È un Gennaro Gattuso dall’aspetto funereo quello che si presenta davanti ai microfoni per la consueta conferenza stampa in vista della partita di domani sera contro il Torino di Mazzarri. Faccia tiratissima, segno che le preoccupazioni sono molte e le ore di sonno in questi giorni poche. Contro il Torino sa che si giocherà molto del suo futuro, probabilmente già segnato, e del futuro della sua squadra quasi obbligata a traguardare l’obbiettivo Champions per tornare al calcio che conta dal quale da troppo tempo il Milan non è presente. Bisognerà trovare una soluzione, la squadra spenta ed abulica vista nelle ultime uscite è nemmeno la lontana parente di quella che prima del derby era addirittura riuscita a stazionare al terzo posto conquistando posizioni su posizioni con bel gioco e pragmatismo. Ma andiamo a sviscerare i punti salienti della conferenza.
Gattuso vuole subito ricordare a tutti quanti sarà difficile la sfida di domani contro una squadra molto quadrata e motivata come quella del Torino distante solo tre punti e che ricorda l’Atalanta per caratteristiche tecnico tattiche. C’è la consapevolezza da parte di tutti che domani la posta in gioco sarà alta e si dovrà giocare per la maglia, la società ed i tifosi i quali sono profondamente delusi dalle ultime prestazioni. Proprio a tal proposito il tecnico tende a ricordare che nei momenti bui la squadra ha sempre tirato fuori anima, orgoglio ed attributi, quello che adesso sta mancando e che domani spera di rivedere nei suoi giocatori. Non c’è bisogno di prendere a pugni nessuno, ma Gattuso vuole sottolineare, quasi urlandolo a gran voce, che tutti devono fare e dar qualcosa di più, nessuno si deve sentire escluso da questo obbligo e soprattutto non bisogna ascoltare le chiacchiere che da settimane provengono dall’esterno.
Con un cammino del genere sarà impossibile qualificarsi in Champion ed il tecnico ne è assolutamente consapevole così come non sarà sempre possibile sperare nei passi falsi delle dirette inseguitrici, una tattica che non paga. Ritorna infatti sull’argomento della grinta e denuncia il fatto che i giocatori siano spenti in tutti i sensi ed aggiungere altre parole oltre a quelle già spese non serve a nulla, servono solo ed esclusivamente i fatti e domani ci sarà solo un risultato utile, la vittoria.
Lo spagnolo non sta girando e da troppe partite trotterella tra centrocampo ed attacco alternando momenti bui a qualche timido sprazzo ricordo del giocatore che fu. I tifosi che lo hanno sempre osannato è difeso non ne possono più tanto che nelle ultime partite hanno iniziato a fischiarlo con decisione. Gattuso lo ha sempre difeso attribuendogli gran parte dei punti finora conquistati ed anche in conferenza stampa getta acqua sul fuoco sostenendo che i fischi non sono solo contro Suso, ma contro l’intera squadra. Fischi meritati e spera che domani sera possano trasformarsi in applausi.
Sguardo basso ed espressione mesta, Gattuso riflette sul suo futuro e sul fatto che si ritenga ancora l’allenatore del Milan e si consideri assolutamente capace di gestire uno spogliatoio complesso perché composto da molti giovani che devono essere formati, aiutati, spronati e motivati. Si assume altresì tutte le responsabilità ribadendo che i pensieri in questo momento sono troppi e la mente se non è sgombra ragiona male e porta a fare degli errori anche grossolani come quelli che stiamo vedendo. Gattuso non vuole dare peso al fatto che le voci di un suo addio possano minare l’ambiente compromettendo le prestazioni dei giocatori, non ritiene determinante questo fatto perché vede un calcio negativo per altri fattori, forse inspiegabili e di difficilissima lettura, ma non dovuti ai rumors circa il suo destino alla fine di questa stagione.
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