Il Milan esce dall’Olimpico con le ossa rotte e le idee poco chiare contro una Roma in grave emergenza infortunati che, nonostante i rattoppi, riesce impietosamente a far emergere ogni singola problematica di una squadra – quella rossonera – che pare aver smarrito la sua identità. L’obiettivo come sempre ribadito da tutti è la qualificazione in Champions che potrebbe riportare un po’ di blasone, ma anche qualche soldo in casa, ma allo stato attuale a preoccupare non sono tanto i punti che separano il club dal quarto posto, bensì quelli che lo separano dalla zona retrocessione, tre per la precisione. La squadra di Pioli staziona al tredicesimo posto con soli 10 punti, a tre distanze da Brescia e Spal, rispettivamente terzultima e penultima. È proprio giovedì ci sarà la sfida contro la Spal, nel caso non arrivassero i tre punti la situazione precipiterebbe ed il Milan si potrebbe trovare in una zona decisamente inesplorata da cui uscirne potrebbe risultare difficile proprio perché non avvezzo a navigare in simili acque.
Ha fatto parlare di sè l’ex capitano rossonero quando qualche giorno fa davanti alle telecamere ha dichiarato che non intende aspettare dieci anni per il rilancio del Milan, e se ciò avvenisse sarebbe senza di lui. Parole dure, critiche verso la nuova proprietà Elliott che vanno in contrasto con quello che attualmente il Milan fa vedere in campo. L’attuale dirigente ricopre all’interno del club il ruolo di responsabilità che ha sempre cercato e che per tanto tempo gli era stato negato, ma al momento il fallimento è su tutta la linea, dalla scelta del tecnico Giampaolo a quella dei giocatori, una pesantissima sconfitta personale
a cui porre rimedio, il tempo c’è. La scorsa stagione i diverbi con Gattuso erano all’ordine del giorno tanto da arrivare al punto che la società ha dovuto fare una scelta, confermando Maldini e costringendo Gattuso alle dimissioni nonostante un solo punto separasse il Milan dalla Champions. Da lì si è passati ad una campagna acquisti senz’altro non faraonica dov’è pero qualche soldino si è speso per far arrivare giocatori che, Theo Hernandez a parte, hanno ancora dimostrato nulla. Leao è un buon giocatore, ma al momento solo sulla carta, venendo spesso impiegato fuori ruolo, ritengo sia più un esterno che non una punta centrale. Duarte e Rebic non hanno praticamente avuto la possibilità di esprimersi, così come Bennacer e Krunic scesi in campo soltanto in sporadiche occasioni. Eppure questi giocatori sono stati scelti anche da lui per poter dare quel valore aggiunto. Se Giampaolo prima, e Pioli adesso non li mettono in campo ritengo un motivo ci sia, soprattutto se a loro vengono preferiti Biglia e Suso, veri ed autentici paracarri, con tutto il rispetto per i paracarri.Il tempo per Maldini è tiranno, ci si può sicuramente ancora sollevare, in fin dei conti il campionato è appena iniziato e tanti sono ancora i punti a disposizione, ma la lente di ingrandimento è puntata ed i riflessori sono accesi, i margini di errori sono prossimi allo zero, ergo servono punti e risultati il tutto accompagnato da qualche scelta corretta ed azzeccata durante il mercato di gennaio che per il Milan sarà di riparazione, con la speranza che riparando non si aumenti il danno.
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