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Milan-Inter, le riflessioni del giorno dopo

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Milan-Inter, le riflessioni del giorno dopo. La stracittadina non ha deluso le attese dei 70.000 che hanno riempito lo stadio di San Siro. I rossoneri si confermano la squadra da battere, i nerazzurri alla seconda sconfitta consecutiva. Andiamo a vedere cosa ha lasciato agli allenatori e ai tifosi il derby !

Ieri sera gli spettatori allo stadio e quelli collegati alla tv hanno assistito a uno dei derby più intensi e divertenti degli ultimi anni. Le qualità degli interpreti in campo delle due squadre ha dato vita a una partita intensa, spettacolare ed in bilico fino all’ultimo minuto di gioco !

Al 94′ sorride Stefano Pioli, mentre il collega rivale Simone Inzaghi incassa la seconda sconfitta in cinque partite di campionato. I rossoneri sorpassano i cugini in vetta alla classifica, in coabitazione con il Napoli corsaro sul campo della Lazio (laddove l’Inter perse 3-1 ndr).

Come nelle previsioni della vigilia, Rafael Leao è stato decisivo segnando due reti e propiziando la girata di Giroud. Insieme al portoghese, applausi a scena aperta per Sandro Tonali, mattatore nei duelli in mezzo al campo. L’italiano ha anche offerto la palla del pareggio al numero 17 rossonero.

Gli interisti si sono aggrappati a Marcelo Brozovic, l’unico a non perdere la testa. E nel finale hanno trovato in Edin Dzeko il giocatore che ha catapultato i nerazzurri nell’area milanista: troppo leggero Joaquin Correa. Il colosso bosniaco è il naturale sostituto di Romelu Lukaku.

Quel 3-5-2 finale che certifica il cambio di marcia di Stefano Pioli

Nel finale di partita, l’allenatore rossonero ha deciso per un radicale cambio di modulo, passando dal 4-2-3-1 al 3-5-2 con l’inserimento di Simon Kjaer e Tommaso Pobega.

Una malleabilità tattica che era fra gli obiettivi stagionali e sdoganata nel momento di maggior pressione dei nerazzurri, riversatisi in massa nell’area di Mike Maignan alla ricerca del pareggio.

Il 3-5-2 era così disposto in campo nel finale di partita: Mike Maignan in porta, Simon Kjaer a coprire le spalle a Pierre Kalulu e Fikayo Tomori, mentre sulle fasce agivano Theo Hernandez ed Alexis Saelemaekers, in mezzo al campo Ismael Bennacer, Tommaso Pobega e Brahim Diaz. Attacco affidato a Rafael Leao e Divock Origi.

La stagione sarà lunga e vedremo all’opera anche il 4-3-3 e il 4-3-1-2. Sono sistemi che vengono provati costantemente durante gli allenamenti, nella tranquillità di Milanello.

La banda del buco di Simone Inzaghi, centrocampo in sofferenza

Mentre la Milano rossonera sorride e festeggia, quella nerazzurra mastica amaro e riflette sulle difficoltà di inizio stagione.

Nei confronti con le big, l’Inter ha incassato sei reti e ne ha segnate solo due. Lazio e Milan erano autentici crash test. La banda di Simone Inzaghi era reduce dalle partite con il Lecce (vittoria sofferta a tempo scaduto), la Cremonese e lo Spezia: se vuoi essere grande non puoi battere solo le piccole.

La terza rete segnata da Rafael Leao, saltando come birilli i difensori, la dice lunga sulla stato di salute delle difesa interista. Non impeccabile anche in occasione delle prime due reti. Stefan De Vrij è da tempo che non si ripete ai livelli di quando era allenato da Antonio Conte, idem Alessandro Bastoni.

Milan Skriniar è l’unico che in qualche modo si salva sempre, ma mancano alternative credibili al terzetto difensivo: Danilo D’Ambrosio e Francesco Acerbi possono dare una mano, nonostante la carta d’identità. Ma non sono giocatori che fanno la differenza.

La difesa è strettamente collegata al centrocampo: Marcelo Brozovic continua a garantire geometrie e lanci, ma non filtra più come una volta. Con il risultato che Hakan Calhanoglu e Nicolò Barella ai suoi lati si devono spolmonare per andare a coprire le avanzate avversarie.

Simone Inzaghi può svoltare la stagione, riflettendo sulla possibilità di cambiare modulo. Un passaggio al 4-4-2 o al 4-3-1-2 renderebbe più solida la squadra ed inoltre sembrano moduli più adatti alle caratteristiche dei giocatori. Di sicuro la presenza di Krjstian Asslani aiutebbe e non poco un centrocampo in sofferenza.

