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Milan, Ibrahimovic vuole il colpo extra: bussa in casa di un ex Juventus

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Il Milan accoglie Emerson Royal, rinforzo cruciale per la squadra. Ibra torna a parlare mentre si discute di nuovi investimenti.

Il brasiliano si unisce al Milan, rafforzando la squadra con il suo equilibrio tra attacco e difesa. Intanto il club pianifica i prossimi passi nel mercato e rende omaggio a Berlusconi.

Milan: possibile colpo Rabiot

Tornano con insistenza le voci di mercato che accosterebbero l’ex centrocampista bianconero al Milan. Sarebbe un’aggiunta di grande valore per qualsiasi squadra. È vero che richiederebbe un ingaggio elevato, ma migliorerebbe significativamente la rosa. Mentre le altre squadre sono già coperte e non investirebbero tanto in uno stipendio del genere. In Italia, solo il Milan potrebbe tentare di ingaggiare Rabiot.

Rabiot accostato al Milan

Teun Koopmeiners e Adrien Rabiot ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Le parole di Ibra

Zlatan Ibrahimovic, Senior Advisor di RedBird per il Milan, in conferenza stampa con il nuovo acquisto commenta così la situazione in casa Milan.

C’è sempre stata fiducia nella trattativa? “Prima di iniziare voglio dare benvenuto al Black Panther Emerson Royal: lo seguiamo da tanto ma lo abbiamo portato al momento giusto. Giocatore fisico, offensivo e difensivo: gioca con tanta intensità e tanta grinta. Con Emerson diventiamo ancora più forti. Lui era uno degli obiettivi che abbiamo prefissato da inizio mercato e finalmente oggi è qua. Questo è il giorno cinque dei sette che ha creato Dio. Siamo contenti e carichi”

Su Cardinale: “Gerry è in città, abbiamo fatto riunioni ieri e oggi: parliamo di varie cose. Niente di nuovo. Gerry vuole che si spende di più ma io dico di no, spendiamo quello che serve per rinforzare”

Su Kalulu e la fascia destra: “Bisogna parlare con lui e trovare il meglio per lui. Oggi non posso rispondere. Bisogna capire cosa è meglio per lui e per il club. Mi spiace che Florenzi si sia fatto male ma con Emerson abbiamo un extra rinforzo per la squadra. Emerson ha avuto una grande voglia di venire”

Lecito aspettarsi altri due colpi, visto che siamo al quinto giorno? “Non significa che arrivano altri due giocatori. Per costruire un mondo non è solo chi entra. Poi vediamo. Non abbiamo fretta, è tutto sotto controllo: abbiamo i nostri obiettivi, la strategia che stiamo seguendo per rinforzare la squadra. Sempre con profili che cerchiamo”.

Ci saranno altri colpi in difesa? “Quello che vogliamo costruire è una squadra compatta. Offensivamente siamo compatti e forti, non vedo qualche movimento. Parte difensiva con Emerson, Pavlovic… Poi vediamo, forse c’è spazio per qualcosa di extra. Stiamo lavorando”

Il sesto giorno è il centrocampista? “Può essere: vogliamo costruire una squadra più compatta possibile”

Come sta andando l’estate? E Duplantis con la maglia del Milan? “Tanto lavoro, impegnato ma è un lavoro divertente. Giorno dopo giorno imparo tante cose: quando lavori con gente forte, diventi forte. Ci sono tante cose da fare ma mi piace la responsabilità. Complimenti a Duplantis per il record: io non c’entro niente con la maglia, è un tifoso del Milan. E’ un grande rappresentante della Svezia: quando ho smesso io qualcuno doveva portare avanti il lavoro, perché il calcio è morto in Svezia dopo di me…”

Meglio in difesa o in attacco Emerson? “La scelta di Emerson era semplice. Era il profilo giusto. Un equilibrio tra attacco e difesa. Se guardi a Fonseca e all’identità, un profilo come Emerson è perfetto. Se devo scegliere: nel mio mondo mi piace di più offensivo. Ma l’importante è che può fare tutte e due le fasi. Noi giochiamo per attaccare, non siamo in campo per difendere i risultati”

Un pensiero su Silvio Berlusconi: “Quando parliamo di Silvio Berlusconi è una persona a cui tengo tanto. Prima volta che sono venuto al Milan mi ha dato la felicità: ho avuto tanta stima della persona. Mi spiace che non c’è più ma rimane sempre nella nostra memoria. Stasera giochiamo il Trofeo Berlusconi, un tributo per lui. Provo sempre a portare e trasmettere quello che mi ha insegnato lui: per me era un grande e siamo qui grazie a lui, era il Milan. Tutti hanno rispetto e gratitudine

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Grand Tour Italia celebra la vittoria azzurra ai Mondiali del 1982

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Grand Tour Italia

In un evento che si terrà il prossimo 14 marzo, Grand Tour Italia celebrerà il trionfo azzurro ai Mondiali dell’82. Il comunicato stampa.

