La notizia di ieri ha letteralmente fatto sobbalzare dalla sedia i tifosi rossoneri giustamente preoccupati dal bilancio in profondo rosso, i dati record trapelati raccontano di un buco di 146 milioni emerso dall’ultimo risultato economico, quello del 2018/2019. Impossibile non pensare all’immediato futuro, al mercato invernale, ai rinnovi di top player come Donnarumma e a tutto ciò che gravita intorno ai rossoneri, ciò che emerge è una fortissima preoccupazione e molti dubbi sul futuro. Preoccupazione e dubbi che pare non avere Elliott che si trova ad affrontare il primo bilancio di un progetto a medio-lungo termine che lo coinvolgerà alla guida del club. Quello che l’hedge fund sta mettendo in atto è una pratica conosciuta nel mondo finanziario, meno per i non addetti ai lavori e si chiama window dressing, ossia ripulitura del bilancio che avviene scaricando tutte le spese, anche quelle programmate per il futuro, nella stessa annata sportiva. Tutto e subito quindi per avere la possibilità di ripartire la stagione successiva con i conti assolutamente a posto. La perdita consolidata della passata stagione possiamo notare quanto non intacchi il patrimonio netto passato addirittura in terreno positivo a quota 83,3 milioni di euro contro i -36 di un anno fa, una differenza di ben 119 milioni totali. Le banche avrebbero oltretutto aperto nuove linee di credito dopo averle chiuse nell’era cinese, chiaro segnale di ottimismo e rinnovata fiducia verso il club.
Nonostante questi dati che fanno capire quanto sia solida la società che attualmente comanda il Milan, dobbiamo però andare a rimarcare molto è ancora da fare, a cominciare dai costi che salgono a 373 milioni (+5,1%) e dai ricavi che calano a 241 (-6,1%). Preoccupa anche il fatto che gli sponsor siano in diminuzione, ma è abbastanza comprensibile, seppure il brand sia ancora decisamente prestigioso, il fatto che il Milan sia da tempo lontano dalla Champions e dal “calcio che conta” è assolutamente un fattore negativo su chi ci deve mettere sopra dei soldi e difatti i proventi sono scesi da 45 a 38. Questi dati sembrano gestibili e soprattutto sembra ben definita la direzione che la dirigenza vuole prendere, ma servirà calma e tempo, i grandi progetti – soprattutto quelli durevoli nel tempo – vanno costruiti nell’arco di un ragionevole lasso di tempo, affrettare le cose e cercare di spendere per cercare di vincere tutto e subito si è rivelato un madornale errore su cui ci si sta ancora leccando le ferite adesso, ferite che però iniziano a non sanguinare più così copiose, segnale che la guarigione può essere vicina.
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