Gattuso e Giampaolo stravedono per lui, non ho la pretesa di criticarli non essendo presente durante gli allenamenti, ma più di un dubbio mi rimane. Quale è il valore aggiunto che dà alla squadra? Ogni anno è il suo anno, in estate fa vedere grandi cose, poi? Montella dovette cambiare modulo per lui ed ora Giampaolo è stato obbligato a fare la stessa cosa passando ad un 4-3-3. Ma non è probabilmente un discorso di modulo, il problema è il rapporto dello spagnolo con le punte. Se in giornata può diventare letale, quando non lo è può diventare deleterio, gioca da solo, non collabora. Troppo egoismo non paga e non ha mai pagato e se uniamo il fatto che gli avversari ormai conoscono a memoria i suoi movimenti, sempre uguali, il quadretto è completato.
Probabilmente la mia è una voce fuori dal coro, ma in un Milan mai così pieno di alternative in attacco consiglierei a Giampaolo di osare di più, osare soluzioni con Leao e Rebic a supporto di Piatek e di non fossilizzarsi con l’utilizzo dello spagnolo che, con tutto il rispetto, rimarrà sempre un buon giocatore, ma non in grado di spostare gli equilibri, quegli stessi equilibri che saprebbe spostare un vero top player.
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FIGC, Gravina accusato di riciclaggio? Gli aggiornamenti
Rischio processo per il presidente della FIGC, Gabriele Gravina: l’accusa è quella del riciclaggio. Tra gli altri indagati risulta anche Pasquale Striano.
Rischio processo per il presidente della FIGC Gabriele Gravina. La procura di Roma, in base a quanto si apprende da Calcionews24, ha proceduto alla chiusura del procedimento che lo vede indagato per l’accusa di autoriciclaggio. Il procedimento venne avviato nel marzo del 2023 a piazzale Clodio dopo un atto di impulso della Procura nazionale Antimafia su presunti illeciti emersi dall’inchiesta di Perugia su attività di dossieraggio che coinvolge, tra gli altri, Pasquale Striano.
FIGC, Gravina: il tema del procedimento
L’oggetto del procedimento riguarda presunte irregolarità tra cui la compravendita di una collezione di libri antichi nella disponibilità del presidente della Federcalcio. Il 19 novembre il tribunale del Riesame aveva rigettato l’appello della Procura sul sequestro preventivo di 140 mila euro nei confronti del numero uno della FIGC.
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Cairo: “I contestatori si pentirebbero se lasciassi il Toro”
Il presidente del Torino Urbano Cairo ha parlato della contestazione dei tifosi granata durante il match contro il Napoli e su una possibile cessione del club.
A margine del sessantesimo anniversario del Catalogo dell’Arte Moderna, edito da Urbano Cairo, il presidente del Torino ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo il momento del club granata, e sulle contestazioni verso la sua presidenza.
Di seguito le sue parole
Cairo, le parole sul possibile addio al Torino e ai contestatori
“Sono il più longevo sia come editore di questo lavoro che come presidente del Torino, solo che qui siete contenti che ci sia, mentre al Torino qualche volta mi contestano. Fortunatamente mi tirate su il morale. Dico ma scusate, sono 19 anni e 3 mesi che sono al Toro, l’ho preso da un fallimento quando non c’erano nemmeno i palloni. Il primo anno mi danno la possibilità di fare la campagna acquisti in una settimana e quella stagione veniamo promossi in A. Negli ultimi anni siamo sempre stati tra le prime 10 tranne gli anni del Covid. Capisco che c’è il ricordo del “Grande Torino ma era il 1940, un mondo diverso. Da quando sono arrivati i diritti televisivi nel 93 è tutto cambiato, io devo competere fatturando 100 milioni contro chi ne fa 400-500, puntando esattamente alla stessa cosa. Non devo rimanere al Toro a vita, posso fare 20 anni ma anche di meno. Sono sicuro che in cuor loro i contestatori sanno che se dovessi lasciare se ne pentirebbero. Credo sia un rapporto padre figlio, dove ci si bastona e ci si vuole bene”.
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Fonseca su Bove: “È stato un momento difficile. Un abbraccio da parte di tutto il Milan”
Paulo Fonseca, alllenatore del Milan, ha parlato ai microfoni di Milan TV in vista della Coppa Italia, con un focus sul malore di Bove.
Alla vigilia della sfida degli ottavi di finale contro il Sassuolo, il tecnico del Milan Paulo Fonseca ha parlato ai microfoni di Milan TV del malore accorso a Bove durante Fiorentina-Inter.
Di seguito le sue parole
Fonseca, le parole sul malore di Bove
“Stavo guardando la partita, è stato un momento difficile. Ha lavorato con me a Roma, mi dispiace per quello che gli è successo. Ora sta meglio, non è importante il calcio in questo momento, ma la sua salute. Sono stati momenti difficili. Mando un abbraccio da parte di tutti noi, squadra e club. Oggi qui a Milanello si è parlato tanto di quello che è successo. Gli auguro di recuperare il prima possibile”.
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