Di seguito il comunicato stampa dell’evento, che riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Grand Tour Italia, a Bologna, celebra uno dei momenti più iconici della storia del calcio italiano con una serata imperdibile dedicata alla vittoria della Nazionale ai Mondiali 1982.

Venerdì 14 marzo, a partire dalle ore 18.30, il Parco ospiterà la proiezione del film documentario Italia 1982 – Una storia azzurra, seguita da un incontro esclusivo con due dei protagonisti di quell’impresa: Marco Tardelli e Fulvio Collovati.

Con la presenza di Oscar Farinetti, a moderare la conversazione sarà il giornalista sportivo Gigi Garanzini, che guiderà il pubblico in un viaggio emozionante attraverso ricordi, aneddoti e testimonianze dirette di quell’avventura che ha fatto sognare un’intera nazione.

Grand Tour Italia

Il documentario Italia 1982 – Una storia azzurra

Prodotto da Simona Ercolani, fondatrice di Stand By Me e Vision Distribution in collaborazione con Sky, Italia 1982 – Una storia azzurra, con la regia di Coralla Ciccolini e la direzione artistica di Beppe Tufarulo, è distribuito da Vision Distribution.

Il documentario ripercorre la cavalcata della Nazionale azzurra di Enzo Bearzot, soffermandosi sulle difficoltà iniziali, sulla determinazione dei giocatori e sul trionfo finale che ha unito l’Italia intera.

Attraverso immagini di repertorio inedite e interviste ai protagonisti, il film offre uno sguardo esclusivo su un torneo che ha segnato la storia dello sport e del Paese. Un cammino fatto di ostacoli e rivincite, che ha avuto il suo culmine con il 3-1 della finale dell’11 luglio e l’urlo liberatorio di Tardelli, entrato nella memoria collettiva del Paese.

Ma il documentario non è solo il racconto di una vittoria sportiva: attraverso una rigorosa ricerca di materiali d’archivio, ricostruisce il contesto storico e sociale di quell’anno, con un’Italia in crisi, segnata dal terrorismo, dalla disoccupazione e da un forte senso di incertezza. È in questo scenario che il successo della Nazionale diventa un simbolo di riscatto per un intero Paese.

L’evento del 14 marzo a Grand Tour Italia sarà un’opportunità unica per rivivere le emozioni di quell’epoca e per ascoltare direttamente dalla voce di Marco Tardelli e Fulvio Collovati i retroscena di quel successo. Al termine della proiezione, verso le ore 19.30, i due campioni dell’82 si intratterranno con il pubblico, rispondendo alle domande e condividendo aneddoti legati a quella straordinaria avventura calcistica.

L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti e con registrazione raccomandata a questo link.

Su Grand Tour Italia

Grand Tour Italia è un Parco esperienziale di 50.000 mq che celebra la biodiversità culturale e gastronomica delle 20 regioni italiane. Attraverso osterie regionali, aree didattiche, eventi e attività, il Parco offre un’immersione completa nella tradizione e nell’eccellenza del nostro Paese.

È aperto dal giovedì alla domenica. Per chi viene a Grand Tour Italia è a disposizione un servizio navetta gratuito il sabato e la domenica fino a esaurimento posti. Per gli orari di apertura e della navetta, le informazioni e dettagli sulle singole esperienze, corsi ed eventi visitare il sito web e i canali social Facebook e Instagram @grandtouritalia.ita.

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Cesena, a breve una cerimonia dedicata: tutti i dettagli

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Cesena

Don Filippo Cappelli, parroco di Badia-Budrio, sfida le convenzioni organizzando una messa dedicata al Cesena e scoprendo il Santo patrono dei calciatori.

Un’inedita connessione tra sacro e profano per avvicinare le persone alla religione attraverso la passione per il calcio. E’ l’ultima trovata di Don Filippo Cappelli, che ha organizzato una cerimonia per la squadra romagnola.

Cesena

Il calcio come strumento di evangelizzazione

Don Filippo Cappelli, parroco di Badia-Budrio, piccole frazioni romagnole ai piedi del comune di Longiano, vicino Cesena, ha deciso di unire la passione per il calcio con la propria missione religiosa. “Domenica 23 febbraio, nella mia parrocchia, abbiamo organizzato una funzione dedicata al nostro amore sfrenato per il Cesena F.C. e a suffragio dei suoi protagonisti”, racconta don Filippo.

