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Milan, analisi tecnica della sfida al Newcastle
Milan, esordio nella massima competizione europea per club contro il Newcastle dell’ex Sandro Tonali: vietato perdere. L’analisi del match.
Stasera alle 18:45 l’arbitro spagnolo José Maria Sanchez darà il fischio d’inizio per la sfida fra Milan e Newcastle. Stadio esaurito per l’occasione e per salutare l’ex Sandro Tonali. Un addio imprevisto, che ha lasciato rimpianti.
La sfida persa contro l’Inter ha messo a nudo proprio la mediana rossonera. Il trio composto da Tijjani Reijnders, Rade Krunic e Ruben Loftus-Cheek è naufragato davanti al centrocampo nerazzurro, incapace di reagire.
L’allenatore Stefano Pioli è salito sul banco degli imputati e ha l’occasione per riscattarsi davanti ad un pubblico che per la prima volta lo ha contestato apertamente. Ripartirà proprio dal centrocampo e da Fikayo Tomori.
L’incontro è troppo importante per il morale e la classifica. E’ necessario partire con il piede giusto nel girone F della Champions League, vista la caratura degli avversari. Poi ci saranno Psg e Borussia Dortmund…
Milan, tre cambi rispetto al derby: basteranno ?
Rispetto al 5-1 subito qualche giorno fa, saranno tre le novità: Fikayo Tomori riprende il posto accanto al posto di Malick Thiaw. La velocità dell’inglese è assolutamente necessaria per compensare la lentezza del tedesco.
A centrocampo Tommaso Pobega prende il posto di Tijjani Reijnders: Stefano Pioli vuole combattere ad armi pari fa fisicità della mediana avversaria. Scelta che ha un senso. Campo per Samuel Chukwueze, Christian Pulisic a riposo.
Si riparte dal 4-3-3, stesso modulo utilizzato dalla squadra bianconera guidata da Eddie Howe. Saranno decisivi gli scontri individuali e il Milan dovrebbe avere una cifra tecnica maggiore. Occhio alla sfida fra Rafa Leao e Kieran Trippier.
Il binario sinistro rossonero è l’arma per sparigliare le carte, quando va a velocità superiore è difficile per tutti gli avversari. Il Newcastle farà gara d’attacco, come da spirito inglese. Sven Botman su Olivier Giroud è l’altra sfida chiave.
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Fiorentina-Verona 3-1: le pagelle viola al pepe
La Fiorentina, trascinata da Moise Kean, vince ancora in Campionato, stavolta ai danni del Verona. I voti ai protagonisti della sfida.
Sesta vittoria consecutiva della Fiorentina in Campionato (7 vittorie ed un pareggio nelle ultime 8 di Serie A), con Kean (autore di una tripletta) mattatore assoluto della gara. In difesa altra partita superlativa di Comuzzo, Ranieri e del solito tarantolato Dodò. Bravissimo anche Beltran.
E la Viola chiude con un altro dato incredibile: un solo fallo commesso in tutta la partita, contro i 19 del Verona.
Con i rientri di Cataldi (con il doppio play, lui e Adli, la Viola ha disputato le sue partite migliori) e Gudmundsson (un fuoriclasse), e l’acquisto di un vice Kean a gennaio, la compagine gigliata può non porsi dei limiti agli obiettivi di questa stagione.
Pagelle Fiorentina
De Gea 6,5: incolpevole sul goal, pomeriggio da ordinaria amministrazione per il resto, fino al lancio intelligente per la terza rete di Kean, quella che chiude la partita. Anche uomo assist.
Dodò 7,5: quando lo vedi al 90′, nella stessa azione, stare prima in difesa a coprire e 30 secondi dopo in attacco, viene da chiederti se è umano oppure no? Instancabile.
Comuzzo 7,5: un muro che gioca con la tranquillità di un veterano. Insuperabile.
Ranieri 7,5: non esce su Serdar, ma è l’unica indecisione della gara. Anche lui si meriterebbe una convocazione in Nazionale. Impressionante.
Gosens 6,5: gioca senza strafare, ma sempre con costrutto. Intelligente.
Bove 6: sbaglia in maniera grave dando il via al goal degli scaligeri. Prova a riscattarsi utilizzando l’agonismo. Non la sua miglior partita, ma comunque sufficiente.
Adli 6,5: con lui perdi qualcosa in mobilità, ma lo riacquisti in sapienza e qualità del gioco. Sicuro di sé.