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DAZN lancia una nuova offerta: ecco il listino prezzi

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DAZN ha lanciato una nuova promozione per la ripartenza della corsa al titolo in Serie A, dedicata a tutti i nuovi clienti: ecco quanto si risparmia.

La Serie A con un maxi sconto per tre mesi o a 100 euro in meno per un anno intero per tutti i nuovi clienti. In vista del Black Friday, la piattaforma di sport in streaming DAZN – che detiene i diritti tv di tutte le partite del campionato fino al termine della stagione 2028/29 – ha deciso di lanciare una promozione per tutti i nuovi clienti che fossero interessati a seguire la lotta al titolo di Campione d’Italia nella stagione 2024/25, pronta a ripartire dopo la sosta per le Nazionali.

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DAZN, ecco il listino con le nuove offerte

La promozione è valida non soltanto per chi decide di abbonarsi con vincolo annuale, ma anche per le altre soluzioni di abbonamento.

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Ultim’ora Milan, illegittimo il licenziamento per giusta causa: Boban vince in Cassazione

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Ultim’ora Milan, è arrivata la sentenza definitiva della Cassazione in merito alla causa tra Boban e il club di Via Aldo Rossi. Qui di seguito andiamo a leggerne i dettagli.

Nemmeno un anno è durata la sua esperienza da Chief Football Officer, precisamente da giugno 2019 a marzo 2020. Ci riferiamo ovviamente a Zvonimir Boban il quale è stato di conseguenza licenziato per giusta causa.

Boban aveva infatti attaccato Ivan Gazidis reo di avere chiuso con Ralf Rangnick senza aver chiesto la sua opinione in merito. Un fatto grave in seguito al quale il croato ha avviato una causa legale contro l’AC Milan vincendo in primo grado al Tribunale di Milano ed in seguito, notizia recente, anche in Cassazione.

Illegittimo il licenziamento per giusta causa prtanto il club rossonero sarà costretto a pagare un risarcimento di 5,37 milioni di euro.

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Giulini: “Il momento più doloroso? La retrocessione del 2022”

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Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, è tornato a parlare dell’amara retrocessione del suo club nel 2022 e di un suo ricordo su Gigi Riva.

Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, è stato ospite del programma Goal Economy, in onda sulla radio ufficiale della Serie A. Il numero uno del club sardo ha parlato della squadra, del passato, del campionato italiano, e del ricordo di Gigi Riva. Di seguito le sue dichiarazioni

Giulini

Giulini, il pensiero su Riva

“Ebbi il privilegio di fare una lunghissima chiacchierata con Gigi Riva, un onore per pochi. Dalle parole e dagli sguardi di Gigi percepii realmente quello che avevo letto e ascoltato dai racconti degli altri, avevo appreso da lui cosa rappresenta il Cagliari per i cagliaritani e i sardi. Inizialmente mi mise in guardia dalla forte responsabilità che avrei dovuto assumermi, ma poi è iniziata questa lunga avventura”.

Sulla retrocessione del 2022

“I miei anni e quelli di Cellino, sommati, mettono insieme buona parte degli anni di Serie A che il Cagliari annovera nella sua storia. Il momento più doloroso di questo decennio è sicuramente la retrocessione di Venezia nel 2022, al termine di una stagione dove ci portavamo dietro parecchi errori: non riuscimmo a vincere quella partita, sulla carta scontata, cosa che probabilmente con uno spogliatoio sano e una preparazione adeguata avremmo fatto. Scoppiò la contestazione, fu una retrocessione sanguinosa. Di momenti indimenticabili ce ne sono tanti, direi sicuramente la prima promozione dalla Serie B, perché a tutti coloro che fanno calcio e lo seguono piace vincere al di là della categoria: ricordo il gol di Sau in rovesciata a Vercelli per farci vincere il campionato davanti al Crotone di Juric. E poi altri due capitoli recenti: l’altra promozione a Bari nel 2023 in uno stadio già festante, all’ultimo secondo con il gol di Pavoletti, la nostra resurrezione completata, poi la salvezza della scorsa stagione a Reggio Emilia. Qualche giorno prima della partita decisiva per la salvezza, mister Ranieri – che è stato fondamentale per quella resurrezione – mi disse che ormai gli pesava tanto fare avanti e indietro da Roma e che sperava di chiudere la sua carriera nei club con una salvezza. Furono giorni difficili da gestire perché solo io e lui sapevamo che ci saremmo salutati, c’era molta ansia e per fortuna tutto andò bene. Il suo ritorno in panchina nella sua Roma è assolutamente comprensibile”.

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