L’idea nasce dalla sua personale convinzione che vita spirituale e vita terrena possano e debbano convivere: “È una questione di emozioni: vita spirituale e vita terrena viaggiano assieme. Sono forma e sostanza della stessa materia: l’uomo”.

Il Cesena F.C. e la religione: una connessione storica

La connessione tra il Cesena F.C. e la religione non è una novità. Infatti, nelle vetrate del Duomo San Giovanni Battista di Cesena è raffigurato Walter Schachner, ex attaccante austriaco del Cesena e idolo dei tifosi negli anni ’80. “La guardavo e la ritenevo familiare; poi spostando lo sguardo leggermente sotto quella faccia, ai piedi del San Giovanni predicante e poco distante dalla rappresentazione del suo martirio, individuavo un pallone e degli scarpini da calcio”, racconta don Filippo.

Il Santo patrono dei calciatori

Ma la scoperta più sorprendente è quella del Santo patrono dei calciatori, San Luigi Scrosoppi, nato a Udine nel 1804 e proclamato santo da Papa Giovanni Paolo II nel 2001. “Nell’organizzare la funzione religiosa don Paolo Foschi ha cercato fra testi sacri e documenti ufficiali se esistesse un Santo Protettore dei calciatori”, racconta don Filippo. E così è stato: “Abbiamo già avanzato la nostra proposta: tenere una messa ufficiale sul prato dello stadio Dino Manuzzi prima dell’inizio di una partita del Cesena. Per noi sarebbe una soddisfazione enorme”.

Per altre notizie sul calciomercato, clicca qui.

Fonte: Gianluca Di Marzio.

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Juventus, Tiribocchi: “Il percorso di Motta è a rischio e su Koopmeiners e Douglas Luiz…”

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Juventus

L’ex calciatore della Juventus Simone Tiribocchi ha rilasciato delle dichiarazioni ai microfoni Juventusnews24 relative al momento che sta vivendo il club bianconero.

Juventus, le parole di Tiribocchi

Juventus-Hellas Verona, Thiago Motta

Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall’ex bomber di Atalanta e Vicenza Simone Tiribocchi ai microfoni di Juventusnews24 sul momento che sta vivendo il club bianconero e su mister Thiago Motta:

Secondo lei la panchina di Motta inizia a scricchiolare?

“Be’ diciamo che sono stati dieci giorni tosti, per l’allenatore e per il mondo Juventus. La Juventus in campionato veniva, se non sbaglio, da quattro vittorie consecutive quindi aveva un po’ rimesso a posto la situazione classifica, poi ci sono state queste due mazzate.

Io ero allo stadio, c’era grande entusiasmo prima della partita, c’era tranquillità quindi l’ambiente si era un po’ risollevato malgrado l’uscita più importante che è quella dalla Champions.

Quindi questo potrebbe un po’ minare il percorso, è inevitabile che quando sei nelle grandi squadre – l’abbiamo visto anche al Milan – devi fare risultato, se non lo fai sei sempre messo in discussione”.

Koopmeiners e Douglas Luiz fino ad ora sono i grandi flop del mercato bianconero, secondo lei a cosa è dovuto questo scarso rendimento?

“Da una conoscenza dell’allenatore, di un’interpretazione del calcio diversa da quella che soprattutto Koopmeiners faceva lo scorso anno. Le valutazioni che si danno a certi giocatori sono talmente alte che ci si aspetta venti gol al girone d’andata e 40 al ritorno e quindi questo poi quando non succede, tutto va a cadere.

È come un castello di carta, nel senso “tu non mi fai gol, ti ho pagato 60, ti devo fischiare”, in quel caso un giocatore comunque di qualità – perché Koopmeiners è un giocatore di qualità è al centro del progetto e non rende, viene fischiato. E tutto lì diventa un po’ un problema, naturalmente l’allenatore lo difende facendolo giocare ma tante volte è controproducente.

Io credo che lui sia un giocatore forte, che vada messo in una posizione e da lì costruire, e non ogni volta cambiare. Per quanto riguarda Douglas Luiz io lo conoscevo poco però mi sembra veramente che non sia quell’acquisto che sposta gli equilibri invece come è stato Thuram oppure Kolo Muani.

Sono quei giocatori che ti fanno veramente la differenza a Torino, al Paris Saint-Germain, ovunque nelle piazze dove c’è veramente da fare la differenza e Douglas Luiz secondo me non lo è”.

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