Colpani 6+: gioca una gara positiva, ma fa ancora troppo poco se pensiamo al suo talento. Deve crescere ancora.
Beltran 7: l’assist per il primo goal di Kean e la consueta qualità e quantità al servizio della squadra. Stantuffo.
Sottil 6: fa ammonire due avversari con i suoi strappi ma, come Colpani, può dare di più. Vorrei ma non posso.
Kean 9: tripletta al termine dell’ennesima gara da protagonista assoluto. Non prende 10 solo per un pizzico di egoismo di troppo. Inarrestabile.
Richardson 6: disputa una porzione di gara dignitosa. Positivo.
Kouamé 6: si batte come un leone. Combattivo.
Kayode n.g.
Parisi n.g.
Mandragora n.g.
Palladino 8: siamo costretti a ripeterci, ma è bravo ad ottenere il massimo dai suoi giocatori. Motivatore.
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Pisa, Caracciolo: “Dicevano non ce l’avrei fatta a 34 anni…”
Dopo la vittoria esterna del Pisa contro la Sampdoria, il capitano Antonio Caracciolo ha parlato in conferenza stampa della poca fiducia nei suoi confronti.
Reduce da una netta vittoria per 3 a 0 a Marassi, il capitano del Pisa Antonio Caracciolo ci ha tenuto a fare alcune precisazioni sul proprio rendimento e su quella della squadra.
Queste le sue dichiarazioni riportate da CalcioPisa.it.
Antonio Caracciolo sul proprio rendimento
“Dicevano che non ce l’avrei fatta a giocare tutte queste partite. E invece… . Sono stati cinque anni importanti, dopo l’infortunio ce ne sono stati di difficili a livello personale, si percepiva che non si remava tutti dalla stessa parte, adesso sin dagli allenamenti a porte aperte ha portato noi e i difensori nella stessa direzione: si percepisce che c’è qualcosa di diverso”.
Sulla squadra e sulla fase difensiva
“Questa comprende il lavoro di tutta la squadra. Il mister in seconda D’Angelo ci ha fatto lavorare parecchio da questo punto di vista. Ci tiene tutti sul pezzo: non vuole che lasciamo buchi, niente.
Sulla Serie B
“In Serie B quest’anno ci sono squadre molte attrezzate, partite per vincere. Noi siamo partiti per seguire il mister e cambiare le cose rispetto a questi due anni. Capiteranno momenti di flessione, ed è importante capitalizzare al meglio ora” conclude Caracciolo.
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Milan, Theo Hernandez ora è un problema: addio a fine stagione | Costretto controvoglia a rimanere la scorsa estate
Milan, non lo avremmo mai immaginato, ma ora qualcuno sta chiamando problema uno come Theo Hernandez.
Noi di Calcio Style lo scriviamo da diversi mesi, Theo Hernandez la scorsa primavera aveva iniziato a guardarsi intorno con l’aiuto del suo agente Manuel Garcia Quilon.
E la sua volontà era quella di lasciare il Milan in estate per accasarsi in una tra Real Madrid e Paris Saint Germain, nonostante fosse stato il Bayern Monaco ad essersi fatto avanti per primo. Tutto quanto è stato confermato da più fonti e possiamo sostenere, senza timori di essere smentiti, che avevamo raccontato fedelmente le cose come erano accadute.
In estate tuttavia c’è stata la forte influenza di Zlatan Ibrahimovic il quale contro tutto, contro tutti e contro Theo, ha deciso di non vendere il giocatore ancorché in presenza di offerte non ritenute economicamente adeguate dalla dirigenza stessa.
La promessa di fare una squadra in grado di competere in tutto e di avere un allenatore top, aveva fatto desistere Theo Hernandez dalla sua scelta iniziale. L’arrivo di Paulo Fonseca unito a una partenza di campionato molto lenta ha nuovamente riacceso la voglia di andarsene, tanto che l’addio a fine stagione pare certo.
Da mesi non ci sono incontri con l’agente e il Milan sta prendendo tempo perché non vuole più affrontare il discorso, certo che il giocatore la decisione l’abbia già presa.
Il modo di giocare di Theo è l’esempio lampante di quanto stiamo scrivendo. Forte contro le forti, questione di orgoglio e svogliato, quasi annoiato e assente contro le cosiddette piccole, vedasi ieri sera a Cagliari.
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